Commemorazione Marzabotto (ANPI di Mira)

Diffondiamo un messaggio dell’Anpi di Mira.

Cari tutti, vi comunichiamo che il 2 ottobre ci sarà l’uscita per ricordare l’eccidio di Marzabotto. L’Anpi di Mira assieme alle varie Anpi della riviera organizza un pullman le cui date e luoghi di partenza sono comunicati nell’allegato. Per chi volesse farne parte è pregato di mettersi in contatto al più presto .( si accettano prenotazioni fino ad esaurimento posti)

Ciao a tutti, Margherita.

 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA

ENTE MORALE D.L.N. 224 DEL 5 APRILE 1945
Sez. di mira via Toti n.7 Tel. 041 421064- 3351220376- 340084751-

Cari compagni/e amici ,come ogni anno vi comunico l’uscita del 2 ottobre 2011 alla 67 commemorazione dell’eccidio Marzabotto.
La strage di Marzabotto del 29 settembre 1944 fu la tragica tappa finale di una «marcia della morte» che era iniziata in Versilia. L’esercito alleato indugiava davanti alla Linea Gotica e il maresciallo Albert Kesserling, per proteggersi dall’«incubo» dei partigiani, aveva ordinato di fare «terra bruciata» alle sue spalle.

Kesserling fu il mandante di una strage che nessun’altra superò per dimensioni e per ferocia e che assunse simbolicamente il nome di Marzabotto anche se i paesi colpiti furono molti di più. L’esecutore si chiamava Walter Reder. Era un maggiore delle SS soprannominato «il monco» perché aveva lasciato l’avambraccio sinistro a Charkov, sul fronte orientale. Kesserling lo aveva scelto perché considerato uno «specialista» in materia.

Al comando del 16° Panzergrenadier «Reichsfuhrer», il «monco» iniziò il 12 agosto una marcia che lo porterà dalla Versilia alla Lunigiana e al Bolognese lasciando dietro di sé una scia insanguinata di 3000 corpi straziati: uomini, donne, vecchi e bambini.
Crediamo che, in questi momenti così importanti della nostra storia, bisogna esserci. Per le prenotazioni vi invitiamo di telefonare ai numeri sotto indicati. L’ANPI Provinciale e specificatamente L’ANPI di Mira e Camponogara organizzano un pullman con le seguenti modalità:

Camponogara, partenza alle ore 6.40 dall’area vicino alla Chiesa
Fiesso d’Artico, partenza alle ore 6.50 davanti al Comune.
Dolo, partenza ore 7.00 dall’area piazza mercato fianco Pretura.
Mira, partenza da Mira,alle ore 7.15 dal parcheggio “Mira sole”..

La quota totale compreso viaggio, pranzo e spuntini mattino e pomeriggio è di euro 35.
Recapito Tel. 041 421064 (ore pasti) -3351220376- 3400984751. Tullio-Margherita- Mira
Recapito tel. 339409952- pres. Tamburini Alfredo –tel.3397898487- Claudio Cogno- Camponogara

Sciopero Generale di martedì 6 settembre 2011

Cari tutti, vi invio il promemoria per lo sciopero generale anti manovra di martedì 6 settembre….L’ANPI invita alla mobilitazione…

Come certamente saprete l’ANPI Provinciale di Venezia è stato tra i primi ad aderire allo sciopero indetto dalla CGIL le cui ragioni vanno sostenute con tutta la nostra forza di partecipazione. Scioperare per i diritti fondamentali contro un governo di destra che per sua natura toglie tutti i diritti, soprattutto dei più deboli ci impone di dire BASTA. Lo sciopero è un diritto di tutti gli uomini liberi ed uno strumento formidabile contro l’arroganza del potere.Lo sciopero generale della c.g.i.l. del 6 settembre dovrà essere anche un momento per ribadire che non ci possono essere diritti senza una seria politica di Pace tra i popoli.

Mestre-Programma dello sciopero che si terrà nella nostra provincia: partenza ore 9 rampa Cavalcavia Mestre con corteo per raggiungere piazza Ferretto.

Siete invitati tutti a partecipare e fare partecipare.

Tullio Cacco

segretario Anpi

Venezia

L’arte della guerra Demolizioni & Restauri Corp.

L’arte della guerra

Demolizioni & Restauri Corp.

