NO al terrorismo IN TUTTO IL MONDO

http://sakeritalia.it/video/aleppo-15-dicembre-i-terroristi-finalmente-abbandonano-la-citta/

Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Padre Mtanios Haddad, siriano, archimandrita melchita, rettore della basilica di Santa Maria in Cosmedin a Roma.

Padre Haddad, come potrebbe commentare l’attentato all’Ambasciatore russo Karlov ad Ankara? — Vorrei fare le mie condoglianze alla famiglia dell’Ambasciatore, al popolo russo, al presidente Putin, perché l’Ambasciatore rappresentava il suo Paese. Per me questo non è stato solo un attentato terroristico, ma anche un tradimento della pace. Visto che la Russia è in prima fila per la lotta al terrorismo e si è presa la responsabilità di dare un po’ di pace e tranquillità al Medio Oriente, l’attentato all’Ambasciatore è un tradimento, una pugnalata alle spalle. Il terrorismo non può toccare i simboli dei Paesi. © REUTERS/ Orient TV/Handout via ReutersTerroristi di Fateh al-Sham rivendicano l’omicidio dell’ambasciatore russoI terroristi sono delle persone concrete e la loro filosofia di vita è il terrorismo che uccide l’altro, perché loro non vogliono dialogare con l’altro. I terroristi non accettano né la religione né le ragioni dell’altro, loro cancellano l’atro. Questa non è una forza, ma la debolezza dell’uomo che non vuole vedere l’altro vicino a sé. Quello che è successo ad Ankara è un tradimento della pace, della giustizia e dell’uomo stesso.

Former UK ambassador to Syria accuses Foreign Office of lying about the country’s civil war

Peter Ford said the department led by Boris Johnson has judged Syria wrong ‘every step of the way’  da “independent” news

 Tornando alla Siria, lei come ha reagito, da siriano, alla liberazione di Aleppo dai terroristi da parte dell’esercito di Assad, appoggiato dalle forze russe? — Quel giorno nella nostra Chiesa ha avuto luogo un concerto per la pace dei cori orientali a Roma e io ho detto in quell’occasione che per noi è una gioia vedere la seconda città della Siria liberata. Ribadisco, è una vergogna dire che Aleppo sia caduta. Aleppo non è mai caduta, è tornata allo Stato siriano con tanti sacrifici del nostro esercito, che ha pagato con il sangue e i martiri. Anche i russi hanno pagato come noi con il sangue e con molti sforzi. Vorrei ringraziare i russi per questo e per il centro di Hmeimim, che non è solamente una base militare, ma una base anche di pacificazione, di riconciliazione. Io come siriano sono orgoglioso perché abbiamo creato un Ministero per la riconciliazione del popolo. Anche la base russa di Hmeimim ha avuto un ruolo importante per la liberazione di Aleppo e la riconciliazione dei siriani. La Siria è libera e sarà libera sempre per convivere pacificamente fra religioni. I terroristi, pagati da destra e da sinistra, sono arrivati in Siria proprio per rompere questa convivenza. © REUTERS/ Omar Sanadiki La popolazione di Aleppo scende in strada a festeggiare la liberazione della città— L’Occidente ha reagito in modo negativo alla liberazione di Aleppo. Perché secondo lei l’Occidente piange i cosiddetti ribelli moderati e terroristi vari? — L’Europa e l’America hanno recitato una commedia dicendo che fra tre mesi non ci sarebbe più stato Assad, che il presidente siriano avrebbe perso la sua legittimità. Loro volevano arrivare fino alla fine della loro corsa, invece con la Russia e la Siria abbiamo cambiato questa corsa, stiamo lottando con il terrorismo. Gli occidentali non vogliono accettare la loro sconfitta, non vogliono dire ai propri popoli che le loro mani sono sporche del sangue dell’esercito siriano. L’Occidente voleva andare fino in fondo con questa commedia, che mi fa piangere. Fin dall’inizio l’Europa ha fatto questo brutto gioco. Non si può dire che c’è un’opposizione moderata. Vediamo l’esercito del governo legittimo e vediamo una persona che viene per uccidere un mio fratello o un mio nipote nell’esercito… questa sarebbe un’opposizione moderata? A mio avviso se questa persona viene dall’interno allora è un traditore, se viene dall’esterno è un comprato. © REUTERS/ Ammar Abdullah Gli abitanti di Aleppo dicono che l’opposizione moderata commette torture ed esecuzioni— Fin dove si voleva arrivare con questa “commedia”? — L’Europa voleva imporre alla Siria una situazione che avrebbe diviso il Medio Oriente in Stati etnici. Noi rifiutiamo questa divisione su base etnica. Noi crediamo alla nazione, allo Stato. Io sono siriano e sono cristiano, in Libano ci sono altri cristiani, noi non facciamo una nazione. Noi viviamo in diversi Stati e siamo fedeli allo Stato. L’America e l’Europa hanno aiutato i “ribelli moderati” con le armi, i Paesi del Golfo hanno fatto lo stesso. È stato creato un corridoio che ha fatto entrare i terroristi. Stanno giocando con il sangue siriano. Noi abbiamo pagato con il sangue del nostro popolo, del nostro esercito per difendere la libertà della Siria. Finalmente abbiamo liberato Aleppo. —                                                                                                                                                               https://www.youtube.com/watch?    cliccv=muGLrhmjDGY   dalla Commissione esteri del Senato                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

