Roma 12 ottobre 2013: La via maestra

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl 12 ottobre 2013 alla manifestazione “La via maestra”, l’Anpi di Mirano era a Roma insieme a tante altre Anpi per difendere la nostra Costituzione, i diritti che da essa discendono, e il dovere di difenderne i principi straordinariamente avanzati che, nonostante le rovine della guerra, i padri costituenti seppero indicare in modo netto e chiaro. Perchè, come diceva il documento ufficiale della manifestazione “la difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch’essa sancisce?”.
Le mani sulla nostra Carta fondamentale le hanno purtroppo messe e anche in maniera pesante, ma noi, come tanti altri, cercheremo di opporci e di ribadire in ogni luogo che “la difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.”

Le foto di quel giorno: http://imgur.com/a/rnvSG

Costituzione, Rodotà: “Ecco perché dobbiamo continuare a batterci”

Le riforme costituzionali procedono spedite, anzi speditissime. Guai a chi – come i moltissimi cittadini che hanno partecipato alla manifestazione di sabato organizzata da Via maestra – invita alla riflessione. Tra i promotori c’è il professor Stefano Rodotà: “Mentre sabato pomeriggio Sky ha fatto una diretta della manifestazione, la tv pubblica quasi non ne ha dato notizia. Con Piazza del Popolo strapiena! Le prassi di pessima informazione non sono mutate, nonostante il cambio dei vertici Rai. È un fatto vergognoso, ma non ci lasceremo scoraggiare”.

Professore come si spiega la fretta sulla riforma della Carta?

Se si fosse seguita la procedura prevista dall’articolo 138 oggi le tre riforme che il presidente del Consiglio insistentemente richiama – e cioè diminuzione del numero dei parlamentari, fine del bicameralismo perfetto, riforma del titolo V già pessimamente riformato – sarebbero avviate verso l’approvazione. Ma su queste tre ipotesi c’è un tale consenso sociale che l’approvazione per via ordinaria avrebbe avuto tempi molto celeri! Il tema vero è il cambiamento della forma di governo: la discussione su questo deve essere fatta, non è questione che possa essere affidata ad accelerazioni o su cui lo spirito critico debba essere messo a tacere. Il dubbio è che sfruttando il consenso su tre riforme si voglia agganciare anche la quarta, sulla quale non c’è consenso e la discussione è ancora aperta.

Perché è critico sul semipresidenzialismo o su una forma di premierato forte, le due ipotesi che vanno per la maggiore?

Avremmo un accentramento dei poteri e un’ulteriore, formalizzata, personalizzazione del potere a fianco di un deperimento di garanzie e contrappesi: una strada molto pericolosa. Tutto questo viene giustificato con l’efficienza, argomento importante, ma che non può essere l’unico. Il richiamo ai sistemi di Francia e Usa poi è improprio. Negli Usa il presidente è “prigioniero” del congresso, per dire quanto sono forti i contrappesi degli altri poteri. E in Francia c’è la possibilità di maggioranze diverse tra quella che elegge il presidente e quella che elegge l’assemblea nazionale. Non è solo un problema di riscrittura delle regole. Il guaio vero è la debolezza della politica, interamente scaricata sulla Costituzione, inquinata e utilizzata impropriamente.

Il presidente Napolitano ieri ha detto: “Al procedere delle riforme istituzionali io ho legato il mio impegno all’atto di una non ricercata rielezione a presidente”.

L’atteggiamento del Colle rientra nelle dinamiche istituzionali. Ma questo non può, non deve, escludere una discussione sia sulla procedura che sul merito. Letta ha più volte affermato che chi si oppone è d’impedimento alle riforme, ma quest’accusa è una falsificazione della realtà: noi non vogliamo ritardare le riforme, vorremmo semplicemente che tutto si svolgesse nell’ambito del perimetro costituzionale, insistendo sulla necessità di dare una voce ai cittadini.

Loro dicono che alla fine del processo di riforma si avrà il referendum.

