La condizione della comunità italiana nella Jugoslavia socialista

Con l’istituzione del Giorno del Ricordo in data 10 Febbraio, le autorità italiane hanno cercato di diffondere una propria versione della storia riguardo alle vicende del confine orientale italiano nel dopoguerra. Molto spesso si sente parlare di “esodo”, “foibe” e in genere di “pulizia etnica” ai danni degli italiani che si trovarono a vivere nei territori che l’Italia perdette a seguito della ratifica del Trattato di Pace nel 1947, e che passarono alla Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. In realtà solo parte degli italiani autoctoni di questi territori emigrò in Italia. Una grossa fetta (ma comunque meno della metà) invece decise di restare nelle proprie terre. Questo articolo di Andrea Degobbis, scritto per il sito diecifebbraio.info, è dedicato alla riorganizzazione politica e culturale degli italiani che si trovarono a vivere nella nuova Jugoslavia socialista.

https://docs.google.com/open?id=0B2Fig3cDXuVMbDFLVldsdDMwckE

Vittorio Veneto: La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo. Incontro con Anna Milazzo

Giovedì 8 novembre 2012 alle ore 20,45 presso il parco Fenderl in via San Gottardo a Vittorio Veneto, ci sarà un incontro con Anna Milazzo.
Anna Milazzo è nata in Italia nel 1950. All’età di quasi due anni è emigrata con la sua famiglia in Uruguay e ha vissuto a Montevideo fino al dicembre 1972. Proprio quell’anno è stata sequestrata dalle forze armate e torturata. Anna non ricorda quasi niente del periodo di prigionia a parte grida atroci. La sua memoria ricomincia dalla sua liberazione, in un campo sotto la pioggia e i fulmini. In Uruguay ha frequentato per due anni il corso di Psicologia presso la facoltà di Scienze umane dell’Università della Repubblica. Dopo la sua liberazione è andata in esilio a Firenze, dove si è laureata in Filosofia. Nel 2008, ha pubblicato un racconto e una poesia nel libro “Laboratorio forme 1” curato da Gianni Cascone e Paola Rosati. Ha inoltre pubblicato racconti e poesie sulla Rivista Collettivo R, curata da Martha Canfield e Antonella Ciabatti. Nel 2012 pubblica “Anahí del mare – La dittatura in Uruguay, la notte di un popolo”.

Parteciperà Eugenio Alfano di Amnesty international

Organizzato da: Mondo in Cammino Veneto e Associazione senza Frontiere con il patrocinio della Sezione Anpi di Vittorio Veneto “Div. Garibaldi Nino Nannetti”

Questa la prefazione al libro “Anahì del mare” di Massimo Carlotto

La marcia su Predappio

Da “Il Fatto” del 4 novembre 2012, la risposta di Furio Colombo a un lettore:

“Da cittadino sono allarmato e angosciato. Parliamo di tutto con concitata enfasi, dalle primarie al disfacimento del Pdl. Ma non dei fascisti. Ciò che il 28 ottobre è avvenuto a Predappio mi sembra non sono squallido e spregevole, ma anche pericoloso. Perché tanto distratto e mal riposto senso di superiorità per l’evento come se fosse solo un carnevale?”
Altiero

Desidero raccogliere e rilanciare questo segnale con lo stesso stato d’animo del lettore: disgusto e allarme. Il disgusto è perché questa gente si sente libera e autorizzata e persino apprezzata mentre sta trascinando in giro i cadaveri delle vittime del fascismo. Sono tanti, se si contano tutti gli ebrei italiani, tutti gli oppositori politici, da Gramsci a Rosselli, dalle Fosse ardeatine ai luoghi di tortura (ma poi bisogna includere sia i soldati italiani morti nella guerra più vergognosa, sia le stragi di popolazioni africane ed europee di cui i fascisti sono stati protagonisti esclusivi o abbietti complici. Ma l’allarme è fondato perchè tutto ciò avviene, impunemente ai giorni nostri, senza attenzioni, senza senso di oltraggio, e con una passiva e sterile tolleranza che è la vera ragione di allarme. Fra tanti problemi e tante emergenze, non si fa caso a un ritorno che purtroppo è in sintonia con molti fatti europei, dalla Grecia all’Ungheria, dalla Romania all’Austria. Fascisti in divisa si affacciano come una curiosità (sono pochi ormai coloro che non hanno visto gente con quella divisa uccidere oppositori o consegnare ai tedeschi bambini ebrei). Ma non dite che è finita la guerra ed è cominciato il carnevale. Fascismo e nazismo sono sempre stati un osceno carnevale, anche mentre praticavano le stragi e alimentavano i forni. Non c’è purtroppo contrapposizione fra carnevale e delitto. È vero, ora beneficiano della nuova letteratura pseudo storica che fa apparire le vittime come i veri colpevoli, quando insorgono e lottano per liberarsi. La somma fra l’ottuso fascismo di coloro che sfilano nella lugubre divisa di morte e gli scrittori votati alla denigrazione della Resistenza è un team potente, lo stesso mix di feroce ignoranza e di interessata scaltrezza che ha fatto il primo fascismo. Bisognerà avere il coraggio dell’antifascismo di allora.