Di fronte alla commissione esteri del senato l’Arcivescovo maronita di Aleppo, Joseph Tobji, ha sconfessato completamente la narrazione dei media mainstream: “In Siria non c’è alcuna guerra civile” ha detto ” in Sira è in atto una terza guerra mondiale per procura”.

Come si immagina il futuro della Siria, qual è il suo auspicio? — La Siria va liberata da Aleppo fino a Palmira, dove sono tornati i terroristi. Va liberata Idlib. Tutto il Medio Oriente deve essere ripulito da questo terrorismo, basato sull’estremismo dove si uccide in nome di Dio. Questo è un peccato mortale come si dice nel nostro linguaggio. In Siria hanno distrutto l’uomo, le infrastrutture, le scuole, gli ospedali, chiese e moschee di chi non ha la stessa fede. Hanno distrutto la convivenza. — La Siria era proprio un esempio perfetto di convivenza fra religioni e etnie prima della guerra, no? — Sì, vorrei che la Siria tornasse proprio a questo. Dobbiamo imparare la lezione del terrorismo. Noi tutti, di diverse religioni, etnie, colori dobbiamo tornare insieme più forti di prima. La pace costa molto meno della guerra. Anche in Europa la coscienza si deve risvegliare. Devono farci vivere nel nostro Paese con dignità, cristiani e musulmani. Non vogliamo essere rifugiati, sfollati, vivere con l’elemosina degli europei. — Nella lotta al terrorismo in Siria qual è il ruolo della Russia a suo avviso? — Faccio gli auguri al popolo russo, perché anche in Russia ci sono tante culture, etnie, lingue, come in Siria. La Russia ha capito il pericolo del terrorismo ed è venuta ad aiutare un governo legittimo e un popolo che ha avuto questo virus del terrorismo. Come ho detto prima, io non vedo Hmeimim come una base militare, bensì come un centro della riconciliazione. Vedo nella Russia un modello di persone credenti, cristiani, musulmani e di altre confessioni, che possono convivere insieme. Questo modello sia in Russia sia in Siria deve vincere. La pace è la speranza, siamo nel periodo del Natale. La nascita di Gesù Cristo è la nascita del Re della pace e speriamo che arrivi la pace per la Siria, per la Russia, per l’Europa, dove c’è stato solo qualche giorno fa un altro attentato terroristico. Dobbiamo mettere fine al terrorismo, in Siria deve tornare la convivenza, la giustizia e la speranza. Così potremo dire a tutti noi: Buon Natale. Grazie alla Russia adesso noi abbiamo questa speranza, mi auguro che il 2017 sia un anno pieno della grazia di Gesù Cristo, un anno pacifico di carità e misericordia. L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.

