“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”
Martedì 10 febbraio 2015 alle ore 17.30, presso la sede della C.G.I.L. di Mirano via Porara, sarà indetta, dalla sez. ANPI “Martiri di Mirano”, un’assemblea organizzativa per valutare i tempi e i modi per una serie di iniziative, di informazione e mobilitazione, riguardo le proposte di revisione costituzionale e di riforma della legge elettorale in discussione in Parlamento.
Sono invitate tutte le forze democratiche che operano all’interno della società civile che, in questi mesi, stanno assistendo, con grande preoccupazione, ai pericolosi tentativi di alterare gli equilibri tra la libera volontà degli elettori e le forme parlamentari di rappresentanza e governo sino ad ora sancite dalla Costituzione, nata dalla Resistenza.
L’assemblea è organizzata in collaborazione con la “Rete per la Costituzione” di Venezia
Mirano, 2 febbraio 2015
Il segretario Bruno Tonolo
Oggi un Parlamento dichiarato illegittimo il 13 gennaio 2014 dalla Corte Costituzionale, massimo organo dell’ordinamento statale, sta per modificare la Costituzione Italiana.
Tutto questo pone alcune domande a cui cercheremo di dare una risposta:
1. Cosa sanno i cittadini della discussione in corso in Parlamento sulla modifica della Costituzione e sulla nuova legge elettorale che dovrebbe sostituire l’incostituzionale Porcellum?
Essere informati per esercitare i propri diritti civili e politici: è questa la premessa dell’agire democratico.
2. Può un Parlamento, eletto con una legge incostituzionale, approvare una nuova legge elettorale che ripropone i difetti della precedente? Può questo Parlamento modificare il sistema istituzionale espresso dalla seconda parte della Costituzione?
La sovranità appartiene al popolo e deve essere esercitata nelle forme e nei limiti sanciti dalla Costituzione: è questa la prima regola di uno Stato costituzionale. In uno Stato costituzionale la volontà del popolo deve trovare espressione in un legittimo Parlamento.
3. L’organo legislativo che è espressione della nostra Repubblica parlamentare può garantire la rappresentanza dei cittadini se proviene da liste bloccate e da un premio di maggioranza alla lista o alla coalizione più votata? In una democrazia è accettabile che in nome della “stabilità di governo” venga sacrificato il principio della rappresentanza?
L’uguaglianza dei cittadini nel diritto di voto è necessariamente al centro di una democrazia rappresentativa. E’ il voto di ogni cittadino a garantire una democrazia, non lo sono né un meccanismo matematico né la scelta dei candidati fatta in altre sedi. Il rispetto della rappresentanza permette la stabilità di governo.
4. Quali conseguenze potrebbero ripercuotersi sui diritti dei cittadini con le modifiche alla Carta costituzionale e con una legge elettorale fondata su liste bloccate e sul premio di maggioranza?
]]>Gianpasquale Santomassimo (Il Manifesto 21 gennaio 2015)
]]>Le foto di quel giorno: http://imgur.com/a/rnvSG
]]>Quindi va lasciata così come è?
Una proposta seria è ridurre a 200 il numero di senatori e a 400 quello dei deputati, affidare ai secondi la funzione legislativa e ai primi quella di controllo. Invece, hanno combinato un pasticcio e garantito un risparmio di solo 50 milioni di euro.
Un’altra Resistenza.
Purtroppo sì, non voglio il ritorno del regime. Uno come me, che ha combattuto contro i fascisti, come fa a dire di sì a un piano del genere? Così indecente anche il sistema elettorale: l’Italicum è solo una brutta copia del Porcellum. Chi vince le elezioni, potrà decidere il capo dello Stato, no più super partes ma uomo della maggioranza. Si sta realizzando insomma il sogno della P2 e di Licio Gelli.
Ci sono già le premesse?
Il divieto del voto di preferenza. I parlamentari rispondono solo a chi li ha nominati, cioè i leader di partito, non ai cittadini.
La conseguenza?
Per esempio, il Pd per anni ha criticato il Porcellum, ora invece accetta senza fare una piega l’italicum, solo perché il capo bastone è cambiato. Renzi ha confuso l’Italia con un accampamento di boy scout, con tutto il rispetto per coccinelle e lupetti.
L’Anpi è rimasta senza eredi ai governo?
