Presidio antifascista a Monselice

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Alle 10 di ieri a Monselice c’è stato un presidio antifascista organizzato dall’Anpi di Padova, contro la vergognosa proposta lanciata da un Assessore della Giunta del Comune di intitolare a Benito Mussolini una piazza della frazione di San Bortolo. Uno sfregio – anche alla memoria di tanti monselicensi – verso chi, durante il fascismo, lottò per la libertà del nostro Paese. Questo il discorso pronunciato da Stelvio Ziron, segretari dell’Anpi di Monselice, più volte minacciato dai fascisti della città:

Nel momento in cui tutta la cittadinanza si adopera per celebrare degnamente il centenario della prima guerra mondiale, quando si condannano i soprusi dei generali, quando Monselice non ha ancora sanato le ferite dell’ultimo conflitto sentiamo la proposta dell’assessore Andrea Tasinato di intitolare la piazza della Frazione di San Bortolo a Mussolini, (quanti illustri monselicensi possono essere ricordati? In primis la medaglia d’oro al V.M. Bussolin Bruno tanto per citarne uno) la notizia apparsa sui giornali provinciali e regionali ha provocato grande indignazione fra la popolazione.
Le Associazioni d’arma Combattenti e Reduci, Ex Deportati e Partigiani d’Italia particolarmente colpite da questa affermazione, vogliono ricordale che non tutti gli italiani hanno la memoria corta. Qui vicino al gazebo c’è una croce scolpita, di notte, su una pietra dai “montaricani” per ricordare Usaggi Pietro ucciso il 21.9.1921 con un pugno da un fascista perché l’Usaggi non aveva salutato il gagliardetto. Iniziava il terrore dittatoriale.
L’eccidio di Giacomo Matteotti.
L’obbligo di iscrizione al partito fascista per tutti i lavoratori o la fame.
Il confino o il carcere duro per gli oppositori.
Gramsci, Pertini, Saragat ( i nomi più noti) furono ospitati (ironicamente) in villeggiatura a Ventotene e poi sommariamente processati da giudici prezzolati.
La costituzione nell’Italia Meridionale di 43 campi di detenzione per gli oppositori al regime.
Il patto Roma – Berlino è stato di fatto l’asservimento ai tedeschi di Hitler. Successivamente il patto Roma-Berlino-Tokio.
L’uso di armi chimiche nella guerra contro l’Etiopia.
Le leggi razziali del 1938 che hanno escluso tutti gli ebrei dall’esercizio della professione statale o privata o dall’insegnamento.
Nel 1944 la cattura di tutti gli ebrei di ogni età ed inviati nei campi di sterminio.
Egli ha sempre dichiarato di avere otto milioni di baionette da mandare contro i carri armati. Aveva bisogno di 2000 morti dopo l’aggressione alla Francia nel 1941 per sedere al tavolo delle trattative.
Arriva il 25 luglio 1943 (si sveglia Casa Savoia) egli è arrestato. Con un colpo di mano tedesco viene liberato dalla prigione sul Gran Sasso divenendo succube di Hitler. L’8 settembre 1943 la nota dichiarazione di armistizio.
Le truppe italiane sono abbandonate, in tutti i presidi in tutte le caserme, anche all’estero, a se stesse preda dei tedeschi e inoltrati nei campi di lavoro in Germania.
Con la repubblica di Salò diviene il capo fantoccio della Germania nazista.
I Monselicensi ricordano le tante vittime civili – militari e i partigiani deceduti a centinaia, i reduci dai campi di annientamento a causa della ferocia nazi-fascista.
Testimonianze dei tanti internati deceduti e sopravissuti sono custodite nei tanti testi presso la Biblioteca Comunale di Monselice
Un dubbio ci rode: forse l’assessore è il mandante di quelle scritte infamanti apparse sui muri di Monselice?
In periodo di democrazia tutto è ammesso meno la diffamazione, perseguita dalla legge e la condanna a qualsiasi riferimento al disciolto partito fascista.
Non merita democrazia chi l’ha negata.

Qui tutte le foto del presidio: http://imgur.com/a/DhTeN