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A MIRANO SALA CONSIGLIARE GIOIVEDI‘ 23 NOVEMBRE 2023 ORE 18
A MIRANO SALA CONSIGLIARE GIOIVEDI‘ 23 NOVEMBRE 2023 ORE 18
Un silos missilistico a lungo raggio in California, Stati Uniti. Foto: Reuters
Lo scorso 12 ottobre è stato reso noto il rapporto finale della Congressional Commission on the Strategic Posture of the United States (SPC), costituita in modo bipartitico dal Congresso americano “per condurre una revisione della posizione strategica degli Stati Uniti e formulare raccomandazioni su come procedere”.
La commissione, composta da 12 membri, di cui sei donne, già funzionari governativi o esperti coinvolti in vario modo nelle massime istituzioni decisionali per la strategia nucleare americana, ha lavorato dal luglio 2022 all’agosto 2023 sotto la direzione di Madelyn Creedon, già Principal Deputy Administrator della National Nuclear Security Administration e Assistant Secretary of Defense for Global Strategic Affairs. Altri membri noti nell’ambiente degli studiosi di armamenti e questioni strategiche sono Marshall Billingslea, Gloria Duffy, Rose Gottemoeller e Matthew Kroenig.
La natura bipartitica della commissione rende il suo documento finale particolarmente importante e in grado di influire notevolmente sulle scelte politiche del Congresso nei prossimi anni, qualunque sia la sua composizione, come è stato a suo tempo per il rapporto della precedente analoga commissione SPC, prodotto nel 2009 in una situazione globale estremamente differente. La commissione si è focalizzata sul periodo 2027–2035 in modo da poter proporre per tempo le misure necessarie per garantire l’adeguatezza della postura strategica degli USA alle sfide che li attende. Infatti, “la commissione ha concluso che, sebbene la posizione attuale degli Stati Uniti rimanga forte, non è preparata per le sfide potenzialmente esistenziali del 2027–2035 e oltre. La commissione ha concluso che per affrontare queste nuove minacce, gli Stati Uniti devono cambiare rotta con urgenza e determinazione.”
Il documento della SPC concentra la sua attenzione sui seguenti temi: la posta in gioco, la minaccia nel periodo 2027–2035, strategia, postura strategica, infrastrutture e organizzazione dell’impresa di sicurezza nucleare, capacità non nucleari, alleati e partner, riduzione del rischio; per ogni argomento fornisce un’analisi della situazione attuale e degli sviluppi e una serie di raccomandazioni; il documento reso pubblico è accompagnato da un rapporto riservato contenente dati classificati sensibili. Su ogni tema la SPC ha ricevuto informazioni da parte dei massimi responsabili dei sistemi di sicurezza, comandi militari, e dirigenti delle agenzie competenti e il rapporto presenta significative informazioni sulle forze e dottrine militari di Cina, Russia, Corea del Nord, Iran e degli stessi USA.
Il documento finale è stato concordato all’unanimità, anche se, per esempio, “alcuni commissari ritengono inevitabile un aumento delle dimensioni delle scorte nucleari statunitensi e del numero dei sistemi di lancio”, posizione non recepita nel rapporto.
Rispetto alla pur recente Nuclear Posture Review del presidente Biden, il rapporto è estremamente più allarmato e propone misure molto più drastiche. Il principio ispiratore deriva dal convincimento che “la Cina e la Russia stanno cercando di rimodellare l’ordine internazionale in modo che rifletta maggiormente i loro obiettivi e interessi e tolleri i loro sistemi di governo autoritari, ricorrendo anche alla forza.”
Dal punto di vista militare, “gli Stati Uniti si troveranno presto ad affrontare un contesto globale fondamentalmente diverso da quello che hanno mai sperimentato: un mondo in cui due nazioni possiedono arsenali nucleari pari al loro. I fatti dimostrano che l’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti e i valori che esso sostiene sono messi a rischio dai regimi autoritari cinese e russo. Il rischio di un conflitto militare con queste grandi potenze è cresciuto e comporta il potenziale di una guerra nucleare.”