Furio Colombo

69° anniversario della costituzione del gruppo “Luigi Boscarin”

Casera Spasema

“Il 7 novembre si costituiva ufficialmente il primo nucleo partigiano presso la caséra “Spàsema”, nella parte alta di Lentiai, dai gruppi comunisti di Lentiai e Cesio (non a caso si era scelta la data che ricordava l’anniversario della Rivoluzione bolscevica): era sorto il distaccamento “Luigi Boscarin”, in memoria di un feltrino caduto nella guerra civile spagnola in difesa della Repubblica”.(dalla relazione di Roberto Tacca, Mirano 11/12/2011).

In occasione del 69° anniversario della costituzione del “gruppo Boscarin”, I° nucleo  combattente della Resistenza bellunese a casera Spasema, è organizzato per domenica 11 novembre, alle ore 13.00, presso il ristorante “al Moro” di Mel, il pranzo sociale (20 euro). I volonterosi che volessero salire a visitare i ruderi di casera Spasema si dovranno trovare a Lentiai, in piazza “Nano” Crivellaro (medaglia d’argento della Resistenza”) alle ore 8.30. In caso di maltempo l’escursione sarà annullata.

Aggiornamento del 12/11/2012: Le foto dell’evento sono all’indirizzo http://imgur.com/a/J3EUY

Visita a Villa Vo’ (campo di concentramento per ebrei padovani)

La Sezione Sparviero dell’ANPI di Cadoneghe organizza per sabato 10 novembre 2012 la visita all’ex-campo di concentramento per gli ebrei padovani a Vo’ Vecchio (ora restaurata Villa Venier-Morosini). A Vo’ Vecchio furono deportati, nel 1943,  47 ebrei: tutta la popolazione di origine ebraica di Padova, o almeno tutti quelli che non erano riusciti ad allontanarsi dalla città (uomini, donne, vecchi e bambini). Dopo 7 mesi di permanenza nell’improvvisato lager ai piedi dei Colli Euganei, essi furono tutti deportati nel campo di concentramento di Auschwitz e ivi gassati. Ne tornarono vivi solo 3 alla fine della feroce guerra che insanguinò il mondo, facendo milioni di morti in Europa. La visita vedrà la partecipazione in veste di guida di Francesco Selmin, autore della splendida pubblicazione “Nessun ‘giusto’ per Eva – la Shoah a Padova e nel Padovano”.

Programma: Sabato 10 novembre 2012
Ore 15 – partenza in bus da Cadoneghe – Casa del Lavoratore – Mejaniga, via Gramsci n. 45
Ore 16 – arrivo a Vo’ Vecchio e visita al Borgo e alla restaurata Villa Contarini-Venier (ex campo di concentramento per gli ebrei padovani) con la guida di Francesco Selmin
Ore 19.30 – Ritrovo per la cena all’Agriturismo La Pioppa.Via Mattiette, 219 – Zovon di Vo’
Prenotazioni: Pietro 338.6749551; Alfredo 049700849; Silvano 049703470.

Articolo di Ferdinando Camon: http://anpimirano.it/2012/noi-veneti-indifferenti-alle-vittime-di-ieri-e-di-oggi/ 

Come arrivare alla villa: http://www.muvo.it/it/informazioni

 

1 novembre 1944 – Oreste Licori

Giovedì 1 novembre 2012 alle ore 15.00 a Mirano presso la Barchessa di villa Giustinian Morosini “XXV aprile”, sede della mostra fotografica “Il grande silenzio”, proietteremo il film “Roma città aperta”, regia di Roberto Rossellini.
Dopo la proiezione ci recheremo nei pressi del cimitero di Mirano per rendere omaggio a Oreste Licori nel luogo del suo barbaro assassinio.

