Orazio Rutoli fu tenente generale medico e direttore dell’ospedale
M.M. di Mirano. Tra l’8 settembre 1943 e la primavera del 1944,
usando il suo ruolo, riuscì a salvare 983 marinai dalla deportazione.
Saranno presenti le autorità cittadine civili e militari e la corale S. Andrea di
Campocroce, che eseguirà la Canzone della Nave (di Egidio Meneghetti)
La cittadinanza è invitata a partecipare
Inoltre si ricorderanno nella Giornata della Memoria Miranese
i partigiani uccisi al cimitero di Mirano
il 17 GENNAIO 1945
Luigi Bassi (23 anni), Ivone Boschin (21 anni), Dario Camilot (23 anni), Michele Cosmai (53 anni), Primo Garbin (23 anni), Aldo Vescovo (27 anni) e Gianmatteo Zamatteo (20 anni) questi sono i nomi dei 7 partigiani fucilati la mattina del 17 gennaio 1945 al cimitero di Mirano
La storia dell’ “Aleksandrov” nacque nell’agosto del 1948 nella Berlino ancora ferita dalla guerra, dove i musicisti e ballerini sovietici si esibirono davanti ad una folla di 30 mila persone, con un concerto durato ben 3 ore.
Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Padre Mtanios Haddad, siriano, archimandrita melchita, rettore della basilica di Santa Maria in Cosmedin a Roma.
Di fronte alla commissione esteri del senato l’Arcivescovo maronita di Aleppo, Joseph Tobji, ha sconfessato completamente la narrazione dei media mainstream: “In Siria non c’è alcuna guerra civile” ha detto ” in Sira è in atto una terza guerra mondiale per procura”.
Come si immagina il futuro della Siria, qual è il suo auspicio? — La Siria va liberata da Aleppo fino a Palmira, dove sono tornati i terroristi. Va liberata Idlib. Tutto il Medio Oriente deve essere ripulito da questo terrorismo, basato sull’estremismo dove si uccide in nome di Dio. Questo è un peccato mortale come si dice nel nostro linguaggio. In Siria hanno distrutto l’uomo, le infrastrutture, le scuole, gli ospedali, chiese e moschee di chi non ha la stessa fede. Hanno distrutto la convivenza. — La Siria era proprio un esempio perfetto di convivenza fra religioni e etnie prima della guerra, no? — Sì, vorrei che la Siria tornasse proprio a questo. Dobbiamo imparare la lezione del terrorismo. Noi tutti, di diverse religioni, etnie, colori dobbiamo tornare insieme più forti di prima. La pace costa molto meno della guerra. Anche in Europa la coscienza si deve risvegliare. Devono farci vivere nel nostro Paese con dignità, cristiani e musulmani. Non vogliamo essere rifugiati, sfollati, vivere con l’elemosina degli europei. — Nella lotta al terrorismo in Siria qual è il ruolo della Russia a suo avviso? — Faccio gli auguri al popolo russo, perché anche in Russia ci sono tante culture, etnie, lingue, come in Siria. La Russia ha capito il pericolo del terrorismo ed è venuta ad aiutare un governo legittimo e un popolo che ha avuto questo virus del terrorismo. Come ho detto prima, io non vedo Hmeimim come una base militare, bensì come un centro della riconciliazione. Vedo nella Russia un modello di persone credenti, cristiani, musulmani e di altre confessioni, che possono convivere insieme. Questo modello sia in Russia sia in Siria deve vincere. La pace è la speranza, siamo nel periodo del Natale. La nascita di Gesù Cristo è la nascita del Re della pace e speriamo che arrivi la pace per la Siria, per la Russia, per l’Europa, dove c’è stato solo qualche giorno fa un altro attentato terroristico. Dobbiamo mettere fine al terrorismo, in Siria deve tornare la convivenza, la giustizia e la speranza. Così potremo dire a tutti noi: Buon Natale. Grazie alla Russia adesso noi abbiamo questa speranza, mi auguro che il 2017 sia un anno pieno della grazia di Gesù Cristo, un anno pacifico di carità e misericordia. L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.
