battaglia parauro – ANPI Associazione Nazionale Partigiani d'Italia – Sezione del Miranese "Martiri di Mirano" http://anpimirano.it Mon, 03 Nov 2014 19:01:06 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 13529763 Anche un sardo fra i giovani partigiani caduti nella Battaglia del Parauro http://anpimirano.it/2014/anche-un-sardo-fra-i-giovani-partigiani-caduti-nella-battaglia-del-parauro/ http://anpimirano.it/2014/anche-un-sardo-fra-i-giovani-partigiani-caduti-nella-battaglia-del-parauro/#comments Mon, 03 Nov 2014 19:01:06 +0000 http://anpimirano.it/?p=6162 Leggi tutto "Anche un sardo fra i giovani partigiani caduti nella Battaglia del Parauro"]]> v2nb0c9Briana di Noale (VE), domenica 12 ottobre 2014. Al diradarsi della nebbia mattutina nella pianura veneta, dopo la rievocazione del Fatto d’Arme avvenuto 70 anni orsono e degli aspetti più cruenti che lo caratterizzarono, la commozione si fa palpabile e la Presidente dell’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto”, Dr.ssa Elisa Sodde, chiamata a ricevere temporaneamente in consegna l’Onorificenza tributata al giovane Eroe originario della sua Terra, è visibilmente emozionata nel portare i ringraziamenti a nome dei familiari e dell’Amministrazione Comunale di Tonara, piccolo centro della Barbagia, in Provincia di Nuoro, che diede i natali al Partigiano Antonio Zucca, caduto l’11 ottobre 1944 nelle campagne di Briana di Noale, in quella che viene ricordata come la “Battaglia di Briana o del Parauro”, durante la Guerra di Liberazione.

     Alla presenza delle numerose Autorità locali – fra le quali il Sindaco del Comune di Noale, Prof.ssa Patrizia Andreotti; i Sindaci dei Comuni di Mirano, Dr.ssa Maria Rosa Pavanello, di Santa Maria di Sala, Sig. Nicola Fragomeni, di Massanzago, l’Assessore Jessica Costa in rappresentanza del Sindaco Prof. Stefano Scattolin; il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Noale Lgt Lino Pavanetto e il Comandante della Polizia locale, Michela Bovo – il 12 ottobre scorso, dinnanzi al Monumento ai Caduti Partigiani di Via Parauro in Noale, si è svolta la solenne Cerimonia di Commemorazione del 70° Anniversario della “Battaglia del Parauro”, promossa dalla Sezione noalese dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), guidata dal Presiedente Ing. Giancarlo Rossi, con l’Amministrazione Comunale di Noale (che ha presenziato alla cerimonia con numerosi Assessori e Consiglieri delegati), in concorso con le Associazioni Patriottiche e d’Arma del territorio e la C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) di Mirano.

     Intervenuti alla celebrazione anche diversi esponenti delle Associazioni Combattentistiche e Partigiane della zona: il Presidente Provinciale A.N.P.I. di Venezia, Dr. Diego Collovini, che ha accompagnato il Labaro sul quale spiccavano le Medaglie concesse al V.M.; il Segretario Provinciale, Dr. Tullio Cacco; il Presidente della Sezione di Martellago, Dr. Cosimo Moretti; il Segretario A.N.P.I. del Miranese, Dr. Bruno Tonolo; e, con le loro Bandiere, i Rappresentanti delle Sezioni A.N.P.I. di Santa Maria di Sala, Mirano, Camponogara, Fiesso d’Artico, Spinea, e della Sezione A.N.C.R. (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci) di Noale, accompagnata dal novantaduenne Presidente, Cav. Gordiano Garavello.

    Erano altresì presenti le Bandiere e i Labari delle locali Sezioni dell’Associazione Nazionale del Fante, dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.

 Il Miranese è il territorio pianeggiante che si estende a nord della Riviera del Brenta, nell’area centro-occidentale della provincia di Venezia, comprendente, attualmente, i Comuni di Mirano, Santa Maria di Sala, Salzano, Noale, Scorzè, Martellago, Spinea, e confinante ad Ovest con la Provincia di Padova, ad Est col Comune di Venezia e a Nord con la Provincia di Treviso.

All’epoca dei fatti, fu una delle aree in cui la lotta divampò con maggiore durezza, per la considerevole presenza nella zona di formazioni partigiane coordinate dal C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) e per la rabbiosa azione repressiva intrapresa dalle forze nazi-fasciste (reparti tedeschi e Guardia Nazionale Repubblicana della R.S.I.) per schiacciare le iniziative apertamente insurrezionali della lotta clandestina che, nel Veneto in particolare, hanno caratterizzato la Resistenza Italiana.