In pratica è così. Tra i nostri iscritti ci sono parecchi giovani (a Treviso mille su 1500 tesserati), ma si sentono spaesati, senza punti di riferimento.
L’opposizione esiste ancora?
Guardi, la sinistra è morta e sepolta. Se B. avesse fatto quello che oggi sta facendo Renzi avrebbe riempito le piazze. Il Movimento Cinque stelle si è perso per strada, eppure all’inizio avevo fiducia in loro.
Perché la gente non reagisce?
Renzi ha approfittato della crisi per distruggere la Costituzione perché la maggior parte degli italiani è distolto dalla preoccupazione di portare il pane a casa.
Qual è il fraintendimento più grande?
Quello che solo andando d’accordo con B. si può governare. Uno scandalo, ma tutti ne sono convinti.
A luglio il Miur ha siglato con l’Anpi un accordo per promuovere i valori della Costituzione nelle scuole. Una presa in giro?
Sì, ma almeno il progetto è andato in porto.
Lei ha un’energia invidiabile. Spera ancora in un futuro migliore?
Quando a 17 anni decisi di fare il partigiano, ci dicevano che eravamo “bambini pazzi” e “troppo pochi” ma poi abbiamo vinto. Anche oggi dobbiamo resistere un minuto in più dei nemici. Staccai da un albero un morto impiccato. Questo ricordo, ogni volta, mi carica per la battaglia a favore della democrazia.
Intervista di Chiara Diana da “Il Fatto” del 19 agosto 2014
]]>Documento di Crotone
In difesa della Costituzione, della Democrazia, dei Territori
È in corso un attacco alla nostra Costituzione, alla nostra democrazia, ai nostri territori.
Il quadro complessivo delle riforme costituzionali, unitamente alla riforma della legge elettorale, delinea una svolta autoritaria, che vanifica il sistema delle garanzie costituzionali e lascia presagire uno scenario istituzionale, a seguito del quale i cittadini avranno meno capacità decisionale.
Noi non siamo contrari ad una ipotesi di revisione della Costituzione, ma siamo contrari a questa revisione, che compromette la democrazia, minandola negli organi di rappresentanza territoriale, e che favorisce la blindatura della casta partitica in Parlamento.
Il disegno di legge di revisione costituzionale attualmente in discussione interviene principalmente su due questioni: il bicameralismo e l’assetto delle competenze legislative dello Stato e delle Regioni. Si tratta di due questioni strettamente connesse.
Il riordino delle competenze legislative previsto andrà a vantaggio dello Stato e a sicuro detrimento del ruolo delle Regioni. Se la riforma vedrà la luce, lo Stato potrà ergersi a decisore unico delle sorti dell’ordinamento locale, dei beni culturali e paesaggistici, del turismo, dell’energia, del governo del territorio, delle infrastrutture strategiche e di altre materie ancora.
La ratio sottesa alla proposta è quella di impedire che le Regioni possano in futuro legiferare su tali materie, partecipare ai procedimenti amministrativi, sostenere proposte alternative equo-sostenibili, opporsi alla realizzazione di numerosi progetti (come le grandi opere inutili e le infrastrutture strategiche), che le collettività locali e regionali contestano da tempo, per le evidenti implicazioni che hanno sui beni comuni e, in primo luogo, sulle risorse naturali.
È sufficiente pensare alla materia energetica.
Sebbene la riforma costituzionale del 2001 abbia attribuito l’energia alla competenza concorrente dello Stato e della Regione, la Corte costituzionale ha da tempo sostenuto che lo Stato possa sì disciplinare per intero la materia in presenza di interessi di carattere unitario, ma a condizione che alle Regioni sia lasciata la possibilità di esprimersi sulle scelte energetiche effettuate a Roma attraverso lo strumento dell’intesa. L’intesa della Regione si configura, infatti, come una sorta di compensazione per la “perdita” di competenza dovuta alla decisione dello Stato di attrarre a sé la competenza sulla materia energetica. Con il disegno di legge di revisione costituzionale questa (implicita) garanzia verrà, invece, meno. In questo modo, i progetti energetici potrebbero non richiedere più l’assenso della Regione.
Si pensi alla miriade di progetti petroliferi che il Governo ha in serbo di realizzare in Basilicata, in Abruzzo, in Sicilia, in Puglia o in Campania: in questi e in altri casi lo Stato farà sicuramente da sé.
