Il 19 marzo del 1921, nella località istriana di Strugnano, piccolo paese nei pressi di Pirano, gli squadristi fascisti, durante una delle loro scorrerie in terra d’Istria, spararono su un gruppo di bambini intenti a giocare vicino ai binari della linea ferroviaria. Due di questi morirono sul colpo, cinque vennero feriti e tre rimasero per sempre invalidi.
Questa la testimonianza di Piero Valente:
“Faccio un resoconto di quanto mi raccontò mio padre che fu testimone oculare del fatto.
Quel giorno, festa di San Giuseppe, si svolgeva la tradizionale festa da ballo con gente che era arrivata con il trenino della Parenzana anche da Isola e da Pirano. Era pomeriggio inoltrato e nell’area antistante, al centro della quale c’era un grande olmo, giocavano numerosi bambini. Questo albero fu importante nei fatti.
La stazione della ferrovia era adiacente all’edificio della Lega. Il fatto avvenne poco dopo con l’arrivo del treno proveniente da Trieste, che si era fermato regolarmente in stazione per far scendere i passeggeri e farne salire altri. Appena il treno si mise in moto, la gente (tra cui mio padre) udì degli spari e uscì dalla sala interna per vedere cosa fosse successo. Ebbero solo il tempo di vedere gli ultimi vagoni del convoglio che stava entrando nella galleria che portava a Portorose. Sul prato giacevano i corpi di due bambini, Domenico Bartole e Renato Braico. Avevano avuto la sfortuna di giocare davanti al grande olmo, mentre gli altri vennero salvati dai proiettili proprio dal tronco della pianta.
Certe persone testimoniarono che sul treno c’erano numerosi giovani in camicia nera, qualcuno anche ubriaco”.