Il giorno del ricordo a uso e consumo della Terza Repubblica

hqdefaultQuando nel 2004 venne istituito il “Giorno del ricordo” per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata l’Italia della “seconda repubblica” stava confusamente cimentandosi, attraverso una convergenza bipartisan, nella riscrittura della storia nazionale per legge.
La narrazione del passato aveva da sempre rappresentato un terreno di scontro politico tra i partiti e l’uso pubblico della storia in chiave revisionista aveva segnato non solo la crisi del paradigma fondativo della democrazia, l’antifascismo, ma soprattutto la piena legittimazione di una “dualità memoriale”, quella dei vinti equiparata a quella dei vincitori, nella quale le ragioni e i torti delle parti in conflitto venivano portate a sintesi da una semplificazione di linguaggi, gesti simbolici ed elementi di fatto che lambivano la parificazione di vittime e carnefici.
L’istituzione del “Giorno del ricordo”, impropriamente indicato nella ricorrenza della firma del Trattato di Pace di Parigi del 1947 visto che le violenze delle foibe si verificarono nel settembre ’43 e poi nel maggio ’45, si collocò come fattore di “riequilibrio” memoriale tra la sinistra e la destra come se la storia fosse una coperta con cui avvolgere la propria legittimità politica anziché faticosa verifica di fatti e processi complessi.
La riscrittura “condivisa” delle vicende storiche italiane comportò l’oblio su questioni centrali della nostra identità nazionale come il consenso al fascismo, le leggi razziali o i crimini di guerra compiuti dalle truppe del regio esercito, e rimasti impuniti, in Jugoslavia, Grecia, Albania, Urss e nelle colonie africane.
Le ragioni politiche di quello sciagurato “patto sulla memoria” coincisero con le esigenze dei partiti della seconda repubblica che riaffermarono su quel terreno la rispettiva legittimità a guidare il paese nella democrazia dell’alternanza.
Tutto ciò all’alba della nascente “terza repubblica”, quella senza Senato elettivo e imperniata sul Cancellierato forte, potrebbe apparire addirittura superato. Il fattore storico-memoriale sembra aver perduto da un lato la centralità valoriale della legittimità democratica, rappresentata dall’alterità fascismo-dittatura; antifascismo-libertà, e dall’altro quel significato generale di lettura e senso del rapporto tra passato e presente in grado di connettere tra loro vissuti e vicende generazionali tanto distanti a settant’anni dalla Liberazione.
In questo quadro, con la crisi della rappresentanza acuita da quella economica, il conflitto sulla memoria cambia forma e tende a risolversi in un complesso unificante quanto identitariamente indefinito che forse meglio di ogni altra cosa si identifica con la nozione del “partito della nazione”. L’oblio sui crimini di guerra italiani piuttosto che le strumentalizzazioni politiche delle drammatiche vicende del confine orientale e delle foibe sembrano perdere la loro stessa alterità, inglobate da una narrazione a-conflittuale, e tendenzialmente vittimaria, che tutto tiene insieme e dunque tutto equipara in modo indolore.
Così, aperto il settennato con la visita alle Fosse Ardeatine, il neo Presidente della Repubblica celebra pochi giorni dopo il “Giorno del ricordo” e l’immagine complessiva appare sempre più sfocata in un quadro della rappresentazione della storia patria che abbandonando la rielaborazione critica del passato si concentra sulla centralità di un presente senza storia.

Davide Conti, Il Manifesto del 10 febbraio 2015

Nella giornata del ricordo oltraggio ai partigiani

Simbolo-ANPIIn occasione della giornata del ricordo veniamo informati di un’iniziativa organizzata dall’Anpi di Cadoneghe in collaborazione con l’Anvgd di Padova, con la partecipazione di Maurizio Angelini, Italia Giacca e Adriana Ivanov dell’Anvgd di Padova. Come Anpi di Mirano esprimiamo la nostra assoluta contrarietà all’iniziativa e siamo sconcertati per il titolo dato a questo convegno. Le due lettere che seguono sono dell’Assessore ai Lavori Pubblici di Cadoneghe, Silvio Cecchinato, e della storica  Alessandra Kersevan, ed esprimono benissimo anche il nostro pensiero.

