memorazione 6-9 agosto 2021: non dimentichiamo i vigili del fuoco e la lettera dello Scienziato giapponese

Guardate la diapositive, per cortesia. Un gran numero di persone fu ucciso, bruciate vive dagli incendi causati dai raggi termici, schiacciate dalla case crollate per lo spostamento d’aria provocato dall’esplosione. Questo è un bambino carbonizzato che si trovava a circa seicento metri dal centro dell’esplosione. Questa è una donna con la schiena ustionata. Le radiazioni provocarono sintomi sino ad allora sconosciuti alle scienze mediche e uccisero un numero incalcolabile di persone. Questa foto mostra una madre che aveva chiamato un medico per visitare sua figlia: tuttavia morì prima la madre, e qualche ora dopo la figlia, anche se la madre apparentemente non mostrava nessun problema. Le radiazioni avevano distrutto le cellule interne del corpo facendole perdere la vita. Questo è un soldato morto per emorragia, come si vede dalla macchie color porpora. Egli fu esposto alla radioattività a 760 metri dal centro dell’esplosione. Questa è una ragazza che perse i capelli a causa delle radiazioni. Questa è una foto di cataratta. Vicino al centro dell’esplosione, oltre il 90% delle vittime ebbero questa malattia. Questo è il caso di un’ammalata di leucemia. Le sue mani si gonfiarono come guantoni di baseball. Questo è un tumore della pelle sul viso. I tumori della pelle non furono numerosi. Come si vede, è una malattia orribile. Questo grafico mostra il rapporto fra la formazione del tumore alla tiroide e la distanza dal centro dell’esplosione. Più alto è il dosaggio della radiazione, più alta è la percentuale dei tumori. Questo è un anziano che perse tutta la sua famiglia. Circa 7.000 anziani rimasero soli dopo l’esplosine delle bombe atomiche. Questi sono bambini che persero le loro famiglie. La bambina è sola soletta, mentre il bambino a destra trascorre tutta la giornata tenendo il cane fra le braccia,avendo solo questo cane che possa dargli affetto. Questa è la tomba di una donna costruita dal suo bambino. Sul legno si legge la parola “Mamma”. Poichè tutti i membri della sua famiglia erano morti, questo per lui era il luogo riconosciuto come luogo di sepoltura per i membri della sua famiglia. Sia a Hiroshima sia a Nagasaki sono rimaste numerose tombe di ignoti che avevano perso tutti i loro parenti. La bomba di Hiroshima causò la morte di circa 140.000 persone soltanto entro l’anno 1945. In seguito morirono altre 70.000 persone circa. Anche se la bomba atomica su Nagasaki fu circa il 40% più potente rispetto alla bomba su Hiroshima, a causa del terreno ondulato e per motivi demografici, il numero dei morti fu circa la metà rispetto a Hiroshima. Queste due bombe atomiche hanno ucciso fino ad oggi più di 310.000 persone. Attualmente sono circa 250.000 i sopravissuti che hanno ancora oggi problemi di salute o soffrono per i postumi delle ferite riportate. Tranne pochissime vittime,la maggior parte delle persone non hanno ricevuto il riconoscimento dal governo per le malattie relative alle bombe atomiche e sono costrette a vivere nella preoccupazione perché non sono coperte dai benefici garantiti dalla legge sulla assistenza medica alle vittime delle bombe atomiche. Inoltre per la discriminazione sociale e i pregiudizi, la maggior parte delle vittime incontrarono difficoltà per ottenere un impiego e per sposarsi. Se questo disastro disumano fosse stato divulgato fra i popoli di tutti i paesi del mondo, forse si sarebbero alzate forti grida per vietare le armi nucleari. Invece le forze di occupazione imposero la censura e vietarono le informazioni sui danni causati dalle bombe atomiche. Di conseguenza la gente nel mondo non ebbe l’opportunità di sapere cosa fosse accaduto a Hiroshima e Nagasaki. Con l’esperimento nucleare degli USA il primo luglio 1946 sull’atollo Bikini, si diede nuovo impulso alla produzione delle armi nucleari. Nel 1949 l’Unione Sovietica eseguì con successo il suo esperimento nucleare: la bomba a idrogeno nota come “la super bomba mille volte più potente delle bombe atomiche precedenti”. Successivamente gli USA eseguirono un esperimento con una bomba ad idrogeno ancora più potente, chiamata “BRAVO”, sull’atollo Bikini il 1° marzo 1954. La potenza fu di 15 megatoni: convertita in polvere da sparo ad alto potenziale equivaleva a 15 milioni di tonnellate, cioè era 940 volte più potente di quella di Hiroshima. Se la somma della potenza delle bombe tradizionali e atomiche impiegate nella 2° guerra mondiale, cui parteciparono oltre 60 paesi dal 1939 al 1945, incluse le bombe di Hiroshima e Nagasaki, fu pari a 3 megatoni, la bomba all’idrogeno da 15 megatoni esplosa sull’atollo Bikini fu ben 5 volte più potente. A meno di dieci anni dai tragici eventi di Hiroshima e Nagasaki, l’umanità era entrata in un’epoca di terrore, dove una sola arma nucleare aveva una potenza parecchie volte superiore a quella impiegata nella seconda guerra mondiale. Il peschereccio giapponese “V Fukuryumaru” che stava pescando a 160 Km di distanza dall’esplosione della bomba a idrogeno sull’atollo Bikini fu investito dalla radioattività. Sei mesi dopo, il capo della comunicazione radio morì, lasciando le sue ultime volontà: ”Vorrei essere l’ultima vittima della bomba atomica e della bomba a idrogeno”. I giapponesi furono vittime sia della bomba atomica, sia della bomba a idrogeno. La maggior parte dei 23 membri dell’equipaggio del peschereccio “V Fukuryumaru” morì per tumore al fegato ed altre malattie causate dalla radioattività o dalla trasfusione di sangue infetto durante le cure. Uno dei membri dell’equipaggio, il Sig. Matahichi Ooishi, dopo essere stato esposto alle radiazioni, subì la discriminazione sociale e il pregiudizio; alla fine si sposò lontano dal suo paese d’origine. Purtroppo dovette affrontare un’altra tristissima esperienza, quella di perdere durante il parto il primogenito, nato deforme. Alla seconda gravidanza, la moglie rifiutò di partorire. Tantissime vittime che si sposarono, si tormentarono per la stessa ansia e la stessa paura. Nonostante queste tristissime esperienze e benché sia ammalato di tumore al fegato, il Sig. Ooishi continua a denunciare i danni causati dalle armi nucleari e la necessità del disarmo atomico, scrivendo libri e facendo conferenze. In Giappone, il movimento per l’abolizione delle armi atomiche e all’idrogeno registrò una svolta decisiva a livello nazionale dopo l’esperimento all’atollo Bikini. A partire da quell’avvenimento, le attività del movimento sono proseguite per oltre mezzo secolo con tenacia. Le vittime raccontano in Giappone e all’estero le loro esperienze orribili, un inferno molto doloroso da ricordare ma costituiscono la parte più importante del movimento per impedire l’uso delle armi nucleari in guerra. Lo scorso anno, la Nihon Hidankyo (Japan Confederation of A-bomb Suffers Organizations) fu candidata al premio Nobel per la pace come riconoscimento alle vittime che non persero mai la fiducia e la speranza nella natura umana; nonostante abbiano conosciuto la più profonda disperazione, non hanno mai smesso di battersi generosamente per l’abolizione delle armi nucleari.

