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Paul Slovic “Ecco perchè la Bomba è più vicina ” da Repubblica 1° Maggio
Le immagini del video sono significative nel contenuto : come gli strateghi militari e la maggioranza dei politici Europei AngloAmericani hanno progettato il futuro, lo progettano e lo stanno progettando. I giornalisti gli intellettuali e i filosofi che approccio hanno? Sono lungimiranti? Danno opinioni solo su ciò che riguarda un armamento senza possibili guerre? come mai il Sig. Slovic nell’articolo di Repubbilca del primo maggio non cita nella intervista l’Esistenza del Trattato per la Eliminazione delle Armi nucleari e non invita tutte le Città e Comuni ad iscriversi a Mayors for Peace per scongiurare quello che chiama Doomsday , Il Giorno del Giudizio”? Cosa si aspetta ? Perchè non si citano le importanti e preoccupate parole di Papa Francesco contro le Armi Nucleari ? Ci dovrebbe essere una Mobilitazione generale attraverso i Comuni sedi della rappresentanze democratichepopolari in difesa della Vita , delle nostre città, delle nuove generazioni. Anpi Mirano
discorso 25 Aprile 2025 bruno tonolo pres. Anpi Mirano
Ci addolora la scomparsa di Papa Francesco e questa giornata vorremmo cominciarla proprio con le sue parole che dieci anni fa sono state, assieme alle città di Hiroshima e Nagasaki, la spinta morale per l’iscrizione del Comune di Mirano a Mayors for Peace.
«È un dato di fatto – aveva detto Papa Francesco nel novembre 2017 – che la spirale della corsa agli armamenti non conosce sosta al punto da dover mettere in secondo piano le priorità reali dell’umanità sofferente: la lotta contro la povertà, la promozione della pace, la realizzazione di progetti educativi, ecologici e sanitari e lo sviluppo dei diritti umani… Gli armamenti che hanno come effetto la distruzione del genere umano sono persino illogici sul piano militare»
Il 25 aprile
nell’80° Anniversario della Liberazione dal Nazifascismo non possiamo non pensarlo come giornata di coloro che hanno dato la vita nella lotta per la Pace, la Democrazia, la Libertà concretizzatasi nello Statuto delle Nazioni Unite e nella Carta Costituzionale Italiana.
Nel 1945 c’erano le credenziali e le premesse per il nostro futuro in un’Europa unitaria con il concorso delle Nazioni e dei popoli Resistenti ad ovest come ad est. Noi abbiamo ereditato tali credenziali e dovremmo mantenere una costante Memoria per non ricadere negli stessi errori. Veniamo dall’importante vittoria sul pensiero irrazionale, razzista, veniamo dalla Liberazione dalle barbarie fasciste e naziste. I popoli e i Paesi di tutto il Mondo bramavano sostanzialmente due cose: la Pace e il Lavoro nella reciproca Fiducia. Ma tutto questo è stato schiacciato in brevissimo tempo da una forza opposta scatenata dal monopolio dell’ Arma nucleare e dal discorso di Churchill a Fulton nel 1946 dove veniva sancito l’inizio della Guerra fredda fra Est e Ovest. In un excursus storico secolare le fossilizzazioni del pensiero, di origine feudale guerrafondaia ben nascosta e poco appariscente, oggi si ripresentano. Non hanno lasciato spazio alle alternative, non hanno permesso alle classi subalterne di partecipare alla gestione delle cose del mondo. si sono rafforzate e hanno coadiuvato l’ascesa del Nazifascismo in Europa scatenando la Seconda Guerra Mondiale con il terribile strascico di Hiroshima-Nagasaki nel 1945. Il Complesso militare finanziario industriale è dominio egemonico. Si nutre della guerra, crea il caos, si alimenta dell’assenza di pensiero e colpisce la cultura da cui si evolve la libertà. Questo risvolto politico forma sottospecie di democrazie che stanno mostrando il loro vero volto feroce, criminale-genocida con una censura sempre latente. Sulla Palestina il segretario generale Onu Antonio Guterres ha accusato Israele di aver trasformato Gaza in un “campo di sterminio. L’attuale percorso è un vicolo cieco, totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia- ha detto Guterres. È tempo di porre fine alla disumanizzazione” ha aggiunto.
Cancellare un popolo non è un dibattito, è un fatto grave. Una buona parte della popolazione europea non si occupa più di politica, è indifferente alle attività politiche reali quali il Parlamento e questo per una serpeggiante e manipolatoria “distrazione attentiva o attenzione distrattiva” da parte dei mezzi di comunicazione.
Esponenti importanti della società italiana ed europea hanno detto che l’ “Economia di guerra” è una necessità. In Occidente e in Europa si approvano investimenti che chiamano di difesa ma che vanno contro gli accordi internazionali per il disarmo, contro il rispetto delle storiche convenzioni di Ginevra e che accentuano la tensione internazionale.
Se la storia insegna e non ha scolari allora la storia ripete se stessa fino allo strazio.
Non lo sanno? ma lo fanno . Quando si crea un nemico in presenza di armi nucleari si è morti già dalla nascita. Sono armi di distruzione di massa rivolte verso le popolazioni civili inermi.
