Deterrenza nucleare: porti chiusi per i neri porti aperti per i bianchi

11 Marzo, 2019

Catania

In Sicilia prove di guerra sottomarina: 10 paesi della Nato coinvolti

Stanno per concludersi le simulazioni di una guerra navale svolte in questi giorni a largo delle coste catanesi dalla flotta militare della Nato.

Dal 26 febbraio all’8 marzo la flotta militare della NATO è impegnata nel mar Ionio per l’esercitazione Dynamic Manta 2019 (DYMA 19). I paesi coinvolti sono 10: 5 dell’area mediterranea (Italia, Spagna, Francia, Grecia e Turchia) e 5 della fascia atlantica (Germania, Olanda, Inghilterra, Canada e Usa). Le unità impiegate sono in totale 22: 5 sottomarini, 9 navi da guerra, 6 aerei, 2 elicotteri e 3000 uomini.

La base della Marina Militare di Augusta e il porto di Catania hanno fornito il supporto logistico alle unità marittime, mentre la base aerea di Sigonella quello alle unità aeree.

Proprio in un periodo delicato tra Russia e Usa, dovuto alla sospensione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, l’esercitazione Dynamic Manta è stata voluta a seguito della crescente attività russa nel Mediterraneo, per addestrare gli equipaggi con abilità di guerra anti-sottomarino. Se, quindi, lo scopo militare delle manovre è quello di addestramento in situazioni di “minaccia multipla”, ovvero proveniente da ambienti differenti, la finalità geostrategica è quella di scoraggiare l’attività militare russa nell’area mediterranea.

Nell’esercitazione è coinvolto anche un sottomarino a propulsione nucleare, il HMS Ambush (S120), sommergibile della classe “Astute” della Marina britannica che imbarca due reattori nucleari PWR prodotti dalla Roll Royce.

La Sicilia diventa dunque un nodo strategico nei piani di espansione dell’influenza statunitense nell’area mediterranea e dell’est Europa. Dalla Sicilia, infatti, possono essere condotte operazioni militari, non solo di difesa ma anche di attacco

 

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