“Roma città aperta” è considerato il manifesto del neorealismo e uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale e, secondo molti critici, il miglior film italiano sulla resistenza: fu girato nel gennaio del 1945, a guerra appena finita, con pellicole scadute ed un set di fortuna, visto che Cinecittà era stata spogliata di tutte le attrezzature tecniche e gli studi venivano utilizzati da numerosi sfollati che non potevano essere accolti altrove. Per chi non ricordasse la trama rimandiamo a questo articolo pubblicato nel nostro sito. Per quanto riguarda le figure principali del film, Rossellini e il gruppo dei suoi sceneggiatori (Sergio Amidei, Federico Fellini e Celeste Negarville) si ispirarono a persone realmente esistite:
– Il personaggio di don Pietro (Aldo Fabrizi) riassume le figure di don Giuseppe Morosini e di don Pietro Pappagallo
– Il personaggio di Pina (Anna Magnani) è ispirato a Teresa Gullace, una donna italiana uccisa dai soldati nazisti mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi: episodio che ispirò la famosa scena del film.