“Bella ciao”: a qualcuno proprio non piace…

La "Banda Ottoni" mentre suona Bella Ciao

Da “Il  Fatto Quotidiano” del 14 dicembre 2012:

Caro Colombo è passato come un piccolo fatto di cronaca l’incidente che ha segnato la distribuzione del premio Ambrogini d’Oro il 7 dicembre a Milano. Una banda ha suonato “Bella ciao” e alcuni consiglieri comunali della Lega e del Pdl hanno abbandonato la sala gridando che era una vergogna. Sono orgoglioso del sindaco di Milano, che fa accadere cose normali e rassicuranti come queste. Ma come può essersi ridotto un Paese a respingere la sua memoria di resistenza e di libertà?
Fiorenzo

È triste, ma non è così difficile da spiegare. Ci sono due percorsi. Uno è la violenza e anche la potenza mediatica con cui il corteo di berlusconiani della prima ora e di affiliati al benessere in distribuzione per i convertiti, si è lanciato contro tutti gli aspetti di ricordo, celebrazione, memoria della guerra di Liberazione, dei partigiani, dei militari che hanno combattuto con gli alleati, per ridare all’Italia onore, libertà e la Costituzione di cui molti italiani giustamente si vantano. Anche la Costituzione è stata bersaglio di attacchi violentissimi e continui che hanno lasciato cicatrici nel distruttivo ventennio berlusconiano. “Bella ciao”, canzone popolare diventata presto uno dei simboli di affetto e ricordo per la Resistenza, è stata subito un segnale da eliminare. Per il Pdl si può capire. “Bella ciao” ricorda la Resistenza, dunque la Costituzione, dunque la legalità. L’ostilità della Lega Nord è un lapsus che tradisce la sua deriva di fascismo primitivo e razzista benché incapace di capire (certo i suoi leader) l’evento Resistenza. Infatti, racconta Repubblica (8 dicembre ), è stato il leghista Morelli ad abbandonare per primo la festa degli Ambrogini, gridando che suonare “Bella ciao” “era una vergogna”. Ed è stato subito seguito dal notabile pdl, Giulio Gallera, che ha definito l’inno partigiano “una messinscena inaccettabile”. È stato facile per il sindaco Pisapia rispondere al gruppetto di destra e di negazione (o di sincera incapacità di sapere e capire il nostro passato) che “Milano è una città medaglia d’oro della Resistenza”. Ma ho detto che c’è un secondo percorso. Mi tocca infatti di ricordare che certi personaggi infrequentabili del Pdl e della Lega e dei “volontari dell’impunità” di Berlusconi, non sono soli nel voler cancellare “Bella ciao”. Il Pds, poi Ds, poi Pd ha cominciato molto presto a vergognarsi del bel canto partigiano e a escluderlo (il più delle volte senza riuscirsi), dalle feste dell’Unità. Posso testimoniare che, nelle moltissime feste a cui ho partecipato da direttore di quel giornale, nessuno è riuscito a togliere ai partecipanti (che allora erano moltissimi) il loro canto partigiano “Bella ciao”.
Furio Colombo