– 11 : 6 agosto 2015 . ogni giorno un pensiero

 

 ” il Dott. Stranamore ” dal film “Il Dottor Stranamore-ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”

Di Ernesto Balducci  (da Testimonianze)La prima verita’ contenuta in quel messaggio e’ che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita’ intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l’immagine eurocentrica della storia, essa si e’ dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu’ recente e piu’ organica e’ quella del Rapporto Brandt. L’unita’ del genere umano e’ormai una verita’ economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e’ il Sud a dipendere dal Nord ma e’ il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e’ resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e’ sottoposto e poi, piu’ specificamente, perche’ esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l’aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell’ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l’appunto, nel solo anno 1979. E piu’ comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e’ un prodotto fatale dell’avarizia della natura o dell’ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un’immensa quota dei profitti nell’industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe’ 10 volte di piu’ del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa.
Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu’ la coscienza tranquilla.

La seconda verita’ di Hiroshima e’ che ormai l’imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e’arrivato a coincidere con l’istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell’aggressivita’distruttiva. Fino ad oggi e’ stato un punto fermo.che la sfera della morale e quella dell’istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un’ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell’istinto di conservazione (di cui la paura e’ un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita’.

La terza verita’ di Hiroshima e’ che la guerra e’ uscita per sempre dalla sfera della razionalita’. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l’hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe’ come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini – per usare il linguaggio di Benedetto Croce – l’”accadimento” funesto generava l’”avvenimento” fausto. Ma ora, nell’ipotesi atomica, l’accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l’avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell’accadimento.

Pensiero aggiunto : bomba atomica $ bolla finanziaria . Approfondimento :  http://www.altroquotidiano.it/il-casino-della-finanza-globale-il-22-la-presentazione-del-saggio-di-mario-lettieri-e-paolo-raimondi/

-12: 6 agosto 2015 . ogni giorno un pensiero

di Ernesto Balducci  (da Testimonianze) …. Com’e’ noto, il maestro dei realisti-Niccolò Macchiavelli- affidava alla virtu’ (che nel suo linguaggio voleva dire abilita’ conforme a ragione) il compito di far fronte alla fortuna e cioe’ al corso caotico e imprevedibile degli eventi. A suo giudizio, fortuna e virtu’ potevano governare la storia umana con una incidenza del 50% ciascuna. Le milizie cittadine erano lo strumento primo della virtu’ di un principe. Uno strumento peraltro da usare all’interno di una preveggenza multiforme delle eventualita’ della fortuna. “Assomiglio quella – dice Machiavelli ragionando della fortuna, nel Principe (cap. XXV) – a uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s’adirano, allagano e’piani, ruinano gli alberi e gli edifizi, lievono da questa parte terreno, pongono da quell’altra; ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro, senza potervi in alcuna parte obstare. E benche’ sieno cosi’ fatti, non resta pero’ che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessimo fare provvedimento, e con ripari e argini, in modo che, crescendo poi, o egli andrebbano per uno canale, o l’impeto loro non sarebbe ne’ si’licenzioso ne’ si’ dannoso. Similmente interviene della fortuna; la quale dimostra la sua potenzia dove non e’ ordinata virtu’ a resisterle”.
Il “fiume rovinoso” di cui oggi anche Machiavelli dovrebbe ragionare e’ il fiume del fuoco atomico, contro cui nessun argine vale, nessun “provvedimento” che non sia la sua estinzione; e la “citta’” affidata al principe oggi e’, secondo la “verita’ effettuale”, vorremmo dire materialistica, non Firenze o l’Italia, ma il pianeta Terra.

Se per Machiavelli il “provvedimento” delle armi era, di fronte all’imperativo assoluto del bene del Principato, un imperativo ipotetico, legato cioe’ a condizioni di fatto, una volta che queste condizioni mutano, anche l’imperativo, per logica realistica, deve mutare.

