Intervento Anpi Mirano il 25 Aprile in Piazza Martiri

 

Il 25 Aprile è il giorno della commemorazione per la vittoria sul nazifascismo, per la fine della guerra e per la fine del regime fascista  protrattosi per ben  23 anni con violenze sociali morali politiche e fisiche.

Purtroppo nell’Europa Occidentale solo il Processo di Norimberga ha messo in evidenza le responsabilità politiche ed economiche dell’ascesa al potere di Hitler e dei suoi crimini contro l’umanità. Lo stesso Processo in Italia non c’è stato. In Italia come in altri Paesi Europei è venuta a mancare una cosciente, esplicita, chiara, condanna popolare. Di conseguenza alle generazioni successive è mancata questa storica e tragica memoria.

Di fronte alla crisi  in atto il rischio è lo scatenarsi di una involuzione storica retta sulla contrapposizione internazionale, sui dazi eonomici, sulla corsa al riarmo, alla guerra fredda, alla preparazione della guerra nucleare. Un’involuzione basata sull’insicurezza, sulla paura dell’altro considerato come un nemico minaccioso da tenere lontano, da eliminare.

Lentamente la  situazione è diventata sempre meno umana e si stanno diffondendo sempre più le paure e l’odio per il diverso.

Bellum omnium contra omnes una guerra di tutti contro tutti.

Ma allora quale sarà il pronostico sul tempo prossimo per i nostri figli e nipoti? L’Anpi non può non affrontare la questione. Lo può fare focalizzandosi sull’impegno di cambiare davvero le cose, con il coraggio e l’umiltà di tutti, per non accettare compromettenti colpi di individualismo pericoloso che getta nell’oblio la società civile, cambiar le cose portando avanti il progetto comune di realizzare il disarmo, la distensione a livello internazionale, l’accoglienza, la distruzione delle armi nucleari, un piano per il lavoro con il concorso di tutti i partiti antifascisti e sindacati. Un intento comune di legare i fatti per lottare affinché quando si dice “vorrei un mondo migliore” si possa effettivamente affermare “sto in un mondo in cui tutti si danno da fare per essere cittadini sociali e consapevoli del nostro destino”.

 

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