Dai pochissimi racconti del nonno (è sempre stato molto difficile farlo parlare della guerra) che ora è un arzillo 88enne ma con qualche problema di memoria, lui si unì alla Banda Tom nel 1944. Qualche mese dopo il papà lo mandò a chiamare perché la mamma stava male e lui lasciò momentaneamente la banda che poi sarebbe stata catturata di lì a qualche mese. Purtroppo non conosco le date con precisione e anche quando la memoria non gli difettava faticava a inquadrare cronologicamente i vari periodi. Ho più volte cercato informazioni perché sono sempre andato orgogliosissimo del nonno e del suo contributo alla guerra partigiana (lui stesso mi ha cresciuto nel sacro rispetto dei principi e dei valori della Resistenza e dell’antifascismo) ma purtroppo si trovano solo sporadici riferimenti negli archivi riguardo alla sua militanza nelle file di Giustizia e Libertà negli ultimi mesi che hanno preceduto la Liberazione.
Le allego una foto in cui è ritratto insieme ad alcuni compagni d’arme (ma non so se si riferisca al periodo della Banda Tom) lui è quello accovacciato a destra nella foto.
Cordiali Saluti.
Alessandro Porro
La Banda Tom fu una brigata partigiana comandata da Antonio Olearo, detto Tom (Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria), attiva durante la Guerra di liberazione tra il Monferrato Casalese e l’Astigiano, le cui efficaci azioni costituirono a lungo una spina nel fianco dei nazifascisti.
Il 14 gennaio 1945, durante un violento rastrellamento, la banda ed il suo comandante – ferito durante il salvataggio di un compagno, finito in mano ai tedeschi – aveva trovato rifugio in una cascina di Casorzo, dove venne catturata. Solo tre su tredici riuscirono a fuggire. Incatenati, seminudi e scalzi, i prigionieri vennero obbligati a marciare nella neve sino a Casale. Attraversata la città tra le percosse, vennero incarcerati ed interrogati con crudeltà. A “Tom” venne anche negato l’abbraccio della madre, rinchiusa in una cella vicina. Processati e condannati, all’alba del 15 gennaio, i “ribelli” vennero condotti alla cittadella militare, dove vennero passati per le armi. Con loro anche alcuni prigionieri politici, uno di questi sedicenne all’ultimo momento venne risparmiato. Sul selciato del poligono di tiro, all’interno della Cittadella di Casale, i loro cadaveri rimasero due giorni insepolti nella neve, guardati a vista dai soldati per impedire ai parenti di ricomporle. Questi i nomi dei partigiani:
Antonio Olearo detto Tom, 24 anni, Casale
Giuseppe Augino, 22 anni, Enna
Alessio Boccalatte, 20 anni, Casale
Aldo Cantariello, 19 anni, Alessandria
Luigi Cassina detto Ginetto, 25 anni, Casale
Giovanni Cavoli detto Dinamite, 34 anni, Solero
Albert Harbyohire (Ufficiale della Raf), 31 anni
Giuseppe Maugeri, 23 anni, Siracusa
Remo Peracchio, 21 anni, Montemagno
Boris Portieri, 17 anni, Genova
Giuseppe Raschio, 21 anni, Alessandria
Luigi Santambrogio detto Gigi, 17 anni, Casale
Carlo Serretta detto Scugnizzo, 17 anni, Casale
Rosetta Santambrogio, sorella di Luigi Santambrogio così ricorda:
“Le immagini di quel giorno, il 15 gennaio 1945, sono ancora ben impresse nella mia mente. Quando la mia famiglia fu avvertita della fucilazione, mi recai in Cittadella e mi trovai di fronte ad uno spettacolo terribile, con fascisti ubriachi che ogni tanto sparavano, e vidi infine il corpo di mio fratello. Dopo due giorni andai alla Brigata nera per chiedere la salma di mio fratello e mi sentii dire che era già molto se erano stati sepolti al cimitero e non fossero stati gettati nel Po. I corpi furono poi recuperati dopo la Liberazione e si celebrarono le esequie solenni: per riconoscere mio fratello dovetti guardare undici salme, poi gli ho tagliato una ciocca di capelli che conservo ancora oggi”.
La storia della banda Tom, trucidata dalla dittatura nazi-fascista il 15 gennaio 1945 a Casale Monferrato. Testo letto da Giuseppe Cederna:
La canzone “Tredici” (Yo Yo Mundi e Gang), dedicata ai Partigiani della banda Tom (alla fine Bella Ciao):
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