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MOSCA incontro Mattarella Putin
5. Il dialogo come prospettiva politica (tratto da “dialegesthai di Daniele Silvestri )
L’ampliamento delle prospettive di ciascun gruppo culturale legato alla disponibilità di mezzi di comunicazione rapidi e ramificati, i contatti diretti fra persone che appartengono a popoli diversi, contatto non più riservato alla ristretta categoria dei «nomadi» e degli «avventurieri» ritrovabile in ogni società ma che oggi è concreto per tutti, apre uno scenario dai chiaroscuri molto accentuati: possibilità inusitate di una nuova sintesi culturale per chi si avventura sul terreno della convivenza fra le differenti culture e pericoli pesantissimi di conflitti, di «scontri di civiltà», per chi è attento a difendere i radicamenti identitari di ciascun gruppo.
Mai come oggi il dialogo è necessario e difficile al tempo stesso perché, anche se questo ultimamente viene meno portato all’attenzione dell’opinione pubblica, la possibilità tecnica di una distruzione totale del pianeta non è cessata con la fine della guerra fredda e i conflitti a base identitaria (identità etnica, culturale, religiosa) sono anche più feroci, come le guerre dagli anni ’90 in poi ci hanno fatto chiaramente vedere, di quelli a base ideologica a cui il XX secolo ci aveva abituato.
È per questo che la riflessione sul dialogo, lungi dall’essere una questione accademica, assume oggi un’urgenza dai profondi significati politici.