I recenti fatti riguardanti il Mo.SE., portati alla luce della magistratura, preoccupano molto tutta l’anpi provinciale veneziana.
Le indagini della magistratura, fin qui svolte, hanno portato all’arresto di 35 persone e stando alle informazioni giornalistiche risultano coinvolti Enti Pubblici, associazioni pubbliche e private, importanti funzionari dello Stato, personalità politiche, magistrati, alti ufficiali della Guardia di Finanza, tecnici regionali, professionisti, imprenditori e istituzioni religiose.
Pur nella consapevolezza che le indagini sono ancora in corso e che fino a condanna definitiva delle persone indagate esiste la presunzione di innocenza, l’ANPI chiede che la stessa magistratura – che gode della stima dell’ANPI provinciale veneziana – continui fino in fondo nelle sue indagini.
Tale scandalo ha mostrato a tutto il mondo in quale realtà corruttiva e quale connubio esista ancora tra mondo imprenditoriale e quello politico. Ciò non solamente nei fatti veneziani ma in altre realtà italiane, e questi scandali tendono a confermare l’esistenza di un “sistema italiano” veloce e adatto a ottenere favori.
L’ANPI è altresì consapevole che la maggior parte del popolo italiano non corrisponde all’immagine che scaturisce da questi fatti, vuole pensare che sia onesto e pronto a difendere i valori della Resistenza e della Costituzione.
È convinta che questo circuito corruttivo si sia mantenuto con i soldi dello Stato, con fondi sottratti allo sviluppo, al sociale, all’assistenza delle persone più deboli, alla ricerca, al lavoro, all’istruzione, all’ambiente, alla formazione dei giovani disoccupati, negando loro l’esistenza di un futuro migliore.
Esprime una forte preoccupazione per i modi con cui sono lievitati i costi – da 1 miliardo e mezzo a 5 miliardi e mezzo – e che ciò sia avvenuto in un regime di deroga dalle regole ordinarie degli appalti pubblici;
tutto questo impone una riflessione su quanto tale regime derogatorio sia funzionale a promuovere questi meccanismi corruttivi piuttosto che rispondere alle esigenze di pubblica utilità, con la conseguenza non secondaria di trascurare ogni seria valutazione sull’impatto ambientale delle cosiddette grandi opere.
A riguardo di quest’ultime, l’ANPI provinciale manifesta contrarietà gli scavi in laguna proposti da varie parti per evitare l’ingresso delle Grandi Navi, evitando così tutti i pericoli socio–ambientali ed ecologici per Venezia, patrimonio mondiale dell’umanità, e ogni possibile riproposizione delle stesse strade criminali che abbiamo visto per il Mo.Se.
L’ANPI denuncia con forza e decisione l’esistenza di una “questione morale” che coinvolge importanti uomini delle istituzioni;
ribadisce il suo ruolo di attenzione attiva che, fin dal 1944, ha esercitato nella difesa della Costituzione e per il rispetto della legge;
intende continuare il suo vigile impegno di partecipazione alla vita politica nei vari livelli rappresentativi;
riconosce l’importante ruolo che la magistratura sta svolgendo in questo momento, ruolo che gli viene riconosciuto dalla nostra Costituzione;
per questo invita la stessa magistratura a concludere nel modo migliore le indagini, consegnando i colpevoli alla giustizia, auspicando che tutti i valori morali portati avanti dall’ANPI siano fatti propri da tutti coloro che amministrano la cosa pubblica.
Anpi Provinciale di Venezia