     L’11 ottobre del 1944, nelle campagne fra Noale (VE), Santa Maria di Sala (VE) e Massanzago (PD), in località Parauro – Zeminiana, si combatté quella che è passata alla storia come la “Battaglia del Parauro” o “Battaglia di Zeminiana”, definita dal Presidente Giancarlo Rossi nella sua rievocazione storica come ‹‹uno dei fatti d’arme più eclatanti della Lotta di Liberazione nel Veneto››.

     I combattimenti si accesero violenti nel primo pomeriggio, intorno alle ore 13, quando una ventina di partigiani locali confluiti nella Compagnia BIS del VI Btg “Sparviero” della Brigata Garibaldi d’Assalto “Padova”, capeggiati dal Comandante Eugenio Bruno Ballan, attendati nelle campagne di Noale, udirono il rumore di camion, auto e motociclette che si fermavano nelle vicinanze del loro accampamento. I nazi-fascisti (circa 250 uomini tra soldati tedeschi e miliziani italiani delle “Brigate Nere”), probabilmente informati da qualche delatore, avevano individuato la presenza dei partigiani e si accingevano ad un rastrellamento. Il Comandante Ballan (detto il “Barba”) diede immediatamente disposizione ai suoi uomini di armarsi, suddividendoli per gruppi e assegnando loro i settori d’azione e i compiti per fronteggiare la situazione di pericolo che aveva intuito, e che di lì a poco si sarebbe palesata.

     Attraverso le memorie del Comandante Ballan e le diverse testimonianze raccolte nel dopoguerra dagli storici locali, si è potuto ricostruire(*) lo svolgimento dei fatti. Dopo circa un’ora di durissimi scontri a fuoco, le perdite da parte delle milizie fasciste ammontavano ad una ventina di morti e numerosi feriti, mentre tra le fila dei partigiani furono catturati quattro uomini dei nuclei avanzati del dispositivo di difesa predisposto dal “Barba”: De Cesaro Silvio, da Castelfranco Veneto (TV); Aiello Cosimo, da Palermo; Bordani Amleto, da Bologna; Zucca Antonio, da Tonara (NU).

     Nello scontro col nutrito contingente di forze nazi-fasciste, il giovane partigiano sardo rimase ferito ad una coscia. Perdeva molto sangue e, disteso per terra, implorava il miliziano che lo aveva catturato di fasciargli la ferita per arrestare la forte emorragia. Questi rispose di dover aspettare il suo capo, dal quale solo avrebbe preso ordini e disposizioni in merito. Giunto sul posto il comandante –  tale Alfredo Allegro, appartenente alle “Brigate Nere” – raccontano i testimoni, che questi lo colpì ripetutamente sulla testa con il calcio del moschetto, fracassando il cranio del ferito, che rimaneva a terra esanime sul ciglio della strada, dove era stato trascinato. Qualche ora dopo, constatato che  dava ancora segni di vita, il povero Antonio Zucca veniva brutalmente “finito” con una pugnalata al petto.

     Anche per gli altri tre partigiani catturati, De Cesaro Silvio, Aiello Cosimo e Bordani Amleto di soli 17 anni,  non ci fu scampo, né sentimenti di umana pietà: furono tutti e tre giustiziati con un colpo di pistola alla nuca.

     Per non dimenticare l’eroico sacrificio dei quattro giovani Caduti nella Guerra di Liberazione, in occasione del 70° Anniversario dei “Combattimenti del Parauro”, il Comune di Noale, di concerto con la locale Sezione dell’A.N.P.I., congiuntamente con le Associazioni Patriottiche e d’Arma del territorio e la C.I.A. di Mirano (Locale Sezione della Confederazione Italiana Agricoltori – organizzazione nella quale ha successivamente operato per lungo tempo, Bruno Ballan, salvatosi fortunosamente dai tragici fatti del Parauro, nonostante la brutta ferita riportata nello scontro a fuoco), ha voluto conferire loro una Medaglia Commemorativa, da consegnare alle loro famiglie o, in loro vece, alle amministrazioni dei Comuni d’origine dei Caduti ed altresì ricordare con una targa di riconoscimento il Comandante Ballan a dieci anni dalla sua morte.

     In rappresentanza dei congiunti del Caduto Antonio Zucca e del Comune di Tonara (NU), ha preso in consegna la Medaglia la Presidente dell’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto”, che visibilmente commossa, ha così ringraziato:

‹‹…A nome dei familiari del giovane Caduto, dell’Amministrazione Comunale di Tonara (NU), facendomi interprete dei sentimenti della Gente di Sardegna, Ringrazio per questa Onorificenza tributata ad un Figlio della nostra Isola, che 70 anni or sono ha sacrificato la sua giovane vita per la Libertà e la Redenzione di queste Sacre Terre.