Attenzione: abbiamo un brutto precedente, la modifica dell’articolo 81 sul pareggio di bilancio. Allora non si volle prestare attenzione a quelli che dicevano “evitate di approvarla con i due terzi in modo che i cittadini possano esprimersi”. Ora si toccano la regola delle regole – la procedura di riforma – e la forma di governo: deve essere consentito chiedere un referendum. Aggiungo: chi oggi si occupa con tanta premura di riforme dovrebbe tener conto che 16 milioni di italiani, nel 2006, si espressero contro una previsione di riforma costituzionale che conteneva molti punti oggi in discussione.
(intervista a Stefano Rodotà di Silvia Truzzi, Il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2013)

La Via Maestra è la Costituzione, nata dalla Resistenza

Il Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” Grugliasco esprime dissenso verso la Segreteria Nazionale ANPI rispetto al comunicato del 25 settembre, con il quale si è decisa la non adesione alla manifestazione nazionale per la Costituzione “La Via Maestra” prevista a Roma il 12 ottobre, in quanto ritiene che tale decisione sia stata assunta venendo meno a quanto sancito nello Statuto Nazionale e al di fuori degli organismi statutari preposti alle decisioni politiche.
Il Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” Grugliasco ribadisce di avere già aderito convintamente alla manifestazione nazionale La Via Maestra, coerentemente con la mobilitazione avviata a livello nazionale, torinese e locale all’interno dei Comitati per la Costituzione, e in quanto l’unico programma politico-programmatico della manifestazione è la Costituzione, come spiegato ampiamente dal prof. Gustavo Zagrebelsky e da DonLuigi Ciotti, promotori torinesi.
La Costituzione, nata dalla Resistenza, può essere modificata solo se i cambiamenti avvengono in linea con lo spirito della Guerra di Liberazione dal nazifascismo, in equilibrio con l’architettura costituzionale e seguendo le regole dell’art. 138.
L’ANPI, Ente Morale dal 1945, difende e praticala Costituzione con la militanza antifascista quotidiana sul territorio di Grugliasco e ritiene che nell’attuale contesto sia necessario rispondere aglia ttacchi contro la Costituzione portati dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene, lottando uniti nella diversità, sull’esempio delle formazioni partigiane, con tutti i partiti, le associazioni, i movimenti, i comitati e i singoli cittadini che riconoscono l’emergenza democratica e costituzionale attualmente in corso.
A Roma il 12 ottobre ci sarà anche la bandiera della Sezione ANPI “68 Martiri” di Grugliasco, per ribadire che la Costituzione è nata dal sangue di tutti i Caduti per la Libertà, inclusi i 68 Martiri catturati, torturati e uccisi a Grugliasco il 29 e 30 aprile 1945.

Il Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” di Grugliasco
29 settembre 2013

L’Anpi di Mirano aderisce alla manifestazione del 12 ottobre a Roma

In merito alla questione di partecipare o meno alla manifestazione romana del 12 ottobre sul tema della difesa della Costituzione, potremmo ricordare ai dirigenti nazionali che se l’ANPI è una Associazione nata a difesa della memoria dei valori posti a fondamento della Resistenza, è anche vero che la sua è una proposta POLITICA per l’oggi altrimenti non si capisce a che cosa serva.

Non si possono accettare posizioni come quella espressa dalla Direzione Nazionale: “Resta ferma la disponibilità dell’ANPI – si sottolinea – a partecipare anche ad iniziative di più ampio respiro, se concordate preventivamente nelle modalità e negli obiettivi e non suscettibili di entrare in un campo squisitamente politico, che sarebbe estraneo alle finalità ed alla natura dell’ANPI”.

Ma a quale Associazione siamo iscritti? A questo punto si chiariscano le finalità e gli obiettivi di un’azione che non può fermarsi al solo, pur importantissimo, ricordo. Il CLN che cosa rappresenta oggi nella testa dei nostri dirigenti ? Un episodio curioso e irripetibile della Storia Patria, frutto solo del momento storico, senza futuro, e non la dimostrazione che i valori fondanti sono patrimonio di tutte le forze che si sono riconosciute nella Resistenza e che oggi ad essa si richiamano. La politica è innanzitutto scelta che discrimina, che stabilisce i piani distinti di una consapevolezza che non può confondersi con logiche di tatticismo elettorale che non può essere disgiunta dal quadro storico di riferimento.

Se L ‘ANPI non si riconosce in questa linea di pensiero e azione, rimarrà solo e sempre strumento di consenso dei partiti in crisi, bandiera sventolata al vento della memoria e della rievocazione mitica.