1° maggio – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Wed, 01 May 2013 08:58:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 13529763 1° maggio, Festa dei Lavoratori, Festa del Lavoro http://anpimirano.it/2013/1-maggio-festa-dei-lavoratori-festa-del-lavoro-2/ Wed, 01 May 2013 06:57:06 +0000 http://anpimirano.it/?p=3817 Leggi tutto "1° maggio, Festa dei Lavoratori, Festa del Lavoro"]]> Quest’anno, in modo particolare, sarà un 1° Maggio di riflessione e di lotta in difesa del diritto ad un  lavoro giusto e garantito per tutti i cittadini così come è sancito dalla  Costituzione, nata dalla Lotta di Liberazione.

Un’occasione che deve servire ai lavoratori per prendere coscienza della loro forza, dei loro diritti ma anche del dramma che in questi anni sta attraversando il mondo del lavoro, colpito da una profonda crisi frutto di un sistema economico-finanziario globalizzato, dominato dalla speculazione e dallo sfruttamento smisurato, di uomini e risorse, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

E’ di questi giorni l’immane tragedia di Dacca, in Bangladesch, dove trecento operai, in gran parte giovani donne, sono morti nel crollo dell’edificio abusivo dove era ospitata la loro fabbrica tessile.
Nel Nord del mondo disoccupazione, recessione con licenziamenti e chiusura di attività produttive, nei paesi emergenti, sfruttamento selvaggio dei lavoratori e  negazione dei più elementari diritti sindacali.

Due realtà che tra loro sembrano contrapporsi ma che in realtà sono due facce della stessa medaglia: usare la crisi per ricattare il mondo del lavoro, riportarlo ad una condizione di subalternità rispetto alle logiche di mercato che non conoscono regole da rispettare, ma solo la realizzazione di un  profitto senza limiti, al di fuori di ogni forma di controllo e giustizia sociale.

A questa difficile situazione di attacco ai diritti acquisiti in anni di sacrifici e di dura lotta, in un quadro politico nazionale confuso e caratterizzato da uno scivolamento verso forme di unanimismo difficili da immaginare solo pochi mesi fa, il mondo del lavoro deve rispondere con fermezza e lungimiranza, forte nella consapevolezza che le attuali difficoltà potranno essere affrontate e superate solo con l’unità delle forze progressiste, politiche e sindacali.

E’ necessario un rinnovato impegno di lotta per il lavoro, a difesa delle fasce più deboli, esposte alla povertà e alla deriva sociale, partendo proprio dai principi sanciti dalla Costituzione, pensati per dare forma ad una società più giusta, aperta alle sfide di un mondo in continua, anche se contraddittoria, trasformazione.

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Buon Primo Maggio! http://anpimirano.it/2012/buon-primo-maggio/ Tue, 01 May 2012 04:46:25 +0000 http://anpimirano.it/?p=633 Leggi tutto "Buon Primo Maggio!"]]>
Manifesto del 1° Maggio 1945

Dal diario di Elsa Morante ( Roma 1 maggio 1945 ): è una pagina che descrive benissimo anche un ex-primo ministro.

Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia.
Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.
Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine.
Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935),la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).
Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti.
Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani).
Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto.
Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.
In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano.
Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse.
Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.
Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.

Questa è la pagina del Diario di Elsa Morante pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988.

Questa è invece il modo vergognoso in cui viene ricordato il tipo oggetto delle parole di Elsa:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/30/prete-catania-mussolini/213530/

 

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