 

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Commemorazione GIORNATA DELLA MEMORIA MARTIRI DI MIRANO 13 DICEMBRE 2016

 studenti di mirano dal 1975 al 2016  http://vimeo.com/14071693 ” il vento e la pioggia ” video 1975

gli studenti del Liceo Majorana Corner alle 8.30 si sono trovati in Piazza Martiri a Mirano e si sono dislocati in sei diversi luoghi della piazza  che hanno visto deposti i corpi dei Martiri di Mirano. In questi diversi luoghi della piazza, assieme ai volontari dell’ANPI o dell’AUSER e accanto ai testimoni dell’eccidio, hanno accolto gli studenti delle classi terze della S.M.S. “G. Gabrieli” (“L. Da Vinci e Scaltenigo) e “G. Mazzini ” di Mirano, accompagnati dai propri insegnanti,  lungo i luoghi della memoria. (foto di Matteo)

11 Dicembre 1944…13 dicembre 2016 Giornata della Memoria dei Martiri di Mirano

foto di Roberto Doisneau                     http://vimeo.com/14071693 ” il vento e la pioggia ” video 1975

In occasione della commemorazione della Giornata della Memoria, gli studenti del Liceo “Majorana Corner”, in collaborazione con le classi terze dell’I.C. Mirano 1 (Scuole Medie) e I.C. Mirano 2 (“S.M.S. G. Mazzini”), parteciperanno all’attività programmata per la mattina del 13 dicembre 2016, secondo le seguenti modalità:

gli studenti del Liceo Majorana Corner alle 8.30 si troveranno in Piazza Martiri a Mirano e si dislocheranno in sei diversi luoghi della piazza che hanno visto deposti i corpi dei Martiri di Mirano. In questi diversi luoghi della piazza, assieme ai volontari dell’ANPI o dell’AUSER e accanto ai testimoni dell’eccidio, accoglieranno gli studenti delle classi terze della S.M.S. “G. Gabrieli” (“L. Da Vinci e Scaltenigo), che, accompagnati dai propri insegnanti, inizieranno un percorso lungo i luoghi della memoria;

ogni classe delle scuole medie si fermerà per circa 10 minuti in ciascun punto, dove potrà ascoltare i racconti dei testimoni e gli interventi degli studenti del Liceo; dopo di che passerà al punto successivo;

alle 10.15 gli studenti di liceo e tutte le classi delle scuole medie convergeranno al centro della piazza, dove saranno giunte anche le classi terze dell’ I.C. (S.M.S.”G. Mazzini”) , per un saluto da parte delle autorità comunali;

dalle 10.30 circa, le classi della S.M.S. “G. Gabrieli” torneranno nella loro sede, mentre gli alunni dell’ I.C. (S.M.S.”G. Mazzini”) inizieranno a loro volta il percorso;

entro 12.30 termineranno tutte le attività.

Si allega copia dello schema, con i punti di sosta e la corrispondente presenza di testimoni e studenti del Liceo Majorana Corner.Prospetto Commemorazione  “Martiri di Mirano”

(13 dicembre 2016  h.8,30-12,30)

Corrispondenza Testimoni –  studenti – argomenti.

LUOGHI/ POSTAZIONI PARTIGIANI/ TESTIMONI Classi / STUDENTI
1)   Casa del Fascio

Pal. Guardia di Finanza

Tema: avvento e affermazione del Fascismo: quadro generale

Presenza: Paolo Pietrobon/Bruno Tonolo

3 B  6  studenti: (Venier)

 

2)   Via Barche Bruno e Giovanni  Garbin – vittime eccidio ( foto)

Testimoni: Marcuglia Francesco

Tema: eccidio 11 dicembre 1944: fatti e protagonisti.

Presenza:  Marcuglia Francesco

I B 7  studenti: (Calzavara-Tempesta)

 

3)   Farmacia Sansoni Giulio Vescovo –  vittima eccidio ( foto)

Testimone: Ferrucci Livio

Tema: persecuzione degli  Ebrei, coniugi Errera, collegamento progetto Auschwitz. Resistenza

Presenza: Ferrucci Livio

4B  4 studenti  + 3 B 2 studenti:  ( Fici-Venier)

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4)   Via Castel Antico Cesare Chinellato- vittima eccidio ( foto)

Testimone:  Anna Maria Spolador

Tema: la II G .M.: cause, sviluppo  e  conseguenze.

Presenza:  Anna Maria Spolador

IIA studenti: (Scaggiante)

 

 

5)   Piazza /monumento Severino Spolaor –  vittima eccidio ( foto)

Tema: quadro generale della Resistenza nel Miranese e altri eccidi.

Presenza:  STORICO MARTINO LAZZARI

II B  5 studenti: (Calzavara-Tempest
6)   Municipio Cesare Spolaor – vittima eccidio ( foto)

Testimone:  RENZO TONOLO

Tema: le prospettive dopo la guerra e la rinascita democratica;  i sindaci del dopoguerra.