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Malgrado i danni causati dalle armi nucleari, dopo l’esperimento sull’atollo Bikini, si è intensificata sempre più la corsa agli armamenti nucleari ed è aumentato anche il numero dei paesi che si armano. Per quanto riguarda le potenze nucleari nel mondo, negli anni 40 ci furono gli USA e l’Unione Sovietica, negli anni 50 l’Inghilterra, negli anni 60 la Francia, la Cina e Israele, negli anni 70 l’India, negli anni 90 il Pakistan e nel 2000 la Corea del Nord. Quindi nel complesso, quasi ogni 10 anni si aggiungono uno o due paesi possessori e oggi giorno ci sono nove paesi che possiedono oltre 27.000 testate nucleari. Se scoppiasse una guerra di grandi dimensioni con armi nucleari, si verificherebbe il fenomeno abnorme chiamato “Inverno nucleare”. La scienza ci dice che in seguito a ciò la produzione mondiale di generi alimentari subirebbe un danno devastante e centinaia di milioni di persone sarebbero a rischio di morte. La commissione del WHO (World Hearth Organization) commenta così: “ La conclusione della nostra Commissione indica che le armi nucleari sono diventate la più grande minaccia diretta alla salute al benessere dell’umanità “. La commissione ha avanzato questa proposta: “ Prevenire la guerra nucleare è il mezzo più efficace per eliminare la minaccia ”. Dunque il mezzo più efficace per prevenire la guerra nucleare è eliminare le armi nucleari. Alcune persone avevano pensato come sopravvivere in caso di attacco nucleare. Questa diapositiva è la foto di un catalogo degli oggetti indispensabili per un rifugio anti-atomico, diffuso in una potenza nucleare. Vicino ad un uomo con il fucile, con indosso un abito a protezione anti-atomica, accanto a delle provviste si vedono arco e frecce. Se un estraneo volesse entrare nel rifugio potrebbe essere accolto per ragioni umanitarie dall’uomo, ma poi, a causa della scarsità di cibo diventerebbe un problema per la sua sopravvivenza. Allora con l’arco e le frecce potrebbe uccidere il “seccatore” nel caso i proiettili di fucile fossero esauriti. L’arco e le frecce si possono riutilizzare più volte estraendole dal cadavere. Questa foto di un opuscolo dal titolo “Proteggere e sopravvivere” pubblicato in una nazione che detiene armi nucleari. Sulla copertina c’è il disegno di una famiglia composta da quattro membri e il sottotitolo recita: “ Questo opuscolo ti insegna il modo per difendere te e la tua famiglia nel caso di attacco nucleare”. Inoltre spiega che al momento dell’attacco e in presenza di un allarme, se si fosse all’aperto, bisognerebbe immediatamente precipitarsi nel palazzo più vicino; se non si potesse trovare un palazzo, bisognerebbe mettersi ventre a terra al margine della strada e coprirsi con la giacca fino alla testa e restare immobili. Nessun giapponese crederebbe a istruzioni di questo tipo. Questa è la foto di un rifugio anti-atomico destinato ad alte personalità del governo di una nazione. E’ singolare che ci sia un ufficio postale. All’atto di una guerra nucleare, perché qualcuno dovrebbe spedire una lettera? La prossima foto appartiene a un libro pubblicato da una potenza nucleare. Il libro spiega che “ poiché è solamente una tigre di carta, non dovremmo temere nulla se potessimo acquisire le conoscenze per la difesa dalle armi nucleari “. Inoltre scrive cose illogiche. Per esempio in caso di attacco nucleare all’aperto, sarebbe sufficiente sdraiarsi, allontanando la testa dal centro dell’esplosione. Anche questa affermazione, se fossimo in Giappone, sarebbe considerata una barzelletta. Inoltre, il sistema della armi nucleari è soggetto ad alcuni incidenti casuali. Nel 1962 un bombardiere strategico si incendiò e le due bombe a idrogeno in dotazione caddero su Goldsborough in North Carolina. Secondo l’indagine effettuata dall’Aviazione, fu un incidente dovuto al mancato funzionamento dei dispositivi di sicurezza: cinque passaggi su sei erano disattivati. Nel 1966 un B52 precipitò con 4 bombe a idrogeno su Palomares in Spagna, provocando la dispersione del plutonio. Inoltre, il 3 giugno 1980, presso il Quartiere generale dell’Aviazione Strategico Militare di Omaha nello stato del Nebrasca, negli USA, sullo schermo del computer venne visualizzato il segnale che diceva: “ l’Unione Sovietica ha attaccato l’America con le armi nucleari, sia con alcuni IBM (International Balistic Missile) sia con SLBM (Submarine Lounched Balistic Missile), lanciati da un sottomarino.” L’equipaggio dell’Aviazione Militare Americana si imbarcò su un cacciabombardiere che portava armamento nucleare e iniziò ad accendere il motore. Dalle isole Hawaii, sotto una grandissima tensione, fu fatto immediatamente partire il caccia, ma tre minuti dopo l’allarme si scoprì che l’allarme era falso, causato da un guasto del computer del Quartiere Generale di Difesa Antiaerea del Nord America di Springs in Colorado. Secondo il rapporto presentato al Senato americano, dal 1° gennaio 1979 al 30 giugno 1980, in un anno e mezzo,c’erano state 147 segnalazioni su possibili attacchi al territorio americano. In seguito a ciò, si diceva che per ben 4 volte fu convocato il Consiglio per