“La strategia di difesa e la postura strategica dell’America devono cambiare per difendere adeguatamente i suoi interessi vitali e migliorare la stabilità strategica con Cina e Russia. Inoltre, queste minacce sono tali che gli Stati Uniti e i loro alleati e partner devono essere pronti a dissuadere e sconfiggere entrambi gli avversaricontemporaneamente.”
Si ritengono invece superati i rischi posti dal terrorismo e, per quanto riguarda il pericolo di proliferazione nucleare, la SPC si limita a considerare i programmi dalla Corea del Nord e dall’Iran e le loro minacce soprattutto ad alleati regionali, in particolare con gli sviluppi missilistici.
Per evitare interpretazioni errate, la SPC fornisce una propria definizione dei concetti fondamentali: strategia, postura strategica e stabilità strategica. La strategia è intesa come il metodo con cui gli stati sviluppano e impiegano gli strumenti del potere nazionale per raggiungere gli obiettivi voluti; la postura strategica come il modo in cui gli Stati Uniti si posizionano per difendere se stessi e i loro alleati e per promuovere i propri interessi e comprende le forze armate e le loro infrastrutture di supporto e la base industriale. Infine, “la commissione considera la stabilità strategica in senso lato, come una condizione in cui le relazioni politiche e l’equilibrio militare tra stati che rappresentano una minaccia esistenziale l’uno per l’altro sono tali da non percepire né una necessità impellente né un’opportunità praticabile di usare la forza militare per promuovere i propri interessi a spese dell’altro stato.”
Gli obiettivi della strategia statunitense devono includere il raggiungimento di un’efficace deterrenza e della capacità di sconfiggere un’aggressione simultanea di Russia e Cina in Europa e Asia utilizzando forze convenzionali. “Se gli Stati Uniti e i loro alleati non mettono in campo forze convenzionali sufficienti per raggiungere questo obiettivo, la strategia degli Stati Uniti dovrà essere modificata per aumentare il ricorso alle armi nucleari al fine di contrastare l’aggressione opportunistica o collaborativa nell’altro teatro.”
La commissione raccomanda di mantenere una strategia nucleare basata su sei principi fondamentali: sicurezza delle forze di rappresaglia (second strike), risposta flessibile, deterrenza su misura, deterrenza e garanzia estese agli alleati, ambiguità calcolata nella politica declaratoria, copertura contro i rischi.
Nel contesto di una postura strategica che prevede l’impiego di capacità sia convenzionali che nucleari, la commissione ritiene che il ruolo tradizionale delle armi nucleari rimanga valido e di continua importanza: deterrenza degli avversari, garanzia degli alleati, raggiungimento degli obiettivi statunitensi in caso di fallimento della deterrenza e copertura contro eventi avversi.
La commissione raccomanda di dare piena e urgente esecuzione al programma di modernizzazione nucleare degli USA, che comprende la sostituzione di tutti i sistemi di lancio nucleari, la modernizzazione delle loro testate, la modernizzazione completa del sistema di comando, controllo e comunicazioni (NC3) e la ricapitalizzazione delle infrastrutture.
La postura delle forze nucleari strategiche dovrebbe essere modificata per: affrontare il maggior numero di obiettivi dovuti alla crescente minaccia nucleare cinese e la possibilità che la Cina metta in campo forze missilistiche che rappresentino una minaccia per le forze nucleari strategiche degli USA; assicurarsi che gli Stati Uniti continuino a evitare di fare affidamento sull’esecuzione di lanci di missili balistici intercontinentali (ICBM) sotto attacco per mantenere la posizione di forza degli Stati Uniti; tener conto dei progressi cinesi e russi nei sistemi integrati di difesa antiaereo-antimissile (IAMD).
La postura delle forze nucleari di teatro dovrebbe essere urgentemente modificata per: fornire una gamma di opzioni di risposta nucleare militarmente efficaci a contrastare l’uso nucleare limitato russo o cinese; affrontare la necessità di forze nucleari di teatro dispiegate o basate nel teatro dell’Asia-Pacifico; compensare eventuali carenze nelle capacità non nucleari americane e degli alleati in un conflitto sequenziale o simultaneo su due teatri contro la Russia e la Cina; affrontare i progressi nelle IAMD russe e cinesi.
La SPC presenta un’analisi impietosa dello stato di avanzamento del programma americano di modernizzazione nucleare, dell’adeguatezza delle infrastrutture e competenze tecniche e della consistenza e professionalità del personale impiegato.
