Nell’ambito della Giornata internazionale della pace indetta dall’Onu:
Venerdì 28 settembre 2012
Sala conferenze Villa Errera
ore 20,30
Verrà proiettato il film: “E Johnny prese il fucile”. Lavoro del 1971 diretto da Dalton Trumbo, tratto da un suo romanzo dallo stesso titolo scritto nel 1939.
Il film è un forte grido di rabbia, di disperazione, di sfiducia; antimilitarista dall’inizio alla fine, fa meditare sulla stupidità della guerra.
Il Circolo Culturale Scorzè, in collaborazione con l’ANPI Mirano, organizza un incontro conviviale a base di pizza, dove attraverso un confronto aperto potremo insieme discutere delle tematiche che riguardano la nostra società, provando a vederle con gli occhi e le idee di un grande intellettuale del passato: Antonio Gramsci.
L’incontro è aperto a tutti gli interessati, ritrovo a MIRANO, Piazza Martiri, fronte monumento ai partigiani,
LUNEDI’ 24 SETTEMBRE alle ore 20.00.
Molti hanno dimenticato la parola Pace
non certo la società civile ma l’espressione politica della società civile italiana
i partiti … quest’utimi hanno quasi
timore di pronunciarla se non in situazioni paradossali come le missioni
all’estero delle forze armate Nato che vengono
chiamate Missioni di Pace: e così i pensieri dei nostri politici
precipitano nel buio del Palazzone della Storia. Leggi tutto “21 settembre: Giornata Internazionale della Pace”
Il Direttivo della sezione ANPI di Mirano e del miranese,
con grande disappunto constata come, a distanza di tempo, non si sia ancora provveduto a riattivare “Bella Ciao” in apertura del sito nazionale dell’ANPI.
Eventuali motivazioni dettate da “prudenza politica” o da altre opportunità, mai ufficialmente chiarite, non possono essere condivise visto che questo canto continua a echeggiare sempre più forte come segno di riconoscimento dell’ANPI e delle forze antifasciste in tutte le piazze d’Italia in occasione delle celebrazioni in ricordo della Lotta di Liberazione e del 25 Aprile, oltre che nelle manifestazioni ufficiali dell’Associazione, a tutti i livelli.
Si stupisce che proprio in questi anni, di revisionismo storico e di rilettura in chiave reazionaria della lotta partigiana, si privi, un canale informativo come internet, di un segno identitario così amato e universalmente riconosciuto come bandiera della Resistenza italiana.
Da sempre, infatti, “Bella Ciao” è un canto in grado di unire tutti i veri antifascisti, giovani ed anziani, non solo nel ricordo della Lotta di Liberazione ma nelle speranze, che in virtù di questa, maturarono nelle coscienze di uomini finalmente liberi, pronti ad impegnarsi per costruire un’Italia democratica.
Pertanto chiede agli organi competenti di provvedere al ripristino di “Bella Ciao” come espressione di coralità di valori e di intenti.
Documento letto ed approvato, all’unanimità dei presenti, dal Direttivo ANPI di Mirano e del miranese in data, 6 settembre 2012.
Invita tutte le sezioni ANPI a far proprio questo appello inoltrandolo agli organi competenti a livello provinciale, regionale, nazionale.
Non correre. Fermati. E guarda.
Guarda con un solo colpo dell’occhio
la formica vicino alla ruota dell’auto veloce
che trascina adagio adagio un chicco di pane
e così cura paziente il suo inverno.
Guarda. Fermati. Non correre.
Tira il freno alza il pedale
abbassa la serranda dell’inferno.
Guarda nel campo fra il grano
lento e bianco il fumo di un camino
con la vecchia casa vicina al grande noce.
Non correre veloce. Guarda ancora.
Almeno per un momento.
Guarda il bambino che passa tenendo la madre per mano
il colore dei muri delle case
le nuvole in un cielo solitario e saggio
le ragazze che transitano in un raggio di sole
il volto con le vene di mille anni
di una donna o di un uomo venuti come Ulisse dal mare.
Fermati. Per un momento. Prima di andare.
Ascoltiamo le grida d’amore
o le grida d’aiuto
il tempo trascinato nella polvere del mondo
se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.
“Victor Jara era un comunista! Ed è la ragione per la quale l’11 settembre del 1973 non rimase a casa ad ascoltare la radio né cercò di fuggire, ma andò all’università per organizzarsi insieme a tanti compagni per i quali aveva composto e cantato la sua musica. Fu catturato, portato insieme a migliaia di persone in uno degli di stadi di Santiago del Cile e dopo giorni di torture e di terrore, gli maciullarono le mani, lo trucidarono”: queste le parole con cui Daniele Sepe riassume gli ultimi giorni della vita di Victor Jara.
Ma chi era Victor Jara? Perchè era così tanto odiato dai militari fascisti? Leggi tutto “15 settembre 1973: assassinio di Victor Jara”
L’11 settembre del 1973 il generale Pinochet, alla guida delle forze armate golpiste, prese il potere in Cile, facendo finire nel sangue il governo di sinistra del presidente Salvador Allende, il primo presidente marxista della storia dell’America latina. Nel bellissimo corto del 2002 del maestro Ken Loach presente all’interno di “11 settembre 2001”, un profugo cileno a Londra scrive una lettera ai familiari delle vittime dell’11 settembre 2001, ricordando loro l’altro 11 settembre, quello del golpe del 1973.
Questo è il testo del film, che descrive benissimo le fondamentali complicità del governo americano dell’epoca:
Care madri, cari padri e persone di coloro che sono morte l’11 Settembre a New York, sono cileno, vivo a Londra e vorrei dirvi che forse abbiamo qualcosa in comune: i vostri cari furono assassinati come lo furono i miei; abbiamo anche la data in comune, l’11 Settembre, martedì 11 Settembre. Leggi tutto “11 settembre 1973: golpe in Cile”
La chiusura di questo importante simposio avvenuta alla fine della settimana scorsa non è stata citata da nessun quotidiano, lasciando così “fuori della porta” più di cento Paesi e, soprattutto, il loro documento finale che dovrebbe essere una sintesi del pensiero della maggior parte degli Stati di questo mondo. Da notare la presenza del Segretario delle NU. Sicuramente assente sarà stato il giornalista Bernardo Valli che una settimana fà, quando ancora a Teheran non c’era proprio nessuno ha sentenziato sulla Repubblica “Quel baccanale dell’assurdo dei “non allineati “riuniti a Teheran”. Così da quel giorno è calato il silenzio-stampa, almeno in Italia, sul rumore fastidioso di questi 5 miliardi di persone che potrebbe essere e diventare troppo assordante.
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