valutare le minacce. Il 26 settembre 1983, il primo allarme del sistema di Sicurezza dell’Unione Sovietica segnalò che 5 testate nucleari erano state lanciate da una base militare americana. L’allarme fu confermato come regolare. Per caso il Comandante di Reggimento Stanislav Petrov che era in servizio, considerò errata la segnalazione e si potè evitare all’ultimo momento la fase critica. Grazie al merito di “avere salvato il mondo dalla catastrofe”, Stanislav Petrov ricevette il conferimento del premio “Associazione dei cittadini del mondo” Il 25 gennaio 1995, il missile norvegese per le osservazioni meteorologiche lanciato al largo della Norvegia, venne intercettato dalla rete radar della Sicurezza. Immediatamente gli USA si apprestarono a lanciare un missile di rappresaglia. In quell’occasione, nonostante la Norvegia avesse dato il preavviso, per qualche disguido la Stazione radar americana di Sicurezza non venne informata. Questo dimostra che il sistema delle armi nucleari crea costantemente il pericolo che, a causa di un funzionamento errato , si lancino armi nucleari per causa accidentale ( senza informarci dell’incidente). Dopo Hiroshima e Nagasaki, per fortuna le armi nucleari non sono mai state utilizzate nelle guerre,ma non perchè non avessero l’intenzione di utilizzarle. Nel libro scritto da Joseph Gerson “Empire and the Bomb” pubblicato recentemente dall’American Friends Service Committee in America, vengono esaminati oltre 3 dozzine di casi di ipotesi di uso delle armi nucleari. Tra questi casi, è superfluo dire che rientra il caso della famosa crisi di Cuba. Nel 1962, al momento della crisi di Cuba, Gerson riferisce nel libro che gli ufficiali della Marina sovietica avevano l’autorizzazione all’utilizzo delle armi nucleari strategiche. Finchè le armi nucleari esistono come deterrente nucleare (reciproco) e vengono dispiegate per una possibile guerra ,prevedendo il lancio di un missile a scopo difensivo subito dopo l’allarme,non sarà mai possibile superare il rischio di incidenti come questi. Nel mondo, ancora oggi, ci sono 27.000 testate nucleari che costituiscono una minaccia per l’esistenza dell’umanità. Le Nazioni Unite più volte hanno emanato risoluzioni per abolire le armi nucleari. Nel 1996, anche il Tribunale Internazionale della Giustizia aveva proclamato che “La minaccia con le armi nucleari e il suo utilizzo sono violazioni del Diritto internazionale.”. La linea politica che prevede le armi nucleari come deterrente, in caso di fallimento, è una linea politica che ne presuppone l’ utilizzo per infliggere l’attacco di rappresaglia senza esitazione. Noi non possiamo approvare questa linea politica. In qualità di studioso per la difesa dalle radiazioni, venendo dal paese in cui abbiamo sperimentato gli effetti raccapriccianti e disumani delle armi nucleari , non potrei mai schierarmi a favore di questa linea politica. Oggi, la gente di tanti paesi grida; “Fermate la guerra nucleare”, “Abolite le armi nucleari”. Negli USA, in Europa e in Giappone, molte voci reclamano il divieto totale delle armi nucleari e la loro eliminazione nel corso del ventunesimo secolo. In Giappone, in seguito alla vicenda delle vittime causate dall’esperimento della bomba a idrogeno nel 1954, nacque un movimento popolare per l’abolizione delle armi atomiche. Dopo più di mezzo secolo dal tragico avvenimento di Hiroshima e Nagasaki, ancora oggi, ogni anno si tiene la Conferenza Mondiale contro la Bomba Atomica e ad Idrogeno e si espongono striscioni con scritto “Impedire la guerra nucleare”, “Abolire le armi nucleari” e “Assistenza e solidarietà alle Hibakusha”. Il popolo giapponese ha presentato alle Nazioni Unite oltre 100 milioni di firme per chiedere l’abolizione totale delle armi nucleari. Inoltre quotidianamente diffonde informazioni sulle sciagure causate dalle bombe atomiche e sulle attività delle basi militari,mentre continuano le attività di assistenza per le vittime che soffrono per i postumi. Per di più, chiede al governo giapponese di rispettare rigidamente l’obbligo per la Pace e i tre principi della denuclearizzazione: “Non possedere, non produrre, non portare nel paese armi nucleari.” In questi ultimi anni, alla Conferenza Mondiale contro la Bomba Atomica e a Idrogeno, oltre ai circa 10.000 cittadini del mondo che svolgono attività per la denuclearizzazione e la pace, partecipano anche la “New Agenda Coalition”, formata da Egitto, Malesia, Messico, Cuba e i rappresentanti dei paesi non allineati; le organizzazioni governative e non governative cercano la strada per l’abolizione delle armi nucleari. Si dice che in Italia ci siano varie opinioni sulla politica relativa agli armamenti nucleari. In qualità di specialista per la difesa dalla radiazione, desidererei sollecitare dal profondo del mio cuore la necessità di stabilire in fretta (immediatamente) una politica per la Sicurezza. E poi ,superando l’idea strategica di tenere sotto controllo la violenza con altra violenza, spero che l’umanità possa vincere al più presto possibile la minaccia delle armi, incluse le armi nucleari,che provocano massacri spaventosi. Grazie di cuore per la Vostra attenzione.

