Per uno scenario senza guerre la Pace lo Sviluppo la Democrazia il Disarmo e la distruzione delle armi nucleari
(Lectio Magistralis del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Università “Fudan” di Shanghai)
Illustre Presidente Xu,
Autorità accademiche,
Cari studenti,
Signore e Signori,
sono particolarmente lieto di essere ospite di questa prestigiosa Istituzione accademica e desidero in primo luogo ringraziarVi per l’accoglienza particolarmente calorosa riservata a me e alla delegazione che mi accompagna.
La visita che, su invito del Presidente Xi, sto compiendo, mi sta ponendo a contatto con gli innumerevoli ed affascinanti volti di un Paese che – attraverso i millenni – ha costituito e continua oggi a rappresentare una delle architravi della cultura e della civiltà mondiali.
Una cultura, quella cinese, che – dovremmo sempre tenerlo a mente – l’Occidente ha conosciuto ancor prima dell’epoca dei primi viaggi che hanno caratterizzato l’era che convenzionalmente, in Europa, definiamo “delle grandi scoperte” e che portò alla colonizzazione delle Americhe.
Le civiltà dell’Europa e della Cina sono venute a contatto ben prima.
Si sono incontrate grazie a quella che venne definita la “Via della Seta”, o grazie – più precisamente – alle molte vie che, in un senso e nell’altro, consentivano gli scambi, alimentando il desiderio di sapere e la curiosità reciproca e, con essi, nutrivano una nascente osmosi tra due universi resi lontani da distanze che – soltanto sino a non molto tempo or sono – apparivano – ed effettivamente erano – quasi insormontabili. Leggi tutto “”
Il governo Gentiloni ha capovolto il voto del governo Renzi all’Onu, votando a favore dell’avvio di negoziati per il disarmo nucleare! La sensazionale notizia si è rapidamente diffusa, portando alcuni disarmisti a gioire per il risultato ottenuto. Per avere chiarimenti in proposito, il senatore Manlio Di Stefano (Movimento 5 Stelle) e altri hanno presentato una interrogazione, a cui il governo ha dato risposta scritta nel bollettino della Commissione Esteri. Essa chiarisce come sono andate le cose.
Il 27 ottobre 2016, durante il governo Renzi, l’Italia (accodandosi agli Stati uniti) ha votato«No», nella prima commissione dell’Assemblea generale, alla risoluzione che proponeva di avviare nel 2017 negoziati per un Trattato internazionale volto a vietare le armi nucleari, risoluzione approvata in commissione a grande maggioranza.
Successivamente, il 23 dicembre 2016 durante il governo Gentiloni, quando la stessa risoluzione è stata votata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Italia ha invece votato«Sì» insieme alla maggioranza.
Capovolgimento della posizione italiana? No, solo un errore tecnico. «Tale errore – spiega il governo nella risposta scritta – sembra essere dipeso dalle circostanze in cui è avvenuta la votazione, a tarda ora della notte». In altre parole il rappresentante italiano, probabilmente per un colpo di sonno, ha premuto il pulsante sbagliato. «L’erronea indicazione di voto favorevole – spiega sempre il governo – è stata successivamente rettificata dalla nostra Rappresentanza permanente presso le Nazioni Unite, che ha confermato il voto negativo espresso in prima commissione».
Il governo Gentiloni, come quello Renzi, ritiene che «la convocazione, nel 2017, di una Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisca un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare». Insieme ai paesi militarmente non-nucleari dell’Alleanza Atlantica, «l’Italia è tradizionalmente fautrice di un approccio progressivo al disarmo, che riafferma la centralità del Trattato di non-proliferazione».
Il governo ribadisce in tal modo la centralità del Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, ratificato nel 1975, in base al quale l’Italia «si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari né il controllo su tali armi, direttamente o indirettamente». Mentre in realtà viola il Trattato, poiché mantiene sul proprio territorio, ad Aviano e Ghedi-Torre, almeno 70 bombe nucleari Usa B-61, al cui uso vengono addestrati anche piloti italiani.
Quale sia l’«approccio progressivo al disarmo nucleare» perseguito dall’Italia lo dimostra il fatto che tra circa due anni essa riceverà dagli Usa, per rimpiazzare quelle attuali, le nuove bombe nucleari B61-12, sganciabili a distanza e con capacità penetranti anti-bunker. Armi nucleari da first strike dirette soprattutto contro la Russia, che, rendendo più probabile il lancio di un attacco nucleare dal nostro paese, lo esporranno ancora di più al pericolo di rappresaglia nucleare.