gli studenti del Liceo Majorana Corner alle 8.30 si sono trovati in Piazza Martiri a Mirano e si sono dislocati in sei diversi luoghi della piazza che hanno visto deposti i corpi dei Martiri di Mirano. In questi diversi luoghi della piazza, assieme ai volontari dell’ANPI o dell’AUSER e accanto ai testimoni dell’eccidio, hanno accolto gli studenti delle classi terze della S.M.S. “G. Gabrieli” (“L. Da Vinci e Scaltenigo) e “G. Mazzini ” di Mirano, accompagnati dai propri insegnanti, lungo i luoghi della memoria. (foto di Matteo)
In occasione della commemorazione della Giornata della Memoria, gli studenti del Liceo “Majorana Corner”, in collaborazione con le classi terze dell’I.C. Mirano 1 (Scuole Medie) e I.C. Mirano 2 (“S.M.S. G. Mazzini”), parteciperanno all’attività programmata per la mattina del 13 dicembre 2016, secondo le seguenti modalità:
gli studenti del Liceo Majorana Corner alle 8.30 si troveranno in Piazza Martiri a Mirano e si dislocheranno in sei diversi luoghi della piazza che hanno visto deposti i corpi dei Martiri di Mirano. In questi diversi luoghi della piazza, assieme ai volontari dell’ANPI o dell’AUSER e accanto ai testimoni dell’eccidio, accoglieranno gli studenti delle classi terze della S.M.S. “G. Gabrieli” (“L. Da Vinci e Scaltenigo), che, accompagnati dai propri insegnanti, inizieranno un percorso lungo i luoghi della memoria;
ogni classe delle scuole medie si fermerà per circa 10 minuti in ciascun punto, dove potrà ascoltare i racconti dei testimoni e gli interventi degli studenti del Liceo; dopo di che passerà al punto successivo;
alle 10.15 gli studenti di liceo e tutte le classi delle scuole medie convergeranno al centro della piazza, dove saranno giunte anche le classi terze dell’ I.C. (S.M.S.”G. Mazzini”) , per un saluto da parte delle autorità comunali;
dalle 10.30 circa, le classi della S.M.S. “G. Gabrieli” torneranno nella loro sede, mentre gli alunni dell’ I.C. (S.M.S.”G. Mazzini”) inizieranno a loro volta il percorso;
entro 12.30 termineranno tutte le attività.
Si allega copia dello schema, con i punti di sosta e la corrispondente presenza di testimoni e studenti del Liceo Majorana Corner.Prospetto Commemorazione “Martiri di Mirano”
(13 dicembre 2016 h.8,30-12,30)
Corrispondenza Testimoni – studenti – argomenti.
LUOGHI/ POSTAZIONI
PARTIGIANI/ TESTIMONI
Classi / STUDENTI
1) Casa del Fascio
Pal. Guardia di Finanza
Tema: avvento e affermazione del Fascismo: quadro generale
Presenza: Paolo Pietrobon/Bruno Tonolo
3 B 6 studenti: (Venier)
2) Via Barche
Bruno e Giovanni Garbin – vittime eccidio ( foto)
Testimoni: Marcuglia Francesco
Tema: eccidio 11 dicembre 1944: fatti e protagonisti.
Presenza: Marcuglia Francesco
I B 7 studenti: (Calzavara-Tempesta)
3) Farmacia Sansoni
Giulio Vescovo – vittima eccidio ( foto)
Testimone: Ferrucci Livio
Tema: persecuzione degli Ebrei, coniugi Errera, collegamento progetto Auschwitz. Resistenza
Presenza: Ferrucci Livio
4B 4 studenti + 3 B 2 studenti: ( Fici-Venier)
.
4) Via Castel Antico
Cesare Chinellato- vittima eccidio ( foto)
Testimone: Anna Maria Spolador
Tema: la II G .M.: cause, sviluppo e conseguenze.
Presenza: Anna Maria Spolador
IIA studenti: (Scaggiante)
5) Piazza /monumento
Severino Spolaor – vittima eccidio ( foto)
Tema: quadro generale della Resistenza nel Miranese e altri eccidi.
Presenza: STORICO MARTINO LAZZARI
II B 5 studenti: (Calzavara-Tempest
6) Municipio
Cesare Spolaor – vittima eccidio ( foto)
Testimone: RENZO TONOLO
Tema: le prospettive dopo la guerra e la rinascita democratica; i sindaci del dopoguerra.
