esercito italiano – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Fri, 08 Mar 2013 05:43:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 13529763 L’esercito italiano va a scuola dal fascista Merlino http://anpimirano.it/2013/lesercito-italiano-va-a-scuola-dal-fascista-merlino/ Fri, 08 Mar 2013 05:43:16 +0000 http://anpimirano.it/?p=3207 Leggi tutto "L’esercito italiano va a scuola dal fascista Merlino"]]> Ve lo ricordate Mario Merlino?
Il suo nome è sinonimo del tentativo di infiltrazione nei movimenti del 1968 da parte di questo neofascista ,che dopo essersi addestrato in Grecia, presso i colonnelli greci,  insieme ad altri suoi camerati , i cui nomi li ritrovammo nella  stagione delle stragi fasciste, si infiltrò quel gruppo anarchico 22 marzo che si ritrovò sotto accusa, con Valpreda di essere autore della strage di Piazza Fontana e di tanti altri attentati.
Grazie alla  controinformazione in quel meraviglioso libro “La strage di Stato” il suo ruolo al servizio dei servizi segreti italiani e USA fu svelato.
Nonostante diversi iter processuali continua ad essere amico e frequentatore di ex nazisti, neofascisti del vecchio e nuovo millennio, ma…il colmo è che apprendiamo dal Messaggero di oggi 5 marzo 2013,  che il “nero” Merlino,  è salito in cattedra presso la prestigiosa scuola di fanteria di Cesano di Roma, ricevendo applausi a scena aperta da sottufficiali ed ufficiali con un suo intervento quale “esperto di storia”  denigrando i partigiani ed esaltando i combattenti fascisti della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini.
Un fatto di una gravità inaudita a cui si aggiunge come scrive il Messaggero:”-… era presente Gina R. con camicia nera e basco del S.A.F. , il servizio femminile della Repubblica Sociale Italiana che presentata dal Merlino come  martire  e simbolo delle angherie subite dai combattenti fascisti dopo la Liberazione dei partigiani … è stata  accolta con lungo e caloroso, sincero applauso  ed ha ricevuto un mazzo di fiori gialli direttamente dal Generale comandante”…-
Siamo di fronte non ad un episodio di revisionismo storico  marginale ma di fronte  ad un vero e proprio attacco all’immagine delle nostre Forze Armate quali garanti e poste a difesa delle nostre istituzioni e della Costituzione repubblicana ed antifascista e di un gravissimo segnale, in momento particolare del nostro paese, in attesa di un governo che lo porti fuori da una crisi che rischia di mettere in pericolo non solo la nostra economia, ma la nostra stessa democrazia.
Guai se l’immagine delle forze armate italiane corra il rischio di essere associata alla negazione della democrazia, come fu il fascismo!
Quegli ufficiali e sottufficiali che hanno applaudito il fascista e provocatore Merlino e una fascista in divisa  ,  e che frequentano quella scuola, come insegnanti e come allievi, sono il futuro del nostro Esercito,  che con questo episodio si tinge di un solo colore , il NERO, quello delle camicie nere che uccisero la libertà nel nostro paese e furono causa di lutti e rovine per tutto il popolo italiano.
Fa bene l’ANPI di Roma a chiedere immediatamente la punizione dei  responsabili e la rimozione dal loro incarico e che fa appello per una manifestazione di protesta dinanzi alla caserma di Cesano.
Come soci dell’ANPI di Brindisi  siamo solidali in questa protesta e ricordiamo  la funzione che i neofascisti brindisini ebbero nella logistica di appoggio per i viaggi di istruzione “alla provocazione e alle stragi” di  Merlino e camerati, nel 68 e anni successivi, presso i colonnelli della dittatura greca. Quei neofascisti che accolsero in seguito a braccia aperte il neonazista Freda, durante la sua detenzione e poi il suo “esilio dorato” a Brindisi.
Ricordiamo ancora come, qui  a Brindisi, nella sicurezza  e nella protezione datagli dai “neri” brindisini , Freda abbia continuato a tramare contro la democrazia italiana  e sia stato  condannato in maniera definitiva per questo. Oggi si cerca di cancellare tutto ciò, anche con vergognosi episodi come quello di Cesano,  ma noi, eredi dei Partigiani che sconfissero il Nazifascismo, non dimentichiamo!

Ora e sempre Resistenza!