Anpi “Martiri di Mirano”

Sono l’assessore ai LL.PP. e Protezione Civile di Cadoneghe (PD) nonchè ricercatore di storia della Resistenza Padovana che ha espresso il proprio sdegno alla Amministrazione e alla Presidenza ANPI locale per una iniziativa che definisco offensiva per la memoria e il sacrificio dei Caduti della Resistenza. Il fatto che la commemorazione e il volantino-invito sia stato redatto di concerto tra la presidente e il vice presidente ANPI rispettivamente di Padova e della Regione Veneto è per me  un fatto di inaudita gravità. La prof.ssa Ivanov, figlia di un fascista  ha operato con gli ustascia in Croazia è autrice di un libello di manipolazione storica di concerto con la provincia di centro destra di Padova. Nel merito ho già avuto modo di polemizzare nella passata veste di Assessore alla Cultura del Comune partigiano di Cadoneghe. Mi fermo qui per lasciare a Voi tutti una valutazione nel merito. Fraterni Saluti.

Assessore Cecchinato Silvio

Caro Silvio, grazie per questa tua decisa presa di posizione. La deriva non ha ormai più fine. Credo che i vari circoli ANPI debbano chiedere conto a Angelini e agli altri soggetti dell’ANPI coinvolti in questa operazione. Questo titolo dell’iniziativa è un oltraggio alle migliaia e migliaia di comunisti che sono morti ammazzati dai fascisti per liberare l’Italia dal nazifascismo e per la Costituzione. Questo titolo mette partigiani e repubblichini sullo stesso piano, obiettivo che Violante e Fini hanno cercato di realizzare già nel 1997 trovando allora molta opposizione, ma evidentemente ora gli sforzi massmediatici e di altro tipo degli ambienti antipartigiani che fanno riferimento all’ANVGD stanno raggiungendo l’obiettivo, confondendo ormai vittime e carnefici, guerrafondai e difensori della libertà anche nella lotta di liberazione italiana, come sono riusciti a fare con quella jugoslava. Credo che non si possa ormai più far finta di niente, che la dirigenza nazionale dell’ANPI debba prendere una posizione precisa, contro le posizioni del responsabile dell’ANPI del Veneto.

Alessandra Kersevan

Questo il video in cui Alessandra Kersevan spiega gli avvenimenti del confine orientale:

Un importante articolo di Sandi Volk sul fenomeno dell’esodo:

https://drive.google.com/file/d/0B2Fig3cDXuVMbWZ4ODBSQ0FrVGs/edit?usp=sharing

Lettera del Presidente dell’Anpi di Salò, Paolo Canipari, sulla vicenda:

Ciao e buongiorno,
ho ricevuto e letto la comunicazione dell’ANPI di Mirano( VE ) che esprime la netta contrarietà ad una iniziativa della Sezione ANPI di Cadoneghe ( PD ) , che la vede coinvolta in un dibattito pubblico insieme all’Associazione ANVGD. Mi associo a quanto denunciato dall’ANPI di Mirano e vi porto a conoscenza della lettera che ho inoltrato al Consiglio Direttivo provinciale di Brescia ( di cui faccio parte ) e ad altri indirizzi , per cercare insieme di affrontare e far conoscere , nel più adeguato dei modi, un argomento che penso non sia sufficientemente conosciuto nei suoi aspetti storici.

