Oggi, 2 luglio 2013 la nuova caserma di Vicenza che sarà una sede del comando americano Africom che sovraintende alle operazioni in Africa, è stata inaugurata ed è stata intitolata a Renato Del Din, partigiano bellunese al comando della 1ª banda di montagna del Gruppo Divisioni d’assalto Osoppo-Friuli, medaglia d’oro al valor militare, morto il 26 aprile 1944 durante un assalto a un distaccamento di repubblichini a Tolmezzo (Udine). Questa è stata l’ultima decisione presa dal ministro della Difesa Ignazio La Russa due giorni prima delle dimissioni del governo Berlusconi. Cinzia Bottene, consigliere comunale in prima fila nella protesta contro la base americana: «È l’ennesima presa in giro. Molti partigiani hanno lottato contro la base continuando a credere nei valori in cui credevano quando lottavano contro il nazifascismo. Il nome storico di quell’area è Dal Molin, il resto è solo propaganda» aggiungendo che «il 25 aprile la Liberazione sarà festeggiata al Parco della pace, a pochi metri dalla futura base, per ricordare che quella è un’usurpazione».
La scelta di La Russa esplode come una bomba a scoppio ritardato. Per la città medaglia d’oro per la Resistenza suona come una beffa a pochi giorni dal 25 aprile: Vicenza già ospita tremila soldati Usa, dal 2013 ne accoglierà altri duemila che dalla Germania si trasferiranno al Dal Molin, ed è sede di Africom, che sovrintende alle operazioni nel continente nero, alle dirette dipendenze del Pentagono. I primi a rivoltarsi comunque sono gli stessi partigiani. La voce grintosa di Renzo Ghiotto, uno dei «Piccoli maestri» protagonisti del romanzo capolavoro di Luigi Meneghello, è indignata: «È un’offesa, un ulteriore oltraggio alla città – spiega – Tutti i partigiani d’Italia sono contro questo tipo di violenze. Se credono di comprarci mettendo quel nome, si sbagliano. Vogliono come sempre smussare gli angoli facendo finta di celebrare un eroe della Resistenza, ma sono finte miserabili, da repubblichini. Raccoglieremo delle firme, faremo di tutto per impedirlo». Per Mario Faggion, segretario provinciale dell’Anpi, è «una scelta impropria. L’intitolazione suona strana: quasi parlassimo di una base che serve alla difesa del nostro paese, quel paese che Dal Din stava difendendo quando morì in modo eroico. La base, per come è stata concepita, realizzata e concessa, serve soprattutto agli Stati Uniti». Questo il comunicato ufficiale dell’Anpi di Vicenza approvato all’unanimità il 21 aprile:
Il Comitato Provinciale dell’A.N.P.I. di Vicenza, riunito il 21 aprile 2012, appresa la notizia che l’ex Ministro della Difesa La Russa, con uno dei suoi ultimi atti, ha stabilito che la caserma americana sorta nell’ex aeroporto Dal Molin sia intitolata al partigiano bellunese Renato Del Din, caduto a Tolmezzo nella notte tra il 24 e 25 aprile 1944, Medaglia d’Oro, esprime grandi perplessità e vivo disappunto nei riguardi di tale scelta per i seguenti motivi:
1. Perché il nome di un partigiano, medaglia d’oro, caduto battendosi per la libertà e l’indipendenza dallo straniero, non dovrebbe essere associato ad alcuna caserma straniera in Italia, anche se di uno Stato amico.
2. Perché il nome di un partigiano che ha dato la sua vita per i principi e i valori contenuti nella Costituzione non dovrebbe essere usato per una istallazione militare che, come abbiamo sempre sostenuto, è sorta in contrasto con la Costituzione stessa, in particolare con l’articolo 11. Esso, infatti, testualmente stabilisce che l’Italia «consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni: promuove e favorisce organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». In questo caso siamo in presenza di una cessione di sovranità non a “organizzazioni internazionali” e nemmeno per scopi di pace e di giustizia fra le Nazioni. La nuova base non è infatti né ONU né NATO, ma è utilizzata esclusivamente per scopi e interessi propri ed inconfutabili di un solo Stato estero, rispetto al quale non si è nemmeno agito in condizioni di parità.
3. Perché in questo caso la scelta operata presenta, a nostro avviso, anche risvolti strumentali e provocatori. Infatti, fermo restando la nostra contrarietà alla intitolazione della base ad un partigiano, rileviamo che la storia di Renato Del Din, fulgida ed esemplare, non ha però mai avuto come riferimento il territorio vicentino, nel quale invece numerosi sono stati i partigiani caduti valorosamente e ugualmente decorati di Medaglia d’Oro.
4. Perché la scelta di questa intitolazione è ispirata a criteri di dubbia democrazia, in quanto operata senza consultare nessuna organizzazione o istituzione del territorio interessato.
Pertanto chiede al Coordinamento Regionale Veneto e al Comitato Nazionale dell’ANPI di farsi interpreti presso il Ministro della Difesa Di Paola affinché, tenendo conto di quanto sopra, addivenga ad un ripensamento sulla decisione del predecessore, presa ancora una volta con modalità impositive nei riguardi della comunità vicentina e senza tener conto delle sue specificità storiche, sociali e politiche.
Mario Faggion, Presidente dell’Anpi di Vicenza