L’esercito italiano va a scuola dal fascista Merlino

Ve lo ricordate Mario Merlino?
Il suo nome è sinonimo del tentativo di infiltrazione nei movimenti del 1968 da parte di questo neofascista ,che dopo essersi addestrato in Grecia, presso i colonnelli greci,  insieme ad altri suoi camerati , i cui nomi li ritrovammo nella  stagione delle stragi fasciste, si infiltrò quel gruppo anarchico 22 marzo che si ritrovò sotto accusa, con Valpreda di essere autore della strage di Piazza Fontana e di tanti altri attentati.
Grazie alla  controinformazione in quel meraviglioso libro “La strage di Stato” il suo ruolo al servizio dei servizi segreti italiani e USA fu svelato.
Nonostante diversi iter processuali continua ad essere amico e frequentatore di ex nazisti, neofascisti del vecchio e nuovo millennio, ma…il colmo è che apprendiamo dal Messaggero di oggi 5 marzo 2013,  che il “nero” Merlino,  è salito in cattedra presso la prestigiosa scuola di fanteria di Cesano di Roma, ricevendo applausi a scena aperta da sottufficiali ed ufficiali con un suo intervento quale “esperto di storia”  denigrando i partigiani ed esaltando i combattenti fascisti della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini.
Un fatto di una gravità inaudita a cui si aggiunge come scrive il Messaggero:”-… era presente Gina R. con camicia nera e basco del S.A.F. , il servizio femminile della Repubblica Sociale Italiana che presentata dal Merlino come  martire  e simbolo delle angherie subite dai combattenti fascisti dopo la Liberazione dei partigiani … è stata  accolta con lungo e caloroso, sincero applauso  ed ha ricevuto un mazzo di fiori gialli direttamente dal Generale comandante”…-
Siamo di fronte non ad un episodio di revisionismo storico  marginale ma di fronte  ad un vero e proprio attacco all’immagine delle nostre Forze Armate quali garanti e poste a difesa delle nostre istituzioni e della Costituzione repubblicana ed antifascista e di un gravissimo segnale, in momento particolare del nostro paese, in attesa di un governo che lo porti fuori da una crisi che rischia di mettere in pericolo non solo la nostra economia, ma la nostra stessa democrazia.
Guai se l’immagine delle forze armate italiane corra il rischio di essere associata alla negazione della democrazia, come fu il fascismo!
Quegli ufficiali e sottufficiali che hanno applaudito il fascista e provocatore Merlino e una fascista in divisa  ,  e che frequentano quella scuola, come insegnanti e come allievi, sono il futuro del nostro Esercito,  che con questo episodio si tinge di un solo colore , il NERO, quello delle camicie nere che uccisero la libertà nel nostro paese e furono causa di lutti e rovine per tutto il popolo italiano.
Fa bene l’ANPI di Roma a chiedere immediatamente la punizione dei  responsabili e la rimozione dal loro incarico e che fa appello per una manifestazione di protesta dinanzi alla caserma di Cesano.
Come soci dell’ANPI di Brindisi  siamo solidali in questa protesta e ricordiamo  la funzione che i neofascisti brindisini ebbero nella logistica di appoggio per i viaggi di istruzione “alla provocazione e alle stragi” di  Merlino e camerati, nel 68 e anni successivi, presso i colonnelli della dittatura greca. Quei neofascisti che accolsero in seguito a braccia aperte il neonazista Freda, durante la sua detenzione e poi il suo “esilio dorato” a Brindisi.
Ricordiamo ancora come, qui  a Brindisi, nella sicurezza  e nella protezione datagli dai “neri” brindisini , Freda abbia continuato a tramare contro la democrazia italiana  e sia stato  condannato in maniera definitiva per questo. Oggi si cerca di cancellare tutto ciò, anche con vergognosi episodi come quello di Cesano,  ma noi, eredi dei Partigiani che sconfissero il Nazifascismo, non dimentichiamo!

Ora e sempre Resistenza!

Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Brindisi
[email protected]

Brindisi , 5 marzo 2013

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/merliono_cattedra_lezione_touad_barnera_reazioni/notizie/256106.shtml

http://www.militariassodipro.org/news.php?item.945.17

Verso la guerra “tecnologica” come “soluzione” alla crisi

Il progetto di riforma fortemente voluto dal Ministro Di Paola è diventato legge.
Un provvedimento nel segno degli F35.
Il Governo tecnico mette in salvo uno dei provvedimenti che gli sono più cari nonostante il caos dell’imminente caduta : la riforma della forze armate.
Tutto si ferma, tranne gli armamenti.
Ieri pomeriggio a Montecitorio, deputati dai giorni contati, hanno votato la legge che delega un Governo che non c’è più a varare la riforma delle Forze Armate.
Le dimissioni di Monti sconvolgono il calendario parlamentare e fanno decadere fior di provvedimenti ma non intralciano l’ennesimo favore della politica all’industria bellica. Leggi tutto “Verso la guerra “tecnologica” come “soluzione” alla crisi”