quando vedete una divisa nazifascista…

Nella psiche umana le rappresentazioni soggettive  degli oggetti, foto, azioni che appartengono al nazifascismo nel loro fulgore, possono suscitare, specialmente nelle giovani menti che non hanno avuto questa esperienza tragica diretta, un sentimento di distacco di inerzia mentale, in qualche caso di ammirazione, quasi che questi oggetti , bandiere, parate, strumenti ecc. fossero appartenuti ad una età di mitici eroi. Se questo accadde è anche effetto della Comunicazione e di chi spesso se ne occupa; un sistema che non mostra, non sottolinea e non affianca a queste rappresentazioni celebrative, la totalità dei misfatti del Nazifascismo culminati nella seconda Guerra Mondiale (https://it.wikipedia.org/wiki/Crimini_di_guerra_italiani) che ha provocato il massacro di  donne, uomini, popoli  di tutto il mondo per vent’anni (60 milioni di morti ). Con questo atteggiamento gli Intellettuali hanno una grande responsabilità: una parte di essi  relega l’Orrore nel sottofondo attraverso il silenzio e  la menzogna indirizzando l’opinione pubblica verso una mefistofelica tolleranza implicandoci in un tragico futuro fino al sacrificio estremo : la guerra nucleare.

Pertanto alle “divise naziste”mostrate giorni fa in una sala cinematografica a Spilimbergo , andrebbe proiettata l’impiccagione del Medico Busonera (l’Ospedale “Busonera” di Padova porta il suo nome)avvenuta in via Santa Lucia a Padova il 17 Agosto del 1944 e fatto conoscere l’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia. (il link sotto)                                      Anpi Mirano

Impiccagione di Busonera, Calderoni e Lampioni: Padova, 17 agosto 1944 -  PHAIDRA – Collezioni digitali | Università di Padova
Impiccagione di Flavio Busonera, Clemente Lampioni e Ettore Calderoni a Padova in via Santa Lucia (17 agosto 1944)
Flavio Busonera, su mèigu sardu partigianu mortu dae sos fascistas in  Vènetu - Istorias

Sotto il link delle stragi nazifasciste in Italia

Ricerca avanzata | Atlante stragi nazifasciste

Atlante stragi nazifascisteRicerca avanzata | Atlante stragi nazifasciste

Quale sarà il nostro futuro?

il rapporto della nuova SPC americana

Il rapporto della Congressional Commission on the Strategic Posture of the United States

di Alessandro Pascolini

Un silos missilistico a lungo raggio in California, Stati Uniti. Foto: Reuters

Un silos missilistico a lungo raggio in California, Stati Uniti. Foto: Reuters

Lo scorso 12 ottobre è stato reso noto il rapporto finale della Congressional Commission on the Strategic Posture of the United States (SPC), costituita in modo bipartitico dal Congresso americano “per condurre una revisione della posizione strategica degli Stati Uniti e formulare raccomandazioni su come procedere”.

La commissione, composta da 12 membri, di cui sei donne, già funzionari governativi o esperti coinvolti in vario modo nelle massime istituzioni decisionali per la strategia nucleare americana, ha lavorato dal luglio 2022 all’agosto 2023 sotto la direzione di Madelyn Creedon, già Principal Deputy Administrator della National Nuclear Security Administration e Assistant Secretary of Defense for Global Strategic Affairs. Altri membri noti nell’ambiente degli studiosi di armamenti e questioni strategiche sono Marshall Billingslea, Gloria Duffy, Rose Gottemoeller e Matthew Kroenig.

La natura bipartitica della commissione rende il suo documento finale particolarmente importante e in grado di influire notevolmente sulle scelte politiche del Congresso nei prossimi anni, qualunque sia la sua composizione, come è stato a suo tempo per il rapporto della precedente analoga commissione SPC, prodotto nel 2009 in una situazione globale estremamente differente. La commissione si è focalizzata sul periodo 2027–2035 in modo da poter proporre per tempo le misure necessarie per garantire l’adeguatezza della postura strategica degli USA alle sfide che li attende. Infatti, “la commissione ha concluso che, sebbene la posizione attuale degli Stati Uniti rimanga forte, non è preparata per le sfide potenzialmente esistenziali del 2027–2035 e oltre. La commissione ha concluso che per affrontare queste nuove minacce, gli Stati Uniti devono cambiare rotta con urgenza e determinazione.”

Il documento della SPC concentra la sua attenzione sui seguenti temi: la posta in gioco, la minaccia nel periodo 2027–2035, strategia, postura strategica, infrastrutture e organizzazione dell’impresa di sicurezza nucleare, capacità non nucleari, alleati e partner, riduzione del rischio; per ogni argomento fornisce un’analisi della situazione attuale e degli sviluppi e una serie di raccomandazioni; il documento reso pubblico è accompagnato da un rapporto riservato contenente dati classificati sensibili. Su ogni tema la SPC ha ricevuto informazioni da parte dei massimi responsabili dei sistemi di sicurezza, comandi militari, e dirigenti delle agenzie competenti e il rapporto presenta significative informazioni sulle forze e dottrine militari di Cina, Russia, Corea del Nord, Iran e degli stessi USA.

Il documento finale è stato concordato all’unanimità, anche se, per esempio, “alcuni commissari ritengono inevitabile un aumento delle dimensioni delle scorte nucleari statunitensi e del numero dei sistemi di lancio”, posizione non recepita nel rapporto.