La commissione raccomanda l’ampliamento dell’infrastruttura strategica dei dipartimenti della difesa e dell’energia in modo da raggiungere una capacità sufficiente per soddisfare i requisiti sia dell’attuale piano di modernizzazione nucleare che delle modifiche alla configurazione delle forze raccomandate dalla SPC in tempo utile per affrontare la “minaccia a due livelli”, con la necessaria flessibilità per rispondere tempestivamente a problematiche emergenti.
Per sostenere la strategia proposta, la commissione raccomanda al Congresso di finanziare una revisione e un’espansione della capacità della base industriale di difesa delle armi nucleari e dell’impresa di sicurezza nucleare, comprese le infrastrutture scientifiche e di progettazione e produzione delle armi.
Il governo federale, in collaborazione con quelli degli stati e i leader sindacali, dovrebbe istituire e incrementare i programmi di istruzione tecnica e formazione professionale necessari per creare la forza lavoro specializzata necessaria per l’impresa nucleare.
Anche in questo campo la SPC ritiene necessario uno sviluppo sia evolutivo che innovativo per evitare sorprese strategiche e migliorare la posizione strategica degli Stati Uniti.
Lo spazio ha un ruolo sempre più importante per la strategia americana e pertanto si raccomanda il dispiego urgente di un’architettura spaziale più resiliente e una strategia che comprenda elementi sia offensivi che difensivi per garantire l’accesso e la completa operatività degli Stati Uniti nello spazio.
I progressi delle tecnologie emergenti comportano nuovi rischi, ma anche nuove opportunità per difendersi, sopravvivere e prevalere. La SPC dà particolare rilievo ai vettori ipersonici, l’informatica quantistica, l’intelligenza artificiale generativa, i veicoli autonomi, le armi biologiche geneticamente modificate, la manifattura additiva, il rilevamento ubiquo, l’analisi di megadati e i sistemi ad energia diretta. Gli Stati Uniti e i loro alleati devono adottare misure per assicurarsi di essere all’avanguardia in tutti questi settori.
Fra le armi convenzionali va data priorità al finanziamento e sviluppo dei sistemi di attacco di precisione a lungo raggio, per soddisfare le esigenze operative e acquisirne quantità maggiori di quelle attualmente previste.
Gli Stati Uniti devono sviluppare e mettere in campo un sistema di difesa aerea e missilistica, sia d’area che puntuale, in grado di dissuadere e sconfiggere attacchi coercitivi di Russia e Cina, oltre alla minaccia nordcoreana. Il Segretario alla difesa deve dirigere la ricerca, lo sviluppo, i test e la valutazione di capacità IAMD avanzate, anche per missili da crociera e ipersonici, concentrandosi su architetture di sensori, comando e controllo integrati e intercettori, su tutti i domini, terra, mare, aria e spazio.
La commissione ritiene che sia nell’interesse nazionale degli Stati Uniti mantenere, rafforzare e, quando opportuno, espandere la propria rete di alleanze e partenariati. Queste relazioni rafforzano la sicurezza americana dissuadendo le aggressioni a livello regionale, prima che possano raggiungere il territorio degliStati Uniti, consentendo al contempo la prosperità economica grazie all’accesso ai mercati internazionali.
Gli alleati si affidano alla postura strategica degli Stati Uniti quale parte integrante della loro strategia di difesa, in particolare con l’estensione della deterrenza, anche nucleare, contro gli avversari.
La commissione raccomanda al Dipartimento della difesa di continuare ad aumentare l’interoperabilità tra i sistemi statunitensi e quelli alleati per massimizzare gli effetti di deterrenza regionale, bilanciando la necessità di classificazione e di controllo delle esportazioni con l’esigenza critica di aumentare la cooperazione tecnologica e le capacità combinate.
Poiché ogni cambiamento importante alla postura strategica, alle politiche o alle capacità degli Stati Uniti avrà un grande effetto sulla percezione degli alleati e sui loro requisiti di deterrenza e garanzia, qualsiasi cambiamento dovrebbe essere preceduto da consultazioni significative.
