Casa Pound, casa di ladri

Gianluca Iannone, leader di Casapound (ex Casa Pound)

“Hanno rubato il nome di mio padre. Ignoranti, soprattutto ladri”. Mary Pound de Rachewiltz ha 87 anni. Raccoglie e traduce gli scritti del poeta in un castello sopra Merano, sottile come un campanile sgretolato dall’abbandono. Anni fa scopre in un mercatino di Natale il ritratto del padre nella cornice rosso e nera di Casa Pound. Cosa fare? Pound è morto nel ‘72, i diritti d’autore durano 50 anni, Mary è l’erede universale. Ma non sa chi sono “i ladri”. Si rivolge a Giano Accame, profugo dalla Repubblica di Salò e appassionato alle tesi economiche con le quali Pound immaginava di rovesciare il mondo. “I giornali parlano di naziskin…”. La risposta di Accame sconsola: “Bisogna ringraziare in questi anni difficili i giovani che difendono certi ideali”. “Non capisco quali siano gli ideali di chi ha rubato il nome di mio padre senza chiedere permesso. Odiava la violenza, lo ha ripetuto a Pier Paolo Pasolini nell’intervista che ha girato il mondo e leggo che la violenza attira come il miele le mosche di Casa Pound”: botte e occhi neri perfino ai camerati che non la pensano come loro.
Le parlano di Gianluca Iannone, leader carismatico del “fascismo del Terzo millennio”. E la signora va a Roma per capire. “Arrivano questi rapati, giubbotti di pelle scura. Ne ascolto i discorsi: santo cielo che ignoranza. Non sanno niente del pensiero di Pound. Voglio dare un consiglio: non usatelo come paravento per chissà quali intenzioni. Leggetelo e poi dite se il suo pensiero si avvicina alla vostra nostalgia”. Alle proteste della figlia rispondono con la furbizia di un certo tipo di italiani: Casa Pound diventa Casapound, una sola parola, poeta trasformato in appendice con la “P” minuscola che allunga le distanze quel tanto che basta per mettere dribblare chi rompe le scatole “Questa la loro rivoluzione?”. Mary si meraviglia “di Accame e della gente che li prende sul serio”. Mormora qualche nome, la voce trema. “Forse non sanno cos’è stato il fascismo. Allora perché dare corda al movimento dell’ambiguità?”. Troppo isolata e troppo onesta per sciogliere le matasse della strategia della confusione. Qualche mese dopo, Casapound si riunisce a Parma: corriere che arrivano dal Veneto, “Cuori Neri” di Milano, soprattutto Roma. Cantano “Le donne non mi vogliono più bene – perché porto la camicia nera”.
Chiedo all’angelo custode di Iannone se è informato che la loro sede si trova in via ammiraglio Luigi Mascherpa, fucilato dai fascisti di Salò per aver resistito ai tedeschi nel ’43. Dirimpetto alla vetrina Casapound una piccola forca impicca la targa della strada dedicata a Mascherpa. L’angelo custode si arrabbia “vuol provocare?”. Sale i tre gradini che ci separano dal monumento Iannone: “di marmo” come appunta nel suo blog. Iannone va a parlare con la polizia e un Digos in borghese mi ordina di sgombrare. “La strada è di tutti”, provo a dire. “Non vogliamo disordini”. Come ricorda la figlia di Pound “sono sempre mescolati a cose così”.
Maurizio Chierici (da “Il Fatto” del 27/11/12)

Commemorazione dei Martiri di Blessaglia

Domenica 25 novembre alle ore 10.00 inizierà in Piazza Marconi la commemorazione dei Martiri di Blessaglia, con la partecipazione dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Marco Polo” di Pramaggiore e l’intervento delle autorità.

Le pagine che descrivono il martirio tratte dal libro “La Resistenza nel mondo contadino” di Aldo Mori.

Le foto della commemorazione del 27 novembre 2011.