Lo stesso può dirsi per le materie che residueranno in capo alle Regioni, posto che in ogni tempo lo Stato potrà esercitare la specialissima prerogativa che la riforma gli riserva: quella di privare la Regione della possibilità di legiferare anche nelle materie residuali solo perché così piace allo Stato, e cioè “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.
D’altra parte, il duro colpo che alla democrazia regionale e locale verrà inferto non potrà trovare rimedio neppure attraverso la partecipazione delle Regioni e dei Comuni in seno al nuovo Senato. Nonostante, infatti, che il nuovo art. 57 Cost. dichiari che i senatori rappresentano le “istituzioni territoriali”, le modalità di elezione individuate (attraverso i Consigli regionali) e il limitato numero di seggi a disposizione di ciascuna Regione (da attribuire “in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio”) finiranno, nei fatti, per favorire la presenza in seno al Senato dei partiti più grandi e rafforzare finanche l’egemonia degli stessi nella Camera dei Deputati, agevolati, in questo, da una legge elettorale in corso di approvazione profondamente ingiusta e antidemocratica.
In conclusione, la riforma costituzionale del Governo Renzi si pone in palese violazione del principio autonomistico e del principio democratico, qualificati come principi fondamentali della nostra forma di Stato. Per questa ragione ci opponiamo fermamente alla revisione costituzionale in corso e invitiamo i parlamentari tutti a non votare il disegno di legge e i cittadini a sostenere le ragioni del nostro dissenso.
Al momento hanno già aderito:
1) A Sud
2) Alba – Reggio Calabria
3) Associazione Antimafie “Rita Atria”
4) Associazione Ariano in Movimento
5) Associazione Ghea – Attigliano (TR)
6) CAST – Comitato Ambiente Salute Territorio – Abruzzo
7) Circolo “Peppino Impastato” Abruzzo
8) Circolo “Peppino Impastato” Sicilia
9) Circolo Valorizzazione Terre pubbliche attraverso le popolazioni locali – Abruzzo
10) CIUFER
11) Comitati Cittadini per l’Ambiente – Sulmona
12) Comitato Abruzzese per la Difesa dei Beni Comuni
13) Comitato civico S. Angelo dei Lombardi
14) Comitato No Megacentrale – Guspini – Sardegna
15) Comitato Viva la Costituzione del Veneto
16) Coordinamento Nazionale No Triv
17) Fabbrikando l’Avvenire
18) Fondazione Capta – Vicenza
19) Forum Ambientale dell’Appennino
20) Forum Siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni
21) L’Albero Vagabondo – Campania
22) Madre Terra di Flumeri
23) Mediterraneo No Triv
24) No Petrolio Vallo di Diano
25) No Petrolio Alta Irpinia
26) No scorie Trisaia – Rotondella
27) No Triv Abruzzo
28) No Triv Basilicata
29) No Triv Calabria
30) No Triv Campania
31) No Triv Rossano
32) No Triv Valle del Belice
33) O.L.A. – Organizzazione Lucana Ambientalista
34) Piccoli Paesi
35) Rete Stop Biocidio – Lazio
36) Salviamo il Paesaggio – Alto Milanese
37) San Vito Bene Comune
38) WWF – Provincia di Crotone
]]>Esso si sviluppa su due fronti: la riforma elettorale e la riforma costituzionale. Questi due cantieri interagiscono fra loro e puntano a realizzare il medesimo obiettivo: cambiare i connotati alla democrazia italiana realizzando un sistema politico che il compianto prof. Elia qualificò come “premierato assoluto”. Quel sistema di pesi e contrappesi che i costituenti, memori dell’esperienza fascista, avevano delineato per scongiurare il pericolo della dittatura della maggioranza, sarà profondamente squilibrato per realizzare un nuovo modello istituzionale che persegue la concentrazione dei poteri nelle mani del capo dell’esecutivo, a scapito del Parlamento e delle istituzioni di garanzia.
Non ci sarà più la centralità del Parlamento, anzi il Parlamento sarà dimezzato con l’eliminazione di un suo ramo, poiché il nuovo Senato sarà sostanzialmente un ente inutile che non potrà interferire nell’indirizzo politico e legislativo. Dalla Camera dei deputati saranno espulse molte o quasi tutte le voci di opposizione, il Governo eserciterà un potere di supremazia sulla Camera attraverso l’istituto della tagliola e del voto bloccato. La minoranza che vincerà la lotteria elettorale, controllerà il Parlamento, si impadronirà facilmente del Presidente della Repubblica, eleggerà i 5 giudici costituzionali di competenza delle Camere ed influirà sulle nomine di competenza del Capo dello Stato.