Emanuele Isonio

ECONOMIA

Meno missili, più tamponi. La scelta miope di tagliare la sanità e aumentare le spese militari

Nelle esplosioni nucleari

  1. Si genera un lampo elettromagnetico e gamma che provoca ustioni e una radiazione termica di tipo incendiario (80% energia Primaria) in un milionesimo di secondo

 2. Si forma un onda d’urto (di aria rovente) che si propaga velocissima radendo al suolo e fondendo tutto ciò che incontra. Finita la spinta propulsiva, l’aria raffreddata si ritira verso il centro formando un onda di ritorno (spesso più distruttiva della prima, perché contiene i detriti) Per effetto camino si forma una colonna di aria ascendente che forma il “gambo” del fungo.

 3. Finita la spinta propulsiva verso l’alto, l’aria si espande orizzontalmente formando il cappello del fungo Avviene la ricaduta (fall-out) radioattivo dal cappello del fungo.

 4.Nei primi 4 mesi, gli effetti acuti uccisero 90,000–166,000 persone a Hiroshima e 60,000–80,000 a Nagasaki, Metà delle morti furono quelle del primo giorno 60% per il lampo di radiazione, 30% per l’onda d’urto e il 10% per altre cause. Nei mesi seguenti, il 15–20% morì per le radiazioni, il 20–30% per le ustioni e il 50–60% per ferite e/o malattie.

L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi                        Albert Einstein


«Un attentato contro le basi militari di Aviano o Ghedi potrebbe provocare dieci milioni di vittime». Perché è lì, in Italia, che si trovano ancora decine di testate nucleari. Comincia con queste parole “Il prezzo dell’atomica sotto casa”, rapporto pubblicato il 1 dicembre e firmato da Sofia Basso, membro dell’unità investigativa di Greenpeace Italia. Nel quale si fa riferimento ad uno studio citato da un funzionario in un colloquio riservato.

Il documento della ong accende i riflettori su un tema fin troppo trascurato negli ultimi anni, quasi dimenticato. Se non fosse per il lavoro di organizzazioni della società civile o per la Campagna internazionale per l’abolizione delle testate nucleari (ICAN). Il cui impegno non è bastato a far scomparire questi ordigni. Così, lo spettro di conflitti con l’impiego di bombe atomiche non può considerarsi ancora archiviato.

Armi nucleari. Come la pensano i Rettori di molte Università italiane

Disarmo, in vigore il trattato Onu che vieta le armi nucleari https://www.ildubbio.news/2020/10/25/286612/

L’Italia non ha firmato il Trattato, ignorato dai Paesi detentori dell’atomicaDOMENICA 25 OTTOBRE 2020Share on facebook Share on twitter Share on linkedin

Grazie alla cinquantesima ratifica nazionale (da parte dell’Honduras), il trattato Onu che vieta le armi nucleari entrerà in vigore entro i prossimi 90 giorni. Lo ha annunciato la notte scorsa il segretario generale dell’organizzazione, Antonio Guterres, in una nota in cui sottolinea che si tratta di un «impegno importante verso l’eliminazione totale delle armi nucleari, che rimane la principale priorità delle Nazioni Unite in materia di disarmo». Il testo non è stato firmato dai principali detentori dell’arma atomica, ma i promotori del trattato auspicano ugualmente che la sua entrata in vigore non sarà solo simbolica. Solo 6 dei 49 stati europei hanno approvato e ratificato il trattato: Austria, Irlanda, Malta, San Marino, Liechtenstein e lo Stato del Vaticano. L’Italia non ha firmato né ratificato il Trattato e non ha partecipato alla negoziazione del trattato. Il nostro Paese è attualmente uno dei cinque stati europei che ospitano testate nucleari statunitensi nell’ambito di accordi Nato. Si tratta di circa 40 bombe nucleari B61 presso la basi aeree di Aviano e di Ghedi. Nel 2019 l’Italia ha votato contro una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che invitava ad aderire al trattato.
Il Trattato è stato adottato il 7 luglio 2017 dalla Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento legalmente vincolante per vietare le armi nucleari, che ha portato alla loro totale eliminazione. In conformità con il suo articolo 13, il Trattato è stato aperto alla firma di tutti gli Stati presso la sede delle Nazioni Unite a New York a partire dal 20 settembre 2017.
Secondo l’articolo 1 del trattato, ciascuno Stato parte si impegna, in qualsiasi circostanza, a non:
a) Sviluppare, testare, produrre, produrre, oppure acquisire, possedere o possedere riserve di armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari;
b) Trasferire a qualsiasi destinatario qualunque arma nucleare o altri dispositivi esplosivi nucleari o il controllo su tali armi o dispositivi esplosivi, direttamente o indirettamente;
c) Ricevere il trasferimento o il controllo delle armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari, direttamente o indirettamente;
d) Utilizzare o minacciare l’uso di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari;
e) Assistere, incoraggiare o indurre, in qualsiasi modo, qualcuno ad impegnarsi in una qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato;
f) Ricercare o ricevere assistenza, in qualsiasi modo, da chiunque per commettere qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato parte del presente Trattato;
g) Consentire qualsiasi dislocazione, installazione o diffusione di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione o controllo.

