16°Congresso Provinciale dell’ANPI di Venezia Mestre 9 aprile 2016
Relazione introduttiva del Presidente Diego Collovini al Congresso Emendamenti ordini del giorno approvati
16°Congresso Provinciale dell’ANPI di Venezia Mestre 9 aprile 2016
Relazione introduttiva del Presidente Diego Collovini al Congresso Emendamenti ordini del giorno approvati
EQUAZIONE 2 : “dal resto del mondo alla nato “ http://www.pandoratv.it/?p=7216art. 11 Cost.
COUNCIL MEETING
La NATO e il resto del mondo : Equazione 1… a questa informativa ci pensano la Rai
Mediaset e la stampa occidentale
Il RESTO DEL MONDO e la Nato : Equazione 2…a questa informativa ci pensa
L’Anpi Mirano
Il piano del Pentagono, come è emerso recentemente dalle pagine del Wall Street Journal, prevede lo stanziamento in modo permanente di 4200 uomini e mezzi corazzati in Lituania, Estonia, Lettonia, Bulgaria, Romania e Polonia. Questo bel piano dovrebbe, secondo i generali americani, tranquillizzare i Paesi dell’Est europeo spaventati dalle possibili aggressioni di Mosca. Si sa, per gli Stati Uniti il vero problema è la Russia, non i tagliagole del Daesh.
Sembra che l’Europa non abbia niente di più serio a cui pensare che difendersi dalla Russia. Mentre la NATO continua la sua guerra fredda, il Daesh uccide e semina terrore, le sanzioni antirusse provocano danni enormi all’economia europea e italiana. Quanto può durare ancora questo teatrino? Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito il sociologo Francesco Alberoni, autore del libro “Tradimento. Come l’America ha tradito l’Europa e altri saggi” (Leima edizioni).— Perché secondo lei la NATO vuole creare questa tensione ai confini con la Russia?
— Certamente gli Stati Uniti e in parte l’Europa hanno a mio giudizio sviluppato un atteggiamento negativo nei riguardi della Russia, che sarebbe stato più conveniente avere come alleato. Nelle vicende storiche degli ultimi tempi, finita la guerra fredda ci si poteva aspettare un avvicinamento fra gli Stati Uniti e la nuova Russia, semmai anche in funzione di una lotta contro il radicalismo islamico, che la Russia conduce da molto tempo.
Le manovre della NATO rientrano in una strategia dimostrativa che non ha nessun significato reale, non c’è nessun pericolo. In questo modo distolgono l’attenzione dell’Unione europea da quella che è la vera minaccia, cioè l’ISIS e il flusso islamico. È una politica americana che purtroppo va avanti dalla caduta dell’Unione Sovietica. Mi sono sempre augurato che finisse e venisse fatta la pace. Per gli europei questo è un danno. Quelli della NATO e del Pentagono a mio avviso sono tutti degli show.
— Perché gli Stati Uniti conducono questa politica proprio oggi quando bisognerebbe fare un unico fronte con la Russia contro il Daesh e il terrorismo?
— È una vecchia politica dell’Inghilterra e dell’America che precede l’Unione Sovietica. L’Inghilterra ha sempre lottato contro la Russia, se pensiamo anche alla guerra di Crimea. Questo per evitare che la Russia si espandesse.
È vero che c’è un forte legame economico fra gli Stati Uniti e l’Inghilterra e i potenti del Golfo. Gli anglosassoni continuano a preferire le potenze del Golfo, hanno impedito che si formasse una grande unificazione economica fra le due metà dell’Europa, la Russia e il resto dell’Europa.
— Vista la minaccia evidente del Daesh, la politica degli Stati Uniti, che tuttora vedono nella Russia il nemico, è inspiegabile, no?