Le istituzioni di garanzia formalmente resteranno in piedi ma saranno addomesticate per non disturbare il navigatore. Sarà sempre più difficile contestare scelte inaccettabili dell’esecutivo (si pensi al nucleare) attraverso il ricorso al referendum popolare, dato l’innalzamento a 800.000 della soglia delle firme necessarie. Le scelte che si faranno in questi giorni in Senato saranno cruciali perché la riforma del Senato è l’indispensabile presupposto della riforma elettorale e non saranno possibili modifiche quando ci sarà la seconda lettura. É questa l’ultima trincea dove si difende quel testamento di centomila morti che ci ha consegnato la Resistenza. Poche cose ci chiedono i nostri morti, diceva Calamandrei: non dobbiamo tradirli.
Domenico Gallo
]]>La legge elettorale attualmente all’esame del Parlamento presenta gli stessi caratteri di incostituzionalità sentenziati dalla Corte Costituzionale per il porcellum; deve essere radicalmente modificata oppure respinta:
– La composizione del Parlamento deve rispecchiare le opinioni dei cittadini; invece con il cosiddetto ‘premio di maggioranza’ si distorce la volontà degli elettori assegnando al primo turno la maggioranza assoluta a una lista o una coalizione rappresentativa anche solo del 37% dei voti validi; così il voto non è ‘uguale’ perché occorrono meno voti per eleggere un parlamentare della maggioranza che uno della minoranza;
– Il ricorso a un secondo turno di ‘ballottaggio’ nazionale nel caso in cui nessuno raggiunga la soglia del 37% aumenta ulteriormente la falsificazione della volontà popolare, assegnando comunque la maggioranza assoluta a un partito o una coalizione, indipendentemente dai voti ottenuti al primo turno (per esempio, anche solo il 20%); nemmeno la legge Acerbo voluta da Mussolini c’era arrivata;
– a causa delle soglie di sbarramento stabilite per liste e coalizioni saranno esclusi dal Parlamento milioni di elettori (l’8% minimo necessario per ottenere seggi per i partiti che si presentano da soli corrisponde, sulla base del voto del febbraio 2013, a quasi 3 milioni di elettori)
– con le liste bloccate e l’assegnazione dei seggi su base nazionale si impedisce agli elettori di esprimere la propria fiducia in uno specifico candidato; la legge proposta rende estremamente difficoltoso il rapporto fra elettori ed eletti, che vengono individuati su base nazionale con un procedimento complesso e difficilmente comprensibile; il meccanismo distorsivo può perfino impedire l’elezione di candidati che abbiamo ricevuto nei loro collegi la maggioranza dei voti, ma appartengano a partiti che non raggiungono la soglia minima a livello nazionale, tradendo completamente la volontà degli elettori
– con l’assegnazione della maggioranza assoluta a una coalizione o un partito si annullerà di fatto il potere di designazione del Presidente del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica (art. 92 Cost); si trasformerà il Parlamento in un organo di mera ratifica della volontà deil’Esecutivo, ampliando il ricorso alla decretazione d’urgenza; si limiterà o annullerà l’indipendenza degli organismi di garanzia (come la Corte Costituzionale) che saranno omogenei alla maggioranza parlamentare;
Tutto questo non garantisce assolutamente la stabilità dei Governi e non limita il ‘potere di ricatto’ dei partiti minori o delle ‘correnti’, perché un gruppo di parlamentari può comunque sempre votare contro il Governo, causandone la caduta. Serve soltanto a imporre per legge la cancellazione del pluralismo delle idee, ad esempio su come uscire dalla attuale crisi socio-economica e non subire i ricatti della finanza intemazionale.
Pretendiamo il rispetto della Costituzione, facciamo valere la nostra volontà di cittadini, chiediamo una legge elettorale che ci restituisca il potere di scegliere parlamentari onesti e competenti.