Qui nuovamente ci si richiama al ruolo che ha avuto Papa Francesco nella lotta contro il Riarmo e l’Ombrello nucleare. Papa Francesco disse: “Come possiamo proporre la Pace se usiamo continuamente l’intimidazione bellica nucleare come ricorso legittimo per la Risoluzione dei conflitti ?l’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari”. Noi come eredi della liberazione dal nazifascismo abbiamo un compito morale:
Cambiare il corso della Storia se la storia è in pericolo. Rifiutare la recessione e pretendere la PaceLavoro se la Pace lavoro è in pericolo.
Non è possibile restare inconsapevoli o incuranti. Noi, oggi come allora, per la liberazione, dobbiamo restare vigili, mantenere una coscienza critica e, se occorre, ribellarci ad una omologazione che ci dice chi e come dobbiamo essere e quale comportamento dobbiamo tenere in nome di scuse fittizie.
Il 25 aprile giorno di gioia e di Rinascita per quanto in balia di dibattiti è un giorno da difendere. Quest’anno è contemporaneamente anche un giorno di lutto e di dolore per la perdita del Papa della Pace e degli Ultimi
Al suo pensiero affianchiamo la lettera del Sindaco di Hiroshima dell’Aprile 2025 inviata a tutti i Sindaci del Mondo affinché si iscrivano a Mayors for Peace e perseguano con determinazione l’eliminazione delle armi nucleari e la difesa delle città. Il Trattato per l’eliminazione delle Armi nucleari già esiste ed è legge .
Invitiamo infine tutti i Sindaci e i cittadini a partecipare alla Marcia della Pace il 24 Maggio che inizierà alle 9 e si svolgerà da Mirano a Spinea con la sottoscrizione simbolica del Trattato per la eliminazione delle armi nucleari TPNW da parte del Sindaco di Spinea già sottoscritto dal Sindaco di Mirano. “O Noi o Loro” così ha detto il Segretario delle Nazioni Unite sulle armi nucleari La mobilitazione generale di tutti i Comuni diventa così simbolo reale, istituzionale, costruttivo della democrazia periferica della società civile per Pace principio primo della convivenza umana.
Dalla Cortina di ferro alle Guerre stellari e infine alla “Cupola d’acciaio”
Uno scudo bucato?
the Iron Dome for America
Alessandro Pascolini Università di Padova
Nella tempesta di ordini esecutivi emessi da Donald Trump nei primissimi giorni della sua seconda amministrazione non poteva mancare un obiettivo fortemente sostenuto nel rapporto 2025 Presidential Transition Project, che sembra guidare l’azione presidenziale: l’executive order The Iron Dome for America del 27 gennaio 2025. L’ordine vuole attualizzare quanto promesso dallo stesso Trump alla recente convention del partito repubblicano: “Ripristineremo le nostre forze armate e costruiremo un sistema di difesa missilistica, una ‘cupola di ferro’ (Iron Dome) per garantire che nessun nemico possa colpire la nostra patria. Israele ha una Iron Dome. Hanno un sistema di difesa missilistica. Perché altri paesi dovrebbero averlo e noi no?”
L’ordine esecutivo si apre con la dichiarazione che “la minaccia di attacchi da parte di missili balistici, ipersonici e cruise e altri sistemi aerei avanzati rimane la minaccia più catastrofica per gli Stati Uniti”.
Dal punto di vista strettamente militare è un fatto che gli Stati Uniti, grazie alla situazione geografica e i rapporti con i paesi confinanti, devono solo temere attacchi dal cielo, a differenza delle altre potenze nucleari; pertanto una ‘cupola’ impenetrabile renderebbe il paese ermeticamente chiuso ad azioni militari ostili. Esistono comunque altre forme cruciali di sicurezza di ogni paese, oltre alla dimensione militare, criticità che Trump appare sottovalutare.
Trump ricorda come il presidente Ronald Reagan abbia cercato di costruire una difesa efficace contro gli attacchi nucleari, e afferma che “sebbene questo programma abbia portato a molti progressi tecnologici, è stato cancellato prima che il suo obiettivo potesse essere realizzato.” In realtà l”Iniziativa di Difesa Strategica’ reaganiana del 1983 (le ‘Guerre Stellari’), nonostante fosse sostenuta da un programma da svariati miliardi di dollari all’anno, non ha portato ad alcun sistema d’arma operativo o che avesse una qualche probabilità di funzionare in un prossimo futuro. Era vera e propria fantasia (‘a pie in the sky’).
Dopo Reagan, Trump dà merito a George W. Bush del ritiro nel 2002 dal Trattato sui sistemi anti-missile balistico (ABM Treaty) e dell’avvio dello sviluppo di una difesa missilistica, “che poi è rimasta limitata poiché la politica ufficiale degli Stati Uniti in materia di difesa missilistica nazionale è rimasta quella di salvaguardarsi unicamente dalle minacce delle nazioni canaglia e dai lanci di missili accidentali o non autorizzati.” Effettivamente, gli attuali sistemi ABM americani, secondo la Missile Defense Agency, sono solo pensati in veste anti-Corea del Nord e anti-Iran.
Pertanto l’ordine esecutivo intende cambiare la politica americana e una difesa missilistica globale deve diventare la componente fondamentale dell’architettura della sicurezza nazionale degli USA. Nelle sezioni successive dell’ordine vengono definite: la nuova politica, la sua attuazione e una revisione della difesa missilistica alleata e per operazioni localizzate.
