claudia cernigoi – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Mon, 09 Feb 2015 20:13:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Recensione di “Operazione foibe: fra storia e mito” di Wu Ming http://anpimirano.it/2015/recensione-di-operazione-foibe-fra-storia-e-mito-di-wu-ming/ Mon, 09 Feb 2015 20:13:03 +0000 http://anpimirano.it/?p=6392 Leggi tutto "Recensione di “Operazione foibe: fra storia e mito” di Wu Ming"]]> seli5b19Un libro fon-da-men-ta-le, che deve circolare, che va diffuso con ogni mezzo necessario e letto dal maggior numero di persone possibile. La lettura spalanca il mondo davanti agli occhi. Questo saggio è uno strumento di lotta, è un’ascia di guerra dissepolta, alfine.
Claudia Cernigoi, dopo anni di ricerche, ha riscritto e ampliato la sua opera del ’97, Operazione “Foibe” a Trieste. Ora il libro parla anche dell’Istria e si chiama Operazione “Foibe” tra storia e mito, lo ha pubblicato la Kappa Vu di Udine nella collana “Resistenza storica”. Trecento pagine fitte e documentatissime, costa sedici euro e sono ben spesi. Mooolto ben spesi.
Cernigoi ha passato a pettine tutti gli archivi consultabili di qua e di là del confine. Il suo libro smantella con rara e lucida spietatezza le dicerie, le falsificazioni, le leggende contemporanee e le buffonate che, modellate dalla propaganda nazionalista sul confine orientale, si sono fatte strada nell’opinione pubblica senza mai essere messe in questione, fino a spingere il Parlamento a istituire una giornata commemorativa. Nel mentre, si è realizzata una fiction campionessa d’ascolti basandosi su fandonie che i vari “foibologi” hanno preso di pacca da “Questo è il conto!”, opuscolo in lingua italiana diffuso dai nazisti sul Litorale Adriatico, subito dopo i venti giorni del “potere popolare”, nel 1943.
Operazione “Foibe” tra storia e mito deve diventare IL testo di riferimento per chi voglia occuparsi di “foibe” in modo scientifico, e non sto parlando di geologi.
Cernigoi dimostra che le liste degli “infoibati” sono state oggetto di pesanti manipolazioni. In quegli elenchi, gli pseudo-storici delle “foibe” (molti dei quali neofascisti: chi proveniente da “Ordine Nuovo”, chi coinvolto nel golpe Borghese etc.) hanno infilato tutti i dispersi, compresa gente che nel frattempo era tornata a casa, non con le gambe in avanti o dentro un’urna bensì viva e vegeta. I “foibologi” hanno aggiunto anche i nominativi di partigiani e civili uccisi dai nazifascisti. Come spiega molto bene l’autrice, l’infoibamento fu teorizzato, evocato, minacciato dal nazionalismo italiano fin dall’inizio del secolo, per esser poi messo in pratica durante l’occupazione nazifascista. Va aggiunto che molti nomi di “infoibati” sono doppi o addirittura tripli, sovente la stessa persona figura “infoibata” in posti diversi, e in un caso tre nominativi di presunti “infoibatori” (Malvagi Partigiani Slavo-Comunisti) figurano pure nella lista dei relativi “infoibati”! Della serie: se la cantano e se la ridono.
Una lista in particolare, quella degli “infoibati” (in realtò comprensiva di tutti i dispersi) della provincia di Trieste, dopo attento esame registra una percentuale d’errore superiore al 65%. Su 1458 nomi, ben 961 si rivelano sbagliati!
Tutti gli altri caduti (e nemmeno questi furono tutti “infoibati”) erano torturatori della Milizia di Difesa Territoriale o della X Mas, massacratori vari, collaborazionisti, delatori, etc. Di molti di costoro Cernigoi fornisce il cursus honorum, ricavato da documenti e fonti d’epoca. A conti fatti, viene smentita la propaganda sugli ammazzati “solo perché italiani”. I motivi erano ben altri. Il “feeling” non era antitaliano, ma antifascista.
Quanto alla soppressione del CLN di Trieste da parte dei “titini”, spesso citata come esempio di politica fratricida tra nemici del fascismo, Cernigoi spiega in modo chiaro che – a causa della repressione tedesca – in città si susseguirono ben tre CLN, molto diversi l’uno dall’altro, l’ultimo dei quali composto da loschi figuri di destra, anche ex-X Mas. Col paravento dell’antifascismo, costoro cercavano addirittura alleanze con residui del regime fascista in funzione nazionalista e anti-slava, inoltre preparavano – e in alcuni casi eseguirono – attentati e azioni armate contro i partigiani di Tito. Risulta abbastanza normale che questi ultimi abbiano deciso di arrestarli, portarli a Lubiana e colà processarli.