Cari compagni,
Quando alcune sezioni dell’ANPI non sono adeguatamente informate su quanto accadde in quel periodo storico, succede di cadere in queste ” brutte e cattive ” iniziative, che l’ANPI di Cadoneghe ha intrapreso per commemorare la ” Giornata del ricordo “. E’ successo anche qualche anno fa, a Vobarno (BS) dove, anche nella buona fede del Sindaco ( mio amico e compagno e iscritto all’ANPI – antifascista DOC ) su suggerimento di ” amministratori comunali di Brescia ” si invitò il ” noto” Rubessa dell’ANVGD di Brescia per l’esposizione di una Mostra e per un dibattito pubblico. Meno male, che l’ANPI di Vobarno ( con il segretario Vezzola ) e il sottoscritto intervennero per sminuire le ” porcate ” del suddetto Rubessa.
In questi giorni è apparsa e sta imperversando nella mia Zona (specialmente nelle scuole) – a Salò ( ahimè la mia città ), Gavardo , Moniga ( dove addirittura il Comune l’anno scorso ha concesso ” La cittadinanza onoraria ” ), la ” testimone ” Nadia Cernecca – figlia ( allora aveva 7 anni ) di ” una vittima del diffuso propagandato odio dei partigiani di Tito verso gli italiani ” così è la presentazione ufficiale con la quale si presenta, a nome di un’altra fantomatica Associazione – Ass.Naz C(ongiunti)D(eportati)I(taliani) in J(ugoslavia).(??) – ( Notizia dell’Ultimo minuto, mentre sto scrivendo – e con beneficio di inventario: mi dicono che il Sindaco di Gavardo ha annunciato un collegamento in diretta con ” Porta a Porta ” proprio con la loro iniziativa con la Cernecca.. Udite – udite).
E nelle sezioni ANPI ancora l’argomento non è sufficientemente conosciuto, nonostante il convegno organizzato dalla Commissione Scuola – il 31 gennaio 2005 – a Cellatica ( BS ) e i continui interventi sul nostro periodico provinciale ” Ieri e Oggi Resistenza”.
Varrebbe la pena, secondo il mio parere, organizzare un seminario, una giornata di studio ..un qualcosa.. sull’argomento.
Una ” sventagliata di falsità” da parte di questi figuri – che si atteggiano a ” storici “, e di fronte specialmente a studenti storicamente impreparati, cancella in un battibaleno il prezioso e costante lavoro che tante Sezioni dell’ANPI svolgono in occasione della ” Giornata della Memoria”, o del 25 aprile o del 2 giugno..
In vista delle prossime scadenze elettorali, varrebbe la pena “informare” che anche la generazione dei “nuovi ” Amministratori dovrà fare riferimento ai principi dell’antifascismo, così come sanciti dalla nostra Costituzione e così tenacemente da salvaguardare nei suoi principi fondamentali ( come ci sta sollecitando il nostro Presidente Smuraglia).
Anche la scuola oggi dimostra scarsa attenzione ai periodi storici succedutisi dalla nascita della nostra Repubblica.
Lo dico come Presidente dell’ANPI di Salò, una città quasi solamente conosciuta a livello internazionale per la sua antistorica assonanza nominale di capitale della RSI ( da qui ” repubblica di Salò “) e magari non conosciuta come città natale dell’ottava vittima della strage di Piazza Loggia del 1974 ( il compagno Vittorio Zambarda ). Io stesso ero presente quella mattina e mi sono salvato solo perchè appoggiato ad una colonna. E si fa fatica a rendere l’episodio come parte della ” storia ” della città: a 40 anni di distanza. Ma anche qui , se chiedete alle nuove generazioni della mia zona se hanno qualche informazioni o conoscenza della carneficina. Risposta: quasi niente !! ( o magari sono state le brigate rosse!!).
Per ultimo: vi ricordo che proprio a Salò, la mia sezione ha in corso la esposizione della Mostra ” Testa per dente ” curata , curata dagli storici che fanno riferimento alla casa editrice “Kappavu ” di Udine (di cui fa parte anche la dott.ssa Kersevan – autrice della lettera inviata all’ANPi di Cadoneghe – inserita nell’allegato).
(Non me ne voglia la sezione ANPI di Cadoneghe: avranno sicuramente modo di rimediare a quello che è, sicuramente, un incidente di percorso. Anzi: li invito a Salò per un cordiale incontro).
Paolo Canipari – Presidente Sezione ANPI di Salò

Lettera di Renzo Giannoccolo a Carlo Smuraglia:

Signor Presidente Carlo Smuraglia,

il 25 luglio 2012, in quel di Gattatico (RE), l’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA, da Lei presieduta, e l’ISTITUTO ALCIDE CERVI, sottoscrissero il documento/manifesto “Per un nuovo impegno e una nuova cultura antifascista”.
La lettura del documento fece immediatamente breccia su di me e, a partire dal mese di settembre dello stesso anno, iniziai una lunga serie di telefonate, contattando compagne e compagni della CGIL – anche di Avellino e Alessandria – dello SPI, dell’ANPI – locale e provinciale – di ISTORECO e dell’ISTITUTO CERVI.
Con il prezioso contributo di tutti, compresa l’Amministrazione comunale di Correggio, organizzammo, nelle giornate del 15 e 16 dicembre 2012, un evento che recepiva il titolo del documento/manifesto del 25 luglio: “PER UN NUOVO IMPEGNO E UNA NUOVA CULTURA ANTIFASCISTA”. “FINE SETTIMANA RESISTENTE” che comparve anche sul sito dell’ANPI nazionale.
Allego il link http://www.anpi.it/eventi/per-un-nuovo-impegno-e-una-nuova-cultura-antifascista__20121215/

In questi giorni, frequentando le pagine di facebook, leggo che il 17 febbraio prossimo, in quel di Cadoneghe (PD), in occasione del “GIORNO DEL RICORDO”, si svolgerà un dibattito dal titolo più che emblematico: “Ci chiamavano fascisti, ci chiamavano comunisti; siamo italiani e crediamo nella Costituzione”.
Il dibattito è organizzato da ANPI Veneto e Padova (sigh!) e da ANVGD di Padova, e vede la partecipazione, tra le altre persone, del sindaco di Cadoneghe.
Allego link https://www.facebook.com/photo.php?fbid=620027838067924&set=a.502872946450081.1073741827.100001821392324&type=1&theater
Ora, mio chiedo e Le chiedo: dove trovano piena cittadinanza e coerenza il “Nuovo impegno e la nuova cultura antifascista”?
Nella iniziativa svolta a Correggio il 15 e 16 dicembre 2012 o in quella programmata a Cadoneghe per il 17 febbraio prossimo?
La sezione ANPI di Cadoneghe ha letto il documento/manifesto del 25 luglio 2012? In caso di risposta affermativa, perchè organizza una iniziativa che va in direzione opposta e contraria?

Signor Presidente Carlo Smuraglia,
nel ricordarLe la Sua puntuale e tempestiva presa di posizione, nel 2011, di fronte alla proposta di legge (primo firmatario Gregorio Fontana del Pdl), di equiparare i repubblichini di Salò ai Partigiani (il link) http://www.repubblica.it/politica/2011/05/31/news/pdl_propone_riconoscimento_ex_combattenti_sal_per_loro_contributi_statali_come_per_anpi-17031066/?ref=HREC1-5
Le chiedo cortesemente e, altrettanto fermamente, anche in qualità di iscritto all’ANPI, di PRENDERE DECISAMENTE LE DISTANZE DALL’INIZIATIVA DI CADONEGHE e, per quanto Le sarà possibile, attivarsi affinchè non si compia l’ennesimo scempio e l’ennesima violenza contro coloro che hanno combattuto e, in troppi, dato la vita per la Liberazione dell’Italia che nulla e, ribadisco, nulla hanno avuto in comune con coloro che hanno combattuto a fianco dei nazisti per l’occupazione del nostro Paese e che la Libertà ci volevano togliere.
E per rispetto dei tanti e tante che, in una situazione politica, economica, sociale e culturale sempre più drammatica, si battono quotidianamente.
PER UN NUOVO IMPEGNO E UNA NUOVA CULTURA ANTIFASCISTA.

Con Affetto e Cordialità

Renzo Giannoccolo

Protocollo d’intesa per la raccolta, conservazione e diffusione delle memorie giuliano – dalmato – istriane

In data  1 marzo 2013 il quotidiano “La Nuova Venezia” riportava la notizia della firma di un protocollo d’intesa tra Comune di Venezia, Isever, rEsistenze, Anpi e ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia). Invitiamo tutti a leggere attentamente il protocollo d’intesa e gli allegati del progetto.

Questo è il protocollo

L’allegato per la creazione dell’archivio multimediale

L’allegato del progetto di raccolta a cura di Antonella Scarpa