Almirante – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Tue, 01 Jul 2014 20:37:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 13529763 Almirante un esempio? http://anpimirano.it/2014/almirante-un-esempio/ http://anpimirano.it/2014/almirante-un-esempio/#comments Tue, 01 Jul 2014 20:37:47 +0000 http://anpimirano.it/?p=5890 Leggi tutto "Almirante un esempio?"]]> 10494744_10201985322945226_284000671288673352_n“Giorgio Almirante è stata espressione di una generazione di leader di partito che, pur da posizioni ideologiche profondamente diverse, hanno saputo confrontarsi mantenendo reciproco rispetto, a dimostrazione di un superiore senso dello Stato che ancora oggi rappresenta un esempio”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio alla signora Assunta Almirante in occasione del centenario della nascita dello storico leader del Msi. (26 giugno 2014)

«Alle ore 24 del 25 maggio scade il termine stabilito per la presentazione dei posti militari e di polizia italiani e tedeschi, degli sbandati ed appartenenti a bande […] Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena». Queste frasi fanno parte di un comunicato apparso sui muri di Grosseto il 17 maggio 1944. Chi firmava la condanna a morte per i partigiani che decidevano di non arrendersi e consegnare le armi entro le 24 ore del 25 maggio era Giorgio Almirante.

Almirante nel 1938 fu firmatario del Manifesto della razza, anticamera dell’olocausto degli ebrei, e dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista “La difesa della razza” come segretario di redazione. Su questa rivista si occupò di far penetrare in Italia le tesi razziste provenienti dalla Germania nazista, ma con tutto l’orgoglio di essere  razzisti italiani: « il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l’Italia abbia mai tentato. Chi teme ancor oggi che si tratti di un’imitazione straniera non si accorge di ragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che il movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza […] possa servire ad un asservimento ad una potenza straniera » (Giorgio Almirante, 1938). « Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta […] Nel nostro operare di italiani, di cittadini, di combattenti – nel nostro credere, obbedire, combattere – noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti. Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo » (Giorgio Almirante, 1942). “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza – scriveva Giorgio Almirante -. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti – dice Giorgio Almirante -, finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”.

Il 31 maggio 1972, in Peteano di Sagrado, in provincia di Gorizia, mentre in televisione trasmettevano Inter-Ajax, morirono dilaniati in un attentato il brigadiere Antonio Ferraro di 31 anni e i carabinieri Donato Poveromo e Franco Bongiovanni di 33 e 23 anni. Rimasero gravemente feriti il tenente Francesco Speziale e il brigadiere Giuseppe Zazzaro. Almirante fu incriminato per favoreggiamento dell’autore della strage di Peteano e fu rinviato a giudizio. Il capo dell’MSI godeva dell’immunità parlamentare dietro la quale si trincerò perfino per evitare di essere interrogato. La tirò avanti per anni di battaglie nelle quali non fu mai in dubbio la sua colpevolezza, finché non intervenne un’amnistia praticamente ad personam, della quale beneficiava solo in quanto ultrasettantenne. Giorgio Almirante, l’uomo d’ordine, dovette chiedere per sé l’amnistia perché il dibattimento lo avrebbe condannato e ne beneficiò per il reato di favoreggiamento aggravato degli autori (militanti e dirigenti del suo partito) di un attentato terroristico nel quale vennero uccisi tre carabinieri.

Nel 1972 l’allora Procuratore Generale di Milano, Luigi Bianchi D’Espinosa decise di chiedere alla Camera l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti con l’accusa di tentata ricostituzione del Partito Fascista. Nel documento redatto dal Procuratore generale si legge:
« Le numerose note a me pervenute in risposta alle mie richieste elencano un gran numero di fatti che testimoniano dell’uso della violenza nei confronti degli avversari politici e delle forze dell’ordine, della denigrazione della democrazia e della resistenza, dell’esaltazione di esponenti e principi del regime fascista, nonché di manifestazioni esteriori di carattere fascista da parte di esponenti di varie organizzazioni dell’estrema destra. […] è poi risultato che una parte preponderante di tali comportamenti trae origine dal Movimento sociale italiano (MSI), come si ricava dalla stampa di tale partito di cui in atti, sia dal particolare che molti dei fatti riferiti nelle varie note ufficiali allegate sono stati consumati da appartenenti alle varie organizzazioni di detto movimento, talvolta isolatamente, più spesso uniti fra loro […]

Video della manifestazione del 29 novembre 2010, quando l’Anpi di Mirano si è opposta all’intitolazione di una via al fascista Almirante (interventi di Angelo Pettenò e Marcello Basso):

Sulla strage di Peteano: http://www.gennarocarotenuto.it/2417-via-giorgio-almirante-terrorista/

Sulla storia del MSI da consigliare la lettura del libro di Davide Conti “L’anima nera della Repubblica”

I video della presentazione del libro nella sede dell’Anpi di Mirano, con Davide Conti e Bruno Maran:

http://youtu.be/_W-dd-SLnQc

Le parti 2 – 3 – 4 del video di Conti e Maran sono qui

 

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Via Almirante da Bologna! http://anpimirano.it/2012/via-almirante-da-bologna/ Mon, 20 Aug 2012 04:36:56 +0000 http://anpimirano.it/?p=1392 Leggi tutto "Via Almirante da Bologna!"]]>
Autogrill Cantagallo

Per noi è importante, soprattutto per le giovani generazioni, trasmettere e raccontare degli elementi di memoria utili per comprendere quello che era il clima politico degli anni passati e che cosa voleva dire contrapporsi a certi personaggi che ancora oggi cercano di essere “legittimati” dai loro degni eredi.
Da questo punto di vista, non è male raccontare l’accoglienza ricevuta dal fucilatore di partigiani, nonchè protettore di stragisti neri, Giorgio Almirante, in quel di Bologna.