Per quanto riguarda i finti “infoibati”, è particolarmente buffo (si fa per dire) il caso di Remigio Rebez, “il boia di Palmanova”, tenente della X Mas e feroce torturatore. Condannato a morte dopo la Liberazione, gode dell’amnistia di Togliatti (o meglio, della sua interpretazione estensiva da parte dei magistrati) e si trasferisce a Napoli, dove muore addirittura nel 1996. La stampa triestina dà notizia del suo decesso, gli dedica distici elegiaci, ma si guarda bene dal dire ai lettori che il suo nome figura sulle liste degli “infoibati” fornite da vari storici di destra come Papo, Pirina etc.
Un altro esempio di chi e cosa si possa trovare in quegli elenchi: viene presentato come “vittima degli slavi” tale Eugenio Serbo, “capitano 57° Rgt. Art. Div., rimpatriato dalla Germania fu catturato dagli Slavi e deportato nei pressi di Lubiana; risulta deceduto il 14/12/44 a Leitmeritz”.
Lapidaria, Cernigoi: “Leitmeritz è però il nome tedesco di Litomerice, cittadina che si trova nell’attuale Repubblica Ceca nei pressi di Terezin, praticamente a metà strada tra Praga e Dresda. Ci pare difficile che i non meglio identificato ‘Slavi’ nominati da Papo siano riusciti a deportare il capitano Serbo a Lubiana e farlo morire nel 1944 in un lager tedesco”.
Anche soffiando e gonfiando e gonfiandosi, come la rana che vuol competere col bue, i “foibologi” non sono mai riusciti a presentare elenchi plausibili. L’ammontare complessivo delle “vittime” non superebbe le 500 persone tra Venezia Giulia e Litorale Adriatico. Il resto (“decine di migliaia di vittime” etc.) è fantasy, non c’è nessun riscontro documentale. L’anno scorso il ministro Gasparri parlò addirittura di “milioni di infoibati”, ma la verità è che siamo ben lontani da quel “genocidio per mano rossa” cercato disperamente dalla destra per contrapporlo alla Shoah e poter ricorrere al “benaltrismo” ogni volta che si parla di leggi razziali, Salò, stragi etc.
Cernigoi non nega che vi siano state vendette personali ma, ricostruendo il contesto e riportando alla luce materiali d’archivio, dimostra che si trattò di azioni individuali e sporadiche, non certo di una politica di sterminio o “pulizia etnica” da parte dei partigiani jugoslavi.
Altre truffe sono i resoconti degli scavi avvenuti nel dopoguerra, a opera di società speleologiche che stavano alla destra fascista come il negozio di fiori sta al Gruppo TNT. Più ci si allontana nel tempo, più si moltiplicano i morti trovati nella data foiba. Se, putacaso, nel ’46 erano otto, si può star sicuri che oggi si dice che erano ottanta, e così via. La stessa foiba di Basovizza, divenuta monumento nazionale e frequente location di picchetti e commemorazioni, è più un oggetto di propaganda che di seri studi storici. Non è stato dimostrato in alcun modo che in fondo a quella cavità carsica sia finito “un numero rilevante di vittime, civili e militari, in maggioranza italiani, uccisi ed ivi fatti precipitare”. Alla sola Basovizza, Cernigoi dedica un capitolo che pare la messa in scena di una lunga, macabra pochade.
La “tragedia delle foibe” è una truffa ideologica, e la cosa peggiore è che studiosi come Cernigoi e Sandi Volk (autore di un altro saggio importante e recensituro, Esuli a Trieste. Bonifica nazionale e rafforzamento dell’italianità sul confine orientale, Kappa Vu, 2005) sono praticamente i soli a confutarla con gli strumenti della storiografia. La propaganda di destra viene accettata a cresta bassa anche a “sinistra”, Bertinotti compreso. Tutt’al più si tratteggia vagamente il contesto, si fanno dei distinguo, gli eredi del PCI se ne chiamano fuori dicendo “Noi coi titini non c’entriamo niente” etc.
Invece andrebbe smantellato tutto, ma proprio tutto, e senza alcun indugio.

