Ci avviciniamo al 6-9 agosto 2020. Sono passati 75 anni da Hiroshima e Nagasaki. Sembra che questi due eventi umanamente tragici, nel loro monito, siano lontani allo sguardo e conseguentemente non vengano richiamati con forza alle nostre coscienze. Nella realtà dell’oggi l’attenzione, così determinante nelle scelte di pensiero e comportamento, spesso è spostata e contestualizzata cronicamente altrove corrompendo la presa di coscienza che diventa sempre più passiva, indirizzata, pilotata e ridotta ad un messaggio breve ad effetto sensazionalistico. Un ruolo determinante nella gerarchia dell’importanza lo stabilisce la comunicazione. Per la maggior parte I TG E i MASS MEDIA hanno il potere di guidare manipolare o di escludere a-priori alcuni essenziali indicatori. Saltano le informazioni di quelle attività militari, in cielo, in terra, in mare che, sempre più provocatorie, possono portare ai cosiddetti incidenti di frontiera (vedi allegati) noti per aver scatenato le guerre passate. Saltano le notizie sui pericoli di guerra costantemente presenti nello scacchiere internazionale. Ciò che conta rischia di scivolare in uno spazio destinato all’oblio. Flebile diventa allora la voce e l’eco di Hiroshima Nagasaki.
L’Anpi Mirano è con Immanuel Kant “PER LA PACE PERPETUA” e così intende proseguire .
https://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/flotte-mar-nero/1.html
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Mediterraneo, in un video la sfida tra un aereo da guerra russo e uno americano
Resta il
fatto che incontri ravvicinati come questo sono estremamente frequenti, e la
possibilità di incidenti è tutt’altro che trascurabile. In particolare è l’Est
dell’Europa la regione su cui il balletto di incontri, avvistamenti e confronti
è intenso.
Secondo le cifre fornite da un anonimo ufficiale della Nato a Radio Free Europe, nel solo
2019 le occasioni in cui i caccia Nato si sono alzati per intercettare aerei
russi ai limiti dello spazio aereo dell’Alleanza sono state 290. Secondo gli
analisti militari, il “movimento” nella zona del mar Nero è aumentato
in modo significativo dopo l’annessione della Crimea alla Russia.
L’attività aeronautica di Mosca è considerata speculare alle manovre militari
compiute da Nato e partner in quelli che un tempo erano Paesi satelliti
dell’Urss.
Gli accordi internazionali impediscono l’allargamento della Nato a est,
nonostante le richieste di adesione di Ucraina e Georgia, e vietano anche lo
schieramento in pianta stabile di brigate Nato nelle zone di confine.
L’Alleanza atlantica ha adottato il metodo di far ruotare continuamente le
forze schierate a Est, tattica che Mosca considera una politica aggressiva.