La sfida strategica esistenziale

Rispetto alla pur recente Nuclear Posture Review del presidente Bidenil rapporto è estremamente più allarmato e propone misure molto più drastiche. Il principio ispiratore deriva dal convincimento che “la Cina e la Russia stanno cercando di rimodellare l’ordine internazionale in modo che rifletta maggiormente i loro obiettivi e interessi e tolleri i loro sistemi di governo autoritari, ricorrendo anche alla forza.”

Dal punto di vista militare, “gli Stati Uniti si troveranno presto ad affrontare un contesto globale fondamentalmente diverso da quello che hanno mai sperimentato: un mondo in cui due nazioni possiedono arsenali nucleari pari al loro. I fatti dimostrano che l’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti e i valori che esso sostiene sono messi a rischio dai regimi autoritari cinese e russo. Il rischio di un conflitto militare con queste grandi potenze è cresciuto e comporta il potenziale di una guerra nucleare.”

“La strategia di difesa e la postura strategica dell’America devono cambiare per difendere adeguatamente i suoi interessi vitali e migliorare la stabilità strategica con Cina e Russia. Inoltre, queste minacce sono tali che gli Stati Uniti e i loro alleati e partner devono essere pronti a dissuadere e sconfiggere entrambi gli avversaricontemporaneamente.”

Si ritengono invece superati i rischi posti dal terrorismo e, per quanto riguarda il pericolo di proliferazione nucleare, la SPC si limita a considerare i programmi dalla Corea del Nord e dall’Iran e le loro minacce soprattutto ad alleati regionali, in particolare con gli sviluppi missilistici.

Per evitare interpretazioni errate, la SPC fornisce una propria definizione dei concetti fondamentali: strategia, postura strategica e stabilità strategica. La strategia è intesa come il metodo con cui gli stati sviluppano e impiegano gli strumenti del potere nazionale per raggiungere gli obiettivi voluti; la postura strategica come il modo in cui gli Stati Uniti si posizionano per difendere se stessi e i loro alleati e per promuovere i propri interessi e comprende le forze armate e le loro infrastrutture di supporto e la base industriale. Infine, “la commissione considera la stabilità strategica in senso lato, come una condizione in cui le relazioni politiche e l’equilibrio militare tra stati che rappresentano una minaccia esistenziale l’uno per l’altro sono tali da non percepire né una necessità impellente né un’opportunità praticabile di usare la forza militare per promuovere i propri interessi a spese dell’altro stato.”

Strategia

Gli obiettivi della strategia statunitense devono includere il raggiungimento di un’efficace deterrenza e della capacità di sconfiggere un’aggressione simultanea di Russia e Cina in Europa e Asia utilizzando forze convenzionali. “Se gli Stati Uniti e i loro alleati non mettono in campo forze convenzionali sufficienti per raggiungere questo obiettivo, la strategia degli Stati Uniti dovrà essere modificata per aumentare il ricorso alle armi nucleari al fine di contrastare l’aggressione opportunistica o collaborativa nell’altro teatro.”

La commissione raccomanda di mantenere una strategia nucleare basata su sei principi fondamentali: sicurezza delle forze di rappresaglia (second strike), risposta flessibile, deterrenza su misura, deterrenza e garanzia estese agli alleati, ambiguità calcolata nella politica declaratoria, copertura contro i rischi.

Postura strategica

Nel contesto di una postura strategica che prevede l’impiego di capacità sia convenzionali che nucleari, la commissione ritiene che il ruolo tradizionale delle armi nucleari rimanga valido e di continua importanza: deterrenza degli avversari, garanzia degli alleati, raggiungimento degli obiettivi statunitensi in caso di fallimento della deterrenza e copertura contro eventi avversi.

La commissione raccomanda di dare piena e urgente esecuzione al programma di modernizzazione nucleare degli USA, che comprende la sostituzione di tutti i sistemi di lancio nucleari, la modernizzazione delle loro testate, la modernizzazione completa del sistema di comando, controllo e comunicazioni (NC3) e la ricapitalizzazione delle infrastrutture.

La postura delle forze nucleari strategiche dovrebbe essere modificata per: affrontare il maggior numero di obiettivi dovuti alla crescente minaccia nucleare cinese e la possibilità che la Cina metta in campo forze missilistiche che rappresentino una minaccia per le forze nucleari strategiche degli USA; assicurarsi che gli Stati Uniti continuino a evitare di fare affidamento sull’esecuzione di lanci di missili balistici intercontinentali (ICBM) sotto attacco per mantenere la posizione di forza degli Stati Uniti; tener conto dei progressi cinesi e russi nei sistemi integrati di difesa antiaereo-antimissile (IAMD).

La postura delle forze nucleari di teatro dovrebbe essere urgentemente modificata per: fornire una gamma di opzioni di risposta nucleare militarmente efficaci a contrastare l’uso nucleare limitato russo o cinese; affrontare la necessità di forze nucleari di teatro dispiegate o basate nel teatro dell’Asia-Pacifico; compensare eventuali carenze nelle capacità non nucleari americane e degli alleati in un conflitto sequenziale o simultaneo su due teatri contro la Russia e la Cina; affrontare i progressi nelle IAMD russe e cinesi.

Infrastruttura e organizzazione dell’impresa di sicurezza nucleare

La SPC presenta un’analisi impietosa dello stato di avanzamento del programma americano di modernizzazione nucleare, dell’adeguatezza delle infrastrutture e competenze tecniche e della consistenza e professionalità del personale impiegato.

La commissione raccomanda l’ampliamento dell’infrastruttura strategica dei dipartimenti della difesa e dell’energia in modo da raggiungere una capacità sufficiente per soddisfare i requisiti sia dell’attuale piano di modernizzazione nucleare che delle modifiche alla configurazione delle forze raccomandate dalla SPC in tempo utile per affrontare la “minaccia a due livelli”, con la necessaria flessibilità per rispondere tempestivamente a problematiche emergenti.

