I satelliti di Elon Musk
Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo il cui patrimonio si è quasi decuplicato nei due anni di pandemia, ha offerto 44 miliardi di dollari per acquistare Twitter che, a quanto dice, diverrebbe “la piattaforna per la libertà di parola in tutto il mondo”. Elon Musk possiede la SpaceX, azienda aerospaziale con sede in California.
La SpaceX costruisce razzi e satelliti per realizzare Starlink, sistema Internet a banda larga che, una volta ultimato, coprirà il mondo intero. SpaceX, che ha finora messo in orbita 2.500 satelliti con razzi che ne trasportano 50 alla volta, ha in programma di collocare 42.000 satelliti Starlink in orbita bassa, occupando l’80% di questo spazio. Starlink, presentato quale sistema satellitare commerciale, ha fondamentali applicazioni militari. I satelliti in orbita bassa trasmettono infatti i segnali a velocità molto maggiore di quelli in orbita geosincrona attorno all’Equatore. L’esercito e l’aeronautica statunitensi finanziano e testano Starlink per usarne le capacità militari. Ad esempio, lo scorso marzo, la US Air Force ha comunicato che i caccia F-35A a duplice capacità convenzionale e nucleare avevano effettuato la trasmissione di dati utilizzando i satelliti Startlink con velocità 30 volte più veloci delle connessioni tradizionali.I satelliti Starlink della SpaceX vengono già usati dall’esercito ucraino per guidare droni, proiettili di artiglieria e missili contro le postazioni russe. Lo conferma il generale Dickinson, capo del Comando spaziale USA, il quale ha dichiarato al Senato che “la Starlink di Elon Musk dimostra in Ucraina cosa possono fare le megacostellazioni di satelliti”. La SpaceX di Elon Muskfa parte delgruppo dei dieci maggiori operatori satellitari commerciali che collaborano col Comando spaziale USA nella base spaziale militare di Vandenberg in California.
La Cina inizia a preoccuparsi delle applicazioni militari di Starlink
by Stefano PiccinMaggio 30, 2022 in Cina, News, Space economy, SpaceX, Spazio militare
La guerra in Ucraina, ancora una volta, ha dimostrato quanto lo spazio non sia più uno dei tanti asset con cui combattere una guerra, ma è ora uno dei più importanti. Gli USA e l’Ucraina hanno gestito al meglio una guerra inizialmente sproporzionata anche grazie alle maggiori informazioni che giungevano dallo spazio. A terra i satelliti Starlink hanno permesso di mantenere attive linee internet non solo per i civili ma anche per i militari. Di tutto questo si è accorta anche la Cina.
In un recente paper pubblicato qualche settimana fa, il ricercatore Ren Yuanzhen e i suoi collaboratori hanno evidenziato diverse preoccupazioni in merito alla costellazione di SpaceX e al suo uso militare. Yuanzhen è un ricercatore del Beijing Institute of Tracking and Telecommunications, un centro di ricerca supportato dall’esercito di liberazione popolare cinese. La ricerca è stata pubblicata su una rivista sottoposta a peer review, chiamata Modern Defence Technology.
La consapevolezza cinese
La ricerca cinese ricorda che la rete Starlink è attualmente la più avanzata e complessa costellazione satellitare mai costruita. Sono di particolare attenzione le applicazioni militari della rete di SpaceX. Oltre al fornire copertura internet in aree militari, Starlink ha dimostrato di possedere tecnologie all’avanguardia nel sopportare e superare gli attacchi di jamming della Russia.
Ren Yuanzhen e i suoi colleghi ricordano anche che i satelliti Starlink sono tecnologicamente all’avanguardia e già ora SpaceX sta costruendo una rete militare per il tracciamento dei missili balistici basata sulla tecnologia Starlink. Inoltre, ricordano l’ipotesi che alcuni Starlink in futuro possano ospitare payload militari americani in aggiunta ai loro strumenti.
È il numero però a preoccupare principalmente la Cina. Starlink già ora è infatti la più grande costellazione satellitare mai costruita e mai lanciata nello spazio. Non si tratta inoltre di satelliti piccoli o banali. Gli Starlink possono cambiare orbita autonomamente e perderne qualcuno non inficia più il funzionamento della costellazione. Inoltre, ricordiamo che grazie al gran numero di satelliti e alla loro stessa progettazione, l’intera rete Starlink continua costantemente ad aggiornarsi.
Per approfondire l’origine e la costruzione di Starlink –> Tutto quello che dovete sapere su Starlink
Da settembre 2021 SpaceX sta lanciando gli Starlink dotati di comunicazione laser, che saranno implementati completamente nella seconda metà del 2022. Inoltre, sta preparando la seconda generazione, che secondo quanto affermato da Elon Musk in una recente intervista con lo Youtuber Everyday Astronaut, saranno dei satelliti larghi fino a 7 metri e dal peso di 1.25 tonnellate.
Le indicazioni cinesi
Da questa ricerca, come da alcuni articoli usciti sulla stampa cinese (questo del South China Morning Post ad esempio), si capisce quanto la Cina sia consapevole e preoccupata degli sviluppi militari di Starlink. Nel paper di Ren Yuanzhen vengono riportati alcuni consigli per mantenere sotto controllo l’espansione di Starlink.
Per prima cosa viene suggerito di studiare più attentamente la costellazione, evidenziandolo ancora una volta come il progetto di riferimento nell’ambito delle reti satellitari moderne. Un grande focus viene dedicato poi alla questione delle frequenze. Esse stanno diventando sempre più una risorsa strategica, essendo che quelle radio sono, per loro natura, in quantità finita. Starlink comunica attualmente nelle bande Ku e Ka ma in futuro la seconda generazione di satelliti lo farà anche nella banda V. Le comunicazioni laser sono invece usate solo fra uno Starlink e l’altro.
Difesa spaziale in orbita
Ren Yuanzhen suggerisce allora di prestare più attenzione alla copertura delle bande di frequenza da parte della Cina, sia a livello politico che economico. Un’altra indicazione è lo sviluppo di contromisure spaziali per gli Starlink, direttamente in orbita. La Cina dispone della tecnologia per distruggere un satellite con un missile, ma questo è ormai inutile. Come già riportato, è praticamente inutile distruggere un singolo satellite Starlink, anzi, rischia solo di produrre detriti che danneggerebbero tutti.
C’è quindi bisogno che le contromisure siano effettuate direttamente in orbita, attraverso l’osservazione diretta dei satelliti ed eventualmente la loro disattivazione dallo spazio. Come questo sarà possibile Ren Yuanzhen non lo dice. Grazie alla pubblicazione di questa ricerca possiamo quindi capire quanto lo scenario spaziale militare sia ormai integrato completamente con le strategie a terra.
La ricerca completa si può scaricare (in cinese) qui. È caricata su un sito cinese, e per trovarlo sono servite diverse ricerche alla redazione di Astrospace.it.
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