L’iron dome israeliano (kippat barzel)
Trump mutua il nome per il suo obiettivo di difesa totale dalla suggestiva denominazione scelta dall’Organizzazione israeliana per la difesa missilistica (IMDO) per la componente
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inferiore del proprio sistema di protezione, che comprende gli apparati attivi Arrow-3, Arrow-2, David’s Sling e, appunto, Iron Dome:
• Iron Dome intercetta i razzi a corto raggio lanciati da terra e proiettili d’artiglieria (livello inferiore),
• David’s Sling (‘fionda di Davide’) Intercetta missili terra-superficie a corto-medio e medio- lungo raggio (livello centrale),
• Arrow-2 (freccia-2) intercetta missili a medio-lungo raggio (livello superiore),
• Arrow-3(freccia-3) intercetta missili a lungo raggio (livello superiore).
Iron Dome
è progettato appunto per intercettare e distruggere razzi di bassa quota a
corto raggio e proiettili di artiglieria da 155 mm sparati da distanze comprese tra 4 e 70 km e
diretti verso un’area popolata israeliana. Iron Dome,
sviluppato dal 2007, è diventato
Gli Stati Uniti sono stati partner nella creazione di Iron Dome e continuano a svilupparlo assieme a Israele.
Iron Dome ha tre componenti:
• il radar di rilevamento e tracciamento EL/M-2084: individua il lancio del razzo e ne traccia la traiettoria,operativoe schierato dal marzo 2011. Oltre all’impiego terrestre, batterie Iron Dome sonodispiegate in mare su corvette di classe Sa’ar 6, per proteggere le piattaforme di gas off-shore.• – Il sistema Battle Management & Weapon Control: calcola il punto di impatto in base ai dati riportati e utilizza queste informazioni per determinare se il bersaglio costituisca una minaccia per un’area importante per densità di popolazione o per strutture significative. Solo quando tale minaccia è determinata, un missile intercettore viene lanciato per distruggere il razzo attaccante prima che raggiunga l’area di impatto prevista,
• missili intercettori Tamir, dotati di sensori elettro-ottici e di diverse alette di guida per un’elevata manovrabilità, operano a una velocità massima di Mach 2,2; il costo di ogni missile si aggira sui 40 mila dollari.
Iron Dome è costruito per essere dispiegato in modo mobile e sparso. Composto da una serie di unità (attualmente dieci) trasportate da camion e posizionate strategicamente in punti critici, il sistema reagisce in pochi secondi ed è presidiato 24 ore al giorno; ogni batteria è in grado di proteggere un’area di circa 150 kmq. Ogni unità di lancio, contenente 20 intercettori, viene dispiegata in modo indipendente e gestita a distanza tramite una connessione wireless sicura.
Iron dome era concepito per affrontare i razzi Katyusha degli Hezbollah dal nord e i Qassam di Hamas dal sud. Le autorità israeliane sostengono che il sistema abbia un tasso di successo superiore al 90%, ma alcuni analisti mettono in dubbio questo dato, e parlano di un’efficacia operativa sul 30%; in particolare non si conosce il suo punto di saturazione a fronte di lanci multipli. L’impiego contro droni è ancora considerato inadeguato.
Pertanto, nonostante il nome altisonante e (volutamente) rassicurante, le attuali 10 batterie di Iron Dome riescono a proteggere solo un migliaio di kmq di Israele unicamente da una frazione di razzi di corta gittata e soltanto obiettivi ‘importanti’; secondo analisti indipendenti, solo il tempestivo sistema di allarme e l’efficiente apparato di rifugi permette di mantenere limitato il numero di vittime a fronte dei fitti attacchi dei razzi di Hezbollah e di Hamas.
La nuova politica americana e la sua attuazione.
“Per promuovere l’obiettivo della pace attraverso la forza, la politica degli Stati Uniti è di provvedere alla difesa simultanea dei cittadini e della nazione dispiegando e mantenendouno scudo di difesa missilistica di nuova generazione” in modo da “dissuadere qualsiasi attacco aereo straniero e garantire una capacità sicura di risposta di rappresaglia.” Per attuare la disposizione “entro 60 giorni dalla data del presente decreto, il Segretario della Difesa dovrà”
• presentare al Presidente un’architettura di riferimento e un piano di attuazione per lo scudo missilistico di prossima generazione;
• rivedere l’organizzazione del Dipartimento della Difesa per sviluppare e dispiegare le capacità alla velocità necessaria per attuare la presente direttiva;
• presentare al Presidente un piano per finanziare la presente direttiva nell’anno fiscale 2026.
“L’architettura dovrà includere, come minimo, piani per la difesa degli Stati Uniti da missili balistici, ipersonici, da crociera avanzati e da altri attacchi aerei di nuova generazione provenienti da parte di avversari di ogni livello”, sia nella fase di lancio, che in quelle intermedia e terminale, nonché “prima del lancio”; vanno impiegati nello spazio sia sensori per individuare missili ipersonici e balistici che intercettori con “capacità cinetiche e non cinetiche”. Il cruciale dispiegamento di costellazioni di satelliti di individuazione e di attacco richiede inoltre un sistema di protezione e custodia della complessa architettura spaziale risultante.
L’Agenzia per la Difesa Missilistica si è messa in moto a un ritmo incalzante rispetto agli standard tipici del Pentagono; con una ‘richiesta di informazioni’ del 31 gennaio si è rivolta al mondo industriale per suggerimenti utili a soddisfare i requisiti stabiliti nell’ordine esecutivo e una prima ‘giornata industriale’ si è svolta il 18 febbraio. Lo sviluppo del nuovo sistema di difesa missilistica è concepito come una successione di quattro ‘epoche’ biennali successive da qui al 2031, anche se alcuni industriali hanno già espresso dubbi sul realismo di tale scala dei tempi, tenuto anche conto della necessità di una catena di forniture sicura e resiliente per tutti i componenti indispensabili.