Il fatto avvenne ai primi di giugno del 1971, nell’area di sosta dell’Autostrada del Sole Bologna-Firenze, al Cantagallo, nelle vicinanze di Casalecchio di Reno. Un barista dell’autostazione vide Almirante con i suoi uomini avvicinarsi al banco dell’Autogrill per mangiare, fece girare la voce e tutti i lavoratori (dai baristi ai benzinai) incrociarono le braccia e scesero in sciopero: “Né un panino né una goccia di benzina al fucilatore di Partigiani”, fu il passaparola.
Forse, Almirante e i suoi non avevano considerato che il Cantagallo distava pochi chilometri da Marzabotto, il paese martire per la strage nazista del 1944, o forse non pensavano che, pur se erano passati 27 anni da quel massacro di innocenti, l’orrore e il ricordo della complicità dei fascisti non si erano ancora cancellati.
Almirante se ne dovette andare senza nemmeno un panino e per il pieno di benzina dovette rivolgersi ad un’altra stazione di servizio.
Quella insolita forma di protesta sollevò grande scandalo e si impadronì delle prime pagine dei giornali per diversi giorni, ma anche i fascisti decisero di rispondere. Qualche giorno dopo, un gruppo di squadristi missini, guidati dal parlamentare modenese Pietro Cerullo, si presentò al Cantagallo per la rappresaglia. Anche questa azione trovò una risposta adeguata e alcuni fascisti in fuga, lasciati a piedi anche dalla loro auto, furono fermati dalla polizia in autostrada.
Dell’episodio del Cantagallo si parlò anche nel processo contro l’organizzazione neofascista Ordine Nuovo; infatti, nei verbali, si ritrova la dichiarazione rilasciata da Martino Siciliano (un vecchio amico di Delfo Zorzi, con cui militava nella cellula di Ordine Nuovo di Mestre), durante il suo interrogatorio del 20/10/1997: “….ricordo benissimo l’episodio dell’autogrill Cantagallo che risale all’inizio degli anni ’70 e a seguito del quale i camerieri, riconosciuto Almirante proclamarono subito uno sciopero di protesta. Ricordo anche che Almirante si era fermato presso l’autogrill di ritorno da una manifestazione politica, mi sembra in concomitanza con qualche manifestazione elettorale. Il nostro ambiente subì l’episodio come un affronto non solo per l’M.S.I. in quanto tale, ma anche per Ordine Nuovo che era rientrato nel M.S.I. e che vedeva inoltre nell’on. Almirante, benché non sulle nostre posizioni, un simbolo per tutta la destra. Si discusse quindi, in Via Mestrina, sulla possibilità di dare una risposta forte a tale affronto e Zorzi, in particolare, progettò la collocazione da parte del nostro gruppo di un ordigno esplosivo all’esterno dell’autogrill, collocandolo in particolare in prossimità di tubi o bombole di gas al fine di aumentare la potenza dell’esplosione. Il progetto si arrestò in quanto l’M.S.I. prese una propria autonoma iniziativa che si concretizzò in una spedizione punitiva all’Autogrill capeggiata da Pietro Cerullo, che all’epoca era uno dei responsabili giovanili del Partito a livello nazionale. La spedizione punitiva ebbe notevole risalto in quanto sfociò nel danneggiamento dell’autogrill e in tafferugli con i camerieri che erano stati responsabili dell’episodio contro Almirante e di conseguenza un nostro ulteriore intervento, per d ipiù di quella gravità, avrebbe finito col mettere in difficoltà il partito in cui eravamo ormai inseriti. Quindi, dato il notevole risalto che ebbe l’iniziativa condotta dall’on. Cerullo, abbandonammo il nostro progetto”.

Ci fu grande solidarietà attorno ai lavoratori del Cantagallo, ma questo non impedì che 16 lavoratori dell’Autogrill fossero denunciati. Per raccogliere fondi per il processo, il Canzoniere delle Lame incise al volo un 45 giri, scritto da Janna Carioli e Gianfranco Ginestri, che raccontava i fatti di quella giornata, per poi regalarlo ai lavoratori dell’autostazione. Il disco venne venduto “sottobanco” dagli addetti alle pompe di benzina e dai baristi.
Attraverso il passaparola si seppe in tanti luoghi che esisteva questa canzone e parecchia gente si recò al Cantagallo apposta per acquistarlo.
Due anni più tardi, i sedici lavoratori incriminati furono assolti.

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Via Giorgio Almirante, terrorista e fucilatore di partigiani http://anpimirano.it/2010/via-giorgio-almirante-terrorista-e-fucilatore-di-partigiani/ http://anpimirano.it/2010/via-giorgio-almirante-terrorista-e-fucilatore-di-partigiani/#comments Fri, 03 Dec 2010 17:59:37 +0000 http://anpimirano.it/?p=100 almirante

Ecco i collegamenti a 2 ottimi articoli per capire chi è stato Giorgio Almirante:

Almirante e la strage di Peteano:

http://www.gennarocarotenuto.it/2417-via-giorgio-almirante-terrorista/

Almirante tra il Manifesto della Razza e le fucilazioni di partigiani:

http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?y=2008&m=05

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