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Brindisi
[email protected]

Brindisi , 5 marzo 2013

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/merliono_cattedra_lezione_touad_barnera_reazioni/notizie/256106.shtml

http://www.militariassodipro.org/news.php?item.945.17

]]>
3207
Verso la guerra “tecnologica” come “soluzione” alla crisi http://anpimirano.it/2012/verso-la-guerra-tecnologica-come-soluzione-alla-crisi/ Sat, 15 Dec 2012 11:57:59 +0000 http://anpimirano.it/?p=2329 Leggi tutto "Verso la guerra “tecnologica” come “soluzione” alla crisi"]]> Il progetto di riforma fortemente voluto dal Ministro Di Paola è diventato legge.
Un provvedimento nel segno degli F35.
Il Governo tecnico mette in salvo uno dei provvedimenti che gli sono più cari nonostante il caos dell’imminente caduta : la riforma della forze armate.
Tutto si ferma, tranne gli armamenti.
Ieri pomeriggio a Montecitorio, deputati dai giorni contati, hanno votato la legge che delega un Governo che non c’è più a varare la riforma delle Forze Armate.
Le dimissioni di Monti sconvolgono il calendario parlamentare e fanno decadere fior di provvedimenti ma non intralciano l’ennesimo favore della politica all’industria bellica.
Sono mesi che USB Difesa ha evidenziato in tute le sedi, come nella piazza, la netta contrarietà per una riforma che determina:
– lo spostamento di enormi risorse dalle spese per il personale all’investimento, eliminando posti di lavoro
– l’utilizzo di tutti i risparmi per l’acquisto di armamenti
– nessuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi della “casta militare”
– un impegno di 230 miliardi di euro per i prossimi 12 anni
– un aumento di fatto della spesa pubblica
– il pagamento dell’intervento dei militari per i comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale.
Ma la “riforma Di Paola” è un provvedimento nel segno degli F35.
I nuovi cacciabombardieri americani sono una vecchia passione dell’ammiraglio. È stato lui, esattamente dieci anni fa, nella veste di segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, a firmare con il governo americano il memorandum che dava il via alla partecipazione italiana al progetto.
Fin da allora, il nuovo velivolo è stato pubblicizzato e proposto come strumento in grado di soddisfare “le esigenze delle nostre forze armate, anche grazie alla estrema versatilità”.
All’origine della legge delega oggi in votazione alla Camera c’è un tipico incidente della “maggioranza strana” che ha sostenuto il governo di Mario Monti.
Nella primavera scorsa ci fu il tentativo di fermare il progetto di acquisto degli F35 (il programma è sceso da 131 a 90 pezzi, per un costo complessivo che rimane attorno ai 12-15 miliardi di euro), ma non c’era una maggioranza disposta a fermare Di Paola.
Di Paola non ha perso tempo, e a tempo di record ha predisposto la legge delega, con cui si dà carta bianca al ministero della Difesa per riformarsi.
Il personale civile dovrà scendere da 33 mila a 20 mila unità, i militari dagli attuali 183 mila a 150 mila, i generali da 450 a 310.
L’obiettivo è di passare da un 70% della spesa in stipendi a 50%, 25% per spese di funzionamento e 25% in nuovi sistemi d’arma.
Come declamato dalla legge delega, ogni euro risparmiato chiudendo caserme ed esodando militari rimarrà a disposizione della Difesa per l’acquisto di nuove armi, deciso in totale autonomia se facente parte di progetti già varati.
Il ministero della Difesa è l’unico ad aver ottenuto dal governo Monti un aumento delle dotazioni finanziarie (oltre un miliardo nei prossimi tre anni) superiore ai tagli della spending review.
In realtà il taglio del personale della Difesa è stato già deciso dal governo Monti, e la riforma dello “strumento militare” serve soprattutto a inserirlo in un quadro dove le forze armate saranno numericamente agili e ben equipaggiate per essere pronti a intervenire in teatri di guerra lontani dai confini nazionali, anche con cacciabombardieri d’attacco.
Ciò che lascia perplessi molti parlamentari anche della (ex) maggioranza è la fretta di varare una riforma di tale portata che dispiegherà i suoi effetti nei prossimi 15-20 anni, con una sola seduta di discussione nell’aula di Montecitorio.
Non sappiamo se il ministro/ammiraglio Di Paola riusirà a continuare il lavoro fin qui già svolto ma sicuramente la designazione dei nuovi vertici militari di Stato Maggiore Difesa, Stato Maggiore Aeronautica e Stato Maggiore Marina, su proposta dello stesso ministro, ha molto a che fare con la garanzia e la fedeltà di gestire la riorganizzazione, contenuta nei decreti legislativi attuativi della legge delega sulla riduzione dello strumento militare nazionale, secondo i dettami del suo animatore.
Usb Difesa continuerà a svolgere il suo ruolo in opposizione a questa riforma “epocale” che mette in serio pericolo migliaia di posti di lavoro ma anche la pace e la democrazia nel nostro paese.
(da “USB Difesa” mercoledì 12 dicembre 2012)

]]>
2329