«Sono trascorsi 75 anni dagli orribili attacchi a Hiroshima e Nagasaki e la fondazione dell’Onu che ha reso il disarmo nucleare una pietra angolare – ha dichiarato Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, la coalizione vincitrice del Premio Nobel per la pace 2017 il cui lavoro ha contribuito a guidare il trattato per il divieto nucleare -. I 50 paesi che ratificano questo trattato stanno dimostrando una vera leadership nella definizione di una nuova norma internazionale, secondo cui le armi nucleari non sono solo immorali ma illegali».
La 50a ratifica è avvenuta nel 75esimo anniversario della ratifica della Carta delle Nazioni Unite che ha istituito ufficialmente le Nazioni Unite. Una volta entrato in vigore, tutti i paesi che l’hanno ratificato saranno vincolati dai requisiti previsti dal trattato. Gli Stati Uniti hanno scritto ai firmatari del trattato definendo la sua sottoscrizione «un errore strategico» ed esortandoli a revocare la loro ratifica.

La lettera degli Stati Uniti, ottenuta dall’Associated Press, diceva che le cinque potenze nucleari originali – Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia – e gli alleati della Nato dell’America «sono uniti nella nostra opposizione alle potenziali ripercussioni» del trattato. Che, secondo l’amministrazione Trump, «è e rimarrà divisivo nella comunità internazionale e rischierà di radicare ulteriormente le divisioni nelle sedi esistenti di non proliferazione e disarmo che offrono l’unica prospettiva realistica per un progresso basato sul consenso», afferma la lettera. «Sarebbe un peccato se al Tpan fosse permesso di far deragliare la nostra capacità di lavorare insieme per affrontare la pressante proliferazione».

Fihn ha sottolineato che «il Trattato di non proliferazione riguarda la prevenzione della diffusione delle armi nucleari e l’eliminazione delle armi nucleari e questo trattato lo implementa. Non c’è modo di minare il Trattato di non proliferazione vietando le armi nucleari. È l’obiettivo finale del Trattato di non proliferazione».

Mozione CRUI | Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari

MOZIONE APPROVATA ALL’UNANIMITA’
DALL’ASSEMBLEA CRUI

CRUI – Conferenza dei Rettori delle Universita italiane – CRUI …https://www.crui.it

CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università italiane – Sede Piazza Rondanini, 48 Roma Tel. +3906684411 – email: segreteria@crui.it.

Roma, 19 settembre 2019

Il 26 settembre è la giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013.

La CRUI, nel maggio 2017, ha aderito all’appello internazionale di FLI-The Future of Life Institute a sostegno dell’approvazione di un trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari: https://www.crui.it/component/k2/la-crui-aderisce-all-appello-internazionale-a-sostegno-del-trattato-per-la-messa-al-bando-delle-armi-nucleari-approvato-il-7-luglio-2017-dall-assemblea-generale-delle-nazioni-unite.html

Il 7 luglio 2017 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il Trattato, che tuttavia non è ancora entrato in vigore perché non ha ancora raggiunto il numero di ratifiche necessarie. Intanto, la corsa agli armamenti è ripresa con forza, in un clima di crescente insicurezza che suscita forte preoccupazione e rende ancora più importante l’impegno per la eliminazione totale di queste terribili armi di distruzione di massa.

La CRUI – che ha promosso la costituzione del network delle Università per la pace nel quale sono finora confluiti 29 atenei italiani – aderisce alla giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari e auspica la rapida entrata in vigore del Trattato, anche grazie alla ratifica dell’Italia

“Oggi è una data storica per tutta l’umanità”, la definisce così il Presidente della Croce Rossa Francesco Rocca che sottolinea, però, come “l’Italia nonostante i tanti appelli, sia rimasta finora sorda, così come lo sono i nove Stati che possiedono arsenali atomici”.

http://www.vita.it/it/article/2021/01/22/trattato-proibizione-armi-nucleari-litalia-non-rimanga-sorda/158067/

UNIVERSITà  DI PADOVA
PROF. ALESSANDRO PASCOLINI (da frontespizio e-mail)

Il Joint Nuclear Operations
La Federation of American Scientists (FAS), sulla base del Freedom of Information Act, ha
recentemente ottenuto accesso al Joint Nuclear Operations (JP 3-72, April 2020), il
documento che sintetizza la corrente dottrina del Pentagono sulla guerra nucleare e
"fornisce i principi fondamentali e la guida per pianificare, eseguire e valutare le operazioni
nucleari". A tal fine, il documento presenta le attuali minacce agli USA, precisa la strategia,
descrive le forze nucleari e le strutture di supporto, discute la scelta degli obiettivi, le
architetture di comando e controllo e spiega gli obiettivi e i principi delle operazioni e
attività nucleari.