Qualche osservazione
Come giustamente afferma l’ordine, la creazione di una protezione globale dagli attacchi missilistici garantisce a una potenza nucleare di imporre una propria “pace attraverso la forza”, in quanto annichila le capacità di reazione da parte degli altri paesi nucleari e può quindi impiegare le proprie armi nucleari (o minacciarne l’impiego) in modo coercitivo. Si supera la strategia della reciproca deterrenza, per molti versi indigesta, e non si deve accedere a paritetiche forme di controllo degli armamenti.
Il perseguimento di questa via alla ‘pace’ non è chiaramente accettabile da parte delle altre potenze, ognuna mirando alla realizzazione di una propria accezione del concetto di ‘pace’; il presidente russo lo ha chiaramente dichiarato nel suo Presidential Address to the Federal Assembly del primo marzo 2018, annunciando lo sviluppo di nuove armi inesorabili e in grado di penetrare ogni difesa.
Dal punto di vista strategico la situazione non è cambiata dagli anni ’70 quando si è capito che un sistema ABM globale crea una grave instabilità strategica, sia inducendo una corsa all’allargamento e differenziazione degli arsenali nucleari offensivi per saturare le difese, sia creando in situazioni di crisi incentivi ad attaccare per primi; allora URSS e USA giunsero al trattato ABM, pietra fondante dell’articolata architettura di accordi per il controllo degli armamenti, sviluppata fino al 2000 e messa in crisi appunto a partire dalla denuncia del trattato ABM nel 2002.
Oggi l’instabilità strategica si aggrava ulteriormente, estendendo il confronto a livello spaziale, con incentivi allo sviluppo di tecnologie per armi anti-satellite e di nuove soluzioni
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per penetrare la proposta cupola difensiva, anche con l’impiego di armi cibernetiche e il supporto dell’intelligenza artificiale.
Per osservazioni tecniche sullo “scudo missilistico di nuova generazione”, in particolare sul suo segmento spaziale, occorre attendere la pubblicazione della parte non segreta del documento che il Segretario alla difesa deve presentare ai primi di aprile.
Comunque è certo che il sistema di difesa richiesto da Trump deve integrare sensori, radar, intercettori e sistemi di gestione della battaglia per distruggere i missili (e “aerei avanzati”) in fase di lancio (o addirittura pre-lancio) ovvero le testate in volo o nella fase di rientro; la difesa deve essere sia puntuale per beni di alto valore (sedi di leadership politica o di comando e controllo, basi militari o missilistiche) che delle vaste aree del paese e degli abitanti. L’integrazione dei sistemi di difesa missilistica in reti di difesa più ampie comporta complesse sfide di interoperabilità con i mezzi militari esistenti, richiedendo una perfetta comunicazione e la condivisione dei dati, il che può essere tecnologicamente impegnativo.
Il sistema deve, nel breve tempo disponibile (un missile balistico intercontinentale volando a Mach 20 impiega meno di 30 minuti a raggiungere il suo obiettivo):
1. individuare il lancio del missile e, possibilmente, riconoscerne la natura;
2. identificare l’ogiva nemica, prevederne e seguirne la traiettoria;
3. discriminare la testata fra i residui del missile e ‘civette’ ed esche;
4. guidare gli intercettori contro la testata;
5. verificare la distruzione della testata nemica ed eventualmente lanciare nuovi intercettori, iterando gli ultimi passi del processo.
Il problema della difesa viene ulteriormente complicato dalla varietà di scelta a disposizione dell’attaccante: missili con testate multiple emesse su traiettorie indipendenti (MIRV), testate MARV e missili ipersonici in grado di manovrare in volo, sistemi orbitanti (FOBS), sviluppati appunto per penetrare i sistemi difensivi. Nella tragica eventualità di una crisi comportante un confronto nucleare il difensore deve aspettarsi un attacco integrato su molti livelli da una panoplia di sistemi d’arma nucleari, lanciati anche da piattaforme mobili terrestri, marine e submarine.
Secondo gran parte degli esperti, rimangono ancora irrisolti i principali problemi tecnici che hanno costretto alla cancellazione degli ambiziosi piani di Reagan e che hanno escluso la realizzazione di una difesa efficace contro i missili nonostante intense ricerche e vasti finanziamenti per più di 60 anni:
• la capacità del nemico di sopraffare il sistema saturandolo con missili offensivi;
• la discutibile sopravvivenza delle strutture spaziali;
• l’incapacità di discriminare tra testate reali e centinaia o migliaia di esche;
• il problema di progettare una gestione della battaglia, del comando, del controllo e delle comunicazioni che possa funzionare in una reale situazione di guerra;
• la scarsa fiducia nella capacità del sistema di funzionare perfettamente la prima – e forse l’unica – volta che viene utilizzato.
A lungo termine, nuove tecnologie, in particolare le armi a energia diretta e l’intelligenza artificiale, possono alleviare alcuni di questi problemi. A breve termine, tuttavia, non ci sono motivi per il cieco ottimismo tecnologico dei sostenitori della cupola di ferro: la fisica degli intercettori basati nello spazio non è cambiata.