 

Gruppo Costituzione

III B 4 studenti:

Calzavara-Tempesta

 

 

 

 


A quelli del no e a quelli del sì : Pikadom Costituzione Referendum 2

L’arte della guerra                https://www.youtube.com/watch?v=y6Jzl11wlss

Risultati immagini per niscemi nucleare
Niscemi sicilia tratto da Ass. clulturale La torre

No alla  «riforma»  bellicista  Manlio Dinucci

La maggioranza degli italiani, sfidando i poteri forti schierati con Renzi, ha sventato il suo piano di riforma anticostituzionale. Ma perché ciò possa aprire una nuova via al paese, occorre un altro fondamentale No: quello alla «riforma»  bellicista che ha scardinato l’Articolo 11, uno dei pilastri basilari della nostra Costituzione.
Le scelte economiche e politiche interne, tipo quelle del governo Renzi bocciate dalla maggioranza degli italiani, sono infatti indissolubilmente legate a quelle di politica estera e militare. Le une sono funzionali alle altre. Quando giustamente ci si propone di aumentare la spesa sociale, non si può ignorare che l’Italia brucia nella spesa militare 55 milioni di euro al giorno (cifra fornita dalla Nato, in realtà più alta). Quando giustamente si chiede che i cittadini abbiano voce nella politica interna, non si può ignorare che essi non hanno alcuna voce nella politica estera, che continua ad essere orientata verso la guerra.
Mentre era in corso la campagna referendaria, è passato sotto quasi totale silenzio l’annuncio fatto agli inizi di novembre dall’ammiraglio Backer della U.S. Navy: «La stazione terrestre del Muos a Niscemi, che copre gran parte dell’Europa e dell’Africa, è operativa».
Realizzata dalla General Dymanics – gigante Usa dell’industria bellica, con fatturato annuo di 30 miliardi di dollari – quella di Niscemi è una delle quattro stazioni terrestri Muos (le altre sono in Virginia, nelle Hawaii e in Australia). Tramite i satelliti della Lockheed Martin – altro gigante Usa dell’industria bellica con 45 miliardi di fatturato – il Muos collega alla rete di comando del Pentagono sottomarini e navi da guerra, cacciabombardieri e droni, veicoli militari e reparti terrestri in movimento, in qualsiasi parte del mondo si trovino.
L’entrata in operatività della stazione Muos di Niscemi potenzia la funzione dell’Italia quale trampolino di lancio delle operazioni militari Usa/Nato verso Sud e verso Est, nel momento in cui gli Usa si preparano a installare sul nostro territorio le nuove bombe nucleari B61-12.
Passato sotto quasi totale silenzio, durante la campagna referendaria, anche il «piano per la difesa europea» presentato da Federica Mogherini: esso prevede l’impiego di gruppi di battaglia, dispiegabili entro dieci giorni fino a 6 mila km dall’Europa.
Il maggiore, di cui l’Italia è «nazione guida», ha effettuato, nella seconda metà di novembre, l’esercitazione «European Wind 2016» in provincia di Udine. Vi hanno partecipato 1500 soldati di Italia, Austria, Croazia, Slovenia e Ungheria, con un centinaio di mezzi blindati e molti elicotteri. Il gruppo di battaglia a guida italiana, di cui è stata certificata la piena capacità operativa, è pronto ad essere dispiegato già da gennaio in «aree di crisi» soprattutto nell’Europa orientale.
A scanso di equivoci con Washington, la Mogherini ha precisato che ciò «non significa creare un esercito europeo, ma avere più cooperazione per una difesa più efficace in piena complementarietà con la Nato», in altre parole che la Ue vuole accrescere la sua forza militare restando sotto comando Usa nella Nato (di cui sono membri 22 dei 28 paesi dell’Unione).
Intanto, il segretario generale della Nato Stoltenberg  ringrazia il neo-eletto presidente Trump per «aver sollevato la questione della spesa per la difesa», precisando che «nonostante i progressi compiuti nella ripartizione del carico, c’è ancora molto da fare». In altre parole, i paesi europei della Nato dovranno addossarsi una spesa militare molto maggiore.
I 55 milioni di euro, che paghiamo ogni giorno per il militare, presto aumenteranno. Ma su questo non c’è referendum.   (il manifesto, 6 dicembre 2016)