mt

Ho inviato una lettera a “Il Fatto” esprimendo le mie perplessità su quello che aveva scritto Marco Travaglio in un articolo su Giuseppe Saragat, in cui descriveva Francesco Moranino come “un criminale della guerra partigiana”. Questa la sua risposta (non pubblicata sul giornale):

Caro Roberto,
Moranino era un feroce aguzzino, colpevole di fatti che ben travalicavano la guerra. Cordiali saluti
mt

come potete leggere sono parole che non ammettono replica e che, Marco Travaglio (d’ora in poi mt), sicuramente  afferma sapendo di dire una cosa sbagliata, vista la notevole documentazione esistente e il libro di Massimo Recchioni appena uscito. Forse le sue fonti sono i libri di Pansa e allora si capisce la diffamazione di una figura simbolo della Resistenza (da leggere come viene descritto nel sito dell’Anpi nazionale) che mt prende ad esempio per denigrare una lotta di popolo che ha permesso di riscattare tutti gli italiani (compreso mt). Forse imparerebbe qualcosa di diverso e per lui sconosciuto, dalle parole di una ragazza di terza media che ha scritto questo: “Il popolo sotto oppressione di una dittatura terribile e insensata ha combattuto per la libertà, la fine della guerra, i propri diritti che venivano violati. È stato un movimento soprattutto di giovani di diverse età e classe sociale, anche di vari partiti.
E molti di quei giovani sono morti, ma ancora oggi è importante ricordarli poiché nei luoghi dove hanno combattuto e dato la vita si sono scritte le prime pagine della nostra Costituzione, quella della Repubblica Italiana, libera dalla dittatura e che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.”

Penso che mt dovrebbe vergognarsi per aver descritto il comandante “Gemisto” con quelle parole. Cordiali saluti (non a mt)

Roberto (Anpi Mirano)

 

Travaglio e i criminali della “guerra partigiana”

In un articolo apparso su “il Fatto Quotidiano” di sabato 13 aprile, dedicato alle figure dei Presidenti della Repubblica Italiana, Marco Travaglio definisce Francesco Moranino “Gemisto” un “criminale della guerra partigiana” graziato dal presidente Saragat. Si dimentica di dire che la grazia non venne da lui accettata e tornò in Italia solo quando fu ufficialmente riconosciuto che i fatti per cui era accusato erano “atti di guerra” connessi con la Guerra di Liberazione (e non “guerra partigiana”) e quindi erano atti giuridicamente leggittimi. L’Anpi non ha mai smesso di indicarlo tra le figure simbolo della guerra di Liberazione e Sandro Pertini lo definì “fiero antifascista e valoroso partigiano”. Il termine “criminale” va forse citato per i tanti criminali di guerra italiani (a iniziare da Graziani) che tanti stati stranieri hanno cercato di estradare dall’Italia e ai tanti fascisti e repubblichini riciclati in apparati vitali dello stato italiano mentre altrettanti ex-partigiani venivano messi al bando costretti ad espatriare per non finire in galera o in miseria.

Questo il discorso tenuto da Pietro Secchia al Senato della Repubblica  in occasione della grazia concessa il 27 aprile 1965 dal Presidente della Repubblica Saragat ma rifiutata da Moranino, un discorso da leggere e rileggere perchè “sembra quasi che i partigiani non sparassero, non fucilassero, non spargessero sangue né toccasse loro rimestare nelle interiora umane. E invece sparavano, uccidevano e questo lo si comprende solo inserendo i fatti in un contesto di uno scontro violentissimo fatto di torture, di rappresaglie, dove ci si doveva difendere da spie e da infiltrati e c’era poco tempo per il “garantismo”. (da Wu Ming)

Un libro sul comandante “Gemisto”

Aggiornamento: la risposta di mt a una lettera inviata a “Il Fatto”

Aggiornamento: la lettera dei famigliari di Moranino e la replica di mt

Aggiornamento: la lettera di una ex-lettrice de “Il Fatto”

Aggiornamento: la lettera di Alessandra Kersevan a “Il Fatto”