Gaza brucia: ecco l’incendiario

Jamal, un commerciante di Gaza, era fuori domenica mattina quando una potente testata israeliana a guida di precisione ha centrato la sua casa, sterminando la famiglia: nove persone tra cui quattro bambini di 2-6 anni. Tre generazioni spazzate via in un attimo.
Oltre 5mila palestinesi sono stati uccisi in dieci anni dagli israeliani a Gaza, di cui 1.200 solo nel 2009, più altri 2mila in Cisgiordania. Dei 70mila rapiti, oltre 6mila, tra cui più di 400 bambini, sono ancora imprigionati. Un prezzo altissimo, considerando che la popolazione dei Territori palestinesi occupati è di 5,5 milioni. Ma non si muore solo per gli attacchi militari nel ghetto di Gaza e in quello di Cisgiordania, circondato dal Muro di 750 km. Si muore ogni giorno di povertà, per mancanza di cibo, acqua potabile, medicine.
L’alternativa è scomparire o resistere. Leggi tutto “Gaza brucia: ecco l’incendiario”

“Il viaggio di Vittorio”

La signora Egidia Beretta è la mamma di Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano ucciso a Gaza la notte tra il 14 e il 15 aprile 2011. Una donna forte e determinata, da sempre impegnata nel sociale. Ancora oggi si reca nelle scuole a parlare dell’esperienza di suo figlio. Ma, come lei stessa ammette, sotto la corazza che si è costruita nasconde un dolore lacerante. “Certi giorni, quando sono sola, mi rifugio nella stanza segreta del mio cuore e lascio che il dolore mi strazi, e piango e lo chiamo, chiamo forte il mio bambino che non c’è più”, scrive Egidia nel libro “Il viaggio di Vittorio” (Dalai editore) uscito in questi giorni. Leggi tutto ““Il viaggio di Vittorio””

Bloccato il sito “Stormfont”

“Alla buon’ora è stato chiuso un sito che era un reato vivente, una continua istigazione all’odio razziale non solo contro gli ebrei, ma contro ogni minoranza”. Così il giornalista Gad Lerner – più volte oggetto degli attacchi di Stormfront e inserito nella black-list antisemita pubblicata nel 2011 – commenta l’oscuramento del sito neonazista. Un sito che ospita spesso interventi in difesa dei negazionisti (tra tutti Mattogno), con attacchi agli esponenti delle comunità ebraiche italiane e a quei politici che si battono per la difesa della verità storica. Questi i tristi precedenti che hanno portato alla chiusura (tardiva) del sito:

Gennaio 2009: Sul forum vengono pubblicate barzellette contro gli ebrei.
Febbraio 2009: insulti contro Balotelli.
– Ottobre 2010: “La Shoah? E’ una fandonia”. Iniziano i deliri negazionisti.
– Gennaio 2011: Spunta una prima blacklist. “Facce da cancellare”, vengono definite le decine di persone citate in un post.
– Dicembre 2011: Nuova blacklist di persone che si battono per i diritti degli immigrati. Ma vi figurano anche magistrati.
Dicembre 2011: Gianluca Casseri, autore della strage di senegalesi a Firenze, viene definito un eroe.
– Gennaio 2012: Mirko Viola organizza un convegno sulla Shoah, definita “un pesce d’aprile ebraico”.
– Marzo 2012: Si inneggia alla strage di Tolosa.
Aprile 2012: arriva un documentario negazionista: “Wissen macht Frei”. Lo ha realizzato Mirko Viola. Viene diffuso tramite il forum.
– Luglio 2012: Attacchi contro il ministro Riccardi.
Novembre 2012: Insulti contro l'”ebreo Saviano”.

Una mattina…

Oggi 14 novembre 2012 a Mestre, come in tante città d’Italia si è svolto lo sciopero generale indetto dalla CGIL e dalla Confederazione Europea dei Sindacati (di cui fanno parte anche la Cisl e la Uil…..). Come in tante città la partecipazione è stata notevole e anche a Mestre, dopo il bellissimo intervento di Carlo Bulado dell’Anpi di Venezia sul partigiano Erminio Ferretto, la manifestazione è finita con le note di “Bella Ciao”, una canzone che continua ad essere cantata nelle piazze e sui palchi, perchè è una bella canzone, perchè è una canzone degli italiani che hanno combattuto per la liberazione dell’Italia dai fascisti, dai tedeschi, dalle leggi razziali, dalla fame e dalla guerra, e perché è ancora un canto che unisce. E vedere un popolo unito, è bello.