Padova 19 febbraio 2025
Il Giorno del Ricordo
Appello alle Istituzioni: “Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, si faccia finalmente verità storica mettendo in luce, assieme alla tragedia delle foibe e dell’esodo, le gravissime e ancora sottaciute responsabilità del fascismo”
“L’ANPI lancia un appello alle autorità istituzionali e politiche affinché, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, sia ristabilita la verità storica e sia pienamente attuata la legge 92 del 20 marzo 2004, nota come legge sul Giorno del Ricordo.
L’articolo 1 ne stabilisce l’ampiezza e il senso, quando recita: ‘La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale’.
Attraverso l’istituzione nel calendario civile di tale giorno, la legge avrebbe dovuto compiere un doveroso atto di giustizia nei confronti degli innocenti, vittime della barbarie dell’infoibamento e della tragedia dell’esodo, ed assieme un doveroso riconoscimento di responsabilità nei confronti di tante altre vittime della più complessa vicenda del confine orientale. Non è avvenuto.
A 21 anni di distanza appare con chiarezza che, in occasione della quasi totalità delle celebrazioni e delle circostanze relative al contenuto della legge, ci si è riferiti unicamente ed esclusivamente alle due grandi tragedie delle foibe e dell’esodo con una ricostruzione ufficiale che spesso ha teso a delegittimare o addirittura a demonizzare qualsiasi contestualizzazione di tali tragedie, negando così lo spirito e la lettera della legge che esplicitamente richiama la memoria ‘della più complessa vicenda del confine orientale’ .
In base ad una presunta verità politica dichiarata come assoluta e incontestabile si è arrivati al punto di mettere all’indice associazioni, istituti di ricerca, singoli storici e ricercatori specificamente in merito alla tragedia delle foibe, con accuse di negazionismo o di riduzionismo con l’evidente scopo di soffocare la libera ricerca e il libero dibattito e così di impedire una oggettiva ricostruzione dei drammatici eventi di quegli anni.
In particolare, inoltre, si sono rimosse dal dibattito pubblico due circostanze storiche che hanno segnato in modo determinante la vicenda dell’attuale confine italo-sloveno.
La prima è il cosiddetto fascismo di confine che, nel 1919 e negli anni successivi, insanguinò quelle terre con distruzioni, violenze ed omicidi nei confronti in particolare delle minoranze slave (sloveni e croati) oltre che degli oppositori politici del fascismo nascente.
La seconda è l’invasione italiana di territori della ex Jugoslavia iniziata nell’aprile 1941, assieme all’invasione tedesca e ungherese. Gli occupanti italiani, agli ordini di comandi militari successivamente accusati di crimini di guerra, si resero responsabili per anni in tante circostanze di stragi efferate, internamenti mortali di civili in lager ed inenarrabili atrocità nei confronti delle popolazioni locali.
Riconoscere tali eventi ed approfondirne le dinamiche non significa affatto sminuire il dramma delle foibe o offendere la memoria delle vittime, né tanto meno ignorare il calvario dell’esodo, ma vuol dire contestualizzare tali eventi nella più generale tragedia originata dall’invasione italiana e conseguentemente individuare anche le gravissime responsabilità, oggi oscurate, della guerra fascista e dei suoi responsabili che sono rimasti impuniti.
Negazionista e riduzionista è esattamente chi rimuove tutto ciò e costruisce una narrazione faziosa, in palese contrasto con la tragica dinamica dei fatti del tempo e con la stessa legge sul Ricordo, con l’evidente obiettivo di riscrivere la storia ignorando, sminuendo o nascondendo i crimini del fascismo.
Per queste ragioni l’ANPI – che realizzerà iniziative di buona e piena memoria in tanti territori – fa appello affinché quest’anno quanto meno si avvii da parte delle istituzioni e delle forze politiche un’operazione di verità e di giustizia, nel pieno rispetto delle vittime delle foibe e dei protagonisti dell’esodo ed anche di tutte le altre vittime, italiane e slave di quei terribili anni, e nello spirito di un riconoscimento, seppur tardivo, delle responsabilità dal fascismo italiano. Lo si deve al popolo italiano, al popolo sloveno, al popolo croato”
La Segreteria nazionale ANPI
21 Settembre 2024 giornata internazionale della Pace delle Nazioni Unite
i brics sono nostri nemici ?
BRICS
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
gli stati membri al 1º gennaio 2024.
Tipo Organizzazione intergovernativa
Membri 9 (2024):
Brasile
Cina
Egitto
Emirati Arabi Uniti
Etiopia
India
Iran
Russia
Sudafrica
BRICS è un raggruppamento delle economie mondiali emergenti formato dai Paesi del precedente BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) con l’aggiunta di Sudafrica (nel 2010) e di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti (nel 2024). L’acronimo originale “BRIC” fu coniato nel 2001 dall’economista della Goldman Sachs Jim O’Neill[1] per descrivere le economie in rapida crescita che avrebbero dominato collettivamente l’economia globale entro il 2050.
Questi paesi condividono una situazione economica in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali strategiche, ma, soprattutto, sono stati caratterizzati da una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) e del peso nel commercio mondiale, specie agli inizi del XXI secolo.
