giustolisi – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Tue, 12 Aug 2014 11:15:40 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 12 agosto 1944: strage di Sant’Anna di Stazzema http://anpimirano.it/2014/12-agosto-1944-strage-di-santanna-di-stazzema-2/ Tue, 12 Aug 2014 11:15:40 +0000 http://anpimirano.it/?p=6040 http://youtu.be/95GJ5VniKa0

Inchiesta sulle omissioni politiche e la mancata giustizia delle vittime dell’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema (Lucca)

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I tedeschi salvano i carnefici di Sant’Anna di Stazzema http://anpimirano.it/2012/i-tedeschi-salvano-i-carnefici-di-santanna-di-stazzema/ Tue, 02 Oct 2012 19:01:47 +0000 http://anpimirano.it/?p=1743 Leggi tutto "I tedeschi salvano i carnefici di Sant’Anna di Stazzema"]]>
Lapide dedicata a Anna Pardini (20 giorni di età) uccisa a Sant'anna di Stazzema

Da “Il Fatto” un’intervista di Davide Vecchi a Franco Giustolisi

“L’Italia accetta in silenzio, questo è il vero schiaffo”

Le pratiche giudiziarie sulla strage di Sant’Anna di Stazzema furono chiuse a chiave in un armadio rovesciato contro il muro nella sede della Procura militare in via Acquasparta a Roma. L’armadio della vergogna fu poi “aperto” da Franco Giustolisi, inviato storico dell’Espresso, che in otto anni di lavoro l’ha riportato in un libro, pubblicato nel 2004 con Nutrimenti, in cui ricostruisce gli eccidi dei nazisti e dei fascisti di Salò. Documenti nascosti, sostiene Giustolisi, per proteggere i carnefici.
“E oggi con l’archiviazione è stata seppellita di nuovo la verità e noi facciamo la figura dei peracottari”.
Cosa si aspettava?
“Che le nostre sentenze fossero rispettate. E invece anche oggi sento solo silenzio, il silenzio più assoluto. C’è stata anche un’interrogazione al governo firmata da 106 senatori del Pd, nessuno ha risposto. Ma da chi siamo rappresentati? Perché non intervengono con la Germania? Quale segreto c’è dietro a questa omertà? Noi abbiamo sempre accolto le richieste tedesche, ci hanno raccontato che il colonnello Klapper, carnefice delle fosse Ardeatine, era fuggito dall’ospedale del Celio. E più volte il nostro governo ha concesso la grazia ai loro, in cambio sputano nelle nostre sentenze. Su un lavoro certosino svolto dai carabinieri Romano e Schulz, dal pm De Paolis dopo. Assurdo”.
Marco De Paolis, il procuratore militare di Roma che istruì il processo ai dieci ex militari tedeschi condannati all’ergastolo per la strage di Sant’Anna di Stazzema, ha ricordato che alcuni erano rei confessi.
“E la sentenza di condanna di primo grado è stata confermata integralmente dalla Corte militare d’appello e poi dalla Cassazione. Capisce? Dall’armadio della vergogna alla vergogna dell’armadio. Lo schiaffo maggiore arriva dall’Italia, che rimane in silenzio. L’Anpi in primis è immobile. Perché? Quale è l’inconfessabile segreto? Non lo sapremo mai, probabilmente. Ma io non mollo. E il 5 andrò al tribunale militare per la sentenza di convalida per uno degli assassi di Cefalonia, reo confesso. Dobbiamo andare in molti, far vedere che a noi interessa la verità. E che la Germania deve rispettare la giustizia e il nostro Paese”.

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25 agosto 1944: Strage di Torlano di Nimis http://anpimirano.it/2012/25-agosto-1944-strage-di-torlano-di-nimis/ http://anpimirano.it/2012/25-agosto-1944-strage-di-torlano-di-nimis/#comments Wed, 22 Aug 2012 05:14:38 +0000 http://anpimirano.it/?p=1408 Leggi tutto "25 agosto 1944: Strage di Torlano di Nimis"]]>