Un ricordo di Ester Zille: “Toglietevi subito quel distintivo”

Non ricordo se fosse l’anno 1940 o 1941, frequentavo il Ginnasio (era l’ultima classe prima dell’entrata in vigore della Riforma Gentile) “R. Franchetti” di Mestre, la mia insegnante di italiano e latino era la prof. Ester Zille.
Un mattino, davanti all’ingresso degli studenti, si presentarono dei militi fascisti in camicia nera che distribuivano dei distintivi portanti la scritta “Dio stramaledica gli inglesi”; era lo slogan con cui Il commentatore politico dell’ E.I.A.R. (ora RAI) Mario Appelius terminava la sua concione.
Mi misi all’occhiello della giacca quel distintivo ed entrai in aula assieme ai miei compagni.
Appena la Professoressa vide quella parata di distintivi  si arrabbiò e ci intimò “toglietevi subito quei distintivi”, tutti ubbidirono meno il figlio di un gerarca fascista. Iniziò così un’affascinante lezione di storia con velati motivi critici al fascismo. All’epoca fu un atto di grande coraggio.
Nacque così la mia avventura di ragazzo antifascista.
Renzo Tonolo ora Vice presidente ANPI di Mirano.

Ester la battagliera se ne è andata a 98 anni. Ieri a ricordarla con una cerimonia funebre laica al cimitero di Mestre una cinquantina di persone, i nipoti, tanti amici come lo storico Sergio Barizza, la delegata della municipalità di Mestre Chiara Puppini che la intervistò più volte per il volumo “Memoria resistente”. Assente, purtroppo, un rappresentante del Comune.
Con la Zille, che avrebbe compiuto 99 anni il prossimo 10 dicembre, se ne va un pezzo della storia della città, della Resistenza e della crescita di Mestre. Nata nel 1914 abitava con la famiglia in una villetta in Riviera XX Settembre. Era vicina di casa di Etereldo Agusson, il capo del Cln che organizzava la resistenza da galleria Matteotti. Dopo la seconda laurea in lettere, allieva del professor Cessi, partecipa con lui alla lotta di liberazione.
Diventa staffetta: il suo compito, recapitare ai contadini a Chirignago, Spinea, Mirano e Zelarino la stampa antifascista e i fogli del Partito d’Azione, Psi e Pci. Una attività rischiosa. Ma lei, nel dopoguerra, rifiuta il riconoscimento ufficiale di partigiana, perché il lavoro svolto le sembra modesto e non vuole usufruire di privilegi.
Una modestia, la sua che la accompagna per tutta la vita, unita ad una passione politica e per la cultura che sono un esempio per tanti.
Ricorda Sergio Barizza che la Zille entrò, tra le prime donne del dopoguerra dopo la conquista del diritto di voto, assieme ad Anita Mezzalira in consiglio comunale a Venezia durante l’amministrazione di Gianquinto. In consiglio comunale siede dal 1944 al 1951. Nel 1947, quando il consiglio comunale discuteva di un nuovo aeroporto per la città e si pensava di realizzare l’ampliamento del Nicelli, al Lido, fu lei, Ester a lanciare l’idea di realizzarlo in terraferma. «Lei poi disse che l’idea non era mica sua», racconta lo storico, «ma del cugino Piero Ferraro».
Mestre era nel cuore di Ester Zille. Il sindaco Gianquinto la volle in un gruppo di lavoro del consiglio comunale interamente dedicato allo sviluppo di Mestre. La Zille si battè per l’ospedale a Mestre, e la nascita di quell’Umberto I, oggi regno del degrado nel centro di Mestre. E contribuì alla nascita dell’Università popolare.
Insegnante alla scuola Giulio Cesare, dopo l’esperienza politica con il Psi, che lasciò all’arrivo di Craxi per il Pci, non abbandonò mai la passione politica. Per i suoi novant’anni, nel 2004, venne organizzato un incontro per celebrarla al centro Candiani. «Dall’alto della sua vita spesa con grande entusiasmo ed energia nella politica, nella professione, nella ricerca, poteva affermare: “si deve insegnare quello che dice Cicerone in uno dei suoi libri, non domi sed in foro de re vestra agitur, non è a casa, ma in piazza che voi potete spendere le vostre cose», ricorda la Puppini: «fare politica è fare lo Stato, fare politica è il divenire dell’uomo e della donna». (Mitia Chiarin dalla “Nuova Venezia” del 9/11/12)