La commissione ritiene di fondamentale importanza che gli Stati Uniti si adoperino per ridurre i rischi strategici. La riduzione del rischio comprenda una serie di impegni militari e non militari che possono coprire una serie di scopi, tra cui la riduzione del rischio di percezioni errate, escalation involontaria, incidenti e fallimento della deterrenza. Inoltre, la riduzione del rischio può contribuire a stabilire o migliorare i canali di comunicazione aperti tra gli stati, a promuovere la trasparenza, a migliorare la sicurezza e la protezione delle armi e a ridurre l’inutile concorrenza tra gli armamenti.
“Gli accordi di controllo degli armamenti sono potenzialmente strumenti importanti per sostenere gli obiettivi politici degli Stati Uniti, ma data la storia di non conformità e di sospensione illegale dei trattati da parte della Russia e la continua intransigenza della Cina nel dialogo sul controllo degli armamenti, gli Stati Uniti non possono sviluppare la loro postura strategica basandosi sul presupposto che gli accordi di controllo degli armamenti siano imminenti o che saranno sempre in vigore. In breve, gli Stati Uniti devono essere preparati a un futuro con e senza accordi sul controllo degli armamenti.”
Laddove non sia possibile concludere accordi formali di controllo degli armamenti nucleari, la commissione raccomanda di perseguire misure alternative di riduzione del rischio nucleare per aumentare la prevedibilità e ridurre l’incertezza e le possibilità di percezioni errate e di errore di calcolo.
“Nel valutare le prospettive di controllo degli armamenti nucleari nel periodo 2027–2035, gli Stati Uniti devono determinare le forze di cui hanno bisogno prima di sviluppare posizioni negoziali. In altre parole, gli Stati Uniti devono innanzitutto determinare le dimensioni e la composizione delle forze nucleari di cui hanno bisogno per soddisfare i loro requisiti di deterrenza; sulla base di tali requisiti, possono valutare come una proposta di controllo degli armamenti possa rafforzare gli interessi vitali degli Stati Uniti.”
La commissione raccomanda che gli Stati Uniti continuino a esplorare le opportunità di controllo degli armamenti nucleari e a condurre ricerche sulle potenziali tecnologie di verifica, al fine di sostenere o consentire futuri negoziati che mirino a limitare tutti i tipi di armi nucleari, qualora il contesto geopolitico dovesse cambiare.
Il rapporto della SPC è estremamente chiaro sugli obiettivi che propone per gli USA e si rende conto del loro grave impatto sull’economia e sulla stessa vita politica americana: “gli Stati Uniti devono sviluppare e attuare efficacemente una strategia integrata e completa in tutte le articolazioni del governo, amministrazioni e agenzie pubbliche (whole-of-government) e il Congresso deve sostenere, su base bipartisan, i cambiamenti e fornire finanziamenti adeguati, coerenti e tempestivi per gli elementi fondamentali della postura strategica americana.”
La commissione non si pone il problema dell’impatto sociale che può comportare il dare priorità politica all’estremo rafforzamento della “sicurezza” rispetto a tutti gli altri problemi della vita del paese e del rischio di un vero stress democratico delle istituzioni americane, problemi che si possono ripercuotere anche per gli alleati, invitati ad un maggior impegno militare.
La SPC non esamina le possibili reazioni di Cina e Russia e gli effetti sulle loro scelte strategiche a fronte della creazione di una postura americano–occidentale in grado di combattere e vincere una guerra simultanea sul fronte europeo e dell’Asia-pacifico con armi convenzionali integrate da ordigni nucleari, con un parallelo sviluppo di difese IAMD che garantiscono il suolo americano. Siamo chiaramente di fronte a una nuova spirale della corsa agli armamenti, sia qualitativa che quantitativa, in tutti i domini terrestri, spaziali e cibernetici.
Corsa che non si suggerisce di moderare con il rilancio di iniziative di controllo degli armamenti, considerato impossibile con gli attuali regimi in Cina e Russia. Il ruolo di eventuali future forme di controllo degli armamenti è comunque subordinato alla determinazione “delle dimensioni e la composizione delle forze nucleari necessarie per proteggere gli interessi nazionali degli Stati Uniti,” una posizione che chiaramente non costituisce un adeguato viatico per qualsiasi iniziativa diplomatica distensiva.