Le ultime sortite televisive di Silvio Berlusconi, a seguito della sentenza di condanna, ci riportano alla mente le immagini di vecchi filmati dove Benito Mussolini, alla fine dei “Seicento Giorni di Salò”, si rivolgeva ai suoi fedelissimi, al teatro Lirico di Milano, prima della fine.
Lo stesso sguardo spento e allucinato, gli stessi segni di un rovinoso decadimento fisico, lo stesso clima funereo di fine regime con tendaggi e gagliardetti, la stessa ricerca di un rilancio impossibile di credibilità politica e personale.
Parole ambigue pronunciate con un filo di voce, tagliente e sofferto, a ricordare che sotto quella veste di “buon borghese umiliato nell’onore” c’è un sentimento proiettato verso un miraggio golpista, già vagheggiato nella adesione alla P2, in grado di rovesciare le regole dello Stato Repubblicano, pur di salvarsi dalla galera.
Minacce alle Istituzioni alternate a promesse di rinunce a ruoli politici personali , attacchi alla Magistratura inseriti, con sapiente abilità, in un contesto di ricatto politico al Governo, al Parlamento ai cittadini.
Sorge inevitabile il timore, che in qualcuno, appartenente ai cosiddetti poteri forti, riaffiorino tentazioni golpiste o comunque di svolte autoritarie in grado di inquinare e modificare le scelte dei cittadini.
Il richiamo all’unità degli antifascisti e alla vigilanza democratica è d’obbligo in questa come in molte altre occasioni che hanno drammaticamente segnato la storia recente del nostro Paese.
L’ANPI, di fronte a queste gravi provocazioni, deve farsi sentire con tutta la forza dei suoi valori e il peso morale dei suoi martiri dimostrando di essere parte attiva delle vicende politiche, ancora una volta schierato a difesa della legalità e della Costituzione Repubblicana.