*

Le condizioni di fatto sono radicalmente mutate. L’umanita’ e’ entrata in un tempo nuovo nel momento stesso in cui si e’ trovata di fronte al dilemma: o mutare il modo di pensare o morire. Essa vive ormai sulla soglia di una mutazione, nel senso forte che ha il termine in antropologia.
Non serve obiettare, contro il dilemma, che la mutazione non e’ avvenuta e noi siamo vivi! Non e’ forse vero che l’abisso si e’ spaventosamente allargato dinanzi a noi? D’altronde le mutazioni non avvengono con ritmi serrati e uniformi. In ogni caso si puo’ gia’ dire, con fondatezza, che si sono andate generalizzando alcune certezze in cui e’ facile scoprire il riflesso del messaggio di Hiroshima e dunque un qualche inizio della mutazione.

-13: 6 agosto 2015 ogni giorno un pensiero

di gunther Anders  dal sito (la voce di fiore )  Nulla di più falso della frase cara alle persone di mezza cultura, per cui vivremmo già nell'”epoca dell’angoscia”. Questa tesi ci è inculcata dagli agenti ideologici di coloro che temono solo che noi si possa realizzare sul serio la vera paura, adeguata al pericolo.
Noi viviamo piuttosto nell’epoca della minimizzazione e dell’inettitudine all’angoscia. L’imperativo di allargare la nostra immaginazione significa quindi in concreto che dobbiamo estendere e allargare la nostra paura.
Va da sé che questa nostra angoscia deve essere di un tipo affatto speciale:

  1. Un’angoscia senza timore, poiché esclude la paura di quelli che potrebbero schernirci come paurosi.
  2. Un’angoscia vivificante, poiché invece di rinchiuderci nelle nostre stanze ci fa uscire sulle piazze.
  3. Un’angoscia amante, che ha paura per il mondo, e non solo di ciò che potrebbe capitarci.

-15 : 6 agosto 2015. ogni giorno un pensiero

di Guenther Anders (dal sito “la voce di fiore )

Eta’ finale e fine dei tempi. La nostra vita si definisce quindi come “dilazione”; siamo quelli-che-esistono-ancora. Questo fatto ha trasformato il problema morale fondamentale: alla domanda “Come dobbiamo vivere?” si e’ sostituita quella: “Vivremo ancora?”. Alla domanda del “come” c’e’ – per noi che viviamo in questa proroga – una sola risposta: “Dobbiamo fare in modo che l’eta’ finale, che potrebbe rovesciarsi ad ogni momento in fine dei tempi, non abbia mai fine; o che questo rovesciamento non abbia mai luogo”. Poiche’ crediamo alla possibilita’ di una “fine dei tempi”, possiamo dirci apocalittici; ma poiche’ lottiamo contro l”apocalissi da noi stessi creata, siamo (e’ un tipo che non c’e’ mai stato finora) “nemici dell’apocalissi”.

Settant’anni con la BOMBA…tre minuti a mezzanotte. (da Le Scienze)

iL 16 Luglio del 1945 esplodeva il primo ordigno atomico. Da allora il mondo deve affrontare i rischi di una proliferazione nucleare militare che può sfruttare la diffusione a scopo civile delle tecnologie legate all’atomo

(da “LE SCIENZE” luglio 2o15 articolo di Flavio Parozzi e Franco Polidoro)

per approfondire…l’orologio dell’Apocalisse sul sito web di “The bulletin of atomic Scientists”   http:the bulletin.org/multimedia/doomsday-clock

