18 giugno 1944: Repubblica Partigiana di Montefiorino

Il territorio della Repubblica di Montefiorino

Il 18 giugno dell’estate del ’44, la prima «bozza» di repubblica italiana democratica e antifascista nacque tra le montagne dell’Appennino reggiano e modenese. La storia ci tramanda quell’esperienza come la Repubblica di Montefiorino, dal nome della sua «capitale». Un territorio di 600 chilometri quadrati, con 50mila abitanti e paesi importanti come Carpineti, Ligonchio, Toano, Villa Minozzo. Esperienza eroica, creata dai partigiani e sostenuta dalle popolazioni, contro cui si scatenò la furia tedesca e dei fascisti repubblichini di Salò. Montefiorino cadde, ma il seme della democrazia dopo ventidue anni di dittatura era ormai gettato.

Dopo la sconfitta tedesca a Cassino e la liberazione di Roma da parte degli alleati (4 giugno 1944), il Comitato di liberazione nazionale alta Italia (Clnai) lancia un appello per un’offensiva generale: l’indicazione è quella di creare in zone liberate vere forme di governo amministrativo. In questo appello si legge che bisogna «assumere la direzione della cosa pubblica, di assicurare in via provvisoria le prime urgenti misure di emergenza per quanto riguarda la prosecuzione della guerra di liberazione, l’ordine pubblico, la produzione, gli approvvigionamenti, i servizi pubblici e amministrativi».
La Repubblica di Montefiorino è stata la prima in Italia ad alzare la bandiera della democrazia dopo oltre vent’anni di regime fascista.
In quei 600 chilometri quadrati a cavallo dell’Appennino modenese e reggiano si respira un’aria diversa nell’estate del ’44. Qualche mese prima il movimento partigiano, già attivo nella pianura, ha cominciato ad estendersi verso la montagna. A formare i primi nuclei di combattenti sono giovani renitenti alla leva che trovano punti di riferimento in alcuni anziani antifascisti e in parroci.
I primi scontri fra opposte fazioni nascono per impedire il rastrellamento di renitenti e tra il febbraio e il marzo i partigiani compiono una serie di azioni importanti.
La risposta tedesca è spietata: il 18 marzo 1944 nazisti e militi fascisti della repubblica di Salò compiono nel Modenese la strage di Monchio, Susano e Costrignano durante la quale vengono trucidati 136 civili.
A pochi chilometri di distanza a Cervarolo, nel Reggiano, vengono uccise 24 persone.
Nei mesi successivi le forze partigiane, sempre più organizzate, sconfiggono tutti i presidi delle guardie nazionali repubblicane e il 18 giugno cade l’ultimo, quello più importante della zona: il presidio di Montefiorino. Nasce così la Repubblica Partigiana e pochi giorni dopo i capofamiglia scelgono i membri delle giunte amministrative attraverso una vera forma di partecipazione democratica.
Uno dei primi impegni delle giunte è quello di ristabilire un rapporto diverso e più equo con le categorie produttrici, i contadini innanzitutto, coinvolgendoli in una soddisfacente politica dei prezzi.
La Repubblica di Montefiorino viene attaccata già nelle settimane successive alla sua nascita, a causa della sua posizione strategica nelle immediate retrovie della linea Gotica, contro la quale si è spenta l’avanzata delle colonne angloamericane. Intanto a Montefiorino arrivano dalla pianura alcune migliaia di giovani partigiani.
L’offensiva tedesca vera e propria contro questo vero e proprio primo esperimento di vita pubblica democratica, ha inizio il 29 luglio lungo tre diretrici principali e con l’impiego di circa cinquemila soldati: da nord lungo il Secchia e la strada delle Radici; da ovest contro Carpineti e Villa Minozzo; da sud contro Sant’Anna Pelago, Ligonchio e Piandelagotti.
L’operazione può considerarsi conclusa il 6 agosto, ma il grosso grosso delle formazioni partigiane ha cominciato a sganciarsi il 31 luglio ripiegando nell’alta valle del Panaro. La Repubblica vive una sospensione a partire dal primo agosto.
Ma la Resistenza non è per nulla annientata com’era nell’intenzione dei tedeschi che si vendicano rabbiosamente prendendo a cannonate e bruciando alcuni paesi della Repubblica, come avviene a Villa Minozzo e Toano. A partire da ottobre le giunte popolari riprendono però a funzionare e nasce il comitato di liberazione nazionale della montagna. Il seme della libertà ha ripreso a germogliare.

Un protagonista di quei giorni: Torquato Bignami

Il museo della Repubblica Partigiana di Montefiorino