RETE PER LA COSTITUZIONE – e-mail: [email protected] – Facebook: Rete per la Costituzione
Un articolo di Paolo Ferrero su “Il Fatto Quottidiano” (Giacomo Matteotti con questa legge probabilmente non sarebbe mai stato assassinato, per il semplice motivo che non sarebbe stato eletto in Parlamento)
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Nella Giornata del Tesseramento per aderire all’Anpi in nome dell’Antifascismo e della Resistenza:
Anpi Mirano Anpi Spinea Anpi Noale Anpi S.Maria di Sala “Rete per La Costituzione”
Ti invitano
DOMENICA 24 NOVEMBRE 2013
in Piazza Martiri di Mirano ore 10.30
a sottoscrivere la petizione
da inviare ai deputati del Parlamento
per dire no
agli attuali tentativi di riforma costituzionale
Appuntamento con la Costituzione: No alla modifica dell’art. 138.
“Riguardo alle riforme costituzionali si vuole togliere l’ultima parola ai cittadini su una norma di garanzia costituzionale (art. 138 della Costituzione).” Mobilitiamoci insieme per impedirlo. L’ANPI invita tutti il 24 novembre, nelle piazze d’Italia, per un appuntamento con la Costituzione e propone a tutte le altre Associazioni un presidio da tenere nei pressi della Camera dei Deputati nei giorni immediatamente precedenti al voto (attorno al 10-11 dicembre). La Democrazia è anche vera informazione.
Appello per la democrazia della nostra Costituzione
Nel Paese è sempre più forte e vasta la preoccupazione per il lavoro; le condizioni di vita sempre più precarie per masse di cittadini; l’erosione dei diritti fondamentali come il diritto alla salute, all’istruzione, all’ambiente, è in continua progressione.
Nonostante ciò, la maggioranza di Governo ha deciso di impegnarsi per cambiare la Costituzione, addirittura nel suo impianto istituzionale e senza alcun dibattito nel Paese. La Costituzione, nata dalla resistenza e dallo spirito antifascista, si può modificare, ma senza stravolgere gli equilibri della democrazia parlamentare, già parzialmente rappresentativa a causa di una legge elettorale, ora sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale.
Di più ci preoccupa l’introduzione di un presidenzialismo o semi-presidenzialismo diretto, più volte reclamato dalla destra, che toglierebbe al Presidente della Repubblica il suo ruolo di super partes esercitato nel Consiglio Superiore della Magistratura o come Capo delle Forze Armate. Questa concentrazione di poteri l’abbiamo già vissuta in passato, con tragiche conseguenze. Non è con un presidente votato “a maggioranza” che si esce dalla crisi ma con una nuova visione morale della cosa pubblica, e una più equa politica dei redditi e del lavoro.
Per questo si chiede che l’attuale maggioranza, piuttosto che impegnarsi per stravolgere la Costituzione, approvi subito i provvedimenti necessari a garantire una svolta per l’occupazione, le politiche del lavoro e una nuova legge elettorale coerente con i principi costituzionali.
Per questo abbiamo deciso di impegnarci per la difesa della nostra Costituzione fonte dei diritti di eguaglianza, di solidarietà e di pace.
Diego Collovini Presidente Comitato Prov.Anpi di Venezia
Tullio Cacco Segretario Comitato Prov. Anpi di Venezia
Constatato che è stato approvato il DDL che istituisce il Comitato Parlamentare per la Riforma della Costituzione Italiana da una maggioranza di governo che, seppur legittima, non rappresenta le istanze di rinnovamento volute da quanti sentono che i valori della Resistenza sono irrinunciabili punti di riferimento della vita politica.
Considerata la necessità di mantenere alta la soglia di mobilitazione unitaria tra tutte le forze democratiche, per un impegno che abbia come obiettivo prioritario la vigilanza affinché non vengano manomessi i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale partendo dal rifiuto, netto, di ogni strisciante forma di ricostituzione del partito fascista,
L’ANPI di Mirano, sez. ”Martiri di Mirano”
si rende disponibile a dar vita, in sintonia con gli organismi direttivi Provinciali, Regionali e Nazionali, con le forze politiche sinceramente democratiche, con realtà espressione della società civile, movimenti e associazioni, a iniziative per una sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo tema di vitale importanza per le sorti della nostra Democrazia.
In questa azione di informazione e mobilitazione L’ANPI di Mirano si richiamerà ai contenuti presenti nel documento approvato all’unanimità dal Consiglio Direttivo di Sezione il 15.07.2013 di seguito allegato.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Mirano, 26/10/2013
Documento del Consiglio direttivo dell’Anpi di Mirano del 15/7/2013
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