Questa è l’intervista di Chiara Puppini a Ester.

Presidio antifascista e antirazzista a Pordenone

Domani 10 novembre Fiamma Tricolore sfilerà in corteo a Pordenone con ritrovo alle ore 16.00 davanti al ponte di Adamo ed Eva per una manifestazione di carattere regionale. Si tratta di un affronto gravissimo per i contenuti e i toni rappresentati da questo rigurgito fascista.
Dalle parole d’indizione si legge un appello a “tutti i camerati” a scendere “in piazza per ribadire che i nostri diritti non li svendiamo ai parassiti”, premessa di un corteo esplicitamente xenofobo e razzista, visto che appare chiaro il livore contro gli immigrati tacciati come “zecche” e una terminologia che richiama il cameratismo fascista! Un attacco grave contro l’anello più debole della popolazione  e che in un momento di crisi per tutti sono i primi a dover andarsene, dopo anni di sacrifici e spesso con figli cresciuti se non nati assieme ai nostri. Pensiamo sia inaccettabile che a Pordenone possano sfilare fascisti e razzisti senza che la società risponda e si mobiliti.
Per tanto chiediamo a tutti coloro che si riconoscono, come individui o forze sociali, nei valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo di partecipare sabato 10 novembre alle ore 15.00 al presidio multietnico in piazza Ellero a Pordenone.

Iniziativa Libertaria PN – Associazione Immigrati PN

14 novembre 2012: sciopero generale

Il 14 novembre i sindacati europei hanno proclamato una tornata di scioperi generali in tutta Europa per protestare contro l’applicazione dei trattati europei. La CES (confederazione europea dei sindacati di cui in Italia fanno parte i sindacati confederali) sciopererà in Grecia, Spagna, Portogallo, Francia. L’Europa che lotta ha già dato importanti segni di resistenza con le manifestazioni delle scorse settimane che hanno riempito le piazze europee. In Italia la Cgil ha proclamato 4 ore di sciopero (per i lavoratori della scuola si sciopera l’intera giornata), mentre non hanno aderito gli altri sindacati confederali, nonostante appartengano anche loro alla CES. A Mestre ci sarà una manifestazione con partenza alle 8.30 da Rampa Cavalcavia (angolo via Torino) e comizio in Piazza Ferretto alle 10.00.

Questo il volantino dello sciopero.

La condizione della comunità italiana nella Jugoslavia socialista

Con l’istituzione del Giorno del Ricordo in data 10 Febbraio, le autorità italiane hanno cercato di diffondere una propria versione della storia riguardo alle vicende del confine orientale italiano nel dopoguerra. Molto spesso si sente parlare di “esodo”, “foibe” e in genere di “pulizia etnica” ai danni degli italiani che si trovarono a vivere nei territori che l’Italia perdette a seguito della ratifica del Trattato di Pace nel 1947, e che passarono alla Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. In realtà solo parte degli italiani autoctoni di questi territori emigrò in Italia. Una grossa fetta (ma comunque meno della metà) invece decise di restare nelle proprie terre. Questo articolo di Andrea Degobbis, scritto per il sito diecifebbraio.info, è dedicato alla riorganizzazione politica e culturale degli italiani che si trovarono a vivere nella nuova Jugoslavia socialista.

https://docs.google.com/open?id=0B2Fig3cDXuVMbDFLVldsdDMwckE