Tali economie, dunque, si propongono di costruire un sistema commerciale e finanziario globale attraverso accordi bilaterali non basati sul dollaro (de-dollarizzazione); in particolare, ciò potrebbe avvenire con il lancio di una nuova moneta, potenzialmente condivisa.
cosa scrivono http://infobrics.org/post/34642/
Trinity-14luglio-Hiroshima-6agosto- Nagasaki-9agosto
The Aftermath of the Manhattan Project in Southern New Mexico | Socorro County
Il deserto del New Mexico fu scelto per il suo presunto essere disabitato, ma in realtà, nel raggio di 150 miglia dall’esplosione, vivevano quasi mezzo milione di persone, completamente ignare di ciò che stava succedendo intorno a loro[4].
Il governo degli Stati Uniti, in procinto di sperimentare l’arma più letale mai inventata dall’uomo, decise di non informare la popolazione circostante … clicca sopra
Hiroshima 24 ore dopo
Son passate appena 24 ore dal bombardamento atomico di Hiroshima, 79 anni fa. Dobbiamo abbandonare l’immagine dall’alto del fungo atomico e portarci sotto al piano terra, come ha fatto l’autore del manga “Gen di Hiroshima”, un fumetto in quattro volumi che potete trovare in cartaceo alla biblioteca di Montebelluna. Quando l’avrete in mano il vostro corpo vibrera’ con quello di Gen in una emozione irrefrenabile e sarete lì nell’inferno di Hiroshima. Autore Keiji Nakazawa.
https://www.cinefacts.it/cinefacts-articolo-749/gen-di-hiroshima-l-orrore-atomico-negli-occhi-di-un-bambino.html
9 Maggio 1945. In Europa Giorno della Liberazione dal nazifascismo: Berlino liberata dall’Armata rossa



9 maggio 1945: la Liberazione dal Nazifascismo grazie al sacrificio dei soldati dell’Armata Rossa mentre gli angloamericani avrebbero procrastinato l’armistizio (V. Volcic)
Di
redazione “il Faro di Roma”
–
09/05/2023

Dopo 17 giorni di violenti combattimenti a Berlino il 2 maggio 1945 si conclude l’ultima battaglia delle forze naziste al palazzo del Reichstag. Il fanatismo nazista, che oggi giorno ritroviamo in Ucraina, costrinse i tedeschi, asserragliati nei sotterranei a continuare a combattere inutilmente. Dopo una falsa trattativa di resa il primo maggio i nazisti continuarono a combattere e cercarono di incendiare l’edificio per costringere i sovietici a evacuare. Al contrario i soldati dell’Armata Rossa continuarono gli scontri tra le fiamme e il fumo costringendo gli ultimi superstiti tedeschi ad arrendersi nella mattinata del 2 maggio 1945. Nel momento in cui i sergenti Egorov e Kantaria innalzavano la bandiera della vittoria sul Reichstag, Adolf Hitler e sua moglie Eva Braun si erano suicidati da alcune ore.
La resa della Germania nazista, che aveva sognato di distruggere la Russia per finire vittima del rullo compressore dell’esercito sovietico, fu firmata presso un maniero sopravvissuto ai bombardamenti alla periferia di Berlino alla fine del’8 maggio, quando a Mosca era già il 9 maggio a causa della differenza di fuso orario. Il feldmaresciallo Wilhelm Keitel, capo del Oberkommando der Wehrmacht OKW (Alto comando delle forze armate tedesche), firmò il documento di resa, controfirmato dal maresciallo Georgy Zhukov, a nome dell’alto comando supremo dell’Armata Rossa, e dal maresciallo capo dell’aeronautica Arthur Tedder, a nome del Allied Expeditionary Force, alla presenza del generale Carl Spaatz e del generale Jean de Lattre de Tassigny, come testimoni.
Il 7 maggio gli angloamericani avevano tentato di strappare la vittoria all’Unione Sovietica facendo firmare presso la lontana città francese di Reims al capo del OKW Alfred Jodl una resa incondizionata agli alleati con la presenza di un sergente dell’Armata Rossa, Ivan Susloparov, ignaro del tranello. Joseph Stalin rifiutò di considerare valido il documento di resa, considerandolo un documento preliminare. Il Presidente americano Harry S. Truman (che aveva assunto la carica il 12 aprile 1945), consapevole che era sfumato il piano di prendersi il merito della vittoria, accettò di buon grado per evitare uno scontro diretto con l’Unione Sovietica che non poteva essere vinto.
La caduta del nazismo per opera della Russia fu vista dagli angloamericani non come una vittoria delle Forze Alleate (in cui l’URSS partecipava a pieno titolo) ma come una sconfitta che impediva il sogno di controllare l’intera Europa soggiogandola agli Stati Uniti e Gran Bretagna. Nelle sue memorie il Primo Ministro Winston Churchill formulò la sua visione della situazione che si era sviluppata nella primavera del 1945: «La distruzione della potenza militare della Germania ha comportato un cambiamento fondamentale nei rapporti tra la Russia comunista e le democrazie occidentali. Hanno perso il loro nemico comune, la guerra contro la quale era quasi l’unico legame che legava la loro alleanza. D’ora in poi, l’imperialismo russo e la dottrina comunista non hanno visto e non hanno posto un limite al loro avanzamento e al desiderio di dominio finale.»
Non soddisfatto dei milioni di morti tra i soldati e i civili europei, compresi i suoi connazionali, Churchill una settimana prima della sconfitta definitiva del nazismo a Berlino ideò la Unthinkable Operation (Operazione Impensabile) che prevedeva la continuazione della seconda guerra mondiale contro l’Unione Sovietica, considerata una minaccia mortale per il capitalismo occidentale.