Per sostenere la strategia proposta, la commissione raccomanda al Congresso di finanziare una revisione e un’espansione della capacità della base industriale di difesa delle armi nucleari e dell’impresa di sicurezza nucleare, comprese le infrastrutture scientifiche e di progettazione e produzione delle armi.

Il governo federale, in collaborazione con quelli degli stati e i leader sindacali, dovrebbe istituire e incrementare i programmi di istruzione tecnica e formazione professionale necessari per creare la forza lavoro specializzata necessaria per l’impresa nucleare.

Risorse e capacità non nucleari

Anche in questo campo la SPC ritiene necessario uno sviluppo sia evolutivo che innovativo per evitare sorprese strategiche e migliorare la posizione strategica degli Stati Uniti.

Lo spazio ha un ruolo sempre più importante per la strategia americana e pertanto si raccomanda il dispiego urgente di un’architettura spaziale più resiliente e una strategia che comprenda elementi sia offensivi che difensivi per garantire l’accesso e la completa operatività degli Stati Uniti nello spazio.

I progressi delle tecnologie emergenti comportano nuovi rischi, ma anche nuove opportunità per difendersi, sopravvivere e prevalere. La SPC dà particolare rilievo ai vettori ipersonici, l’informatica quantistica, l’intelligenza artificiale generativa, i veicoli autonomi, le armi biologiche geneticamente modificate, la manifattura additiva, il rilevamento ubiquo, l’analisi di megadati e i sistemi ad energia diretta. Gli Stati Uniti e i loro alleati devono adottare misure per assicurarsi di essere all’avanguardia in tutti questi settori.

Fra le armi convenzionali va data priorità al finanziamento e sviluppo dei sistemi di attacco di precisione a lungo raggio, per soddisfare le esigenze operative e acquisirne quantità maggiori di quelle attualmente previste.

Gli Stati Uniti devono sviluppare e mettere in campo un sistema di difesa aerea e missilistica, sia d’area che puntuale, in grado di dissuadere e sconfiggere attacchi coercitivi di Russia e Cina, oltre alla minaccia nordcoreana. Il Segretario alla difesa deve dirigere la ricerca, lo sviluppo, i test e la valutazione di capacità IAMD avanzate, anche per missili da crociera e ipersonici, concentrandosi su architetture di sensori, comando e controllo integrati e intercettori, su tutti i domini, terra, mare, aria e spazio.

Alleanze e partenariati

La commissione ritiene che sia nell’interesse nazionale degli Stati Uniti mantenere, rafforzare e, quando opportuno, espandere la propria rete di alleanze e partenariati. Queste relazioni rafforzano la sicurezza americana dissuadendo le aggressioni a livello regionale, prima che possano raggiungere il territorio degliStati Uniti, consentendo al contempo la prosperità economica grazie all’accesso ai mercati internazionali.

Gli alleati si affidano alla postura strategica degli Stati Uniti quale parte integrante della loro strategia di difesa, in particolare con l’estensione della deterrenza, anche nucleare, contro gli avversari.

La commissione raccomanda al Dipartimento della difesa di continuare ad aumentare l’interoperabilità tra i sistemi statunitensi e quelli alleati per massimizzare gli effetti di deterrenza regionale, bilanciando la necessità di classificazione e di controllo delle esportazioni con l’esigenza critica di aumentare la cooperazione tecnologica e le capacità combinate.

Poiché ogni cambiamento importante alla postura strategica, alle politiche o alle capacità degli Stati Uniti avrà un grande effetto sulla percezione degli alleati e sui loro requisiti di deterrenza e garanzia, qualsiasi cambiamento dovrebbe essere preceduto da consultazioni significative.

Riduzione dei rischi

La commissione ritiene di fondamentale importanza che gli Stati Uniti si adoperino per ridurre i rischi strategici. La riduzione del rischio comprenda una serie di impegni militari e non militari che possono coprire una serie di scopi, tra cui la riduzione del rischio di percezioni errate, escalation involontaria, incidenti e fallimento della deterrenza. Inoltre, la riduzione del rischio può contribuire a stabilire o migliorare i canali di comunicazione aperti tra gli stati, a promuovere la trasparenza, a migliorare la sicurezza e la protezione delle armi e a ridurre l’inutile concorrenza tra gli armamenti.

“Gli accordi di controllo degli armamenti sono potenzialmente strumenti importanti per sostenere gli obiettivi politici degli Stati Uniti, ma data la storia di non conformità e di sospensione illegale dei trattati da parte della Russia e la continua intransigenza della Cina nel dialogo sul controllo degli armamenti, gli Stati Uniti non possono sviluppare la loro postura strategica basandosi sul presupposto che gli accordi di controllo degli armamenti siano imminenti o che saranno sempre in vigore. In breve, gli Stati Uniti devono essere preparati a un futuro con e senza accordi sul controllo degli armamenti.”

Laddove non sia possibile concludere accordi formali di controllo degli armamenti nucleari, la commissione raccomanda di perseguire misure alternative di riduzione del rischio nucleare per aumentare la prevedibilità e ridurre l’incertezza e le possibilità di percezioni errate e di errore di calcolo.

“Nel valutare le prospettive di controllo degli armamenti nucleari nel periodo 2027–2035, gli Stati Uniti devono determinare le forze di cui hanno bisogno prima di sviluppare posizioni negoziali. In altre parole, gli Stati Uniti devono innanzitutto determinare le dimensioni e la composizione delle forze nucleari di cui hanno bisogno per soddisfare i loro requisiti di deterrenza; sulla base di tali requisiti, possono valutare come una proposta di controllo degli armamenti possa rafforzare gli interessi vitali degli Stati Uniti.”