     Sarà mia cura consegnare la Medaglia concessa alla memoria del Soldato Antonio Zucca nelle mani dei suoi familiari e del Sindaco di Tonara, Sig. Pierpaolo Sau, alla presenza delle Associazioni Combattentistiche e Partigiane Sarde, con le quali l’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto” – che mi onoro di presiedere – sta portando avanti  importanti progetti di recupero dei luoghi della memoria legati agli eventi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, nel segno dei sacri vincoli storici che uniscono le nostre due Regioni. L’occasione giusta potrebbe essere la giornata del 25 Aprile 2015, data nella quale sarà celebrato il 70° Anniversario della Guerra di Liberazione…››

     Ancora una volta, l’Associazione Culturale “Un ponte fra Sardegna e Veneto” si pone come anello di congiunzione fra due Regioni che, seppur geograficamente distanti, sono accomunate dall’inscindibile nodo della storia che il Sodalizio sardo-veneto intende sempre più portare avanti con grande impegno e dedizione, attraverso la promozione di rilevanti iniziative culturali, nel segno del comune ricordo di quanti sacrificarono la loro giovane esistenza per l’Unità e la Libertà del nostro Paese.

     Nei suoi ricordi di bambino, il Sig. Nello Roncato – Segretario della Sezione A.N.P.I. di Noale – ha presente sua madre, la Signora Maria Vallotto, che si recava a deporre un fiore sulla tomba del Caduto Sardo, Antonio Zucca, “…poiché diceva: Quel poro fiol qua no ‘l  ga nissun parente che ‘l possa recitar na orassion davanti la sò tonba e ricordar el sò ato da eroe che ghe ga costà la vita”

ZUCCA Antonio,

nato il 2 maggio 1920 a Tonara (NU),

Soldato del 23° Reggimento di Artiglieria per Divisione di Fanteria,

Combattente della 2^ Guerra Mondiale,

sbandatosi con il suo reparto nei giorni seguenti l’Armistizio dell’8 settembre 1943,

confluito nella Brigata Partigiana Garibaldi d’Assalto “Padova”

Caduto l’11 ottobre 1944 a Briana di Noale (VE)

per la Libertà dell’Italia.

“PRESENTE!”

(*): “La battaglia del Parauro ed il Patrigiano E. B. Ballan”, a cura di A. Serpellon e M. Citton per l’ANPI di Santa Maria di Sala (VE), pagg. 35 ss. Saggio presentato il 12 ottobre 2014 presso la Sala Riunioni del Municipio di Santa Maria di Sala.

Di Elisa Sodde da http://tottusinpari.blog.tiscali.it/

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Commemorazione della battaglia del Parauro http://anpimirano.it/2013/commemorazione-della-battaglia-del-parauro/ Fri, 11 Oct 2013 04:19:49 +0000 http://anpimirano.it/?p=4956 Leggi tutto "Commemorazione della battaglia del Parauro"]]> La ‘Battaglia del Parauro’, tra le formazioni Partigiane e le milizie fasciste, è stata una delle più violente e sanguinarie; avvenuta l’11 ottobre del 1944 nelle campagne tra Briana (Noale) e San Dono (Trebaseleghe).
Le ‘brigate nere’,  provenienti da Padova, Treviso e Venezia, convogliarono in massa, alla volta del Parauro, con l’intenzione di annientare i gruppi partigiani presenti in quell’area.
Nello scontro persero la vita i partigiani ‘Garibaldini’ e di ‘Giustizia e Libertà’: Aiello Cosimo, Bordoni Amleto, De Cesaro Silvio e Zucca Antonio, mentre, dai racconti dei testimoni, tra le fila fasciste i morti sarebbero stati oltre la ventina, con moltissimi feriti.

Ai partigiani caduti va l’onore degli Eroi per il loro sacrificio in nome della liberazione dal nazi-fascismo!

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68° Commemorazione della Battaglia del Parauro http://anpimirano.it/2012/68-commemorazione-della-battaglia-del-parauro/ Wed, 10 Oct 2012 09:46:52 +0000 http://anpimirano.it/?p=1795 Leggi tutto "68° Commemorazione della Battaglia del Parauro"]]> Domenica 14 ottobre alle ore 10.30, presso il monumento di Via Parauro, si terrà la commemorazione dei caduti partigiani .

