Commenti a: Linguaggio e politica. Smuraglia: superato il limite http://anpimirano.it/2014/linguaggio-e-politica-smuraglia-superato-il-limite/ Tue, 11 Feb 2014 08:07:18 +0000 hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 Di: Francesco Cecchini http://anpimirano.it/2014/linguaggio-e-politica-smuraglia-superato-il-limite/comment-page-1/#comment-1003 Tue, 11 Feb 2014 08:07:18 +0000 http://anpimirano.it/?p=5462#comment-1003 Il Presidente Carlo Smuraglia, si preoccupa, e molto, della forma confermando così il proverbio cinese del dito e della luna.
La sostanza sono i fatti, innanzitutto due.
Primo l’affare della Banca d’Italia che non è un semplice riassetto tra Banca d’ Italia e gli Istituti i credito che ne detengono le quote, senza oneri per lo stato e per i cittadini. Il capitale della Banca d’ Italia è detenuto al 94,33% dalle banche che una volta facevano parte del settore pubblico e che sono oggi – dopo decine di fusioni – più che private, quasi segrete. Tale capitale nominale è suddiviso in quote da 0,56 euro (le mille lire di una volta) per un totale di 156 mila euro (300 milioni). Cosa si è combinato ? Rivalutare questo capitale a 7,5 miliardi secondo parametri piuttosto estemporanei e così prendere due piccioni con una fava: rendere più robuste le banche in vista dei futuri esami europei e poter tassare l’aumento di capitale come una normale plus valenza, ricavandone poco meno di 1 miliardo.
Un’operazione pulita che aiuterebbe lo stato e non costerebbe nulla ai cittadini, ma le cose non stanno così.
Il pagamento delle plus valenze al 12% (con soldi prestati dalla Bce) farà diminuire il flusso del credito. I dividendi delle quote, finora sono stati circa l’un per mille del capitale reale con un esborso di 46,5 milioni l’anno da parte di via Nazionale permettendo di mettere a riserva molti soldi. Ora i dividendi saranno molte volte superiori ed soldi se non si vogliono prosciugare le casse della Banca d’ Italia dovranno essere presi dalle tasche dei cittadini.
Inoltre poiché banche come Unicredit e Intesa possiedono quote rilevanti di Banca d’Italia (rispettivamente 42 e 22 per cento) il decreto prevede che nessun istituto potrà avere più del 3% del capitale: la parte in eccesso sarà ricomprata ai nuovi prezzi, ça va sans dire, dalla stessa Banca d’ Italia in attesa dopo tre anni di rivenderle sul mercato assicurando ovviamente un dividendo a prezzi di mercato. Si tratta dunque di ricomprare circa la metà delle quote con uno sforzo di oltre 3 miliardi. E tutto questo viene spacciato come un’operazione che non ha costi per lo stato, dunque per i cittadini e che non è affatto un favore alle banche. Quando invece non solo i costi sono altissimi e stratosferici se prolungati nel tempo dal momento che i contribuenti futuri dovranno in pratica ricomprarsi le quote che sarebbero già loro come cittadini, ma vengono messe le basi per una futura alienazione ai poteri finanziari della ex banca centrale. In più rende ancora più stretta e criminogena l’associazione fra politica e denaro nell’ambito in di un nuovo colossale trasferimento di risorse dal pubblico al privato.
Secondo fatto è l’attuale Presidente della Repubblica, Napolitano, il cui attuale curriculum vitae e composto da azioni gravi quali la violazione dell’indipendenza della magistratura nel Processo Stato-Mafia, abuso di potere nella concssione di alcune grazie, Alessandro Sallusti e Joseph Romano, un doppio mandato presidenziale nonostante l’ articolo 85 deella Costituzione che definisce la durata dell’incarico in 7 anni e non prevede la rielezione. Ed altro tra i quali il ruolo ingerente avuto nella formazione del governo Monti.
Togliamo tutti gli errori di forma, anzi chiediamo anche le scuse per aver violato l’ etiquette e la buona educazione, ma la sostanza grave dei problemi rimane.
Grazie per l’attenzione.
Un cordiale saluto e buon lavoro,
Francesco Cecchini

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