Niscemi sicilia tratto da Ass. clulturale La torre
No alla «riforma» bellicista Manlio Dinucci
La maggioranza degli italiani, sfidando i poteri forti schierati con Renzi, ha sventato il suo piano di riforma anticostituzionale. Ma perché ciò possa aprire una nuova via al paese, occorre un altro fondamentale No: quello alla «riforma» bellicista che ha scardinato l’Articolo 11, uno dei pilastri basilari della nostra Costituzione.
Le scelte economiche e politiche interne, tipo quelle del governo Renzi bocciate dalla maggioranza degli italiani, sono infatti indissolubilmente legate a quelle di politica estera e militare. Le une sono funzionali alle altre. Quando giustamente ci si propone di aumentare la spesa sociale, non si può ignorare che l’Italia brucia nella spesa militare 55 milioni di euro al giorno (cifra fornita dalla Nato, in realtà più alta). Quando giustamente si chiede che i cittadini abbiano voce nella politica interna, non si può ignorare che essi non hanno alcuna voce nella politica estera, che continua ad essere orientata verso la guerra.
Mentre era in corso la campagna referendaria, è passato sotto quasi totale silenzio l’annuncio fatto agli inizi di novembre dall’ammiraglio Backer della U.S. Navy: «La stazione terrestre del Muos a Niscemi, che copre gran parte dell’Europa e dell’Africa, è operativa».
Realizzata dalla General Dymanics – gigante Usa dell’industria bellica, con fatturato annuo di 30 miliardi di dollari – quella di Niscemi è una delle quattro stazioni terrestri Muos (le altre sono in Virginia, nelle Hawaii e in Australia). Tramite i satelliti della Lockheed Martin – altro gigante Usa dell’industria bellica con 45 miliardi di fatturato – il Muos collega alla rete di comando del Pentagono sottomarini e navi da guerra, cacciabombardieri e droni, veicoli militari e reparti terrestri in movimento, in qualsiasi parte del mondo si trovino.
L’entrata in operatività della stazione Muos di Niscemi potenzia la funzione dell’Italia quale trampolino di lancio delle operazioni militari Usa/Nato verso Sud e verso Est, nel momento in cui gli Usa si preparano a installare sul nostro territorio le nuove bombe nucleari B61-12.
Passato sotto quasi totale silenzio, durante la campagna referendaria, anche il «piano per la difesa europea» presentato da Federica Mogherini: esso prevede l’impiego di gruppi di battaglia, dispiegabili entro dieci giorni fino a 6 mila km dall’Europa.
Il maggiore, di cui l’Italia è «nazione guida», ha effettuato, nella seconda metà di novembre, l’esercitazione «European Wind 2016» in provincia di Udine. Vi hanno partecipato 1500 soldati di Italia, Austria, Croazia, Slovenia e Ungheria, con un centinaio di mezzi blindati e molti elicotteri. Il gruppo di battaglia a guida italiana, di cui è stata certificata la piena capacità operativa, è pronto ad essere dispiegato già da gennaio in «aree di crisi» soprattutto nell’Europa orientale.
A scanso di equivoci con Washington, la Mogherini ha precisato che ciò «non significa creare un esercito europeo, ma avere più cooperazione per una difesa più efficace in piena complementarietà con la Nato», in altre parole che la Ue vuole accrescere la sua forza militare restando sotto comando Usa nella Nato (di cui sono membri 22 dei 28 paesi dell’Unione).
Intanto, il segretario generale della Nato Stoltenberg ringrazia il neo-eletto presidente Trump per «aver sollevato la questione della spesa per la difesa», precisando che «nonostante i progressi compiuti nella ripartizione del carico, c’è ancora molto da fare». In altre parole, i paesi europei della Nato dovranno addossarsi una spesa militare molto maggiore. I 55 milioni di euro, che paghiamo ogni giorno per il militare, presto aumenteranno. Ma su questo non c’è referendum. (il manifesto, 6 dicembre 2016)
da che parte sta la ragione ? dalla parte della classe operaia
Curzio Maltese: ‘Riforma fa parte di un disegno che attacca le Costituzioni antifasciste’
L’eurodeputato Curzio Maltese spiega le ragioni del No al referendum del 4 dicembre ed esprime un parere sulle elezioni USA e sulla sinistra in Italia tratto dahttp://it.blastingnews.com/politica/2016/11/curzio-maltese-riforma-fa-parte-di-un-disegno-che-attacca-le-costituzioni-antifasciste-001256103.html
Curzio Maltese, eurodeputato
In occasione dell’iniziativa “La decostituzionalizzazione in atto nei paesi d’Europa“ promossa a Roma questa domenica 13 novembre da MicroMega e dal gruppo europarlamentare GUE-NGL, Blasting News ha intervistato in esclusiva Curzio Maltese, noto giornalista ed eurodeputato de L’Altra Europa con Tsipras. Ecco che cosa ci ha detto.
