11 agosto 1944: strage di Nozzano

Tra Pugnano e Molina di Quosa, in località ” La Romagna “, dal mese di luglio del 1944 sono nascoste intere famiglie di abitanti dei paesi collocati a ridosso di quel versante dei Monti Pisani, sulla strada che collega Pisa a Lucca, parallela alla linea della ferrovia Ripafratta – Molina di Quosa – Pugnano.
Giorni prima il distaccamento dei soldati tedeschi presente nella zona aveva emanato un bando che intimava a tutti profughi presenti sui monti di consegnarsi presso i luoghi di raccolta per essere assegnati ai diversi luoghi di lavoro.
Il 2 agosto 1944 quel bando è ormai scaduto e per tale ragione il Comando della XVI Divisione SS di stanza nella vicina Nozzano avvia un rastrellamento diffuso, al quale partecipano in ausilio anche soldati della 65a divisione di fanteria che hanno il loro campo ad Asciano, oltre a numerosi soldati della Wehrmacht che provengono dal versante lucchese dei monti.
Con la collaborazione di alcuni fascisti locali, armati di razzi e lanciafiamme, l’intera zona della Romagna viene rastrellata palmo a palmo: alla fine saranno circa trecento le persone rastrellate.
Gli uomini vengono così separati dalle donne. I primi, quasi tutti, vengono assegnati alla Pia Casa di Lucca, centro di smistamento della manodopera, mentre i restanti – 68 in tutto dichiaratasi inabili al lavoro, ai quali si aggiunge di sua iniziativa Livia Gereschi, insegnante di Molina di Quosa, che accompagna i civili conoscendo il tedesco – sono condotti a Nozzano, sede del comando ma anche del Tribunale e del carcere della divisione.
Dopo una drammatica permanenza, tra il 10 e l’11 agosto i rastrellati de ” La Romagna “, inclusa la Gereschi, vengono tradotti nei boschi tra Balbano e Massaciuccoli e lì trucidati.

 

29 giugno 1944: la strage di Civitella in Val di Chiana

Il 18 giugno 1944 arrivò nel paese di Civitella un gruppo di partigiani:  entrati nel circolo ricreativo vi trovarono quattro soldati tedeschi. Nello scontro che ne seguì due dei tedeschi rimasero uccisi, gli altri invece riuscirono a scappare e a raggiungere dei commilitoni più a valle.
Dopo questi fatti la popolazione di Civitella abbandonò in massa il paese. Ci furono perquisizioni e violenze ma nessuno si fece delatore, tant’è che venne imposto un ultimatum di 24 ore e se entro quel tempo non fossero stati comunicati al comando tedesco i nominativi dei partigiani coinvolti vi sarebbero state rappresaglie.
I giorni passarono, da parte tedesca venne l’assicurazione che l’uccisione dei tre soldati (uno dei due che si erano salvati era poi morto per le ferite) era stata vendicata in scontri diretti coi partigiani e che Civitella poteva stare tranquilla.
Il 29 di giugno a Civitella si festeggiavano i santi Pietro e Paolo e per le assicurazioni avute dai tedeschi quasi tutti gli abitanti rientrarono in paese. In realtà era una trappola: nella notte vari reparti circondarono Civitella, Cornia e San Pancrazio.
Durante la messa della mattina i soldati irruppero in chiesa e fecero uscire tutti, dividendo gli uomini dalle donne e i bambini. Poi, dopo aver indossato dei grembiuli per non macchiare le divise, iniziarono a uccidere gli uomini a gruppi di cinque con un colpo alla nuca. Don Lazzeri, arciprete di Civitella, pur potendo facilmente sottrarsi alla morte scelse di condividere la sorte dei suoi parrocchiani e per questo è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile.
Scamparono solo un seminarista che scartò all’ultimo il colpo che doveva ucciderlo gettandosi dalle mura e un padre con una bambina in braccio, fatto fuggire di nascosto da un soldato. Dall’altra parte l’ufficiale nazista ucciderà uno dei suoi soldati perchè si era rifiutato di partecipare al massacro.
Il paese venne poi dato alle fiamme, e così morirono anche quelli che si erano nascosti nelle cantine e nelle soffitte.
Oltre cento furono i morti nella piazza di Civitella e fra gli uomini pochissimi scamparono.
Nel giugno del ’44 l’area fra Civitella, Monte San Savino e Bucine contò 230 vittime.

La locandina con il programma delle commemorazioni: https://docs.google.com/open?id=0B2Fig3cDXuVMYW1KNEVQcHJJNms

Sulle inchieste giudiziarie:   http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/2012/03/08/678320-stragi_civitella_falzano.shtml

La sentenza sui risarcimenti delle stragi naziste:  http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/2012/02/03/662900-corte_internazionale_dell.shtml

Un commento sulla sentenza dell’Aja: http://www.iljester.it/la-germania-ci-frega-i-risarcimenti-per-la-strage-nazista-di-civitella-la-sentenza-del-giudice-italiano-dovra-essere-resa-inefficace.html