Guardate la diapositive, per cortesia. Un gran numero di persone fu ucciso, bruciate vive dagli incendi causati dai raggi termici, schiacciate dalla case crollate per lo spostamento d’aria provocato dall’esplosione. Questo è un bambino carbonizzato che si trovava a circa seicento metri dal centro dell’esplosione. Questa è una donna con la schiena ustionata. Le radiazioni provocarono sintomi sino ad allora sconosciuti alle scienze mediche e uccisero un numero incalcolabile di persone. Questa foto mostra una madre che aveva chiamato un medico per visitare sua figlia: tuttavia morì prima la madre, e qualche ora dopo la figlia, anche se la madre apparentemente non mostrava nessun problema. Le radiazioni avevano distrutto le cellule interne del corpo facendole perdere la vita. Questo è un soldato morto per emorragia, come si vede dalla macchie color porpora. Egli fu esposto alla radioattività a 760 metri dal centro dell’esplosione. Questa è una ragazza che perse i capelli a causa delle radiazioni. Questa è una foto di cataratta. Vicino al centro dell’esplosione, oltre il 90% delle vittime ebbero questa malattia. Questo è il caso di un’ammalata di leucemia. Le sue mani si gonfiarono come guantoni di baseball. Questo è un tumore della pelle sul viso. I tumori della pelle non furono numerosi. Come si vede, è una malattia orribile. Questo grafico mostra il rapporto fra la formazione del tumore alla tiroide e la distanza dal centro dell’esplosione. Più alto è il dosaggio della radiazione, più alta è la percentuale dei tumori. Questo è un anziano che perse tutta la sua famiglia. Circa 7.000 anziani rimasero soli dopo l’esplosine delle bombe atomiche. Questi sono bambini che persero le loro famiglie. La bambina è sola soletta, mentre il bambino a destra trascorre tutta la giornata tenendo il cane fra le braccia,avendo solo questo cane che possa dargli affetto. Questa è la tomba di una donna costruita dal suo bambino. Sul legno si legge la parola “Mamma”. Poichè tutti i membri della sua famiglia erano morti, questo per lui era il luogo riconosciuto come luogo di sepoltura per i membri della sua famiglia. Sia a Hiroshima sia a Nagasaki sono rimaste numerose tombe di ignoti che avevano perso tutti i loro parenti. La bomba di Hiroshima causò la morte di circa 140.000 persone soltanto entro l’anno 1945. In seguito morirono altre 70.000 persone circa. Anche se la bomba atomica su Nagasaki fu circa il 40% più potente rispetto alla bomba su Hiroshima, a causa del terreno ondulato e per motivi demografici, il numero dei morti fu circa la metà rispetto a Hiroshima. Queste due bombe atomiche hanno ucciso fino ad oggi più di 310.000 persone. Attualmente sono circa 250.000 i sopravissuti che hanno ancora oggi problemi di salute o soffrono per i postumi delle ferite riportate. Tranne pochissime vittime,la maggior parte delle persone non hanno ricevuto il riconoscimento dal governo per le malattie relative alle bombe atomiche e sono costrette a vivere nella preoccupazione perché non sono coperte dai benefici garantiti dalla legge sulla assistenza medica alle vittime delle bombe atomiche. Inoltre per la discriminazione sociale e i pregiudizi, la maggior parte delle vittime incontrarono difficoltà per ottenere un impiego e per sposarsi. Se questo disastro disumano fosse stato divulgato fra i popoli di tutti i paesi del mondo, forse si sarebbero alzate forti grida per vietare le armi nucleari. Invece le forze di occupazione imposero la censura e vietarono le informazioni sui danni causati