Elezioni regionali 2015

ELEZIONI REGIONALI 2015

DOMENICA 31 MAGGIO SI ANDRA’ A VOTARE PER ELEGGERE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO E L’ASSEMBLEA REGIONALE.

ANCHE SE LA CONSULTAZIONE E’ PARZIALE, I SUOI ESITI AVRANNO SICURAMENTE UNA RICADUTA SU SCELTE ED EQUILIBRI A LIVELLO NAZIONALE

L’ ANPI SEZ. “MARTIRI DI MIRANO” INVITA I SUOI ISCRITTI E SIMPATIZZANTI AD ANDARE A VOTARE CONTRO OGNI FORMA DI QUALUNQUISTICO SCETTICISMO OFFENSIVO NEI CONFRONTI DEI MARTIRI DELLA RESISTENZA CHE QUESTO DIRITTO DI LIBERTA’ UNIVERSALE CONQUISTARONO A PREZZO DEL LORO SANGUE.

UN VOTO IN DIFESA E APPLICAZIONE DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA NELLO SPIRITO DEI PADRI COSTITUENTI
UN VOTO PER LA PACE, LA SOLIDARIETA’ E L’ACCOGLIENZA, VALORI CHE LA NOSTRA REGIONE HA SAPUTO ESPRIMERE E TESTIMONIARE COME SEGNI DI CIVILTA’ IN TANTI MOMENTI DIFFICILI DELLA SUA STORIA
MIRANO, 27 MAGGIO 2015

IL DIRETTIVO ANPI SEZ. “MARTIRI DI MIRANO”

mariaTeresaSega

 

 

“I GIORNI VERI”

             Le ragazze nella Resistenza

(cortometraggio)

Venerdì, 22 maggio, ore 20.45

Sala Conferenze di Villa Errera, incontro con

Maria Teresa Sega

Aderiscono: la Commissione Pari Opportunità e il Centro Pace “Sonja Slavik”

               “I giorni veri”. Le ragazze della resistenza

 

A sentirsi intorno questa primavera diversa dalle altre,

primavera con dentro ormai la fine certa,

s’ha tanta speranza di bene e tanta fede di meglio che si è come matti,

come in una domenica a vent’anni

 

I giorni veri, diario partigiano di Giovanna Zangrandi

 

 

 

 

Avere vent’anni e vivere in guerra: il paese occupato, i militari allo sbando, i fratelli braccati….Non poche furono le donne che nella nostra regione, come in altre, dopo l’8 settembre 1943 scelsero di non stare ad aspettare, ma reagirono, si opposero ai nazisti e ai fascisti loro alleati,  parteciparono al movimento di liberazione o lo sostennero. Erano ragazze giovani , alcune giovanissime, di famiglia antifascista oppure no, studentesse, maestre, operaie o contadine, comuniste o cattoliche, o semplicemente avevano maturato avversione alla guerra e nello sfascio dell’Italia vollero fare la loro parte per costruire un futuro diverso. Divennero staffette: tennero collegamenti, trasportarono armi, esplosivo e munizioni, procurarono cibo, vestiti e scarpe per i partigiani, si presero cura dei feriti, vegliarono e seppellirono i morti. Alcune combatterono a fianco dei loro compagni, alcune caddero e fu loro conferita la medaglia al valore militare. La maggior parte fece la guerra senz’armi, usando le armi del coraggio, dell’intelligenza, della fede, della prontezza di spirito. Arrestate, resistettero a carcere e torture senza tradire. Lo fecero con naturalezza e semplicità (“non si poteva dire di no”) e, a guerra finita, non chiesero riconoscimenti, si tennero  lontane da celebrazioni, parlarono con discrezione. Ripresero la loro vita, studiarono, si sposarono ed ebbero figli. Alcune scelsero di continuare la resistenza nell’impegno sindacale, politico o sociale. Una divenne la prima donna ministro della Repubblica. Tutte si sentirono cambiate. Oggi, dopo 60 anni, è difficile capire che cosa è stata quell’esperienza, insieme terribile ed esaltante, per una generazione di donne cresciute nel fascismo, educate ad ubbidire, ad assecondare un destino già scritto. La scelta della Resistenza ha avuto anche il valore di rottura di quel destino femminile, di conquista del diritto di cittadinanza, di affermazione di soggettività per sé e per le altre. Noi, oggi,  vogliamo ricordare di essere figlie e nipoti di quella scelta, vogliamo accogliere e custodire il patrimonio di valori che ci consegnano affinché non vadano dispersi, o peggio, non siano negati, nel trascorrere dei tempi  e nel passare delle generazioni.

