rodotà – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Fri, 18 Oct 2013 04:33:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Costituzione, Rodotà: “Ecco perché dobbiamo continuare a batterci” http://anpimirano.it/2013/costituzione-rodota-ecco-perche-dobbiamo-continuare-a-batterci/ Fri, 18 Oct 2013 04:33:33 +0000 http://anpimirano.it/?p=5012 Leggi tutto "Costituzione, Rodotà: “Ecco perché dobbiamo continuare a batterci”"]]> Le riforme costituzionali procedono spedite, anzi speditissime. Guai a chi – come i moltissimi cittadini che hanno partecipato alla manifestazione di sabato organizzata da Via maestra – invita alla riflessione. Tra i promotori c’è il professor Stefano Rodotà: “Mentre sabato pomeriggio Sky ha fatto una diretta della manifestazione, la tv pubblica quasi non ne ha dato notizia. Con Piazza del Popolo strapiena! Le prassi di pessima informazione non sono mutate, nonostante il cambio dei vertici Rai. È un fatto vergognoso, ma non ci lasceremo scoraggiare”.

Professore come si spiega la fretta sulla riforma della Carta?

Se si fosse seguita la procedura prevista dall’articolo 138 oggi le tre riforme che il presidente del Consiglio insistentemente richiama – e cioè diminuzione del numero dei parlamentari, fine del bicameralismo perfetto, riforma del titolo V già pessimamente riformato – sarebbero avviate verso l’approvazione. Ma su queste tre ipotesi c’è un tale consenso sociale che l’approvazione per via ordinaria avrebbe avuto tempi molto celeri! Il tema vero è il cambiamento della forma di governo: la discussione su questo deve essere fatta, non è questione che possa essere affidata ad accelerazioni o su cui lo spirito critico debba essere messo a tacere. Il dubbio è che sfruttando il consenso su tre riforme si voglia agganciare anche la quarta, sulla quale non c’è consenso e la discussione è ancora aperta.

Perché è critico sul semipresidenzialismo o su una forma di premierato forte, le due ipotesi che vanno per la maggiore?

Avremmo un accentramento dei poteri e un’ulteriore, formalizzata, personalizzazione del potere a fianco di un deperimento di garanzie e contrappesi: una strada molto pericolosa. Tutto questo viene giustificato con l’efficienza, argomento importante, ma che non può essere l’unico. Il richiamo ai sistemi di Francia e Usa poi è improprio. Negli Usa il presidente è “prigioniero” del congresso, per dire quanto sono forti i contrappesi degli altri poteri. E in Francia c’è la possibilità di maggioranze diverse tra quella che elegge il presidente e quella che elegge l’assemblea nazionale. Non è solo un problema di riscrittura delle regole. Il guaio vero è la debolezza della politica, interamente scaricata sulla Costituzione, inquinata e utilizzata impropriamente.

Il presidente Napolitano ieri ha detto: “Al procedere delle riforme istituzionali io ho legato il mio impegno all’atto di una non ricercata rielezione a presidente”.

L’atteggiamento del Colle rientra nelle dinamiche istituzionali. Ma questo non può, non deve, escludere una discussione sia sulla procedura che sul merito. Letta ha più volte affermato che chi si oppone è d’impedimento alle riforme, ma quest’accusa è una falsificazione della realtà: noi non vogliamo ritardare le riforme, vorremmo semplicemente che tutto si svolgesse nell’ambito del perimetro costituzionale, insistendo sulla necessità di dare una voce ai cittadini.

Loro dicono che alla fine del processo di riforma si avrà il referendum.

Attenzione: abbiamo un brutto precedente, la modifica dell’articolo 81 sul pareggio di bilancio. Allora non si volle prestare attenzione a quelli che dicevano “evitate di approvarla con i due terzi in modo che i cittadini possano esprimersi”. Ora si toccano la regola delle regole – la procedura di riforma – e la forma di governo: deve essere consentito chiedere un referendum. Aggiungo: chi oggi si occupa con tanta premura di riforme dovrebbe tener conto che 16 milioni di italiani, nel 2006, si espressero contro una previsione di riforma costituzionale che conteneva molti punti oggi in discussione.
(intervista a Stefano Rodotà di Silvia Truzzi, Il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2013)

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Bloccare qualsiasi sfregio alla Costituzione http://anpimirano.it/2013/bloccare-qualsiasi-sfregio-alla-costituzione/ Tue, 07 May 2013 16:21:11 +0000 http://anpimirano.it/?p=3886 Leggi tutto "Bloccare qualsiasi sfregio alla Costituzione"]]> La “contro-convenzione” di Rodotà per la sinistra: nuovo fronte d’opposizione dalla Fiom ai dissidenti del Pd per bloccare qualsiasi tipo di sfregio alla Costituzione.
di Giampiero Calapà (“Il Fatto” 3 maggio 2013)