dalle bombe atomiche. Di conseguenza la gente nel mondo non ebbe l’opportunità di sapere cosa fosse accaduto a Hiroshima e Nagasaki. Con l’esperimento nucleare degli USA il primo luglio 1946 sull’atollo Bikini, si diede nuovo impulso alla produzione delle armi nucleari. Nel 1949 l’Unione Sovietica eseguì con successo il suo esperimento nucleare: la bomba a idrogeno nota come “la super bomba mille volte più potente delle bombe atomiche precedenti”. Successivamente gli USA eseguirono un esperimento con una bomba ad idrogeno ancora più potente, chiamata “BRAVO”, sull’atollo Bikini il 1° marzo 1954. La potenza fu di 15 megatoni: convertita in polvere da sparo ad alto potenziale equivaleva a 15 milioni di tonnellate, cioè era 940 volte più potente di quella di Hiroshima. Se la somma della potenza delle bombe tradizionali e atomiche impiegate nella 2° guerra mondiale, cui parteciparono oltre 60 paesi dal 1939 al 1945, incluse le bombe di Hiroshima e Nagasaki, fu pari a 3 megatoni, la bomba all’idrogeno da 15 megatoni esplosa sull’atollo Bikini fu ben 5 volte più potente. A meno di dieci anni dai tragici eventi di Hiroshima e Nagasaki, l’umanità era entrata in un’epoca di terrore, dove una sola arma nucleare aveva una potenza parecchie volte superiore a quella impiegata nella seconda guerra mondiale. Il peschereccio giapponese “V Fukuryumaru” che stava pescando a 160 Km di distanza dall’esplosione della bomba a idrogeno sull’atollo Bikini fu investito dalla radioattività. Sei mesi dopo, il capo della comunicazione radio morì, lasciando le sue ultime volontà: ”Vorrei essere l’ultima vittima della bomba atomica e della bomba a idrogeno”. I giapponesi furono vittime sia della bomba atomica, sia della bomba a idrogeno. La maggior parte dei 23 membri dell’equipaggio del peschereccio “V Fukuryumaru” morì per tumore al fegato ed altre malattie causate dalla radioattività o dalla trasfusione di sangue infetto durante le cure. Uno dei membri dell’equipaggio, il Sig. Matahichi Ooishi, dopo essere stato esposto alle radiazioni, subì la discriminazione sociale e il pregiudizio; alla fine si sposò lontano dal suo paese d’origine. Purtroppo dovette affrontare un’altra tristissima esperienza, quella di perdere durante il parto il primogenito, nato deforme. Alla seconda gravidanza, la moglie rifiutò di partorire. Tantissime vittime che si sposarono, si tormentarono per la stessa ansia e la stessa paura. Nonostante queste tristissime esperienze e benché sia ammalato di tumore al fegato, il Sig. Ooishi continua a denunciare i danni causati dalle armi nucleari e la necessità del disarmo atomico, scrivendo libri e facendo conferenze. In Giappone, il movimento per l’abolizione delle armi atomiche e all’idrogeno registrò una svolta decisiva a livello nazionale dopo l’esperimento all’atollo Bikini. A partire da quell’avvenimento, le attività del movimento sono proseguite per oltre mezzo secolo con tenacia. Le vittime raccontano in Giappone e all’estero le loro esperienze orribili, un inferno molto doloroso da ricordare ma costituiscono la parte più importante del movimento per impedire l’uso delle armi nucleari in guerra. Lo scorso anno, la Nihon Hidankyo (Japan Confederation of A-bomb Suffers Organizations) fu candidata al premio Nobel per la pace come riconoscimento alle vittime che non persero mai la fiducia e la speranza nella natura umana; nonostante abbiano conosciuto la più profonda disperazione, non hanno mai smesso di battersi generosamente per l’abolizione delle armi nucleari.