‘La Riforma costituzionale fa parte di un disegno generale europeo di attacco alle Costituzioni antifasciste’
Quali sono a suo avviso i rischi più grandi in caso di vittoria del Sì al #referendum?
“Ci sarà una grande concentrazione di potere nelle mani dell’Esecutivo e viene stravolta una grande Costituzione, ma d’altronde questo è l’obiettivo. Bisogna allargare lo sguardo dall’Italia perché c’è un attacco alle Costituzioni antifasciste in tutto il sud Europa, ci cui qualcuno vuol fare una specie di colonia con meno diritti democratici rispetto al nord Europa. Questa Riforma fa parte di un disegno più generale che si inserisce in questo quadro. Nel mirino di JP Morgan e di altre agenzie di rating intervenute pesantemente nella questione referendaria, come dimostrano anche vari documenti, c’è l’obiettivo di stravolgere le Costituzioni nate dopo il fascismo in Italia, Grecia, Portogallo… Su questo bisogna riflettere perché rischiamo di consegnare la democrazia a piccoli gruppi di potere.”
Quali ricadute può avere il recente voto presidenziale americano sul referendum italiano?
“Io ero uno dei pochi che si aspettava la vittoria di Trump da mesi. Non capisco come i miei colleghi giornalisti si stupiscano del fatto che la gente sta male, negli ultimi venti anni abbiamo assistito alla più poderosa distribuzione di ricchezza verso l’altro nella storia del capitalismo e quindi non c’è sorpresa nel fatto che la gente si ribelli all’establishment. La Clinton incarnava Wall Street di fatto. Trump ovviamente non è una soluzione, anzi è peggio. Ma che ci sia una rivolta è normale. Anche in Europa socialisti e conservatori fanno le stesse politiche di austerità e come vedo personalmente al Parlamento europeo essi votano ogni giorno assieme. E’ questa mancanza di alternativa e di qualcuno che difenda i più deboli che crea l’alternativa. E’ loro la responsabilità. Sono convinto che Sanders avrebbe vinto perché rappresenta l’alternativa, mentre Clinton rappresentava la continuità. Anche #Renzi è la continuità, ha rottamato un gruppo dirigente per prendere il loro posto, non ha rottamato le politiche: toglie diritti ai lavoratori, rilancia opere inutili, riforma la #Costituzione italiana come aveva provato a fare la destra. In cosa rappresenta una rottura rispetto al passato? Nel fatto che comanda lui anziché Prodi, D’Alema o Berlusconi, beh non è un grande vantaggio per gli italiani.”
“La sinistra in Italia è in mano a ceti di potere, tutta la sinistra: quella più radicale e quella moderata. Bisognerebbe capire un po’ meglio il fenomeno del Movimento 5 Stelle, che ha riportato tanti cittadini normali non professionisti a occuparsi di politica, rispetto invece a ceti politici. Su quella strada lì, la sinistra potrebbe andare. E poi la sinistra deve tornare a fare il proprio mestiere: aiutare e difendere i più deboli, non si possono fare politiche applaudite da Confindustria e sperare di avere grandi consensi popolari. Difendere i deboli è il ruolo storico della sinistra e oggi invece lo sta facendo il Papa.”
Infine parlando dal palco durante l’assemblea plenaria Curzio Maltese si è lasciato andare a una previsione sull’esito referendum costituzionale del 4 dicembre, affermando: “Sono piuttosto fiducioso sulla possibile vittoria del No, perché credo che i cittadini voteranno contro l’arroganza e contro i gruppi di potere che governano questo paese”.
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