8 settembre 1943: 700000 soldati italiani vengono spediti nei Kriegsgefangene

Internati Militari italiani (IMI)

Ho appena finito di vedere il Tg3 e il Tg 3 Veneto. Hanno parlato dei 150 anni del Cai, del cavaliere delinquente, della crisi, del papa, della manifestazione dell’Anpi in Cansiglio ma dell’8 settembre nessuno ha parlato. A distanza di 70 anni è assolutamente necessario ricordare l’8 settembre 1943 come la data che ufficializzò la nascita della Resistenza. La battaglia di Porta San Paolo, per difendere Roma, il 9 settembre, vide lottare fianco a fianco  militari e civili, quest’ultimi, in larga parte, organizzati dai partiti antifascisti. 700000 soldati italiani, senza ordini, sbandati, furono catturati dai tedeschi e trasferiti in campi di prigionia (kriegsgefangene) e, nonostante le privazioni e le morti che avvenivano tra di loro ogni giorno, restarono indifferenti alle insistenti visite dei fascisti repubblichini che venivano a promettere una vita ben diversa nell’Italia di Salò. Circa il 90% di questi settecentomila militari italiani trascinati nei lager diede origine ad una resistenza passiva, che avrebbe pesato assai positivamente sulle sorti dell’Italia futura, la quale, però, è rimasta sostanzialmente nell’ombra. C’è da dire che gli italiani non furono mai considerati prigionieri di guerra, ma “internati militari”, con l’avvallo preciso dei repubblichini di Salò, che hanno sulla coscienza anche questi morti dimenticati dallo Stato Italiano. Il sito dell’Anpi Nazionale ricorda la data così:

“8 settembre 1943: quando l’Italia disse no al nazifascismo”. E’ questo il titolo dell’ampio e approfondito servizio che la rivista “Rolling Stone” dedica all’8 settembre e alla lotta di liberazione, con approfondimenti storici e testimonianze dirette.”