Abbiamo pensato che il modo migliore fosse ascoltare le testimoni e lasciarci guidare dai loro racconti:  le ottantenni di oggi sono le ragazze di allora. Ragazze con i calzettoni  e le trecce che correvano in bicicletta leggere e veloci, piene di paura e di sogni, di rabbia e di speranza: così ce le restituiscono le immagini. Ci hanno aperto i loro cassetti e i loro album, ci hanno spalancato le loro memorie per raccontare di sé e di altre che non ci sono più. Come Carmen, atrocemente torturata, morta suicida dopo la guerra. Come le altre che non possono più o non vogliono raccontare.

Abbiamo scelto di rappresentare le diverse  appartenenze, sociali, culturali, politiche, territoriali, senza tuttavia nessuna pretesa di esaustività, piuttosto costruendo un racconto, uno dei tanti possibili, a più voci, per evocare un clima, capire con quale spirito hanno affrontato quei  venti lunghi mesi, come vissero quei giorni, “i giorni veri” che aprirono loro gli occhi e le menti. E come li ricordano oggi. Non si sofferma il film a raccontare le singole biografie, a descrivere vicende drammatiche (esilio, carcere, fame, rastrellamenti, rappresaglie, torture, deportazioni). Il film vuole soltanto suscitare l’incontro tra giovani di oggi e di sessant’anni fa. Chi vorrà sapere potrà leggere l’ormai vasta memorialistica e storiografia. E chi vorrà,  potrà raccogliere la “staffetta”, come dice Lina in chiusura, che loro ci vogliono consegnare.

 

 

Luisa Bellina e Maria Teresa Sega

 

 

Lunedì 11 maggio 2015 ci ha lasciato il partigiano BRUNO TOMAT DEMONTE

Ricordiamo con affetto la figura di Bruno comandante della Compagnia “Salzano-Luneo” che pagò il più alto tributo di sangue tra tutti i gruppi partigiani che operavano nel miranese.
Bruno Tomat Demonte conobbe torture e carcere fascista.
Nel dopoguerra fu amministratore del Comune e di altri enti pubblici dando un contributo personale importante a Mirano che conobbe il suo periodo felice quando i partigiani divennero classe dirigente.
Daremo l’ultimo saluto a Bruno sabato 16 maggio 2015 alle ore 10
presso la Sala Consiliare Maria Teresa di Calcutta del Comune di Mirano.

8-9 Maggio 1945-2015 70° Anniversario della Vittoria sul nazifascismo

8 maggio 2015

Le giornate della memoria e della riconciliazione

Le giornate della memoria e della riconciliazione

Passano i decenni, il 1945 diventa sempre piu’ lontano, ma milioni di persone rendono onore agli artefici della Vittoria sul nazifascismo che rimane un evento di grandissimo valore storico. Per decisione dell’ONU, l’8 e il 9 maggio sono le Giornate della memoria e della riconciliazione.

In Polonia le associazioni dei reduci di guerra organizzano programmi speciali l’8 maggio e il 9, insieme ai funzionari dell’Ambasciata russa, depongono corone di fiori ai monumenti ai caduti per la liberta’ del paese e di tutta l’Europa:

Alla cerimonia, dice Maria Cekaleva-Demidovskaja, addetto stampa dell’Ambasciata russa in Polonia, sono invitati i nostri connazionali e i reduci di guerra che abitano in Polonia e in Russia. Le manifestazioni commemorative avranno luogo a Poznan, a Danzica e Cracovia. Oltre al ricevimento, organizziamo un concerto al Centro russo della scienza e della cultura.

