memoria – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Fri, 18 May 2012 04:36:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 13529763 Dante Di Nanni http://anpimirano.it/2012/dante-di-nanni/ Fri, 18 May 2012 04:36:49 +0000 http://anpimirano.it/?p=770 Leggi tutto "Dante Di Nanni"]]>

Il 18 maggio ricorre l’anniversario della morte di una figura storica dell’antifascismo italiano: quella di Dante Di Nanni, giovane militante dei GAP torinesi, ucciso nel 1944, all’età di 19 anni, dalle truppe nazifasciste.
E’ il 17 maggio del ’44 quando Di Nanni, assieme ai compagni Giuseppe Bravin, Giovanni Pesce e Francesco Valentino, effettua un attacco ad una stazione radio che disturbava le comunicazioni di Radio Londra. Prima dell’azione, il gruppo di Gappisti disarma i militari preposti alla difesa della stazione e decide di graziarli in cambio della promessa di non dare l’allarme; ma i nove soldati tradiscono l’accordo e, ad azione terminata, i quattro partigiani vengono sorpresi ed attaccati da un gruppo di nazifascisti. Ne segue uno scontro a fuoco in cui Bravin e Valentino vengono feriti e catturati; portati alle carceri Le Nuove, saranno torturati a lungo ed infine impiccati il 22 Luglio: Bravin aveva 22 anni, Valentino 19. Anche Pesce e Di Nanni vengono colpiti durante lo scontro, ma il primo riesce a portare in salvo il compagno più giovane, gravemente ferito da 7 proiettili. Di Nanni viene trasportato nella base di San Bernardino 14, a Torino, dove un medico ne consiglia l’immediato ricovero in ospedale; Giovanni Pesce, allora, si allontana dall’abitazione per cercare aiuto e organizzare il trasporto del compagno, ma al suo ritorno trova la casa circondata da fascisti e tedeschi, avvertiti della presenza dei Gappisti dalla soffiata di una spia. Nonostante le gravi condizioni in cui versava, Di Nanni rifiuta di consegnarsi al nemico e resiste a lungo all’attacco nazifascista, barricandosi nell’appartamento del terzo piano e riuscendo ad eliminare diversi soldati tedeschi e fascisti con le munizioni rimastegli. La sua eroica resistenza è riportata dalle parole dello stesso Giovanni Pesce che assistette in prima persona alla scena:

«Ora tirano dalla strada, dal campanile e dalle case più lontane. Gli sono addosso, non gli lasciano scampo. Di Nanni toglie di tasca l’ultima cartuccia, la innesta nel caricatore e arma il carrello. Il modo migliore di finirla sarebbe di appoggiare la canna del mitra sotto il mento, tirando il grilletto poi con il pollice. Forse a Di Nanni sembra una cosa ridicola; da ufficiale di carriera. E mentre attorno continuano a sparare, si rovescia di nuovo sul ventre, punta il mitra al campanile e attende, al riparo dei colpi. Quando viene il momento mira con cura, come fosse a una gara di tiro. L’ultimo fascista cade fulminato col colpo. Adesso non c’è più niente da fare: allora Di Nanni afferra le sbarre della ringhiera e con uno sforzo disperato si leva in piedi aspettando la raffica. Gli spari invece cessano sul tetto, nella strada, dalle finestre delle case, si vedono apparire uno alla volta fascisti e tedeschi. Guardano il gappista che li aveva decimati e messi in fuga. Incerti e sconcertati, guardano il ragazzo coperto di sangue che li ha battuti. E non sparano. È in quell’attimo che Di Nanni si appoggia in avanti, premendo il ventre alla ringhiera e saluta col pugno alzato. Poi si getta di schianto con le braccia aperte nella strada stretta, piena di silenzio.»

(Giovanni Pesce, Senza tregua – La guerra dei GAP, Feltrinelli, 1967)
Nel 1945 viene insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
A 68 anni di distanza dalla sua morte, vogliamo ricordare Dante Di Nanni come un esempio a cui guardare per la determinazione e la forza con cui, assieme a tanti antifascisti e a tante antifasciste, scelse la strada della Resistenza e della lotta contro l’oppressione nazifascista.

http://it.wikipedia.org/wiki/Dante_Di_Nanni

http://www.museodiffusotorino.it/luoghi.aspx?id=20

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9 maggio: Peppino Impastato http://anpimirano.it/2012/9-maggio-peppino-impastato/ http://anpimirano.it/2012/9-maggio-peppino-impastato/#comments Tue, 08 May 2012 09:56:54 +0000 http://anpimirano.it/?p=693 Leggi tutto "9 maggio: Peppino Impastato"]]>

Il 9 maggio 1978 veniva ucciso dalla mafia siciliana Peppino Impastato. Questo è un post degli A67 pubblicato il 9 maggio del 2011:

Peppino Impastato e l’arma della memoria

Credo che, in un clima politico come quello italiano, in cui la bussola sembra impazzita e la sfiducia nei confronti delle istituzioni e della politica in generale ha raggiunto livelli difficilmente eguagliabili, la memoria sia l’unica arma capace di far luce sul nostro presente e dar forma al  futuro restituendo senso alle nostre azioni.
La mancanza di memoria era per Bonhoeffer, teologo tedesco protagonista della resistenza al Nazismo, il segno distintivo del suo tempo; quella stessa mancanza di memoria caratterizza anche i nostri giorni, nel senso che viviamo, in forme e proporzioni diverse, un’amnesia collettiva, o meglio, una volontà di occultare e infangare la memoria, evitando così l’assunzione delle proprie responsabilità.
Basti pensare all’oblio colpevole che lo Stato italiano ha nei confronti dei morti ammazzati per mafia, delle vittime del terrorismo e dei caduti del lavoro, o nei confronti dei loro familiari che ormai da troppo tempo aspettano verità e giustizia. È per questo che oggi più che mai abbiamo bisogno di non dimenticare, anzi di imporci  in modo ossessivo il ricordo, la memoria, di chi ha dato la vita in nome di un’idea di Stato e di Giustizia, affinché noi potessimo vivere in un mondo migliore. Come Peppino Impastato, ucciso esattamente 33 anni fa.

Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.
(Peppino Impastato)

http://www.peppinoimpastato.com/

http://palermo.repubblica.it/dettaglio/peppino-impastato-la-verita-uccisa-due-volte/1456321

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http://anpimirano.it/2012/9-maggio-peppino-impastato/feed/ 1 693
Giornata della Memoria: La lunga marcia dei 54 http://anpimirano.it/2012/giornata-della-memoria-la-lunga-marcia-dei-54/ http://anpimirano.it/2012/giornata-della-memoria-la-lunga-marcia-dei-54/#comments Thu, 12 Jan 2012 17:59:12 +0000 http://anpimirano.it/?p=227 Leggi tutto "Giornata della Memoria: La lunga marcia dei 54"]]> In occasione della “GIORNATA DELLA MEMORIA” dei partigiani
fucilati dai nazifascisti al cimitero di Mirano il 17-gennaio-1945 la
Sezione di Mirano dell’Anpi presenta il film:

“La lunga marcia dei 54”.

 

alle ore 20.45 del 20 gennaio 2012 presso la Sala Conferenze di
Villa Errera a Mirano con interventi di Alberto Gambato e Laura
Fasolin. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

 
scarica volantino:

Giornata della memoria – La Lunga Marcia dei 54

 

SINOSSI:
Dopo un rastrellamento durato tutto il giorno precedente nelle campagne di
Castelguglielmo (RO) e costato la vita ad 11 tra civili e partigiani, il 15 ottobre 1944
a Villamarzana (RO) il regime nazifascista perpetrò l’esecuzione di 43 persone,
partigiani e non, tramite fucilazione. Venne adottata la legge tedesca 1-10. Un ‘Primo
Esempio’ di rappresaglia rispetto alle azioni partigiane nel Medio ed Alto Polesine.
LAURA FASOLIN / Coordinatrice del progetto Centro di Documentazione sugli
eccidi nazifascisti di Villamarzana (RO):