Wu Ming, 2005

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Attacco alla casa editrice KappaVu http://anpimirano.it/2014/attacco-alla-casa-editrice-kappavu/ Wed, 03 Dec 2014 05:42:34 +0000 http://anpimirano.it/?p=6246 Leggi tutto "Attacco alla casa editrice KappaVu"]]> head

Lettera aperta all’Assessore alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti
P.c. Alla Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani
Agli organi di informazione

Gentile Assessore
Le scriviamo come storici che hanno pubblicato con la casa editrice KappaVu di Udine. Leggiamo che Lei avrebbe dichiarato alla stampa (Il Piccolo, 29.11.2014) che la KappaVu in quanto tale, e quindi tutti i suoi autori di testi storici, negherebbe la drammatica vicenda della resa dei conti (“nega radicalmente la portata storica della vicenda”) avvenuta alla fine della guerra (impropriamente definita vicenda delle foibe) e sosterrebbe idee non condivisibili.
Se tali affermazioni risultassero vere sarebbero da un lato assurde – com’è infatti possibile negare la portata storica di un vicenda che è argomento quasi quotidiano di dibattito e strumentalizzazioni politiche da ormai 70 anni – e dall’altro mistificanti e offensive. Questo perché, al di la della inaccettabile riduzione dell’attività editoriale in campo storico della KappaVu al solo tema della resa dei conti alla fine della guerra, quello che portiamo avanti nei testi che pubblichiamo non sono idee, condivisibili o meno, bensì ricerca storica. La quale si occupa di ricostruire le vicende storiche collocandole nel loro tempo e contesto sulla base del maggior numero possibile di fonti prodotte dal maggior numero possibile di soggetti coinvolti. Naturalmente riteniamo che le nostre ricerche possano e debbano essere discusse, ma non in base a preconcetti, stereotipi ed “idee”, bensì sulla base delle fonti. Siamo perciò disponibilissimi a un pubblico dibattito storiografico sulle vicende in questione e auspichiamo che il suo Assessorato voglia prendere l’iniziativa di promuoverlo.
Distinti saluti.
Trieste, 1 dicembre 2014

Alessandro (Sandi) Volk, Claudia Cernigoi, Paolo Consolaro, Piero Purini, Gorazd Baj, Giacomo Scotti, Adriano Hvalica Qualizza, Giuliano Zelco, Andrea Martocchia, Federico Tenca Montini, Boris M. Gombac, Joze Pirjevec, Monica Rebeschini, Vanni D’Alessio Wu Ming, Roberta Michieli

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Claudia Cernigoi: una vita tra minacce e querele http://anpimirano.it/2013/claudia-cernigoi-una-vita-tra-minacce-e-querele/ http://anpimirano.it/2013/claudia-cernigoi-una-vita-tra-minacce-e-querele/#comments Sun, 24 Feb 2013 15:58:22 +0000 http://anpimirano.it/?p=3126 Leggi tutto "Claudia Cernigoi: una vita tra minacce e querele"]]> Claudia Cernigoi, ricercatrice storica e antifascista, autrice di “Operazione foibe tra storia e mito”, racconta in questo documento – testimonianza quello che le è successo dopo la pubblicazione dei suoi testi, basati su un serio lavoro di ricerca storica basato sulla consultazione di documenti e nella ricerca dei testimoni diretti dei fatti. È una testimonianza che racconta gli insulti, le minacce, le querele che ha dovuto subire in questi ultimi anni.  È stata anche cancellata da Wikipedia, (“non è che sia un dramma, vista la poca attendibilità dei suoi articoli”: questa è la pagina delle motivazioni), dopo un martellamento informatico da parte degli stessi autori delle minacce da lei subite. La testimonianza termina con queste parole:

Chiudo qui questo dossier che avrei preferito non dovere scrivere ma che ho redatto per un motivo di autodifesa: rendere note le persecuzioni e le minacce a cui si è sottoposti spesso evita che la situazione degeneri. Per questo motivo ho intenzione di diffonderlo il più possibile, e scusate se per una volta ho parlato tanto di me.

Il testo

La recensione di Wu Ming al libro “Operazione foibe”   (“Un libro fon-da-men-ta-le, che deve circolare, che va diffuso con ogni mezzo necessario e letto dal maggior numero di persone possibile. La lettura spalanca il mondo davanti agli occhi. Questo saggio è uno strumento di lotta, è un’ascia di guerra dissepolta, alfine….”)

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