Agli apocalittici non consapevoli

 Iran denuclearizzato, Italia nuclearizzata Manlio Dinucci «Oggi è una giornata storica ed è un grande onore per noi annunciare che abbiamo raggiunto un accordo sulla soluzione nucleare iraniana, per rendere il nostro mondo più sicuro»: così ha dichiarato a Vienna Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Quasi contemporaneamente giungeva dagli Stati uniti un altro annuncio: «La U.S. Air Force e la Nnsa (National Nuclear Security Administration) hanno completato, nel poligono di Tonopah in Nevada, il primo test in volo della bomba nucleare B61-12». Quella che tra non molto sostituirà la B61, la bomba nucleare statunitense stoccata ad Aviano e Ghedi Torre in un numero stimato in 70-90, parte di un arsenale di almeno 200 stoccate anche in Germania, Belgio, Olanda e Turchia.
La riuscita del test «prova il continuo impegno degli Stati uniti di mantenere la B61», comunica la Nnsa. Specifica quindi che «la B61-12, dotata di una sezione di coda, sostituirà le bombe B61-3, -4, -7, -10 nell’attuale arsenale nucleare Usa». Viene dunque ufficialmente confermato che la B61 sarà trasformata da bomba a caduta libera in bomba «intelligente», che potrà essere sganciata a grande distanza dall’obiettivo. La B61-12 a guida di precisione, il cui costo è previsto in 8-12 miliardi di dollari per 400-500 bombe, si configura come un’arma polivalente, con una potenza media di 50 kiloton (circa quattro volte la bomba di Hiroshima). Essa svolgerà la funzione di più bombe, comprese quelle progettate per «decapitare» il paese nemico, distruggendo i bunker dei centri di comando e altre strutture sotterranee in un first strike nucleare.
La sostituzione della B61 con la B61-12, annuncia la Nnsa, «fornisce sicurezza ai nostri alleati». Lo dimostra il fatto che ad Aviano e Ghedi le bombe nucleari sono tenute in speciali hangar insieme ai caccia pronti per l’attacco nucleare: F-15 e F-16 statunitensi e Tornado italiani, i cui piloti vengono addestrati all’attacco nucleare. In Italia, nel 2013 e 2014, si è svolta la Steadfast Noon (Mezzogiorno risoluto), l’esercitazione Nato di guerra nucleare, a cui l’anno scorso hanno partecipato anche F-16 polacchi. In tal modo l’Italia viola il Trattato di non-proliferazione che, all’articolo 2, stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non-nucleari, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».
L’ammodernamento delle armi nucleari Usa schierate in Europa rientra nella crescente corsa agli armamenti nucleari. Secondo la Federazione degli scienziati americani, gli Usa mantengono 1.920 testate nucleari strategiche pronte al lancio (su un totale di 7.300), in confronto alle 1.600 russe (su 8.000). Comprese quelle francesi e britanniche, le forze nucleari della Nato dispongono di circa 8.000 testate nucleari, di cui 2.370 pronte al lancio. Aggiungendo quelle cinesi, pachistane, indiane, israeliane e nordcoreane, il numero totale delle testate nucleari viene stimato in 16300, di cui 4.350 pronte al lancio. E la corsa agli armamenti nucleari prosegue con la continua modernizzazione degli arsenali.
Per questo la lancetta dell’«Orologio dell’apocalisse», il segnatempo simbolico che sul «Bulletin of the Atomic Scientists» indica a quanti minuti siamo dalla mezzanotte della guerra nucleare, è stata spostata da 5 a mezzanotte nel 2012 a 3 a mezzanotte nel 2015, lo stesso livello del 1984 in piena guerra fredda.
Particolarmente alto il rischio che un giorno possano essere usate armi nucleari in Medio Oriente, dove l’unico paese a possederle è Israele, che a differenza dell’Iran non aderisce al Trattato di non-proliferazione. Secondo le stime, le forze armate israeliane possiedono 100-400 testate nucleari, comprese bombe H, con una potenza equivalente a quasi 4mila bombe di Hiroshima. I vettori comprendono oltre 300 caccia statunitensi F-16 e F-15, armati anche di missili israelo-statunitensi Popeye a testata nucleare, e circa 50 missili balistici Jericho II su rampe di lancio mobili. Israele possiede inoltre 4 sottomarini Dolphin, modificati per l’attacco nucleare, forniti dalla Germania, che lo scorso settembre ha consegnato il quarto dei sei previsti.
Inoltre gli Stati uniti hanno firmato accordi per la fornitura ad Arabia saudita, Bahrain ed Emirati arabi di tecnologie nucleari e materiale fissile con cui possono dotarsi di armi nucleari. L’Arabia saudita ha ufficialmente dichiarato (The Independent, 30 marzo 2015) che non esclude di costruire o acquistare armi nucleari, con l’aiuto del Pakistan di cui finanzia il 60% del programma nucleare militare.
Su questo sfondo quella di Vienna appare come una tragica sceneggiata. Mentre si puntano i riflettori sull’Iran, che non possiede armi nucleari e il cui programma nucleare civile è verificabile, si lascia in ombra la drammatica realtà della corsa agli armamenti nucleari per convincere l’opinione pubblica che, con l’accordo sul nucleare iraniano, «il nostro mondo è più sicuro». (il manifesto, 15 luglio 2015)