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Malgrado i danni causati dalle armi nucleari, dopo l’esperimento sull’atollo Bikini, si è intensificata sempre più la corsa agli armamenti nucleari ed è aumentato anche il numero dei paesi che si armano. Per quanto riguarda le potenze nucleari nel mondo, negli anni 40 ci furono gli USA e l’Unione Sovietica, negli anni 50 l’Inghilterra, negli anni 60 la Francia, la Cina e Israele, negli anni 70 l’India, negli anni 90 il Pakistan e nel 2000 la Corea del Nord. Quindi nel complesso, quasi ogni 10 anni si aggiungono uno o due paesi possessori e oggi giorno ci sono nove paesi che possiedono oltre 27.000 testate nucleari. Se scoppiasse una guerra di grandi dimensioni con armi nucleari, si verificherebbe il fenomeno abnorme chiamato “Inverno nucleare”. La scienza ci dice che in seguito a ciò la produzione mondiale di generi alimentari subirebbe un danno devastante e centinaia di milioni di persone sarebbero a rischio di morte. La commissione del WHO (World Hearth Organization) commenta così: “ La conclusione della nostra Commissione indica che le armi nucleari sono diventate la più grande minaccia diretta alla salute al benessere dell’umanità “. La commissione ha avanzato questa proposta: “ Prevenire la guerra nucleare è il mezzo più efficace per eliminare la minaccia ”. Dunque il mezzo più efficace per prevenire la guerra nucleare è eliminare le armi nucleari. Alcune persone avevano pensato come sopravvivere in caso di attacco nucleare. Questa diapositiva è la foto di un catalogo degli oggetti indispensabili per un rifugio anti-atomico, diffuso in una potenza nucleare. Vicino ad un uomo con il fucile, con indosso un abito a protezione anti-atomica, accanto a delle provviste si vedono arco e frecce. Se un estraneo volesse entrare nel rifugio potrebbe essere accolto per ragioni umanitarie dall’uomo, ma poi, a causa della scarsità di cibo diventerebbe un problema per la sua sopravvivenza. Allora con l’arco e le frecce potrebbe uccidere il “seccatore” nel caso i proiettili di fucile fossero esauriti. L’arco e le frecce si possono riutilizzare più volte estraendole dal cadavere. Questa foto di un opuscolo dal titolo “Proteggere e sopravvivere” pubblicato in una nazione che detiene armi nucleari. Sulla copertina c’è il disegno di una famiglia composta da quattro membri e il sottotitolo recita: “ Questo opuscolo ti insegna il modo per difendere te e la tua famiglia nel caso di attacco nucleare”. Inoltre spiega che al momento dell’attacco e in presenza di un allarme, se si fosse all’aperto, bisognerebbe immediatamente precipitarsi nel palazzo più vicino; se non si potesse trovare un palazzo, bisognerebbe mettersi ventre a terra al margine della strada e coprirsi con la giacca fino alla testa e restare immobili. Nessun giapponese crederebbe a istruzioni di questo tipo. Questa è la foto di un rifugio anti-atomico destinato ad alte personalità del governo di una nazione. E’ singolare che ci sia un ufficio postale. All’atto di una guerra nucleare, perché qualcuno dovrebbe spedire una lettera? La prossima foto appartiene a un libro pubblicato da una potenza nucleare. Il libro spiega che “ poiché è solamente una tigre di carta, non dovremmo temere nulla se potessimo acquisire le conoscenze per la difesa dalle armi nucleari “. Inoltre scrive cose illogiche. Per esempio in caso di attacco nucleare all’aperto, sarebbe sufficiente sdraiarsi, allontanando la testa dal centro dell’esplosione. Anche questa affermazione, se fossimo in Giappone, sarebbe considerata una barzelletta. Inoltre, il sistema della armi nucleari è soggetto ad alcuni incidenti casuali. Nel 1962 un bombardiere strategico si incendiò e le due bombe a idrogeno in dotazione caddero su Goldsborough in North Carolina. Secondo l’indagine effettuata dall’Aviazione, fu un incidente dovuto al mancato funzionamento dei dispositivi di sicurezza: cinque passaggi su sei erano disattivati. Nel 1966 un B52 precipitò con 4 bombe a idrogeno su Palomares in Spagna, provocando la dispersione del plutonio. Inoltre, il 3 giugno 1980, presso il Quartiere generale dell’Aviazione Strategico Militare