Il modo concreto attraverso cui possiamo contribuire all’eliminazione delle armi nucleari, che minacciano la sopravvivenza dell’umanità, è chiedere che l’Italia cessi di violare il Trattato di non-proliferazione e chieda di conseguenza agli Stati uniti di rimuovere immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinunciare a installarvi le nuove bombe B61-12. Battaglia politica fondamentale se anche l’opposizione non fosse stata contagiata dal colpo di sonno, che assopisce perfino l’istinto di sopravvivenza.
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> di Guido Tana da www.lacittàfutura.it
> 18/02/2017
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> Sorpresa sorpresa; quelle che sembravano essere delle elezioni nazionali a
> Settembre senza storia per la terza volta consecutiva, ovvero con un trionfo
> della CDU su scala nazionale e un risultato risibile dei socialdemocratici,
non appaiono più tali. Recenti sondaggi indicano come la scelta dell’ex-
presidente dell’europarlamento Martin Schulz abbia fatto fare un salto nei consensi
alla SPD tale da superare la CDU per la prima volta in quasi 10 anni. Non solo,
la vera novità è che una ipotetica coalizione nazionale di centro-sinistra,
> comprendente SPD-Verdi e Die Linke appare per la prima volta dal 2002 capace
di ottenere la maggioranza assoluta nel Bundestag. Appare chiaro dunque come le
> recenti elezioni berlinesi, che hanno visto proprio questo tipo di
maggioranza vincere alle urne nonostante i risultati non eccelsi dell’SPD, diventino
> decisive per capire i prossimi sviluppi a livello nazionale in Germania,
> soprattutto da un punto di vista programmatico e di equilibri politici.
> Leggi tutto “FACCIAMO come fa SCHULZ in Germania”
propedeutica alla seconda parte che verrà proiettata nella serata di venerdì 10 Feb.
con il suo carico di dolore il dramma delle foibe è parte di una immane tragedia vissuta dall’umanità per il volere criminale del nazifascismo e dei suoi sostenitori negli anni ’20 -’45 , nazifascismo che ha provocato 60 milioni di morti.
2 minuti e mezzo, ecco quanto manca all’ora del
giudizio Alessandro Pascolini
Università di Padova
Le preoccupazioni quotidiane, i problemi immediati e
più vicini ci fanno dimenticare o rimuovere i pericoli
che tutta l’umanità sta correndo a causa della minaccia
legata alla stessa presenza delle armi nucleari e ai
cambiamenti climatici che stanno modificando le condizioni di vita sul nostro
pianeta.
Per esprimere in modo efficace l’urgenza del rischio nucleare e climatico
attraverso una metafora immediatamente comprensibile a tutti (forse anche ai
politici!) la Federation of atomic scientists ha scelto di indicare con le lancette di un
orologio quanti minuti rimangano prima della mezzanotte antecedente al giorno del
giudizio.
Orazio Rutoli fu tenente generale medico e direttore dell’ospedale
M.M. di Mirano. Tra l’8 settembre 1943 e la primavera del 1944,
usando il suo ruolo, riuscì a salvare 983 marinai dalla deportazione.
Saranno presenti le autorità cittadine civili e militari e la corale S. Andrea di
Campocroce, che eseguirà la Canzone della Nave (di Egidio Meneghetti)
La cittadinanza è invitata a partecipare
Inoltre si ricorderanno nella Giornata della Memoria Miranese
i partigiani uccisi al cimitero di Mirano
il 17 GENNAIO 1945
Luigi Bassi (23 anni), Ivone Boschin (21 anni), Dario Camilot (23 anni), Michele Cosmai (53 anni), Primo Garbin (23 anni), Aldo Vescovo (27 anni) e Gianmatteo Zamatteo (20 anni) questi sono i nomi dei 7 partigiani fucilati la mattina del 17 gennaio 1945 al cimitero di Mirano
La storia dell’ “Aleksandrov” nacque nell’agosto del 1948 nella Berlino ancora ferita dalla guerra, dove i musicisti e ballerini sovietici si esibirono davanti ad una folla di 30 mila persone, con un concerto durato ben 3 ore.
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