La commissione raccomanda che gli Stati Uniti continuino a esplorare le opportunità di controllo degli armamenti nucleari e a condurre ricerche sulle potenziali tecnologie di verifica, al fine di sostenere o consentire futuri negoziati che mirino a limitare tutti i tipi di armi nucleari, qualora il contesto geopolitico dovesse cambiare.

Due commenti

Il rapporto della SPC è estremamente chiaro sugli obiettivi che propone per gli USA e si rende conto del loro grave impatto sull’economia e sulla stessa vita politica americana: “gli Stati Uniti devono sviluppare e attuare efficacemente una strategia integrata e completa in tutte le articolazioni del governo, amministrazioni e agenzie pubbliche (whole-of-government) e il Congresso deve sostenere, su base bipartisan, i cambiamenti e fornire finanziamenti adeguati, coerenti e tempestivi per gli elementi fondamentali della postura strategica americana.”

La commissione non si pone il problema dell’impatto sociale che può comportare il dare priorità politica all’estremo rafforzamento della “sicurezza” rispetto a tutti gli altri problemi della vita del paese e del rischio di un vero stress democratico delle istituzioni americane, problemi che si possono ripercuotere anche per gli alleati, invitati ad un maggior impegno militare.

La SPC non esamina le possibili reazioni di Cina e Russia e gli effetti sulle loro scelte strategiche a fronte della creazione di una postura americano–occidentale in grado di combattere e vincere una guerra simultanea sul fronte europeo e dell’Asia-pacifico con armi convenzionali integrate da ordigni nucleari, con un parallelo sviluppo di difese IAMD che garantiscono il suolo americano. Siamo chiaramente di fronte a una nuova spirale della corsa agli armamenti, sia qualitativa che quantitativa, in tutti i domini terrestri, spaziali e cibernetici.

Corsa che non si suggerisce di moderare con il rilancio di iniziative di controllo degli armamenti, considerato impossibile con gli attuali regimi in Cina e Russia. Il ruolo di eventuali future forme di controllo degli armamenti è comunque subordinato alla determinazione “delle dimensioni e la composizione delle forze nucleari necessarie per proteggere gli interessi nazionali degli Stati Uniti,” una posizione che chiaramente non costituisce un adeguato viatico per qualsiasi iniziativa diplomatica distensiva.

79° Anniversario di Oreste Licori fucilato dai nazifascisti il 1° novembre 1944 sul viale del cimitero di Mirano il 1° Novembre 1944

Siete invitati alla Commemorazione del Partigiano Oreste Licori . Ci troviamo al monumento al Partigiano in Piazza Martiri di MiranoMercoledì 1 Novembre 2023 ore 11. La bandiera dell’Anpi Mirano sarà listata a lutto e con essa proseguiremo fino al cimitero per rendere omaggioe ricordare Oreste .

Pubblichiamo l’intervista del “Il fatto Quotidiano fatta a Rania Hammad… è la figlia di Nemer Hammad , Ambasciatore palestinese in Italia . Nata a Damasco il 21 agosto del 1970 , in Italia da 1974 , è laureata in ” Scienze politiche ” a Roma e ha un master in ” Relazioni internazionali ” conseguito a Londra .

Giovedi 12 ottobre 2023 I FM arabi(ministri degli esteri) chiedono la fine immediata del conflitto israele-gaza e la ripresa del processo di pace

Xinhua ) 09:28, 12 ottobre 2023

I partecipanti a una riunione straordinaria della Lega Araba (AL) a livello di ministri degli Esteri presso la sede di AL al Cairo, in Egitto, l’11 ottobre 2023. Mercoledì i ministri degli Esteri arabi hanno chiesto l’immediata cessazione del conflitto in corso tra Israele e Gaza e la ripresa del processo di pace israelo-palestinese in fase di stallo. (Xinhua/Ahmed Gomaa)

IL CAIRO, 11 ottobre (Xinhua) – I ministri degli Esteri arabi hanno chiesto mercoledì l’immediata cessazione del conflitto in corso tra Israele e Gaza e la ripresa del processo di pace israelo-palestinese in fase di stallo.

Nel comunicato finale di una riunione straordinaria della Lega Araba (AL) a livello dei ministri degli Esteri tenutasi al Cairo, i massimi diplomatici arabi hanno esortato tutte le parti a esercitare autocontrollo e hanno messo in guardia dalle “catastrofiche ripercussioni umanitarie e sulla sicurezza” di un’ulteriore escalation.

Hanno sottolineato la necessità di revocare l’assedio israeliano sulla Striscia di Gaza e di fornire immediatamente aiuti umanitari, cibo e carburante agli abitanti di Gaza.

L’incontro si è tenuto il quinto giorno del conflitto mortale scoppiato tra il gruppo militante Hamas, che controlla Gaza, e Israele. Il conflitto ha causato la morte di oltre 2.000 persone e il ferimento di altre migliaia da entrambe le parti.

I ministri degli Esteri arabi hanno condannato l’uccisione di civili di entrambe le parti, siano essi palestinesi o israeliani.

Hanno inoltre sottolineato la necessità di rilasciare ostaggi civili, detenuti e prigionieri.

Hanno affermato che lavoreranno con la comunità internazionale per un’azione urgente e attiva per ottenere la riduzione della tensione, secondo il comunicato.

I partecipanti all’incontro hanno esortato gli Stati arabi e il resto della comunità interazionale a fornire un sostegno finanziario sufficiente all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) in un momento così critico.