— È spiegabilissima. Non hanno voluto che si creasse una grande potenza militare e economica. L’Europa, la Russia e tutti i territori asiatici avrebbero costituito una notevole potenza. Questo agli anglosassoni ha sempre dato fastidio e hanno continuato perciò a fare la guerra fredda. Non è una vera guerra, ma sono segni di ostilità, e gli europei sono andati dietro a questa politica anglosassone. L’Europa ubbidisce a quello che dicono gli americani.
— Il Cremlino ha risposto ai piani della NATO dichiarando che ci saranno delle risposte a queste azioni. Secondo lei si corre un rischio concreto con questa politica della NATO?
— Secondo me quelle della NATO sono provocazioni e sarebbe meglio non rispondere niente alle provocazioni. Secondo me non c’è un rischio concreto, la Russia non attaccherà nessuno. Si tratta di una propaganda che non va nemmeno considerata. Bisognerebbe lasciar cadere queste fantasie. Bisognerebbe fare un trattato di pace, organizzare delle mostre artistiche, affrontare il problema sul piano culturale, facendo delle conferenze su Dostoevskij. Bisognerebbe dire agli americani di lasciar perdere le armi e di venire al Bolshoi. Non c’è il rischio di nessun’invasione, si tratta di fantasie, oltretutto pericolose. La Russia non vuole invadere nessuno e non c’è alcuna intenzione di una guerra americana in Europa. Sono scenari e giochi da bambini che fanno i generali.
— L’Italia subisce forti danni economici per questi giochi da guerra fredda. Gli interessi italiani non coincidono con quelli americani, no?
— Le sanzioni sono un gravissimo danno. Credo che oramai lo sappiano tutti, ma gli anglosassoni insistono, perché è un modo per tenere ferma la Russia e indebolirla.
Gli americani non vogliono la super potenza, vogliono essere loro i padroni del mondo.
— Per l’Italia non sarebbe ora di ripensare i rapporti con la Russia?
— L’Italia è un Paese piccolo che non ha voce in capitolo. L’Italia soffre da tempo per le sanzioni, ma è la Comunità Europea che è rigida e infine ubbidisce alle richieste americane. Molti Paesi europei sono contrari alle sanzioni. Sono convinto che un’unione economica fra l’Europa e la Russia avrebbe arricchito tutti e due. Ed è proprio quello che gli americani non hanno voluto. Le sanzioni sono un grave danno per la Russia, l’Europa e anche per la stessa cultura europea.
— Questo confronto fra Stati Uniti e Russia è destinato a suo avviso a terminare ad un certo punto?
— In parte continuerà, perché questo confronto è stato esagerato negli ultimi tempi, la crisi ucraina è stata gestita male, c’è stata una cattiva volontà delle diplomazie europee nel risolvere i problemi. Io non escludo che questi problemi possano essere risolti, sarà una gran cosa molto buona per tutti.
Le armi servono in certi casi, come per esempio nella lotta al Daesh. Mettere in ballo la questione delle armi nel nord Europa è una follia, che non va presa sul serio, bensì ridotta a quello che è. Si tratta di propaganda bellicista, la NATO monta scenari che non esistono. Non ci sono solo i Paesi Baltici, c’è anche il resto dell’Europa dove nessuno vuole una guerra sul proprio continente! La guerra va fatta al Califfato!
L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.
http://sakeritalia.it/europa/bruxelles-il-terrore-ha-origini-lontane/
articolo firmato da cesare corda
L’ANPI Nazionale esprime forte e commossa vicinanza ai parenti delle vittime dell’ennesimo attentato terroristico compiutosi oggi a Bruxelles La sanguinaria minaccia di sovvertire l’ordine civile e democratico europeo va respinta con azioni decise (anpi mirano aggiunge “CONOSCERE PER AGIRE“), promosse da spirito e responsabilità unitari. Non è più tollerabile la prospettiva di una permanente insicurezza.