Esiste un dovere morale al quale nessuno di noi dovrebbe sottrarsi, ossia la memoria
dei martiri. Uomini, donne, bambini e anziani privati arbitrariamente del loro bene
più prezioso: la vita. Un patrimonio comune da valorizzare, condividere ma
soprattutto da non dimenticare.
L’eccidio di Villamarzana, come gli altri eccidi polesani, ci lascia e ci deve lasciare
sgomenti e indignati davanti a delle morti che sembrano non avere un senso. Ma
dove il senso manca, spetta a noi dare un significato, perché un sacrificio non sia
vano, perché la riconoscenza dev’essere un obbligo.
Un testimone importante da passare alle generazioni future, che non poteva non
essere raccolto da chi quella tragedia l’ha vissuta sulla propria pelle, da chi quella
tragedia ce l’ha ancora viva negli occhi, negli orecchi, nel cuore. Vittime che non
hanno perso la vita ma la carezza di un padre, la gioia di un figlio, l’amore di un
compagno, la protezione di un fratello.
Nessun dono è più prezioso della fiducia ricevuta da una persona nel momento in cui
ci apre la propria casa ed i propri ricordi ancora freschi e dolorosi e racconta quel
giorno, forse piovoso o forse no, con la lacrima della tristezza, col sorriso della
cortesia e della rassegnazione.
Nessuna responsabilità è più grande di ricevere quella fiducia, entrare in quella
storia, farla diventare la nostra storia e come tale condividerne l’angoscia, la tristezza,
la rabbia.
Ad Alberto Gambato va il merito di aver saputo interpretare quella tragedia con
giusta sensibilità e ottima cultura storica, di averla raccontata non solo attraverso le
parole dei narratori e le interviste raccolte in tre mesi di lavoro, ma anche attraverso
occhi malinconici, visi solcati da un tempo lungo 66 anni ma mai trascorso nei
ricordi.
Mani nervose, voci forti ed i campi del Polesine, rimasti pressoché immutati: gialli e
rigogliosi d’estate, marroni e nudi in autunno.
Protezione e trappola, luoghi della salvezza o della morte.
Scrisse Piero Calamandrei: “Nelle montagne della guerra partigiana, nelle carceri
dove furono torturati, nei campi di concentramento dove furono impiccati, nei deserti
e nelle steppe dove caddero combattendo, ovunque un italiano ha sofferto e versato il
suo sangue per colpa del fascismo, ivi è nata la nostra Costituzione. Essa può
diventare per le nuove generazioni, che saranno il ceto dirigente di domani, il
testamento spirituale di centomila morti, che indicano ai vivi il dovere dell’avvenire”.
In quei sacrifici stanno i principi fondanti della nostra Repubblica, della Costituzione
che sancisce la nostra libertà, la quale non può essere difesa senza la conoscenza ed il
rispetto per la troppa sofferenza già spesa per essa. Questo vuol essere La lunga
marcia dei 54: conoscenza del passato, consapevolezza del presente, testimone che
ogni generazione dovrà passare alla successiva.
Per ricordare, per onorare, perché l’orrore non debba più tornare.
ALBERTO GAMBATO / Note di Regia:
Laura Fasolin mi ha fatto arrivare in tempo. Lo dico perché affrontare un film sulla
memoria ed il suo salvataggio è qualcosa di inevitabilmente legato a tale
determinazione dimensionale. Le testimonianze si cristallizzano, il mimetismo dei
corpi esce da una supposta pretesa dimensione di realtà. Perciò quello che viene detto
e/o riportato rompe il contesto di “a domanda rispondo…” e quello del più generico
“mi ricordo…”. Ascoltare questi ‘bordi’ memoriali, questi lacerti di ricordi, ha portato
le riprese del film – dunque quando esso era ancora ben lungi dal suo farsi – molto
altrove, alla ricerca di possibili rispettivi riferimenti ambientali, agricoli, animali.
Vespe, cuccioli di fagiano in fuga, la cagna dormiente di Celestino Tasso; tutt’attorno,
un Alto Polesine in gran parte pietrificato dal punto di vista paesaggistico. Quasi che i
fatti dell’ottobre ‘44 siano stati cinema talmente definitivo da rendere inservibile per
qualsiasi altra cosa il set naturale che è la campagna tra Castelguglielmo e
Villamarzana. Questa sospensione – ancora una volta temporale – mi era parsa di
difficile documentazione, qualora non avessi ravvisato un paradosso duplice. Ecco
perché certezze, passato, fatti, storia e ‘verità’ sono appannaggio della terza età,
mentre il mio fantasma di ‘finzione’ rappresenta il futuro. I giovani, prossimi anziani.
Dunque le testimonianze parlano, ma non lo fanno da sole. Piuttosto dialogano tra
loro al montaggio, freneticamente. Sondando nell’esplosione del rigore spaziale le
possibilità di una verità della memoria – invece – tutta da costruire e raccontare. Che
arrivi ad essere il più comune e condivisa possibile.
CONTATTI: Alberto Gambato Via Frassinella n.° 33 – 45100 Rovigo (RO) Tel.: +393288213614
E-mail: [email protected][email protected]
Web: http://lalungamarciadei54.wordpress.com

 

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Giornata della Memoria 2011: Progeto Auschwitz http://anpimirano.it/2011/giornata-della-memoria-2011-progeto-auschwitz/ Mon, 24 Jan 2011 00:52:03 +0000 http://anpimirano.it/?p=140 Leggi tutto "Giornata della Memoria 2011: Progeto Auschwitz"]]>
Progetto Auschwitz

(clickare per ingrandire)

PROGETTO AUSCHWITZ, Giovani ed Adulti Insieme, 26 Gennaio 2011 ore 20:30

Sala Consiliare Villa Errera

Via Bastia Fuori

Mirano (Venezia)

Proiezioni di immagini e video

Letture di testi da parte di studenti

da adulti che hanno partecipato al Progetto

Con la collaborazione del gruppo teatrale del Liceo e di ANPI – Associazione Nazionale Partigiani Italiani

Il progetto Auschwitz mira alla promozione di una cultura di pace, dell’interculturalità e del rispetto attraverso la critica di ogni pregiudizio o persecuzione razziale e politica.

L’approfondimento e la conoscenza della storia della Shoah sono gli strumenti per non dimenticare e riflettere sui contesti che ancora oggi nel mondo costringono molti esseri umani a soffrire ingiustizie, prepotenze e persecuzioni.

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