IL 27 GENNAIO 2022 RICORRE LA GIORNATA MONDIALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL’OLOCAUSTO
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1º Fronte ucraino” del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i superstiti[4]. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.
Ad Auschwitz, circa dieci giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa.
L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.
Nonostante i sovietici avessero liberato, circa sei mesi prima di Auschwitz, il campo di concentramento di Majdanek[5] e «conquistato [nell’estate del 1944] anche le zone in cui si trovavano i campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka [precedentemente smantellati dai nazisti nel 1943]»[6] fu stabilito che la celebrazione del giorno della Memoria coincidesse con la data in cui venne liberato Auschwitz”[7].
La data del 27 gennaio in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, è indicata quale data ufficiale agli Stati membri dell’ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[8] del 1º novembre 2005. vikipedia
A Mirano giovedì 26 gennaio – ore 18.00
Sala Conferenze, corte Errera
Conferenza “Unicità della Shoah” a cura del prof. Vincenzo Guanci
Mirano per la memoria
venerdì 27 gennaio – ore 9.00
I.I.S. “Levi – Ponti”
“Auschwitz tra Storia e Memoria” a cura di docenti e studenti
Mirano per la memoria
venerdì 27 gennaio – ore 17.30
Sala Conferenze, corte Errera Comune di Mirano
“La storia delle sorelle Levis e Jesurum a Zianigo”, immagini e letture alla presenza dei familiari, a cura della Prof.ssa Maria Teresa Sega
Mirano per la memoria
venerdì 27 gennaio – ore 20.30
Teatro Belvedere
Lettura scenica “La madre di Dietrich”, testi di Giuseppe Bovo
Mirano per la memoria
IN ITALIA legge della Giornata della Memoria
Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000
Art. 1.
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2.
1. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
MICHELE SARFATTI
gennaio 2022 • Dal luglio 2000 la legge sul Giorno della memoria invita gli italiani a ricordare, ogni 27 gennaio, la Shoah e le «leggi razziali», i deportati politici, i militari internati, coloro che si opposero allo sterminio a rischio della vita.La legge del 27 gennaio ha una singolare lacuna: il suo titolo e il suo testo menzionano i «campi nazisti», ma non contengono i vocaboli fascismo, fascisti.Concerne l’insieme della Shoah, la persecuzione antiebraica avvenuta in Italia, tutti i perseguitati italiani, i soccorritori. Né essa, né altre leggi della nostra Repubblica hanno per oggetto la violenza omicida italiana fascista nelle terre colonizzate o occupate e le sue vittime. “NELLA LEGGE SUL GIORNO DELLA MEMORIA MANCA LA RESPONSABILITA’ FASCISTA”. Questo è il titolo dell’articolo del Prof. Michele Sarfatti, storico della persecuzione degli ebrei nel XX secolo, apparso il 15 Gennaio 2022 nel quotidiano Domani . per approfondimenti https://www.michelesarfatti.it/
RICORDO DI SHLOMO VENEZIA
Notizia del 02.10.2012
L’Amministrazione comunale di Mirano esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Shlomo Venezia, uno dei più importanti testimoni della Shoah, sopravvissuto all’inferno dei campi di sterminio e autore del libro “Sonderkommando Auschwitz. La verità sulle camere a gas, una testimonianza unica” (Rizzoli).
Si è spento a 89 anni nel sonno dopo aver dedicato gli ultimi decenni della sua vita a trasmettere la memoria della Shoah alle giovani generazioni. Ha parlato a migliaia di studenti, emozionati dalla forza e dal coinvolgimento del suo racconto, che hanno saputo dalle sue parole cosa fu la tragedia ebraica.
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“Inviterò le scuole –prosegue Pavanello – ad organizzare iniziative formative dedicate a Shlomo Venezia in occasione del ‘Giorno della memoria’ e in altri momenti affinché sia portata avanti la sua opera di trasmissione della memoria, un inestimabile insegnamento per i più giovani, perché capiscano a che punto può arrivare la follia umana quando prevale l’odio, etnico e religioso”.
Shlomo Venezia, ebreo italiano residente a Salonicco (Grecia), fu arrestato con i familiari nel marzo 1944 e deportato a 19 anni nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove venne scelto insieme al fratello Moises per lavorare nel Sonderkommando. I Sonderkommando, “kommando speciale”, erano squadre per lo più composte da ebrei deportati da ogni parte d’Europa che operavano all’interno dei campi di sterminio. Il loro lavoro si svolgeva all’interno delle camere a gas e dei crematori e consisteva nel trascinare le migliaia di salme esanimi fuori dalle camere a gas e privarle di ogni cosa “umana” che sarebbe potuta essere riutilizzata dal Reich, come i denti d’oro o d’argento o i capelli usati per fare tessuti. Il loro compito era anche quello di portare le salme nei forni crematori o nelle grandi fosse, scavate a lato degli edifici progettati per lo sterminio, utilizzate come forno a cielo aperto. Periodicamente venivano uccisi perché non restassero testimoni.
Sette mesi a Birkenau a tagliare i capelli alle donne destinate alle camere a gas e al recupero dei cadaveri destinati ai forni, poi altri cinque a Mauthausen, infine l’insperata salvezza dopo «il gas, le torture, la scomparsa dei parenti, degli amici, freddo e, ovunque intorno, la fame». Riuscì a salvarsi ma dopo la Liberazione si ritrovò incapace di testimoniare la sua esperienza. Solo dal 1992 ha deciso di intraprendere il doloroso cammino rivolto alle nuove generazioni perché non dimentichino e ha pubblicato le sue memorie nel 2007. Accolta con vivo interesse in tutto il mondo per la sua straordinaria unicità, questa testimonianza è l’antidoto a ogni follia negazionista. Il lucido e onesto racconto di quest’uomo è la forma più nobile di omaggio alle vittime di ieri: la memoria.