“Il modo per garantire la sicurezza e la stabilità nella regione è raggiungere una pace giusta, permanente e globale che soddisfi tutti i diritti legittimi del popolo palestinese”, hanno sottolineato i ministri degli Esteri arabi.

Il segretario generale di AL Ahmed Aboul-Gheit ha affermato in precedenza, durante la sessione di apertura, che l’attuale crisi è stata creata dall’“orizzonte politico intasato” di lunga data e dalla continua costruzione di insediamenti israeliani, che limitano le possibilità di pace attraverso i due accordi riconosciuti a livello internazionale. soluzione statale.

Il ministro degli Esteri palestinese Riyad Al-Maliki ha sottolineato la necessità di ristabilire il quadro politico per la risoluzione del conflitto. Ha sostenuto la ripresa del processo di pace attraverso un autentico negoziato politico tra le due parti, affermando che il negoziato è il modo giusto per raggiungere sicurezza, stabilità e prosperità nella regione.

L’incontro ministeriale straordinario dell’AL è stato presieduto dal ministro degli Esteri marocchino Nasser Bourita, che ha esortato i partiti internazionali “a sponsorizzare consultazioni reali per rilanciare il processo di pace”.

Ha invitato la comunità internazionale a sviluppare “una tabella di marcia con obiettivi pratici, compreso un calendario” per negoziati seri e propositivi tra palestinesi e israeliani al fine di concordare una formula finale per risolvere la questione palestinese.

Il segretario generale della Lega Araba (AL) Ahmed Aboul-Gheit interviene a una riunione straordinaria della Lega Araba (AL) a livello dei ministri degli Esteri presso la sede dell’AL al Cairo, in Egitto, l’11 ottobre 2023. Mercoledì i ministri degli Esteri arabi hanno convocato per l’immediata cessazione del conflitto in corso tra Israele e Gaza e la ripresa del processo di pace israelo-palestinese in fase di stallo. (Xinhua/Ahmed Gomaa)

http://en.people.cn/n3/2023/1012/c90000-20082620.html

26 settembre 2023 giornata internazionale per la Eliminazione armi nucleari indetta dalle Nazioni Unite

ANPI MIRANO CONDIVIDE il volantino Anpi-Cgil Treviso e invita tutti alla
GIORNATA INDETTA DAL COMUNE DI MIRANO iscritto a
Mayors for Peace per Martedì 26 Settembre presso il
Comune alle ore 12 dove verrà presentato il video
“Le molte braccia di Visnu”

80° Anniversario dell’inizio della lotta di Liberazione 8 settembre 1943

foto : Giornata della Memoria Miranese

8 SETTEMBRE 1943
1.
—8 settembre del ’43. In città (Venezia) arrivarono le truppe tedesche e si videro in giro le Brigate Nere. Orrendi
manifesti affissi sui muri delle case della mia bella città intimavano ai ragazzi e agli uomini di
presentarsi immediatamente nelle caserme, minacciando gravi rappresaglie per chi non lo avesse
fatto. Un gruppo di giovani leggevano un manifesto vicino a me e si chiedevano cosa dovessero
fare. Mi rivolsi a loro con una voce che non mi era propria – ero molto timida- : “Non dovete
presentarvi. Nascondetevi”.
Passai tutta la giornata davanti a quei manifesti, dando a molti ragazzi quel consiglio che nessuno
mi aveva detto di dar loro. Poi mi accorsi che alcuni uomini in divisa mi stavano osservando e
scappai via per quelle calli e callette veneziane che sembrano fatte apposta per aiutare chi è in fuga.
Quello fu il mio primo atto politico del tutto autonomo e da allora tanti altri ne ho compiuti! E come
me tante altre donne si diedero da fare, così, spontaneamente.
Avevamo saputo che alla stazione partivano treni pieni di soldati italiani, diretti in Germania. Con
alcune amiche decidemmo di portare dei viveri e pacchi di vestiti civili per cercare di aiutare
qualche soldato. Ricordo che le più anziane dicevano: “Voglio aiutare i giovani perché qualche altra
mamma aiuterà mio figlio”.
Queste fu il primo sentimento che animò le donne facendo loro superare la paura e compiere atti
che mai avrebbero pensato di compiere. Fu la solidarietà e l’avversità alla guerra. Un sentimento
profondo che gli uomini che avevano fatto il militare non potevano provare con quell’intensità.
Poi, quando si seppe delle atroci rappresaglie, delle torture nelle carceri, subentrò l’odio contro i
tedeschi, odio che già era nella memoria storica della gente veneta. Da sempre le donne del popolo
dicevano ai loro bambini: “Ste’ boni perché se no ciamemo i cruchi!”.
(Aida Tiso)
2.
—Nel porto di Venezia sono ancorate le prime navi stipate di prigionieri italiani affamati. Ci
avviciniamo con una barca carica di marmitte di minestra e di altro cibo. I tedeschi ci hanno
promesso di non sparare. La nave brulica di uomini che dagli oblò urlano e invocano. Piovono
dall’alto gamelle che noi riempiamo in fretta. Le nostre facce grondano lacrime e brodo di fagioli.
(Ida D’Este)
3.
…avevamo un deposito di patate per l’osteria, salami e altre cose per l’inverno, … e mano a mano
che venivano questi ragazzi affamati abbiamo esaurito tutto, non sono stata a pensare che ci sarebbe
stato un domani! E dopo cosa ho fatto? Ho preso una pentola grande l’ho riempita di patate e
mangiavano patate e vino e dopo, all’imbrunire, li facevamo scappare rifocillati…
Ho detto: “qua bisogna fare qualcosa” e ci siamo riunite tutte quante noialtre donne.
(Ines Mumeni)
4.
Nel ’43 avevo 14 ani, ero proprio sull’adolescenza, quando tutti i marinai del forte di Mazzorbo, l’8
settembre, sono scappati. Mio fratello, del ’23, era andato sotto le armi, era un mariner de la
corvetta “Fenice”; non abbiamo saputo più niente di lui. Allora io cosa ho fatto? Siccome sti tosi
venivano a chiedere di cambiarsi, ho dato tutta la roba di mio fratello; ho detto: «Se me fradeo trova
qualchedun che ghe dà la roba anca a lu…». E mia mamma mi ha detto di tutto: «Se el vien a casa,
cosa el se mete?» «Eh, combater
, trovaremo! » E sti marinai, man mano che arrivava qualche
barca salivano, perché non c’erano tanti vaporetti, due al giorno che andavano e venivano per
Burano e Venezia; e questi marinai prendevano il vaporetto, in borghese, e cercavano di farla
franca. Non li abbiamo più visti, non sappiamo nemmeno se sono ancora vivi. Però alcuni erano
rimasti nascosti nelle case dell’isola (perché abitavano lontano).
Noi abitavamo a Mazzorbo, in fondamenta, e dietro la casa avevamo l’orto; dopo gli orti c’era il
forte dei marinai e dietro avevamo la terra a mezzadria. Andavo a lavorare con mio padre. Mio papà
faceva l’ortolano, coltivava i carciofi, tutte queste cose che si coltivano a Mazzorbo e si portavano a
Rialto con la barca; venivano anche i compratori, allora si prendeva la barca e la si portava alle
palae a forsa de vogar.
Non erano scappati tutti i marinai, alcuni erano rimasti nascosti. Allora, quando venivano a far
rastrellamento, io avevo la barca in canale, li portavo di là del canale, nei campi e loro si
nascondevano in mezzo al formenton. C’era un pescatore che veniva a dire: «Vardè che ghe xè i
vaporeti par el rastrelamento». Allora noi cosa facevamo? Si passava parola casa per casa,
venivano da me e io con la barca li portavo di là.
Anche se sembra un fatto piccolo, è grande quando si ha paura, no? Voga, voga, non arrivavamo
mai! Dovevo buttarli di là, tornar indietro e nascondermi in casa; una volta, tornando, sono saltata
sulla riva e sono andata dentro in casa, però mi hanno gridato: «Ehi, partisan! ». Mi no gero
partisana, aiutavo sta gente; mi no savevo gnanca de esar … Li buttavamo di là e forse ne
abbiamo salvato diversi e dopo non so che fine hanno fatto, perché nessuno è tornato.
(Wilma Ballarin)
Profili biografici