di Omaha nello stato del Nebrasca, negli USA, sullo schermo del computer venne visualizzato il segnale che diceva: “ l’Unione Sovietica ha attaccato l’America con le armi nucleari, sia con alcuni IBM (International Balistic Missile) sia con SLBM (Submarine Lounched Balistic Missile), lanciati da un sottomarino.” L’equipaggio dell’Aviazione Militare Americana si imbarcò su un cacciabombardiere che portava armamento nucleare e iniziò ad accendere il motore. Dalle isole Hawaii, sotto una grandissima tensione, fu fatto immediatamente partire il caccia, ma tre minuti dopo l’allarme si scoprì che l’allarme era falso, causato da un guasto del computer del Quartiere Generale di Difesa Antiaerea del Nord America di Springs in Colorado. Secondo il rapporto presentato al Senato americano, dal 1° gennaio 1979 al 30 giugno 1980, in un anno e mezzo,c’erano state 147 segnalazioni su possibili attacchi al territorio americano. In seguito a ciò, si diceva che per ben 4 volte fu convocato il Consiglio per valutare le minacce. Il 26 settembre 1983, il primo allarme del sistema di Sicurezza dell’Unione Sovietica segnalò che 5 testate nucleari erano state lanciate da una base militare americana. L’allarme fu confermato come regolare. Per caso il Comandante di Reggimento Stanislav Petrov che era in servizio, considerò errata la segnalazione e si potè evitare all’ultimo momento la fase critica. Grazie al merito di “avere salvato il mondo dalla catastrofe”, Stanislav Petrov ricevette il conferimento del premio “Associazione dei cittadini del mondo” Il 25 gennaio 1995, il missile norvegese per le osservazioni meteorologiche lanciato al largo della Norvegia, venne intercettato dalla rete radar della Sicurezza. Immediatamente gli USA si apprestarono a lanciare un missile di rappresaglia. In quell’occasione, nonostante la Norvegia avesse dato il preavviso, per qualche disguido la Stazione radar americana di Sicurezza non venne informata. Questo dimostra che il sistema delle armi nucleari crea costantemente il pericolo che, a causa di un funzionamento errato , si lancino armi nucleari per causa accidentale ( senza informarci dell’incidente). Dopo Hiroshima e Nagasaki, per fortuna le armi nucleari non sono mai state utilizzate nelle guerre,ma non perchè non avessero l’intenzione di utilizzarle. Nel libro scritto da Joseph Gerson “Empire and the Bomb” pubblicato recentemente dall’American Friends Service Committee in America, vengono esaminati oltre 3 dozzine di casi di ipotesi di uso delle armi nucleari. Tra questi casi, è superfluo dire che rientra il caso della famosa crisi di Cuba. Nel 1962, al momento della crisi di Cuba, Gerson riferisce nel libro che gli ufficiali della Marina sovietica avevano l’autorizzazione all’utilizzo delle armi nucleari strategiche. Finchè le armi nucleari esistono come deterrente nucleare (reciproco) e vengono dispiegate per una possibile guerra ,prevedendo il lancio di un missile a scopo difensivo subito dopo l’allarme,non sarà mai possibile superare il rischio di incidenti come questi. Nel mondo, ancora oggi, ci sono 27.000 testate nucleari che costituiscono una minaccia per l’esistenza dell’umanità. Le Nazioni Unite più volte hanno emanato risoluzioni per abolire le armi nucleari. Nel 1996, anche il Tribunale Internazionale della Giustizia aveva proclamato che “La minaccia con le armi nucleari e il suo utilizzo sono violazioni del Diritto internazionale.”. La linea politica che prevede le armi nucleari come deterrente, in caso di fallimento, è una linea politica che ne presuppone l’ utilizzo per infliggere l’attacco di rappresaglia senza esitazione. Noi non possiamo approvare questa linea politica. In qualità di studioso per la difesa dalle radiazioni, venendo dal paese in cui abbiamo sperimentato gli effetti raccapriccianti e disumani delle armi nucleari , non potrei mai schierarmi a favore di questa linea politica. Oggi, la gente di tanti paesi grida; “Fermate la guerra nucleare”, “Abolite le armi nucleari”. Negli USA, in Europa e in Giappone, molte voci reclamano il divieto totale delle armi nucleari e la loro eliminazione nel corso del ventunesimo secolo. In Giappone, in