Il folle piano di continuare la guerra si basava su un attacco a sorpresa delle truppe americane, britanniche e francesi contro le divisioni russe stanziate in Germania e nell’Europa dell’Est, attuando una rapida avanzata che doveva andare il più a est possibile. I primi obiettivi erano: Berlino, la Cecoslovacchia e la Polonia.
Nei piani dell’Operazione Impensabile la Polonia aveva una priorità assoluta. Gli anglo-americani avevano cercato di impedire l’instaurazione di un governo comunista in Polonia, difendendo la legittimità del governo polacco di Władysław Raczkiewicz in esilio con sede a Londra. In Polonia si scatenò una breve guerra civile dove parte dell’esercito polacco fedele al governo in esilio, (la Armia Karjowa) guidato dal Generale Leopold Okulicki cercò di prendere il potere venendo però sconfitto dai partigiani polacchi e dall’Armata Rossa.
Churchill considerava la Polonia la chiave per l’Europa orientale e credeva che gli anglo-americani non avrebbero dovuto in nessun caso consentire l’istituzione di un governo comunista in essa. Per questo propose che le truppe anglo americane attaccassero di sorpresa e con una guerra lampo respingessero i sovietici verso i confini dell’Ucraina. Suggeriva che se ci fossero state le possibilità materiale anche di “liberare” l’Ucraina. Churchill prevedeva di usare nella offensiva a sorpresa le divisione naziste tedesche ed ucraine arrese in Francia e Belgio.
Il 4 maggio, due giorni dopo la sconfitta dei nazisti a Berlino, Churchill ordinò agli strateghi del Gabinetto di guerra di presentare le proprie opinioni su una possibile campagna militare contro l’URSS. Il piano fu pronto il 22 maggio 1945 e in esso venne data una valutazione della situazione, furono formulati gli obiettivi dell’operazione, le forze coinvolte, le direttive degli attacchi delle truppe alleate occidentali e furono determinati i loro probabili risultati.
Gli esperti incaricati da Churchill scartarono la possibilità di una rivoluzione “democratica” in Russia e il collasso politico dei Soviet. L’eliminazione della Russia poteva essere ottenuta soltanto con l’occupazione dei territori dell’est Europa per accerchiare la Russia e farla crepare di fame visto che era stata la Nazione più devastata dal conflitto appena conclusosi.
La data d’inizio dell’attacco doveva essere il 1º luglio 1945, ovvero quattro giorni prima delle elezioni generali nel Regno Unito. L’obiettivo iniziale dell’operazione prevedeva un attacco a sorpresa delle forze angloamericane contro le forze sovietiche in Germania respingendole all’est per poi puntare sulla Cecoslovacchia, Polonia e se possibile l’Ucraina. Churchill suggerì di non coinvolgere i soldati francesi e non prese in considerazione l’utilizzo di quello che rimaneva dell’esercito italiano ma di utilizzare le divisioni naziste tedesche ed ucraine in quanto altamente motivate a prendersi una rivincita sulla Russia.
L’attacco a sorpresa doveva essere inferto da un massimo di 107 divisioni britanniche americane e naziste a Dresda, nel mezzo delle linee sovietiche, e l’arretramento dell’URSS a est della linea Oder-Neisse. Il contingente angloamericano rappresentava quasi la metà delle divisioni a disposizione delle sedi britanniche, americane e canadesi in quel momento. Gli angloamericani avrebbero affrontato 170 divisioni sovietiche di cui 30 corazzate. Tuttavia gli esperti incaricati da Churchill evidenziarono la superiorità navale britannica, sperando che il blocco delle esportazioni occidentali verso l’URSS potesse paralizzare il suo apparato militare.
Il piano per la campagna di terra prevedeva il lancio di due principali attacchi il primo su Berlino e la Germania e il secondo nell’Europa nord-orientale in direzione della Polonia. L’area ritenuta migliore per un’offensiva era a nord della linea Zwickau-Chemnitz-Dresda-Görlitz. Gli altri attacchi dovevano essere diretti a nord, lungo l’asse Stettino-Schneidemühl-Bydgoszcz, e a sud, lungo l’asse Lipsia-Cottbus-Poznań e Breslavia. Nonostante il fatto che gli Alleati fossero numericamente inferiori alle forze sovietiche, avrebbero avuto la possibilità di avere successo grazie al fattore sorpresa e alla superiorità nel comando e controllo delle truppe e dell’aviazione.
Per convincere gli americani Churchill fece circolare false notizie su presunti piani di invasione sovietica di Turchia, Grecia, Norvegia e dei giacimenti petroliferi in Iraq, e Iran. Inoltre affermò che Stalin stava attivamente lavorando con i partiti comunisti europei per far scoppiare rivoluzioni bolsceviche in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Italia.
Nulla di più falso e inverosimile. Rispettoso degli accordi di Yalta, Stalin chiarì ai leader dei partiti comunisti europei che dovevano contribuire alla ricostruzione delle rispettive Nazioni rinviando la rivoluzione bolscevica a tempi migliori, incaricando il suo braccio destro: Palmiro Togliatti (rientrato dalla Russia dopo lo sbarco degli angloamericani in Sicilia e l’armistizio di Cassibile, ricomparendo a Napoli sotto il falso nome di “compagno Ercoli”) di imporre la politica delle “due fasi” (prima la restaurazione della democrazia poi la rivoluzione comunista) e di isolare ogni fazione che tendeva a prendere il potere sopratutto se proveniente dalle milizie di resistenza armata: i partigiani.