Profili biografici
Aida Tiso (Venezia 1922, Roma 1999)
Fu una delle poche donne del Veneto che ricevette la qualifica di “partigiano combattente” dal
Ministero della Difesa.
Anche per Aida l’adesione alla Resistenza inizia dopo l’8 settembre 1943. Dalla stazione partivano
treni pieni di soldati italiani, diretti in Germania. A loro, insieme a delle amiche, portava viveri e
pacchi di vestiti. Suo marito era medico ed era stato catturato dai tedeschi per essere deportato in
Germania. Riuscì a fuggire e insieme si trasferirono a Santa Giustina Bellunese, dove la loro casa e
lo studio del marito divennero punto di riferimento per i partigiani della zona. Un giorno
dell’autunno del 1944 una staffetta avvertì che un traditore aveva segnalato la loro casa, così
dovettero tornare Venezia. Ad Aida venne chiesto, dal CLN, di organizzare i “Gruppi di difesa
delle donne e di assistenza dei partigiani”, ma rifiutò preferendo continuare l’attività clandestina.
Ebbe un ruolo importante nella liberazione dei membri del Comando Piazza, mentre stavano
organizzando l’insurrezione della città, che erano stati incarcerati dalle Brigate Nere nella caserma
di San Zaccaria. Uno di loro era suo marito, Carlo Oliverio. Ad Aida venne chiesto di recarsi alla
Caserma delle Brigate Nere e di chiedere un colloquio con il marito per riferirgli che, insieme agli
altri, doveva riuscire a farsi ricoverare all’Ospedale Civile, da dove i partigiani li avrebbero poi
liberati. Consegnò un falso documento intestato “Governo dell’Italia libera” ai militi che erano di
guardia in Ospedale, in cui si ordinava il rilascio dei detenuti politici. L’operazione ebbe successo.
La Liberazione era vicina. e poco dopo ci fu l’avanzata dell’Esercito Alleato e il ritiro dell’Esercito
Tedesco.
Aida, a causa della sua timidezza, non riuscì a partecipare alla sfilata di tutti i partecipanti veneti in


1 “Non sto a combattere” espressione tipica veneziana per dire “lascio perdere”. Di seguito: burci = barconi da
trasporto; moeche = granchi teneri durante la muta; ghebo = piccolo canale ; canoti de formenton = steli del granoturco.


