Agli iscritti e simpatizzanti Anpi Mirano
Due generazioni di anziani ci hanno lasciati e ci stanno lasciando in questi tragici momenti: i primi superstiti della lotta contro il nazifascismo e fautori della Repubblica Italiana e della Costituzione Italiana (vedi per la Commemorazione 2 Giugno 2020 sito www.anpimirano.it ), congiuntamente, i secondi, costruttori materiali della Rinascita del nostro Paese nel dopoguerra, vittime del Covid19, in gran parte ospiti delle RSA di mezza Italia.
Le notizie dei decessi sono diventate di dominio pubblico grazie alle denunce dei parenti e di alcuni operatori sanitari, che hanno voluto indagare su tutta una serie di procedure di protezione e salvaguardia che sin dall’inizio sono sembrate deficitarie sia sul piano procedurale che della strumentazione usata a scopo protettivo (assenza di tamponi e mascherine, visite di persone esterne alle strutture, tempestività negli interventi ecc.)
26.422 decessi hanno delineato la decimazione di donne e uomini che, considerati degli scarti, sono stati facilmente vittime del virus che ha trovato nelle fragilità dell’età e delle condizioni di salute generali, terreno fertile per aggredire in modo devastante.
Nei momenti più difficili della pandemia la loro fine ha descritto il quadro di una società con scarsissima attenzione verso una generazione che rappresenta la memoria storica del nostro paese ed è parte sostanziale del presente.
Una società impietosa e ingrata ha espresso, a livello mondiale, tutto il cinismo di un sistema basato sul profitto e l’idea di inutilità di quanti non risultino adeguati.
La mancanza di un saluto, il senso di una fine vissuta drammaticamente, la rabbia per un abbandono senza rimedi, stanno segnando nel profondo gli animi dei familiari delle vittime. Non numeri ma persone con le quali, in molti casi, si era costruita una ragione di vita che andava ben oltre alla semplice relazione affettiva per diventare vera e propria forma di servizio alle necessità quotidiane nei confronti dei nipoti, valido aiuto ai genitori impegnati nel lavoro. E’ uno stile di vita, è un’idea di famiglia, di comunità che si perde nel tempo e che ha trovato tra gli anziani parte delle vittime da colpire in una diversa idea di distanza sociale.
Molte cose cambieranno dopo l’epidemia ma sicuramente faremo fatica a non ricordare queste presenze che si sono allontanate da noi senza far rumore vittime di interessi di potere e di mal governo. Non potremo mai conoscere le storie personali di tutti, ma di una cosa siamo certi: è stata una generazione di costruttori, costruttori di una realtà nuova, più democratica disposti ad accettare le sfide del futuro.
Un futuro che veda il passaggio da una economia sociale contingente, legata agli interessi inaccettabili dei gruppi militari industriali e delle filiere finanziarie speculative, ad una società di necessità ovvero di partecipazione di pace di salute pubblica di sviluppo per L’Italia per l’Europa per tutto il Mondo.
ANPI sez. “Martiri di Mirano”