Il nuovo documento sostituisce l'edizione del 2019 (Nuclear Operations) e impiega un
linguaggio meno enfatico e diretto sul raggiungimento di "risultati decisivi" attraverso
attacchi nucleari per "prevalere nel conflitto". Comunque ribadisce che "le armi nucleari
sono un aspetto chiave del contesto di sicurezza. Esse scoraggiano minacce esterne
sostenendo moderne e credibili capacità militari. È imperativo che le capacità delle forze
nucleari siano diverse, flessibili, adattabili, efficaci, reattive e in grado di sopravvivere."
A tale scopo "Gli Stati Uniti mantengono una triade di forze nucleari strategiche
costituite da missili balistici intercontinentali, missili balistici lanciati da sottomarini e
bombardieri a lungo raggio. Ogni sistema fornisce agli Stati Uniti una posizione di forza
nucleare attraverso capacità specifiche e complementari. Gli Stati Uniti e alcuni alleati della
NATO mantengono aerei in grado di trasportare sia armi nucleari che convenzionali a
sostegno della deterrenza estesa e della difesa della NATO."
Il messaggio più importante e inquietante del documento è che il Pentagono vede un
aumento della possibilità di un conflitto nucleare, sia in conflitti regionali coinvolgenti
avversari con armi nucleari, sia a seguito dell'escalation in situazioni di crisi fino a un
confronto nucleare da parte di avversari.
Infatti, secondo il documento, "mentre gli Stati Uniti hanno continuato a ridurre il
numero e la rilevanza delle armi nucleari, altri, tra cui Russia e Cina, si sono mossi nella
direzione opposta. Hanno aggiunto nuovi tipi di capacità nucleari al loro arsenale,
aumentato la rilevanza delle forze nucleari nelle loro strategie e piani, e sono impegnati in
un comportamento aggressivo." Altre minacce nucleari agli USA e a suoi alleati vengono
anche dalla Corea del Nord, che continua a espandere le capacità nucleari, e dall'Iran, il cui
"sviluppo di capacità di missili balistici a raggio d'azione sempre maggiore, la sua strategia
aggressiva e le attività per destabilizzare i governi vicini, sollevano domande sul suo
impegno a lungo termine a rinunciare alla capacità di armi nucleari. "
Data la crescente minaccia, "una risposta e opzioni nucleari statunitensi flessibili e
limitate possono svolgere un ruolo importante nel ripristinare la deterrenza a seguito di una
limitata escalation nucleare avversaria".
Il Pentagono si sta quindi preparando esplicitamente a una guerra nucleare combattuta
sul campo: "forse la più grande sfida che deve affrontare la forza congiunta in un conflitto
nucleare è come operare in un ambiente radiologico post-NUDET [detonazione nucleare]. I
comandanti devono pianificare e attuare misure protettive per mitigare questi effetti e
continuare le operazioni".



L'Interim National Security Strategic Guidance
Il Joint Nuclear Operations è stato redatto durante la presidenza Trump e fa riferimento alla
Nuclear Posture Review dell'allora segretario della difesa James Mattis, ma non è stato
dismesso dalla nuova amministrazione e quindi rimane tuttora valido per le forze armate
americane. Finora l'unico testo del presidente Biden relativo alla strategia militare è
l'Interim National Security Strategic Guidance del marzo 2021, che ha un tono molto più
aperto a un approccio negoziale per il controllo degli armamenti e l'equilibrio strategico.
Tuttavia riecheggia il documento del Pentagono sulle minacce attuali: "siamo di fronte a
un mondo di nazionalismi in ascesa, democrazia in declino, rivalità crescente con Cina,
Russia e altri stati autoritari e una rivoluzione tecnologica che sta rimodellando ogni aspetto
delle nostre vite. Sia Pechino che Mosca hanno investito molto in sforzi volti a sfidare i punti
di forza degli Stati Uniti e a impedirci di difendere i nostri interessi e gli alleati in tutto il
mondo. Attori regionali come l'Iran e la Corea del Nord continuano a perseguire capacità e
tecnologie rivoluzionarie, minacciando alleati e partner degli Stati Uniti e sfidando la
stabilità regionale."
Ciò richiede, secondo Biden, "un esercito potente nel contesto globale della sicurezza.
Gli Stati Uniti non esiteranno mai a usare la forza quando richiesto per difendere i nostri
vitali interessi nazionali. Faremo in modo che le nostre forze armate siano attrezzate per
dissuadere i nostri avversari, difendere il nostro popolo, i nostri interessi e i nostri alleati e
sconfiggere le minacce emergenti."
Coerentemente con il Joint Nuclear Operations, "garantiremo che le forze armate
statunitensi rimangano le meglio addestrate e attrezzate al mondo, garantendo che il nostro
deterrente strategico nucleare rimanga sicuro, protetto ed efficace e che i nostri impegni di
deterrenza estesa ai nostri alleati rimangano forti e credibili."
"Di fronte alle sfide strategiche di una Cina sempre più assertiva e di una Russia
destabilizzante, valuteremo l'appropriatezza della struttura, le capacità e il
dimensionamento delle forze armate con investimenti nelle tecnologie all'avanguardia, che
determineranno il nostro vantaggio militare e la futura sicurezza nazionale. Manterremo la
competenza delle forze operative speciali per concentrarci sulla risposta alle crisi e sulle
missioni prioritarie di antiterrorismo e di guerra non convenzionale. E svilupperemo capacità
per competere meglio e scoraggiare le azioni nella zona grigia."



