L’Anpi non cambia verso. Tutti i no all’Italicum (Luca De Carolis)
28/04/2015 di triskel182
IL PREMIER SI VANTA DEL SOSTEGNO DEI PARTIGIANI: MA IN TANTE PIAZZE ITALIANE IL 25 APRILE È STATO ANCHE UN GIORNO DI RIVOLTA CONTRO LE RIFORME RENZIANE.
Matteo Renzi lo ripete (ufficiosamente) da giorni: “Mi contestano sull’Italicum, ma quando sono stato a Marzabotto i partigiani di novant’anni mi hanno detto: ‘Vai avanti”. Luca Lotti invece lo ha promesso nero su bianco su Repubblica: “Cambieremo la Costituzione nel solco della Resistenza”. Nel pieno dello scontro sull’Italicum, Renzi e il suo “giglio magico” rivendicano l’appoggio di chi fece la Resistenza, come a cercare una legittimazione. Ma l’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani, a gennaio ha lanciato un appello contro la legge elettorale e l’abolizione del Senato, che già contestava da un anno. E il 25 aprile, nel 70° anniversario della Liberazione, ha ribadito il no alle riforme renzianissime in tante piazze d’Italia.
Roma, Porta San Paolo: Ernesto Nassi e Tina Costa “La legge elettorale e la riforma del Senato di questo governo sono un rischio concreto per la nostra democrazia e la nostra Costituzione”. Ernesto Nassi, presidente dell’Anpi di Roma, lo ha sibilato davanti al palco di Porta San Paolo: il luogo dove iniziò la resistenza partigiana nella capitale, nel quale il 10 settembre 1943 l’esercito italiano e tanti volontari cercarono di fermare l’occupazione tedesca della città. “Atti di autoritarismo sono già in atto, in commissione Affari costituzionali hanno tolto dieci deputati così, in un sol colpo” ricordava Nassi. Convinto che “con un Senato non elettivo è a rischio la Carta”. Accanto a lui Tina Costa, 90 anni, “staffetta” sulla Linea Gotica durante la guerra: “Rischiamo che ci tolgano la libertà, e la libertà è stata scritta con fiumi di sangue. La Costituzione non può essere cambiata, va applicata”. Treviso, piazza dei Signori: Umberto Lorenzoni Quasi una parola d’ordine, lanciata dal palco: “Oggi la Resistenza va portata avanti contro la deriva autoritaria”. Umberto Lorenzoni, 88 anni, presidente dell’Anpi di Treviso, ce l’aveva con le riforme di Renzi: “L’Italicum è peggio del Porcellum, e non si rispetta la Costituzione”. Il partigiano che la guerra l’ha combattuta sulle Prealpi (nome di battaglia, Eros) vuole stare ancora in trincea: “Non intendo offendere nessuno, ma come Anpi saremo sempre a difesa dei valori della Costituzione repubblicana”. Alessandria, quei no alla Boschi e alla Pinotti Il caso è tracimato anche sulla stampa nazionale, la settimana scorsa. Perché ha fatto rumore il veto dell’Anpi di Alessandria (e di quella nazionale) al ministro Maria Elena Boschi, la responsabile delle Riforme, come oratore nella celebrazione cittadina della Liberazione. L’aveva invitata il sindaco, Maria Rita Rossa, renziana. Boschi non avrebbe comunque potuto accettare, avendo già scelto Sant’Anna di Stazzema per il suo 25 aprile. Ma l’Anpi (che avrebbe voluto Sergio Cofferati) ha subito fatto muro: contro la Boschi, come contro Andrea Orlando e Roberta Pinotti, altri nomi proposti dal sindaco. “Nulla di personale, solo una questione di opportunità politica” ha dichiarato al Secolo XIX il vicepresidente provinciale, Roberto Rossi, spiegando: “Non condividiamo la riforma costituzionale che questo governo sta portando avanti, così come non ci convince il progetto della nuova legge elettorale. Immagini cosa sarebbe successo il 25 aprile: allo stesso microfono la Boschi avrebbe difeso le riforme e noi le avremmo contestate.”. E sono stati fiumi di polemiche, nella Liguria dove la sinistra e il Pd sono spaccati in vista delle Regionali. E l’Anpi, con una nota, ha optato per un no più istituzionale: “Non possiamo accettare come oratore ufficiale per il 25 aprile un ministro che rappresenta la maggioranza degli italiani, ma non tutti i cittadini, mentre la Resistenza è patrimonio di tutti gli antifascisti”. Catania, palazzo del Comune: Santina Sconza “Si ribelli al governo Renzi”. La presidente dell’Anpi di Catania, Santina Sconza, lo ha tuonato in faccia al deputato del Pd Giovanni Burtone, nel bel mezzo della cerimonia per i 70 anni della Liberazione, nel cortile del palazzo comunale. “Lei deve ribellarsi a questo esecutivo che vuole stravolgere la Costituzione, frutto delle lotte partigiane” lo ha esortato dal microfono, sotto gli occhi Santino Serrao e Nicolò Di Salvo, gli ultimi due partigiani di Catania ancora in vita. Burtone, figlio di un altro partigiano, ha cercato una via d’uscita: “Non sono qui in rappresentanza di un partito politico, sono qui perché qui mio padre ogni anno faceva il suo discorso”. Ma Sconza l’ha ripetuto: “La Costituzione non si tocca”. Piacenza, piazza Cavalli: l’oratore Bersani Ha giocato in casa, con evidente soddisfazione. Il 25 aprile Pier Luigi Bersani l’ha celebrato nella sua Piacenza, come oratore graditissimo all’Anpi. Contenta, di sentirgli dire: “Davanti ai cambiamenti bisogna sapere dove mettere i piedi, con una semplificazione della democrazia si possono indebolire la mediazione sociale e il ruolo dei soggetti della società. Cambiamenti per adeguarsi ai tempi sì, ma nel solco di quei valori di 70 anni fa”. Parole di protesta, nel giorno della Liberazione. E dell’Anpi, non proprio renziana.
Da Il Fatto Quotidiano del 28/04/2015.