La Storia si studia, si discute, si divulga, in particolare tra le giovani generazioni, per far emergere le ragioni profonde legate alle contraddizioni che sono all’origine di tante immani tragedie che hanno travolto i popoli.
In questo quadro il “Giorno del Ricordo” deve essere l’occasione per denunciare le sofferenze di quanti si sono trovati, più o meno consapevolmente, ad essere protagonisti, vittime o carnefici, di vicende provocate dalla dittatura fascista e dalla guerra, scatenata dai nazifascisti contro le popolazioni di tutta Europa con particolare ferocia verso quelle considerate “etnie inferiori”.
E’ per questa complessità di situazioni che ora dobbiamo avere il coraggio di liberare la lettura dei fatti che hanno visto protagoniste le popolazioni italiane dell’Istria e Dalmazia, da fattori di forte emotività per recuperare il senso di un confronto pluralistico su quanto accaduto. La pietà e l’orrore non possono essere cancellati da una visione razionalistica, ma la ragione può aiutare a farci comprendere i molti perché alla base degli accadimenti.
I movimenti reazionari su questi eventi da anni stanno costruendo le ragioni per diffamare la lotta dei movimenti partigiani che, combattendo a fianco degli alleati, hanno rappresentato uno strumento fondamentale di disturbo sino a giungere a essere determinanti per la sconfitta finale delle forze nazifasciste.
Non dimentichiamoci che proprio le donne e gli uomini che avevano guidato la Lotta di Liberazione nei diversi paesi, alla fine della guerra, si sono costituiti classe dirigente per la ricostruzione civile e morale dell’Europa Unita.
L’ANPI di Mirano, coerentemente con i valori e i principi dell’Associazione, afferma il dovere, da parte di chi rappresenta le comunità sul territorio, di favorire il confronto e il dibattito tra le molte sensibilità presenti, patrimonio di storie personali, anche tragiche, che hanno trovato nella vita democratica le ragioni per una civile convivenza nel rispetto della storia.
Anpi sez. Martiri di Mirano