seguito alla vicenda delle vittime causate dall’esperimento della bomba a idrogeno nel 1954, nacque un movimento popolare per l’abolizione delle armi atomiche. Dopo più di mezzo secolo dal tragico avvenimento di Hiroshima e Nagasaki, ancora oggi, ogni anno si tiene la Conferenza Mondiale contro la Bomba Atomica e ad Idrogeno e si espongono striscioni con scritto “Impedire la guerra nucleare”, “Abolire le armi nucleari” e “Assistenza e solidarietà alle Hibakusha”. Il popolo giapponese ha presentato alle Nazioni Unite oltre 100 milioni di firme per chiedere l’abolizione totale delle armi nucleari. Inoltre quotidianamente diffonde informazioni sulle sciagure causate dalle bombe atomiche e sulle attività delle basi militari,mentre continuano le attività di assistenza per le vittime che soffrono per i postumi. Per di più, chiede al governo giapponese di rispettare rigidamente l’obbligo per la Pace e i tre principi della denuclearizzazione: “Non possedere, non produrre, non portare nel paese armi nucleari.” In questi ultimi anni, alla Conferenza Mondiale contro la Bomba Atomica e a Idrogeno, oltre ai circa 10.000 cittadini del mondo che svolgono attività per la denuclearizzazione e la pace, partecipano anche la “New Agenda Coalition”, formata da Egitto, Malesia, Messico, Cuba e i rappresentanti dei paesi non allineati; le organizzazioni governative e non governative cercano la strada per l’abolizione delle armi nucleari. Si dice che in Italia ci siano varie opinioni sulla politica relativa agli armamenti nucleari. In qualità di specialista per la difesa dalla radiazione, desidererei sollecitare dal profondo del mio cuore la necessità di stabilire in fretta (immediatamente) una politica per la Sicurezza. E poi ,superando l’idea strategica di tenere sotto controllo la violenza con altra violenza, spero che l’umanità possa vincere al più presto possibile la minaccia delle armi, incluse le armi nucleari,che provocano massacri spaventosi. Grazie di cuore per la Vostra attenzione.
Meno missili, più tamponi. La scelta miope di tagliare la sanità e aumentare le spese militari
Nelle esplosioni nucleari …
- Si genera un lampo elettromagnetico e gamma che provoca ustioni e una radiazione termica di tipo incendiario (80% energia Primaria) in un milionesimo di secondo
2. Si forma un onda d’urto (di aria rovente) che si propaga velocissima radendo al suolo e fondendo tutto ciò che incontra. Finita la spinta propulsiva, l’aria raffreddata si ritira verso il centro formando un onda di ritorno (spesso più distruttiva della prima, perché contiene i detriti) Per effetto camino si forma una colonna di aria ascendente che forma il “gambo” del fungo.
3. Finita la spinta propulsiva verso l’alto, l’aria si espande orizzontalmente formando il cappello del fungo Avviene la ricaduta (fall-out) radioattivo dal cappello del fungo.
4.Nei primi 4 mesi, gli effetti acuti uccisero 90,000–166,000 persone a Hiroshima e 60,000–80,000 a Nagasaki, Metà delle morti furono quelle del primo giorno 60% per il lampo di radiazione, 30% per l’onda d’urto e il 10% per altre cause. Nei mesi seguenti, il 15–20% morì per le radiazioni, il 20–30% per le ustioni e il 50–60% per ferite e/o malattie.
L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi Albert Einstein
«Un attentato contro le basi militari di Aviano o Ghedi potrebbe provocare dieci milioni di
vittime». Perché è lì, in Italia, che si trovano ancora decine di testate
nucleari. Comincia con queste parole “Il prezzo dell’atomica sotto casa”, rapporto pubblicato il 1 dicembre e firmato da Sofia
Basso, membro dell’unità investigativa di Greenpeace Italia.
Nel quale si fa riferimento ad uno studio citato da un funzionario in un
colloquio riservato.
Il documento della ong accende i riflettori su un tema fin troppo trascurato negli ultimi anni, quasi dimenticato. Se non fosse per il lavoro di organizzazioni della società civile o per la Campagna internazionale per l’abolizione delle testate nucleari (ICAN). Il cui impegno non è bastato a far scomparire questi ordigni. Così, lo spettro di conflitti con l’impiego di bombe atomiche non può considerarsi ancora archiviato.