Manlio Dinucci

C’è una società multinazionale che, nonostante la crisi, lavora a più non posso. Si occupa di demolizioni e restauri. Non di edifici, ma di interi stati. La casa madre è a Washington, dove nella White House risiede il Chief executive officer (Ceo), l’amministrazione delegato. I principali quartieri generali re-gionali si trovano a Parigi e Londra, sotto rampanti direttori e avidi comitati d’affari, ma la multinazionale ha filiali in tutti i continenti. Gli stati da demolire sono quelli situati nelle aree ricche di petrolio o con una importante posizione geostrategi-ca, ma che sono del tutto o in parte fuori del controllo della multinazionale. Si privilegiano, nella lista delle demolizioni, gli stati che non hanno una forza militare tale da mettere in pericolo, con una rappresaglia, quella dei demolitori. L’operazione inizia infilando dei cunei nelle crepe interne, che ogni stato ha. Nella Federazione Iugoslava, negli anni ’90, vennero fomentate le tendenze secessioniste, sostenendo e armando i settori etnici e politici che si opponevano al go-verno di Belgrado. In Libia, oggi, si sostengono e si armano i settori tribali ostili al governo di Tripoli. Tale operazione viene attuata facendo leva su nuovi gruppi dirigenti, spesso formati da politici passati all’opposizione per accaparrarsi dollari e posti di potere. Si chiede quindi l’autorizzazione dell’ufficio competente, il Consiglio di sicurezza dell’Onu, motivando l’intervento con la necessità di sfrattare il dittatore che occupa i piani alti (ieri Milosevic, oggi Gheddafi). Basta il timbro con scritto «si autorizzano tutte le misure necessarie» ma, se non viene dato (come nel caso della Iugoslavia), si procede lo stesso. La squadra dei demolitori, già approntata, entra in azione con un massiccio attacco aeronavale e operazioni terrestri all’interno del paese, attorno a cui è stato fatto il vuoto con un ferreo embargo. Intanto l’ufficio pubblicitario della multinazionale conduce una martellante campagna mediatica per presentare la guerra come necessaria per difen-dere i civili, minacciati di sterminio dal feroce dittatore. Completata la demolizione, si procede alla costruzione di un nuovo stato (come in Iraq e Afghanistan) o di un insieme di staterelli (come nella ex Iugoslavia) in mano ad amministratori fidati. L’altro importante settore della multinazionale è quello del restauro di stati pericolanti. Come l’Egitto e la Tunisia, lo Yemen e il Bahrain, le cui fondamenta sono state scosse dal movimento popolare che ha defenestrato o messo in difficoltà i regimi garanti degli interessi delle potenze occidentali. Secondo la direttiva del Ceo di assicurare una ordinata e pacifica transizione, il restauro viene effettuato consolidando anzitutto il pilastro su cui già poggiava il potere – la struttura portante delle forze armate – ridipingendolo con i colori arcobaleno della democrazia. Si restaurano così gli stati colpiti dal terremoto sociale, su cui la multinazionale fonda la sua influenza in Nordafrica e Medio Oriente, e allo stesso tempo, provocando una scossa artificiale, se ne demolisce uno relativamente indipendente. Già alla casa madre brindano allo scongiurato pericolo della rivoluzione araba. Ma in pro-fondità, nelle società arabe, crescono le tensioni che preparano un nuovo sisma sotto le fondamenta del palazzo imperiale.

(il manifesto, 30 agosto 2011)

Lettera all’Anpi nazionale per chiedere una presa di posizione sulle vicende di Libia

Il 3 agosto l’Anpi del Miranese ha inviato all’Anpi nazionale una lettera per chiedere una presa di posizione sulle vicende di Libia, ma non c’e’ ancora stata una risposta o una comunicazione a riguardo. Sono passati 30 giorni e la situazione in Libia si sta complicando.

 

Al Presidente

dell’Anpi Nazionale

Carlo Smuraglia

 

e, p.c.

Al  Presidente

dell’ANPI Provinciale di Venezia

Marcello Basso

 

Agli Iscritti e simpatizzanti

dell’Anpi del Miranese

 

Caro Presidente,

nel corso degli ultimi mesi è emersa, tra i nostri iscritti, la necessità di allargare il dibattito a questioni che riguardano le scelte di politica estera, avviate dal nostro governo, che ci hanno coinvolto militarmente su vari fronti con un pesante tributo in vite umane.

 

L’idea che democrazia e pace si esportino con le armi, in particolare nei paesi ricchi di petrolio, si sta affermando come l’unica opzione percorribile negando validità  ad altre ipotesi che prevedano strategie di mediazione diplomatica  ispirate ai principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di Parigi del 1948.

Dichiarazione emanata proprio all’indomani della fine della seconda guerra mondiale che aveva visto la sconfitta del nazifascismo grazie alla mobilitazione delle coscienze di uomini liberi e consapevoli che un mondo migliore si sarebbe potuto costruire solo se si fossero affermati i valori irrinunciabili della pace, della libertà, dell’accoglienza nella difesa del diritto all’autodeterminazione dei popoli.

 

Come viene ricordato nel Documento Politico Programmatico al XV° Congresso Nazionale dell’ANPI: L’autonomia dell’ANPI, innanzitutto da ogni partito, è condizione irrinunciabile dell’unità per una Associazione culturalmente e politicamente pluralista qual’ è l’ANPI ancor più oggi, affinché possa esercitare con efficacia, credibilità, vasta partecipazione e consenso la sua funzione di “coscienza critica” della democrazia e della società.

E’ questo modo critico di essere dell’ANPI oggi che ci sollecita a chiedere agli organismi direttivi dell’ANPI  Provinciale di Venezia di valutare l’opportunità, dopo il periodo estivo, di dar vita ad una serie di iniziative, aperte al territorio, per favorire il confronto tra  gli iscritti anche attraverso un’informazione ragionata e non allineata sulla situazione internazionale, alla luce degli ultimi drammatici eventi che hanno visto l’Italia intervenire a fianco delle forze Nato in Libia mentre è ancora in corso la sanguinosa esperienza  afgana.

 

Dovrà essere un contributo qualificato nei contenuti e nelle ragioni, ben diverso dalle squallide motivazioni pseudo pacifiste usate strumentalmente in chiave elettoralistica dalla Lega

 

Convinti della necessità di muoversi nella direzione di un maggior coinvolgimento della base su questioni di grande rilevanza sociale e politica, ti ringraziamo sin d’ora per l’attenzione che vorrai dare a questa proposta.

Augurandoti buon lavoro, ti inviamo cordiali saluti.

 

 

Sezione ANPI del Miranese