guerra nucleare limitata La teoria della “Limited Nuclear War” nella geopolitica odierna

Yemen, bombe al neutrone?

13 giugno 2015 A partire dal 20 maggio sono comparsi su internet decine di filmati, per lo più girati con mezzi di fortuna, che documentano l’utilizzo di ordigni non convenzionali nei bombardamenti in corso sul territorio yemenita. Il video presenta immagini tratte da diversi filmati amatoriali ed estemporanei ripresi al momento dello scoppio degli ordigni. VEDI ANCHE L’ARTICOLO DEL DOSSIER “NEL GOLFO VENTI DI GUERRA NUCLEARE” da Famiglia cristiana

 

Il fisico siciliano aprendo i seminari di Erice

Zichichi: “C’è il rischio di una
guerra nucleare in Medio Oriente”

antonino zichichi

C’è il rischio di una guerra nucleare in Medio Oriente“. Con queste parole il fisico siciliano Antonino Zichichi ha aperto i lavori della quarantacinquesima sessione dei Seminari internazionali di Erice (Trapani) sulle emergenze planetarie che si svolgeranno nei prossimi giorni alla Fondazione Ettore Majorana.

Per Zichichi, presidente dei seminari, il pericolo di un conflitto atomico è per l’appunto “una nuova emergenza planetaria” che si aggiunge alle tante, come il terrorismo internazionale.

Il discorso di Zichichi ha dato il via ai seminari che hanno portato a Erice centodieci scienziati provenienti da quaranta nazioni diverse e che si svolgeranno da oggi al 23 agosto. L’edizione 2012 è dedicata al ruolo che deve avere la scienza nel terzo millennio. Un ruolo che sarà determinante per affrontare e risolvere le emergenze che l’umanità ha ereditato dalla violenza politica ed economica esplosa nel ventesimo secolo.

Blog Sicilia il giornale on line dei Siciliani

Filigrana


 

 

la Seconda guerra mondiale di Roberto Battaglia

biografia r..battaglia[1]cronologia seconda guerra mondiale

Indici :  pg.329 la guerra in polonia 330 la guerra ad occidente 331 il conflitto russo-finlandese 332 invasione della norvegia e della danimarca 333 invasione del belgio olanda e francia 335 inghilterra inguerra 338 l’italia in guerra 343 la guerra sul suolo italiano 346 la germania invade l’unione sovietica 351 il giappone e gli stati uniti entrano nel conflitto 355 attacco alla fortezza europea (sbarco in normandia)    357 la RESISTENZA ITALIANA 365 la resistenza italiana all’estero

367 LA RESISTENZA IN EUROPA : 367 Albania    369 Austria  370 Belgio  371 Bulgaria 372 Cecoslovacchia 374 Danimarca 375 Francia 378 Germania  381 Grecia  383 Iugoslavia 385 Lussemburgo 385 Norvegia 386 Olanda 388 Polonia 389 Ungheria 390 Urss