Il 9 maggio, dice il politologo e giornalista tedesco Aleksandr Rar, in Germania saranno deposte corone di fiori ai numerosi monumenti ai soldati sovietici. Alle celebrazioni parteciperanno i rappresentanti delle ambasciate di Russia e delle ex repubbliche sovietiche, i nostri connazionali e i veterani che abitano a Berlino. Inoltre vi saranno anche i tedeschi, figli degli eroi della lotta antifascista.

In Francia si ricorda l’8 maggio, dice il politologo Dmitrij de Koshko’, cosi’ come si ricorda l’11 novembre, la fine della Grande Guerra. Benche’ si metta in rilievo la vittoria sul nazismo, l’accento viene posto sulla riconciliazione con la Germania.

Peccato che negli ultimi anni i francesi dimenticano la guerra e la sua storia. Molti credono che la sconfitta del nazifascismo sia dovuta allo sbarco in Normandia nel ’44, come se non fosse mai esistita l’Armata Rossa, come se non ci fossero state Stalingrado e Kursk.

Spero, conclude il politologo francese, che l’anno prossimo, nell’anniversario della battaglia di Stalingrado, avremo l’occasione di ricordare all’opinione pubblica quanto alto sia stato il prezzo pagato dal popolo sovietico per questa vittoria.

In Austria ai primi di maggio il parlamento, alla presenza dei vertici politici, ha ricordato le vittime del regime nazista. Dice l’ambasciatore di Russia a Vienna, Serghej Neciaev:

Le manifestazioni principali si svolgono l’8 maggio, al memoriale di Schwarzenbergplatz, con la partecipazione dei reduci di guerra venuti dalla Russia e i sopravissuti agli orrori del campo di sterminio Mauthausen. Inoltre in programma un concerto degli artisti russi. Ogni anno e’ un evento di grande portata, solenne e commovente.

Negli Stati Uniti il 25 aprile viene ricordato l’incontro sull’Elba, a cui partecipo’ anche Davide Willet:

Combattemmo con l’unico obiettivo: sconfiggere Hitler. In questa guerra nacque un forte sentimento di fratellanza con i russi. Non permetto mai a nessuno di parlare male dei russi. Hanno fatto tanto per noi, non lo dimentichero’ mai.
Per saperne di più: http://it.sputniknews.com/italian.ruvr.ru/2012_05_08/74133605/

La seconda guerra mondiale quella conosciuta e quella sconosciuta

confine tedesco-polacco il 1°settembre 1939-it.vikipedia.org

Dopo aver analizzato le conseguenze catastrofiche della seconda guerra mondiale Riprendiamo i principali avvenimenti del conflitto  basati sulla concretezza  con l’apporto di documenti di archivio e scarsamente noti e di memorie di protagonisti militari e politici apparteneni ai paesi belligeranti.

La seconda guerra mondiale può essere convezionalmente divisa in cinque periodi.

Primo periodo : dal 1° Settembre 1939 al 21 giugno 1941. Inizio della guerra con l’attacco alla Polonia e penetrazione delle truppe tedesche nei Paesi dell’Europa occidentale.

Secondo periodo : dal 22 giugno 1941 al 18 Novembre 1942 . Aggressione della Germania nazista contro l’Urss, diffusione della guerra su vasta scala , fallimento della teoria hitleriana della guerra lampo.

Terzo periodo : dal 19 novembre 1942 al 31 dicembre 1943 . Radicale mutamento nell’andamento della guerra  e tracollo della strategia offensiva del blocco fascista.

Quarto periodo: dal 1 gennaio 1944 al 9 maggio 1945 . Disfatta del blocco fascista in Europa ,cacciata delle truppe nemiche dal territorio dell’Urss, apertura del secondo fronte in Normandia , liberazione dei paesi europei dall’occupazione , tracollo definitivo della Germania nazista e sua capitolazione incondizionata.

quinto periodo : dal 9 maggio al 2 settembre 1945 . Disfatta del militarismo giapponese , liberazione dei popoli dell’Asia dall’occupazione nipponica e conclusione della seconda guerra mondiale. (continua)