Lo strumento operativo immediato per l'attuazione della politica strategica degli USA è il
piano di finanziamento del bilancio della difesa e per le spese militari nucleari nel 2022, la
Fiscal Year 2022 Defense Funding Bill proposta dall'amministrazione Biden e in fase di
approvazione da parte del Congresso.
La Fiscal Year 2022 Defense Funding Bill
Nella Interim National Security Strategic Guidance, Biden si era impegnato ad "adottare
misure per ridurre il ruolo delle armi nucleari nella nostra strategia di sicurezza nazionale" e
durante la campagna elettorale aveva condannato i nuovi progetti nucleari della precedente
amministrazione. La sua prima richiesta di bilancio invece continua lo sviluppo delle costose
e controverse armi nucleari e dei piani di sostegno e modernizzazione ereditati
dall'amministrazione Trump.
La Fiscal Year 2022 Defense Funding richiede globalmente per la difesa nazionale 753
miliardi di dollari, 715 per il Dipartimento della difesa e 37,9 per il Dipartimento dell'energia
e altre agenzie, con un aumento dell'1,7% rispetto al bilancio del 2021.
La spesa proposta per le armi nucleari costituisce circa il 5,7% della richiesta totale e
prevede 43,2 miliardi di dollari per sostenere e modernizzare i vettori e le testate nucleari
statunitensi e la loro infrastruttura di supporto: 27,7 miliardi di dollari per il Dipartimento
della difesa e 15,5 miliardi per la semiautonoma Amministrazione per la Sicurezza Nucleare
Nazionale (NNSA) del Dipartimento dell'energia.
Un confronto diretto tra la proposta attuale e quanto finanziato nell'anno fiscale 2021
(44,2 miliardi di dollari) e le previsioni di spesa di Trump per il 2022 (45,9 miliardi di dollari)
è difficile perché la nuova amministrazione riclassifica il modo in cui si conteggia la spesa per
i programmi di comando, controllo e comunicazioni nucleari, portando a un importo
inferiore. La differenza è comunque di circa il -2,3%.
Il 10 giugno il segretario alla difesa Lloyd Austin ha dichiarato alla Commissione per le
forze armate del Senato che "la triade nucleare rimane il fondamento della nostra difesa
nazionale e della deterrenza strategica", e che il bilancio 2022 “investe negli sforzi di
modernizzazione delle forze nucleari".
I costi per i nuovi vettori a lunga gittata delle tre "gambe" della triade, notevolmente
cresciuti negli ultimi quattro anni, trovano ulteriori aumenti: per i nuovi missili balistici
intercontinentali, il Ground Based Strategic Deterrent (GBSD), sono previsti 2,6 miliardi; per
la nuova flotta di sottomarini nucleari classe Columbia 5 miliardi e ulteriori 1,6 miliardi per i
loro missili Trident II; per il bombardiere strategico B-21 2,9 miliardi e per i suoi missili cruise
(Long Range Standoff Weapon - LRSO) 609 milioni; per le bombe B61-12 (destinate anche
alle forze aeree della NATO) 772 milioni; globalmente un aumento del 21% rispetto al
bilancio 2021, circa il 15% in più di quanto previsto da Trump per il 2022.
La proposta di bilancio prevede in particolare la continuazione e lo sviluppo delle
controverse novità nucleari proposte da Trump: lo schieramento di testate W76-2 di limitata
potenza su missili lanciati da sommergibili e lo sviluppo di un nuovo missile nucleare cruise
lanciato da navi (SLCM) con una testata di "bassa" potenza. Gli SLCM nucleari erano stati
eliminati dalla marina negli anni '90 e formalmente ritirati da Obama nel 2013 e la loro reintroduzione osteggiata dagli ambienti democratici.
Il principale impegno della NNSA è l'investimento di 1,9 miliardi per la Plutonium
Modernization, un programma per il raggiungimento della capacità di produrre
annualmente 80 nuove testate nucleari, 50 ai laboratori nazionali di Los Alamos e 30 a
Savannah River. Vengono finanziati anche una nuova testata di alta resa (la W93) per missili
balistici lanciati da sottomarini, il sostegno indefinito della bomba aerea B83-1 con potenza
fino a 1,2 megaton e lo sviluppo della nuova testata W87-1 per i GBSD. La NNSA riduce i
finanziamenti per attività di ricerca, i programmi accademici e la fusione a confinamento
inerziale.
La Fiscal Year 2022 Defense Funding Bill ha suscitato reazioni contrastanti al Congresso. I
repubblicani hanno generalmente espresso sostegno, ma alcuni democratici hanno
affermato che non è coerente con le preoccupazioni sollevate dal presidente Biden durante
la campagna elettorale. L'iter parlamentare procede speditamente: il giorno 30 giugno la
Fiscal Year 2022 Defense Funding Bill è passata all'House Appropriations Subcommittee on
Defense e il 13 luglio l'House Appropriations Committee ha approvato la parte relativa al
Dipartimento della Difesa, con le obiezioni dei repubblicani che ritengono l'aumento di soli
10 miliardi di dollari insufficiente a contrastare le minacce della Cina.




La continuità del progresso degli armamenti nucleari porta a credere che il tentativo di
fermarlo sia "una guerra senza alcuna ragionevole aspettativa di ottenere una vittoria",
parafrasando il detto di Biden relativo alla situazione in Afghanistan. Come per il
cambiamento climatico e la pandemia virale, ci si può rassegnare a considerare le armi
nucleari come inevitabili e imparare a conviverci, cercando di evitare i rischi peggiori. Se
invece non ci si vuole arrendere e rinunciare a perseguire l'obiettivo della loro eliminazione,
bisogna capire perché finora si è sempre fallito e individuare delle strategie finalmente
efficaci.
Padova, 14 luglio (presa della Bastiglia) 2021