Questa è la testimonianza di Anna Maria Licori, sorella di Oreste, da un’intervista di M.L.Granzotto e B. Tonolo pubblicata in “Materiale resistente” a cura dell’ISVER di Venezia: https://docs.google.com/open?id=0B2Fig3cDXuVMTW5hQVlYd0xnNUE

Per chi suona la campana?

Le ultime sortite televisive di Silvio Berlusconi, a seguito della sentenza di condanna, ci riportano alla mente le immagini di vecchi filmati dove Benito Mussolini, alla fine dei “Seicento Giorni di Salò”,  si rivolgeva  ai suoi fedelissimi, al teatro Lirico di Milano, prima della fine.
Lo stesso sguardo spento e allucinato, gli stessi segni di un rovinoso decadimento fisico,  lo stesso clima funereo di fine regime con tendaggi e gagliardetti, la stessa ricerca di un rilancio impossibile di credibilità politica e personale.
Parole ambigue pronunciate con un filo di voce, tagliente e sofferto, a ricordare  che sotto quella veste di “buon borghese umiliato nell’onore” c’è un sentimento proiettato verso un miraggio golpista, già vagheggiato nella adesione alla P2, in grado di rovesciare le regole dello Stato Repubblicano, pur di salvarsi dalla galera.
Minacce alle Istituzioni alternate a promesse di rinunce a ruoli politici personali , attacchi alla Magistratura inseriti, con sapiente abilità, in un contesto di ricatto politico al Governo, al Parlamento ai cittadini.
Sorge inevitabile il timore, che in qualcuno, appartenente ai cosiddetti poteri forti, riaffiorino tentazioni golpiste o comunque di svolte autoritarie in grado di inquinare e modificare le scelte dei cittadini.
Il richiamo all’unità degli antifascisti e alla vigilanza democratica è d’obbligo  in questa come in molte altre occasioni che hanno drammaticamente segnato la storia recente del nostro Paese.
L’ANPI, di fronte a queste gravi provocazioni,  deve farsi sentire con tutta la forza dei suoi valori e il peso morale dei suoi martiri dimostrando di essere parte attiva delle vicende politiche, ancora una volta schierato a difesa  della legalità e della  Costituzione Repubblicana.

Roma: gli studenti del liceo Giulio Cesare contro la presenza dell’Anpi

Francesco Polcaro presidente dell'Anpi di Roma

Non è un caso che sia accaduto. Quando la memoria viene utilizzata solo per gli anniversari, quando la memoria viene “imposta” con percorsi limitati e non condivisi dagli studenti, quando il dialogo non si sa adattare alle nuove generazioni. Un campanello d’allarme che l’ANPI dovrebbe cercare di riconoscere e fare autocritica.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/10/26/news/giulio_cesare_gli_studenti_del_liceo_contro_la_presenza_dei_partigiani-45341391/?ref=HREC1-2

Fuori i fascisti dalle scuole!

Il 22 ottobre a Roma studenti incappucciati hanno fatto irruzione all’interno di due istituti classici. Secondo alcune testimonianze erano armati di bastoni e gridavano “Viva il Duce”. Blocco studentesco, organizzazione di estrema destra, rivendica l’azione. Il giorno dopo, sempre a Roma, con identiche modalità e sfoggio di bandiere nere, bastoni e lacrimogeni, c’è stata l’irruzione agli istituti Azzariti, Galilei e Alberti. Ormai è evidente l’arroganza con cui questi gruppi tentano di colpire la scuola pubblica, baluardo dei valori della nostra Costituzione democratica nata dalla Resistenza, cercando con queste azioni di avere una visibilità, di fare proseliti nella maniera a loro più consona. Leggi tutto “Fuori i fascisti dalle scuole!”

Condanna all’ergastolo per la strage di Borgo Ticino

Le dodici vittime dell'eccidio nazista

Il Tribunale Militare di Verona ha condannato all’ergastolo l’imputato, il militare tedesco Vadempfuhl Ernst (l’unico ancora in vita) e disposto il risarcimento dei danni in favore dei familiari delle vittime, del Comune di Borgo Ticino, Enti locali ed ANPI.
“E’ una sentenza importante, anche se non sarà facile eseguirla, perché afferma la verità sulla responsabilità della strage e condanna il colpevole; importante anche per il riconoscimento del diritto al risarcimento  dei danni di tutti coloro, soggetti singoli, Enti e Associazioni, che si erano costituiti parte civile”, questo il commento di Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale ANPI. Leggi tutto “Condanna all’ergastolo per la strage di Borgo Ticino”