Piazza San Marco il 5 maggio: sapeva però di essere diversa, di essersi emancipata, di essere
diventata autonoma e indipendente nei suoi giudizi. Dopo la guerra non si ritirò a vita privata, ma
continuò il suo impegno nella politica come militante del PCI.
Ida D’Este (Venezia 1917-1976), si laurea in Lingue a Ca’ Foscari nel settembre del ’43. Cattolica
fervente, militante dell’Azione cattolica, si impegna in opere di apostolato sociale. Dopo l’8
settembre organizza con le sue amiche del circolo di Azione cattolica un’intensa attività di aiuto ai
soldati sbandati e ai militari italiani prigionieri nelle navi che arrivano alla Marittima per essere
deportati. Entra quindi nella Resistenza come staffetta di collegamento tra il CLN – Comitato di
Liberazione Nazionale – regionale veneto e i CLN provinciali di Venezia, Padova, Vicenza e
Rovigo, a fianco di Giovanni Ponti, primo sindaco di Venezia dopo la guerra. Arrestata nel gennaio
del 1945, detenuta e torturata dalla Banda Carità a Palazzo Giusti a Padova, è deportata nel lager di
Bolzano, dove rimane fino alla Liberazione, obbligata a lavorare in una fabbrica di cuscinetti a
sfera e a lavare la biancheria dei soldati.
Dopo la guerra, Ida viene eletta in Consiglio comunale nelle prime libere elezioni del 1946 (le
donne votano per la prima volta) ed in seguito viene eletta alla Camera, dove si impegna per il
riscatto della condizione femminile, sostenendo attivamente la senatrice Lina Merlin nella sua
battaglia per la promulgazione e l’attuazione della Legge contro la regolamentazione della
prostituzione di stato (Legge Merlin, 1958). Osteggiata e isolata dal suo stesso partito, abbandona la
vita politica e si dedica con passione alla riabilitazione delle prostitute e alla tutela delle ragazze
madri, in strutture di accoglienza intitolate a Giovanna d’Arco, riprendendo il nome che aveva
scelto per sé da staffetta partigiana.
Ines Mumeni nasce nel 1917 a Campolongo Maggiore, in una famiglia antifascista di dieci fratelli,
sei femmine e quattro maschi. Dopo la quinta elementare, dagli undici ai quindici anni lavora a
servizio presso alcune famiglie Venezia, quindi come operaia alla Salca, alla Breda e alla Galileo di
Marghera. Si sposa nel ‘38 e ha tre figli. Dopo il matrimonio lavora nell’osteria del suocero Nalin,
comunista, il cui fratello era stato mandato al confino.
Inizia la sua attività resistenziale dopo il 25 luglio del ‘43, aiutando soldati inglesi a fuggire dai
campi di prigionia alle Giare, e, dopo l’8 settembre, aiutando e sfamando i soldati italiani sbandati,
in fuga per non essere catturati dai tedeschi.
Svolge attività di staffetta nella brigata garibaldina “Umberto Fasolato”, costituitasi a Mira
nell’estate del ‘44 per iniziativa di alcuni operai della Mira Lanza. È testimone della
cosiddetta battaglia dell’Olmo, che costò un notevole tributo di sangue alla brigata, intercettata da
alcune compagnie della X Mas, a causa di una delazione, nella notte tra il 26 e il 27 aprile 1945, nei
giorni dell’insurrezione.
Dopo la guerra, fonda l’UDI – Unione Donne Italiane – e anima le lotte delle donne della Riviera del
Brenta con alcune storiche battaglie, alla Mira Lanza e alla Breda. Assiste i profughi del Polesine
dopo l’esondazione del Po del 1951.
Muore a Gambarare di Mira nel 2015.
Cecilia Wilma Ballarin
Nasce a Lio Piccolo, nella laguna veneziana, nel 1929. La famiglia si trasferisce presto a Mazzorbo,
dove il padre, ortolano, coltiva a mezzadria i campi degli Scarpa.
Dopo l’8 settembre del ’43 i marinai del forte di Mazzorbo si danno alla fuga. Wilma, che ha un fratello
militare, li aiuta a nascondersi e a scappare. Entra a far parte della rete di salvataggio e in seguito svolge
attività clandestina, che fa capo al postino Guido. Verso il 25 aprile ‘45, assiste dalla finestra di casa alla
resa dei tedeschi ai partigiani.
Dopo la guerra lavora nella locanda Cipriani a Torcello, poi a servizio dagli Scarpa. Nel ‘50 sposa
Angelo Fantinato, che lavora in fornace a Murano. Vanno ad abitare a Venezia e poi, nel ‘59, a Favaro
Veneto, nella terraferma veneziana. Il marito è operaio alla Sirma a Marghera. Entrambi aderiscono al
Pci e sono politicamente impegnati: lui nel Consiglio di fabbrica, lei in quartiere con l’UDI.
A Favaro allora non c’erano scuole e lei è in prima fila a lottare, a raccogliere firme, a organizzare le
donne per andare in delegazione in Comune, Provincia e Regione. Poi lottano per le fognature e per gli
autobus.
Quando nel 1964 gli operai occupano la Sirma per un mese, Wilma e le altre donne sono fuori dei
cancelli della fabbrica. E’ candidata alle elezioni comunali ed eletta consigliera dal 1970 al 1975.

INTERVENTO ANPI MIRANO IN PIAZZA MARTIRI IL 25 APRILE 2023

Lliberazione 78 anni fa. Il 25 aprile del ‘45 è stato un giorno di grande storica universale Felicità. La sconfitta del nazifascismo e della monarchia,  l’istituita Repubblica italiana e la scrittura della Carta Costituzionale nel rinnovato Parlamento,   sanciscono definitivamente la libertà di pensiero e la messa al bando del partito fascista . Una Pace  sofferta e ottenuta da tutti i popoli Resistenti Europei. Il mondo necessitava di una “Pace Perpetua”(Kant) sorretta dalle Nazioni Unite espressione essenziale dei Diritti di tutti i  popoli della Terra . La stessa Emotività pervase l’Umanità nel 1918 alla fine della prima guerra Mondiale, anche allora si sanciva  il diritto di vivere con l’uso della ragione nei rapporti internazionali . Così con la rivoluzione d’Ottobre nel 20°secolo in Russia e centotrent’ anni  prima con la Rivoluzione Francese. Queste Grandi Emotività portate a raziocinio ponevano  delle soluzioni a fronte dei problemi che si presentavano alle grandi masse popolari, problemi che i regimi antecedenti  non erano in grado di risolvere.