Nella guerra civile in Grecia (1943 – 1949) che contrappose i partigiani comunisti del ELAS, organizzati nell’Esercito Democratico Greco e appoggiati dai partigiani jugoslavi e le forze governative monarchiche greche sostenute da Gran Bretagna e Stati Uniti; Stalin di fatto rifiutò di sostenere i partigiani comunisti con armi e munizioni o di inviare reparti dell’Armata Rossa in quanto il Partito Comunista greco aveva rifiutato di obbedire alla politica delle due fasi. Il tradimento di Stalin ai compagni greci fu uno dei maggior motivi della rottura del partito comunista jugoslavo con Mosca.
La guerra contro la Russia desiderata da Churchill fu respinta sia dagli alleati americani che da due dei più influenti militari britannici: Il feldmaresciallo Alan Brooke e il generale Hastings Ismay che successivamente divenne il primo segretario generale della NATO.
Il Presidente americano Harry Truman e gli alti ufficiali del Pentagono considerarono l’Operazione Impensabile estremamente pericolosa. Valutarono assai improbabile una rapida offensiva contro le truppe sovietiche che avevano il morale altissimo per aver sconfitto i nazisti e supportati da una industria bellica che sfornava armi a getto continuo arrivando a fabbricare dai 60 ai 80 pezzi di artiglieria e carri armati al giorno. Inoltre il Pentagono valutò che la continuazione della guerra attaccando l’alleato russo poteva far scoppiare rivoluzioni nell’Europa occidentale e la ripresa delle ostilità delle formazioni partigiane comuniste contro le truppe angloamericane. In sintesi l’Operazione Impensabile avrebbe rischiato gli Stati Uniti di intrappolarsi in una guerra prolungata contro forze superiori sia in numero che per capacità di produzione industriale bellica.
Infine gli Stati Uniti stavano trasferendo il loro sforzo bellico nel Pacifico per l’invasione del Giappone e non avevano alcuna intenzione di sottrarre uomini e risorse per una stupida guerra contro la Russia voluta dai loro cugini inglesi quando Stalin dava ampie garanzie di rispettare gli accordi di divisione dell’Europa sanciti a Yalta. Per chiudere il folle capitolo il presidente Truman affermò in un cablogramma militare diretto a Churchill che gli statunitensi non avevano alcuna possibilità di guidare uno sforzo per rimuovere con la forza le truppe sovietiche dalla Polonia.
Il feldmaresciallo Alan Brooke, appartenente allo Stato Maggiore dell’esercito britannico, concordò con le valutazioni del Pentagono: l’operazione era impossibile e le truppe alleate sarebbero state “impegnate in una guerra protratta contro ogni probabilità, rischiandola di perderla, consegnando l’intera Europa ai sovietici e, forse, di vedere finire la Monarchia in Inghilterra come successe alla dinastia degli Zar nel 1917.
Il generale Hastings Ismay fu disgustato dall’idea di usare le truppe naziste tedesche e ucraine sconfitte perché ciò sarebbe stato “assolutamente impossibile per i leader dei Paesi democratici anche solo pensarci”. Ismay disse inoltre che i Sovietici avevano fatto “la parte del leone nella lotta e avevano avuto sofferenze indicibili”.
Il colpo di grazia che fece definitivamente abortire l’abominio dell’Operazione Impensabile fu Guy Burgess, spia britannica che lavorava per i sovietici. Riuscì a informare Mosca di tutti i dettagli militari della offensiva militare angloamericana ideata da Churchill. Nel giugno 1945 il maresciallo Georgij Žukov raggruppò 144 divisioni presenti nell’est Europa, ricevendo ordini da Mosca di creare una linea di difesa impenetrabile in Germania e Cecoslovacchia per infrangere l’impeto della offensiva angloamericana. Dopo di ché il maresciallo Žukov doveva contrattaccare con il supporto di altre 36 divisioni provenienti dalla Siberia e spazzar via le forze capitalistiche dall’Europa. Gli ordini di Stalin erano precisi. Nessuna controffensiva se gli ex alleati avessero deciso di non attaccare.
Il 24 giugno 1945 Joseph Stalin presenziò a Mosca alla prima parata cerimoniale della vittoria sul Nazismo: la День Победы (Giornata della Vittoria) invece di dirigere le operazioni militari per annientare le forze anglosassoni in Europa. Durante l’esistenza dell’Unione Sovietica, il 9 maggio è stato celebrato anche nei Paesi del Patto di Varsavia. Nei primi anni dell’era post sovietica, durante gli anni ’90, la festa del 9 maggio fu celebrata con grandi manifestazioni di massa. Dopo l’ascesa al potere di Vladimir Putin, il governo russo ha iniziato a promuovere il prestigio del regime e della storia al governo, e le festività e le commemorazioni nazionali sono diventate una fonte di autostima nazionale.
Il Giorno della Vittoria in Russia è diventato sempre più una celebrazione in cui la cultura popolare gioca un ruolo centrale. Il 60° e il 70° anniversario del Giorno della Vittoria in Russia (2005 e 2015) sono diventati le più grandi festività popolari della Russia. Il Giorno della Vittoria è l’occasione per ricordare i sacrifici del popolo russo per liberare l’Europa dal giogo nazista. Ventisette milioni di cittadini sovietici morirono, di gran lunga la più grande perdita di qualsiasi paese, in quella che i russi chiamano la Grande Guerra Patriottica.
Vladimir Volcic