“È l’azione coordinata della società civile, delle comunità religiose, delle organizzazioni internazionali e degli Stati che desidera ardentemente un mondo libero dal nucleare”, come risulta dai tre Trattati siglati con successo in sede Onu. Lo scrivono i premi Nobel per la pace presenti al Simpo
sio internazionale sul disarmo, in un documento consegnato oggi nelle mani del Papa. “Sarà il lavoro congiunto di questi settori della società – si legge nel testo – ad aprire la strada affinché gli Stati abbandonino queste armi, capaci nello spazio di un attimo di far scomparire la vita”. “Non sarà un compito facile, ma è possibile”, la tesi dei Nobel, secondo i quali “l’unico modo di garantire una pace mondiale sostenibile e di prevenire la diffusione delle armi nucleari è abolirle”. Nello stesso tempo, occorre “costruire un sistema di sicurezza internazionale inclusivo ed equo, in cui nessun Paese senta il bisogno di ricorrere agli armamenti nucleari”. I premi Nobel per la pace propongono, inoltre, di “creare un meccanismo universale, equo e a-politico” per un controllo multinazionale della produzione di materiale nucleare, in modo da contrastare il fenomeno emergente in sempre più Stati a fare ricorso e incrementare tale arsenale. “Se il nostro obiettivo è il disarmo nucleare totale, dobbiamo prestare attenzione al sistema autonomo di armamenti letali che possono arrivare a uccidere esseri umani”, l’appello: “La migliore soluzione per impedire la terza rivoluzione negli armamenti è mettere al bando tali armi prima che appaiono sul campo di battaglia”. Per arrivare a un disarmo globale, sostengono i Nobel, occorre inoltre affrontare le sfide del cambiamento climatico, di una economia globalizzata che “glorifica l’accumulazione della ricchezza per il benessere e si cura poco dei bisogni della maggioranza della popolazione del nostro pianeta”, del terrorismo “di qualunque genere”. “È tempo di riconoscere che la vera sicurezza viene dal venire incontro ai bisogni degli individui e delle comunità – la sicurezza umana – e dalla protezione e promozione del bene comune”, la conclusione del documento.