16 Luglio 1945 Alamogordo NewMessico…la chiamarono “Trinità” il primo test nucleare

76 anni fa iniziò la funesta Era Nucleare

120 FOTO DEL PRIMO ESPERIMENTO NUCLEARE

https://www.gettyimages.it/immagine/test-nucleare-trinity

DI ANGELO BARACCA · 6 LUGLIO 2020
FacebookMessengerWhatsAppTwitterTelegramSMSShareErano le 5:29:45, ora locale, del 16 luglio 1945 quando un bagliore accecante squarciò l’oscurità nel Poligono di Alamogordo nel deserto del Nuovo Messico, e un enorme “fungo” che non si era mai visto nella storia inaugurò una nuova era tecnologica e militare che avrebbe trasformato in maniera definitiva e irreversibile il percorso della società umana. Tre settimane più tardi, il 6 e 9 agosto a Hiroshima e a Nagasaki, due “funghi” analoghi confermarono tragicamente la nascita della funesta Era Nucleare, radendo al suolo in un baleno accecante le due popolose città, lasciando più di 200.000 vittime complessive e una contaminazione radioattiva che avrebbe continuato a seminare altre vittime e infermità inenarrabili.
Il diavolo era uscito dalla bottiglia, e non vi sarebbe mai più rientrato!
Quando e come era stato fatto il passo fatale? Un secolo fa era stato appurato che il nucleo dell’atomo racchiude energie dell’ordine del milione di volte quelle dei comuni processi chimici. L’indagine di questi processi era una legittima curiosità scientifica, ha fatto fare progressi conoscitivi enormi e insostituibili per la comprensione dei processi naturali. Il guaio è stato quando cominciò a fare gola la possibilità di disporre materialmente di queste enormi energie: e va detto che i fisici fecero di tutto per sfruttare questo argomento al fine di ottenere finanziamenti per le loro ricerche. Gli scienziati avrebbero per lo meno potuto evitare che la prospettiva di queste tremende energie cadesse sotto gli interessi dei militari? In realtà furono proprio gli scienziati a prospettare questa possibilità ai militari: scoppiò la guerra, vi fu il legittimo allarme che i Nazisti si dotassero della super-bomba, e Szilard convinse il pacifista Einstein e scrivere a Roosvelt la lettera che diede il via a quello che sarebbe diventato il “Progetto Manhattan”: lettera di cui Einstein si sarebbe pentito amaramente.
Si tenga presente che dalla fine del 1944 era chiaro che la Germania nazista non sarebbe riuscita a realizzare la bomba, ma il “Progetto Manhattan” non venne fermato (la Germania firmò la resa nel maggio 1945): un solo fisico abbandonò il progetto per motivi di coscienza, Józef Rotblat.
Si arrivò così al Trinity Test, Oppenheimer esclamò “La fisica ha conosciuto il peccato”. Mentre Enrico Fermi avrebbe detto “Lasciatemi in pace con i vostri problemi di coscienza, è una fisica così bella!”.
Molti scienziati chiedevano comunque che la bomba non venisse usata. Un apposito comitato scientifico composto da Robert Oppenheimer, Enrico Fermi, Ernest Lawrence e Arthur Compton si pronunciarono il 15-16 giugno in maniera abbastanza pilatesca riconoscendo l’obbligo di “salvare vite americane” e concludendo: “non vediamo nessuna alternativa accettabile all’impiego militare diretto”!
Ma perché furono sganciate le bombe su Hiroshima e Nagasaki? É ormai assodato storicamente che l’obiettivo di queste stragi non era né “salvare vite americane”, né costringere il Giappone alla resa (ridotto allo stremo l’avrebbe comunque chiesta), ma escludere l’Unione Sovietica da qualsiasi trattativa di pace in Asia. Dopo la bomba su Hiroshima il Giappone non si arrese, l’8 agosto l’Armata Rossa attaccò le truppe giapponesi in Manciuria, così il 9 agosto una seconda bomba replicò la strage a Nagasaki. Si può considerare l’inizio della Guerra Fredda.
Nei decenni successivi gli ordigni nucleari proliferarono, toccando il numero demenziale di 70.000 a metà degli anni Ottanta, ben più distruttivi di quelli di Hirohima e Nagasaki, con il pretesto di inibire il loro uso perché avrebbe provocato la “distruzione mutua assicurata”: se non fosse che numerosi allarmi per errore hanno evitato l’Apocalisse nucleare solo per il coraggio di ufficiali che non vollero credere alla loro veridicità, salvando l’umanità da un olocausto generalizzato. Noam Chomsky ha affermato “Se siamo vivi è per miracolo”!
Per ottenere il plutonio per il Trinity e Nagasaki, il 12 dicembre 1942 Fermi aveva realizzato la reazione a catena controllata con il primo reattore nucleare, detto impropriamente “Pila di Fermi” perché non era affatto progettato per produrre energia. Dopo la guerra furono costruiti solo reattori militari, plutinigeni o adattati per la propulsione dei sommergibili. Finché nel 1953 fu lanciato l’«Atomo per la Pace» per mettere a profitto la nuova tecnologia, promettendo un’energia che sarebbe stata “talmente economica da non poter essere misurata”.
Anche volendo prescindere dall’enorme quantità di vittime dell’Era Nucleare – dai tumori contratti dai lavoratori nelle miniere di uranio, alla contaminazione radioattiva dell’atmosfera terrestre per più di 700 test in atmosfera (più di 2.000 complessivi), alla sottovalutazione degli effetti della radioattività sull’organismo umano, ai drammatici incidenti nucleari che hanno reso inabitabili alcune regioni – l’Apprendista Stregone umano ha prodotto una quantità impressionante di prodotti e processi artificiali che non esistevano sulla Terra e che per elementari motivi della scala di energie non possono venire eliminati, e per migliaia di anni devono essere custoditi in modo che nessun essere umano possa entrarvi in contatto in alcun modo: nessun paese in questi 75 anni ha ancora realizzato un deposito nazionale definitivo dei residui radioattivi (dove “definitivo” mistifica il fatto che nulla può venire garantito per centinaia o migliaia di anni – la civiltà umana conta meno di 10 mila anni – a fronte di rivolgimenti fisici e sociali).
Come non bastasse – ancorché dopo la fine della Guerra Fredda gli arsenali nucleari si siano ridotti a poco più di 14.000 testate, e siano stati stipulati importanti, anche se non risolutivi, trattati di riduzione e controllo degli armamenti nucleari – Trump ha smantellato pezzo per pezzo il pur carente regime di non proliferazione, e ha incentivato progetti (avviati a dire il vero dal Nobel per la Pace Obama) di mini-testate nucleari di nuova concezione le quali dietro un’illusione di poter condurre una guerra nucleare limitata ne aggravano a dismisura il rischio. Tanto che nel gennaio scorso l’autorevole Bulletin of the Atomic Scientists ha valutato che il rischio di guerra nucleare è più alto che in tutti questi 75 anni!
Oggi, però, dopo 75 anni, si è aperta una grande speranza, dopo che la campagna internazionale ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) ha ottenuto che il 7 luglio 2017 l’ONU approvasse il nuovo Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: per entrare in vigore come componente integrante del Diritto Internazionale esso necessita di venire ratificato da 50 Stati, ma siamo arrivati a 38 ed è presumibile che l’anno prossimo il trattato entri in vigore.
Forse, dopo 75 anni, si prospetta per la prima volta nell’Era Nucleare la prospettiva di potere eliminare queste armi dalla faccia della Terra.