Cominciamo dal PARADIGMA DEGLI ATTENTATI …: New york 9/11 2001
https://www.youtube.com/watch?v=yFaiyf1g6B0 link di History channel di 102 minuti
Anpi mirano propone per conoscenza a tutti il seguente documento
H.RES.14 — Whereas President George W. Bush classified 28 pages of the Joint Inquiry into Intelligence Activities Before and After the Terrorist Attacks of September 2001; (Introduced in House – IH)
114th CONGRESS
1st Session
Urging the president to release information regarding the September 11, 2001, terrorist attacks upon the United States.
IN THE HOUSE OF REPRESENTATIVES
Mr. JONES (for himself, Mr. LYNCH, and Mr. MASSIE) submitted the following resolution; which was referred to the Select Committee on Intelligence (Permanent Select)
RESOLUTION
Urging the president to release information regarding the September 11, 2001, terrorist attacks upon the United States.
Whereas President George W. Bush classified 28 pages of the Joint Inquiry into Intelligence Activities Before and After the Terrorist Attacks of September 2001;
Whereas the contents of the redacted pages are necessary for a full public understanding of the events and circumstances surrounding the September 11, 2001, attacks upon the United States;
Whereas the executive branch’s decision to maintain the classified status of these pages prevents the people of the United States from having access to information about the involvement of certain foreign governments in the terrorist attacks of September 2001; and
Whereas the people of the United States and the families of the victims of the September 11, 2001, terrorist attacks deserve full and public disclosure of the results of the Joint Inquiry: Now, therefore, be it
Resolved, That it is the sense of the House of Representatives that
(1) the President should declassify the 28-page section of the Joint Inquiry into Intelligence Community Activities Before and After the Terrorist Attacks of September 2001; and
(2) the families of the victims and the people of the United States deserve answers about the events
Signing our petition at RootsAction.org is an easy and effective way to do your part.
Please go to theRootsAction/Declassify28 petition page.
VerDate Sep 11 2014 02:22 Jan 08, 2015 Jkt 049200 PO 00000 Frm 00002 Fmt 6652 Sfmt 6301 E:\BILLS\HR14.IH HR14 smartinez on DSK4TPTVN1PROD with BILLS
L’ANPI Nazionale esprime forte e commossa vicinanza ai parenti delle vittime dell’ennesimo attentato terroristico compiutosi oggi a Bruxelles. La sanguinaria minaccia di sovvertire l’ordine civile e democratico europeo va respinta con azioni decise, promosse da spirito e responsabilità unitari. Non è più tollerabile la prospettiva di una permanente insicurezza.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
Roma, 22 marzo 2016
foto tratta da alter vistahttps://youtu.be/wvhVK6cG0Iw
LO SPIRITO DEL ’45 di ken loach
Improvvisamente quella sera verso le 11 ho visto dalle fessure che contornavano i balconi della stanza rivolta la piazza , delle striature di luce quasi lampi che si affievolivano e si accentuavano in un silenzio teso…mio padre mi disse “stanno illuminando la piazza con dei fari!”. Rumori dapprima impercettibili senza identità . Poi improvvisamente grida gutturali colpi di pistola e lamenti nel fondo. Due mitragliate e silenzio. Non del tutto . Restò un fievole gemito molto vicino che percorse i miei sensi per un tempo breve…mi portarono in un’altra camera. Al mattino non so come mi affacciai sulla Piazza e vidi un corpo scomposto trucidato davanti alla farmacia Sansoni prostrato immobile in una pozza di sangue . Era biondo. È passato tanto tempo . Aveva 22 anni .Di cognome faceva Vescovo e di nome Giulio sì Giulio.
Anche il Centro per la Pace e la Legalità “Sonja Slavik” aderisce alla campagna promossa da Amnesty International per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni. Non permettiamo che l’omicidio del giovane ricercatore italiano al Cairo finisca per essere dimenticato. Respingiamo qualsiasi esito distante da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente. Lo dobbiamo alla famiglia di Giulio, ai suoi amici e colleghi che da ogni parte del mondo chiedono solidarietà