Nei dintorni di Noale alcuni partigiani, che in quel periodo erano impegnati in numerose azioni rapide contro i tedeschi, si erano accampati nelle campagne tra Briana e San Dono, raccolti in piccoli gruppi composti ciascuno da una decina di persone. Si trattava prevalentemente di partigiani garibaldini e di Giustizia e Libertà. Informate della presenza di un consistente numero di partigiani nella zona di via Parauro, l’11 ottobre 1944 le autorità fasciste decisero di intervenire con un attacco congiunto da Padova, da Venezia e da Camposampiero. Lo scontro che ne seguì fu violento e continuò per diverse ore, fino al calare della notte. Le vittime partigiane furono quattro (Aiello Cosimo, Bordoni Amleto, De Cesaro Silvio, Zucca Antonio), tutte giustiziate dopo la cattura. Non furono invece mai accertate le perdite tra le brigate nere. Le relazioni fasciste dell’epoca parlarono di un solo caduto, mentre le successive ricostruzioni partigiane riferirono di decine e decine di morti e feriti.

Questa è la testimonianza di Bruno Eugenio Ballan, comandante del VI Battaglione “Sparviero”, che, per il ruolo da lui svolto nella battaglia, ricevette la medaglia d’argento al valor militare: “Abbiamo avuto un attacco l’11 ottobre, là ce la siamo vista brutta. Perché quando senti le pallottole da lontano speri di salvarti, ma quando ti vengono concentrate tutte addosso e vedi la morte che ti arriva, ti tirano le bombe sotto il naso e le foglie delle piante ti cadono addosso… le pallottole erano tante, non ti dico quante… tutti scaricavano armi automatiche – io mi sono preso una pallottola di qua sul sedere dietro una ceppaia. C’era un fosso come trincea [rapidamente, traccia su un foglio il campo di battaglia con dei tratti di penna]. Qua eravamo sotto Zeminiana, qua sotto Massanzago, qua il Parauro, un gruppo era di una formazione di “Giustizia e Libertà”, io sono della “Garibaldi” e questa è mezza “Garibaldi” – “Brigata di Mirano”, insomma, ma non aveva ancora il nome di “Brigata di Mirano”. [Descrive le fasi dell’accerchiamento] I fascisti avevano mitraglie grosse, qua hanno sbaragliato questo gruppetto perché non avevano armi e i quattro morti sono stati là; io volevo andare a contatto diretto col nemico. Noi qua avevamo i mitragliatori che avevamo recuperato da quegli altri, sei nuovi di zecca fatti nel 1944 in Canada; non avevamo tante pallottole e le poche che avevamo cercavamo di tirarle quando si doveva. Loro venivano lungo il fosso, a cinquanta metri erano, dietro avevo un napoletano che era un paracadutista e aveva usato il mitragliatore a militare, dall’altra parte avevo due, tre giovani; a uno sfuggivano le pallottole perché tremava e non volevamo fare sapere dove eravamo collocati. Gli dicevo ai due tre giovani: “State attenti per di là”. Era venuta pioggia i giorni prima e i fossi erano pieni di acqua, e uno di questi qua, giovane come me, ma che forse non sapeva difendersi come me, diceva: “Guarda dove siamo venuti morire!” e l’altro: “Ma non vedi che moriamo? Ci ammazzano!”, facevano casino! Io gli dicevo: “Tacete, se no vi tiro. Guardate che vi sparo”. Mi ero nascosto in mezzo alle piante e il nemico era tanto vicino che non distinguevamo i partigiani dal nemico. La prima fucilata che “gò misurà” era per il mio compagno; con un convulso così diceva: “Dov’è il «Barba», dov’è il «Barba»?” – io avevo una barba che non avevo più tagliato da quando mi avevano liberato – “Questo è un fascista che vuole prendermi”: io non vedevo più niente, gli miro sulla testa – a questo che veniva agitato per dire “Dov’è il capo?” – io gli tiro e il mitra non spara. Ti puoi immaginare, in quei momenti il mitra non spara! Non era entrata dentro il caricatore e si era salvato per quello. Ma i fascisti quando sentivano cantare un gallo dei contadini: “Senti i partigiani che fanno i segnali”. Io non so! Andavano avanti gridando: “Brigata nera a noi”: io sono convinto che si sono ammazzati più fra loro che da noi. Loro tiravano fuori il becco e gli altri per di là gli tiravano, si sono accoppati fra loro. In pianura, così, si sono fatti confusione. Eravamo su una riva con piante fitte di onari. I fascisti erano duecentocinquanta, tutte Brigate nere dei dintorni. Noi avevamo degli amici che sono andati via e non sono più tornati, e forse quelli là hanno detto dove eravamo: c’è sempre qualcuno che parla, oramai eravamo diventati un mucchio e ci individuavano”. (da un intervista pubblicata in “Materiale Resistente a cura dell’ISVER di Venezia)

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