Nasce la Controconvenzione di Stefano Rodotà per bloccare “eventuali sfregi alla Costituzione”: la sinistra e l’opposizione ripartono da qui, Cinque Stelle compresi (“Hanno voglia di imparare come si fa politica, non possiamo escludere nessuno”). E da “nuovi cantieri”, quello di Sel è già fissato a piazza Santi Apostoli l’11 maggio, per riorganizzare un’area che “con l’implosione del Pd subisce un vuoto pericoloso”.
“Una Convezione bipartisan – denuncia il giurista –, magari presieduta da Silvio Berlusconi per sfregiare la Costituzione, sarebbe un grave errore. Badate che la riforma elettorale non è già più una priorità del governo, quella è la cosa che il parlamento dovrebbe fare subito”. Le parole di Stefano Rodotà, ieri all’Eliseo di Roma, hanno riunito la sinistra, “grande patrimonio storico del Paese”. Lunga la schiera di invitati del nuovo fronte all’iniziativa organizzata dal settimanale Left: da Sergio Cofferati alla Fiom, rappresentata da Francesca Redavid, da Sandra Bonsanti di Libertà e Giustizia all’ex pm Gherardo Colombo ad Antonio Ingroia, dallo storico Adriano Prosperi a Gennaro Migliore di Sel.
Tutti al tavolo del direttore di Left Maurizio Torrealta, davanti ad un teatro pieno di cittadini ed elettori rimasti senza punti di riferimento. Che hanno riservato, Rodotà escluso, l’applauso più lungo e sentito a Pippo Civati, il dissidente Pd che non ha votato la fiducia al governo Letta, uscendo dall’aula. E hanno fischiato Vito Crimi, capogruppo al Senato dei Cinque Stelle, quando ha cercato di spiegare: “Sono felice di essere qui con persone con una forte connotazione di sinistra, nell’accezione migliore del termine. Dico questo ma voglio aggiungere che non condivido gli estremismi, non andrei a braccetto con Casa Pound, ma darei una limata da entrambe le parti: il diritto alle ideologie è sacrosanto, ma a noi interessa la buona amministrazione, diciamo no agli steccati ideologici”. Fischi e malumori, gli applausi Crimi li recupera solo con l’aneddoto dell’incontro con un commosso Rodotà, quando lui e Roberta Lombardi gli hanno riferito della candidatura alla presidenza della Repubblica. Lo stesso Rodotà poco prima aveva parlato proprio delle differenze tra destra e sinistra: “Il vuoto che l’implosione del Partito democratico crea è pericoloso. Io non ho consigli da dare, ma al dirigente politico del Pd che nei giorni scorsi ha sostenuto che un dipendente delle poste di certo non sa chi è Rodotà (Stefano Fassina, ndr), rispondo di non guardare dentro gli uffici postali, ma piuttosto alla società italiana, perché ci sono tanti come me che adesso stanno aprendo dei cantieri a sinistra. Dico questo essendo conscio dell’eccesso della legittimazione nei miei confronti: non ho mai mandato tanti sms come in questi giorni. Quando è morto il capo della polizia Antonio Manganelli qualcuno ha scherzato: per la successione si fanno i nomi di Rodotà e Zagrebelsky”. Entusiasmo e applausi, appunto, anche per Civati: “Abbiamo un governo che non deve durare troppo: deve fare la legge elettorale… perché io, che rappresento il 3 per cento del Pd, non ho capito cosa vogliono fare, secondo me non è il caso di togliere l’Imu ai ricchi per esempio”. Poi Civati dice di voler restare nel partito, per giocarsi la partita del Congresso, che deve essere anticipato. La stessa cosa che chiede da giorni Sergio Cofferati: “L’abbandono silenzioso di iscritti ed elettori è preoccupante, ma dobbiamo lavorare per scongiurare scissioni”. Il vendoliano Migliore annuncia: “Abbiamo proposto di abolire la parata militare del 2 giugno”. E il prossimo appuntamento per questa ritrovata area di sinistra d’opposizione, che invoca cantieri e spera in un nuovo inizio, sarà proprio durante la festa della Repubblica: “Per noi quel giorno è anche la festa della Costituzione, faremo una manifestazione – rilancia Sandra Bonsanti – con Rodotà e Zagrebelsky, perché bisogna ripartire dall’opposizione a riforme sciagurate”. Quindi, parola di Rodotà, “occorre organizzare questa Controconvenzione, nella speranza che quella vera, la Convenzione di Pd e Pdl, alla fine non funzioni”.

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