Pure una grande ultima emotività nel 1991 che decretava, con la dissoluzione dell’Urss la fine della Guerra Fredda. Queste opportunità, di farne una esperienza di memoria storica venivano  irrazionalmente abbandonate  e gli spettri di Nagasaki Hiroshima, dal ’45, si concretizzavano nella Deterrenza Nucleare ( National Defense Strategy 2022) rendendo istituzionale nel mondo  la presenza del terrore Apocalittico.  DOMANI– se lo vedremo un domani- I fautori della deterrenza nucleare e del continuo riarmo atomico  saranno bollati difronte al tribunale della storia come oggi lo sono il Fascismo e il Nazismo , dottrine che sono dichiarate universalmente folli. Ma questo giudizio non può arrivare  in ritardo e non potrebbe resuscitare le vittime. Prima che città e campagne siano devastate da un disguido tecnico o da un progetto criminale, prima che la civiltà umana sia ridotta ad un lazzaretto deve essere chiaro a tutti che la reazione psichica delle bombe atomiche ha fatto impazzire – nel senso letterale del termine- i loro detentori che si mostrano ragionevoli e appaiono come persone normali, civili e responsabili. Noi come cittadini, vittime potenziali di questo Principio strategico militare che cosa possiamo e dobbiamo fare per impedire che questi “freddi consapevoli calcolatori” scatenino una guerra nucleare ? A questa domanda come Anpi, come cittadini di Mirano, come italiani, come europei, come esseri umani rispondiamo che venga perseguito l ‘obiettivo di eliminare le armi nucleari usando gli unici due strumenti disponibili a livello internazionale: il Trattato per la Eliminazione delle armi nucleari e l’iscrizione dei Sindaci a Mayors for Peace Associazione presieduta dal Sindaco di Hiroshima e Vicepresidente il Sindaco di Nagasaki , così come ha fatto il Comune di Mirano.

Oggi Il contrasto  e le contrapposizioni esistenti da più di un secolo con due guerre Mondiali, in un continuo svolgimento di guerre falsamente “giustificate”, sono sfociati  nella guerra  in Ucraina;  essa presenta il nodo  più intricato che l’Umanità nella sua storia Infinita e universale, ha dovuto e  deve affrontare; in esso tutto il mondo si tormenta e a ragione per la presenza delle armi nucleari, armi di distruzione di massa.

Ciononostante la maggioranza degli Opinionisti e gli intellettuali organici di questo sistema dominante, attraverso gli strumenti della Comunicazione, si adoperano più che altro intorno a stranezze, curiosità e manipolazioni;sorge la domanda: ma la creazione di un nemico è una soluzione?La possibilità della fine del mondo  sullo scacchiere internazionale è un accecamento generale; con la presenza di migliaia di armi nucleari non si possono più creare nemici, se lo facciamo siamo morti che parlano. Il pericolo atomico va affrontato sul punto essenziale, sulla minaccia che pesa sull’umanità, sull’ apocalisse che ne deriverebbe. Ci rivolgiamo alla Società Civile ai Governatori delle Regioni Italiane affinchè si facciano promotori di una campagna per iscrivere tutti i Comuni a Mayors for Peace e i Sindaci a firmare simbolicamente, per quanto compete il loro territorio, il Trattato per la eliminazione delle armi nucleari, inducendo il Governo Italiano a sottoscriverlo quanto prima… questo Trattato.         Al bando le armi nucleari, al bando le guerre !     anpi Mirano

9 maggio 1945—78° anniv Commemorazione della Vittoria degli Alleati sulla germania nazista

vincitori e vinti

BATTAGLIA DI BERLINO –INTRDUZIONE DI BURT LANCASTER

Burt Lancaster è nato il figlio del postino James Henry Lancaster e Elizabeth Roberts. In giovane età era molto sportivo ed è così che è finito nel circo come acrobata. Ha sposato June Ernst nel 1935, da cui ha divorziato nel 1946. È stato sposato con Norma Anderson dal 1946 al 1969 e con Susan Martin dal 1991 fino alla sua morte. Lancaster aveva la reputazione di essere un donnaiolo. Aveva relazioni con, tra gli altri Shelley Winters e Deborah Kerr. Era amico di un collega Kirk Douglas, con il quale ha recitato in sette film. Lancaster era noto per le sue opinioni liberali. Così si voltò apertamente contro il caccia alle streghe sui comunisti nel 50s, ha sostenuto John F. Kennedy e Martin Luther King ed era nel anni ’80 attivo nella lotta contro Aids.

https://www.google.com/search?q=%D0%B1%D0%B8%D1%82%D0%B2%D0%B0+%D0%B7%D0%B0+%D0%B1%D0%B5%D1%80%D0%BB%D0%B8%D0%BD+mosfilm&tbm=vid&sxsrf=APwXEdchqSPy2k11hLevFBn9YYLNDtgQzQ:1683648502950&ei=9m9aZLnNOdWOxc8PhOmMQA&start=10&sa=N&ved=2ahUKEwi5oMe3z-j-AhVVR_EDHYQ0AwgQ8tMDegQIDRAE&biw=2133&bih=953&dpr=0.9#fpstate=ive&vld=cid:e8788753,vid:mSM6rGE0PVI