Venerdì 25 agosto 1944 giunse da Nimis, invano contrastato dai partigiani, un contingente tedesco su autoblinde, che circondò alcune case situate sotto l’abitato di Torlano, che ospitavano poche famiglie, ma numerose: i Comelli, i Dri, i De Bortoli, mezzadri originari di Portogruaro, i pochi altri. Erano Waffen SS della divisione “Cacciatori del Carso”, di stanza a Gradisca d’lsonzo dove da poco s’era trasferito da Trieste un comando speciale per la lotta contro i partigiani. Li comandava un tenente SS, alto di statura, già tristemente conosciuto come il ”boia di Colonia”. Il suo nome era Fritz Joachim. Facevano da guida alcuni fascisti della Milizia per la difesa territoriale, con occhiali neri e la visiera abbassata per non farsi riconoscere. Le autoblinde bloccarono tutte le vie d’accesso: non c’era più tempo per fuggire. I De Bortoli e la famiglia di Giovanni Comelli si rifugiarono nella stalla di Ruggero Dri. Elisabetta De Bortoli rimase in cucina a far da mangiare. Tedeschi e fascisti rastrellarono il paese e le persone trovate furono rinchiuse nell’osteria allora gestita da Giobatta Comelli. Furono poi fatti uscire uno alla volta e uccisi con un colpo di pistola. Erano Alfredo Bazzaro, Francesco Blasutto, la figlia Romilda, il genero Giovanni Pellegrini, Giuseppe Cussigh, Valentino Petrossi, Gelindo Sommaro. Luigi Seracco tentò la fuga, ma fu colpito a morte. Il Boia rientrò poi nell’osteria e uccise l’oste, Giobatta Comelli, la figlia Rosa e la moglie Lucia Vizzutti. L’altro figlio Albino, di diciannove anni, nascosto nella cappa del camino, assistette impotente alla strage. Nell’ottobre ’46 si suiciderà con un colpo di pistola sotto il mento, com’erano stati uccisi i suoi genitori e la sorella. Poi fu la volta delle persone rifugiate nella stalla. Gli uomini furono fatti uscire uno alla volta e uccisi con un colpo di pistola sotto il mento. Il tenente Wunderle e alcune SS poi entrarono nella stalla: le donne pregavano, supplicavano, stringevano al petto i bambini. I mitra spararono nel mucchio, finché nella stalla tutto fu silenzio. I corpi quindi vennero cosparsi di strame e di benzina e bruciati. Morirono, della famiglia Comelli,: Bruno (di 12 anni); Giannina (di 3 anni); Giovanni; Idelma; Luciano (di 15 anni); Rita; Stefano, Vittorio (di 17 anni) e Antonia Anna Vizzutti, moglie di Giovanni. Della famiglia De Bortoli, morirono: Antonio; Bruna (di 6 anni); Luciano ( di 2 anni); Maria (di 4 anni); Oneglio ( di 8 anni); Silvano, Vilma (di 11 anni); Virginio e Santa Perlin, moglie di Pasquale De Bortoli. Della famiglia Dri, furono uccisi: Ruggero, la moglie Lucia Vizzutti, Ferruccio e Teresina. Si salvarono: Giovanni Dri, Paolo De Bortoli, di 6 anni; Pasquale De Bortoli, con in braccio Serena Dri; Gina De Bortoli, di 13 anni, che fu riparata dal corpo della madre. Gravemente ustionata dall’incendio, fuggi nuda tra il mais. Sopravvisse, dopo dieci mesi di ospedale a Gemona. Quindi il giovane Albino Comelli e poi Elisabetta De Bortoli, che era rimasta a cucinare in casa. Mentre si apprestava ad avviarsi verso la stalla, fu salvata da un tedesco che le fece capire di nascondersi. Il giorno dopo la gente delle frazioni vicine accorse, ma tedeschi e cosacchi impedirono che i corpi fossero sepolti. Solo quando se ne furono andati, fu possibile la sepoltura, in una fossa comune tra le case. Solo nel ’47, i resti, chiusi in 5 bare, furono accolti nel cimitero di Torlano. (dal sito www.anpiudine.org )

Programma della manifestazione: https://docs.google.com/open?id=0B2Fig3cDXuVMN0N2QnFmT2xTNjA

Video (5° parte) sulla strage con una testimonianza dello scrittore Franco Giustolisi (“L’armadio della vergogna“):

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